CHI SIAMO Cittadinanzattiva è un movimento di partecipazione civica nato nel 1978. Da 36 anni si occupa di promuovere e tutelare i diritti dei cittadini.

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Transcript della presentazione:

CHI SIAMO Cittadinanzattiva è un movimento di partecipazione civica nato nel Da 36 anni si occupa di promuovere e tutelare i diritti dei cittadini in Italia e in Europa. E’ una ONLUS. Dal 1998 è iscritta al Cncu presso il Ministero dello Sviluppo Economico come associazione dei consumatori;

Qualche numero Ad oggi circa cittadini hanno aderito a Cittadinanzattiva L’associazione è presente sul territorio nazionale con: 21 segreterie regionali 273 assemblee locali 7 associazioni nazionali federate

COSA FACCIAMO Cittadinanzattiva è costituita da cittadini che vogliono: contribuire alla costruzione di una società più umana e giusta aiutare gli altri cittadini a risolvere autonomamente i problemi promuovere la partecipazione civica come presupposto per il cambiamento fare politica da cittadini, poich é la politica non è soltanto quella dei partiti.

DI COSA CI OCCUPIAMO Sanità con il Tribunale per i diritti del malato e il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici Politiche dei consumatori con i Procuratori dei cittadini Giustizia con Giustizia per i diritti Scuola con la Scuola di cittadinanza attiva Cittadinanza europea con Active Citizenship Network Cittadinanza d’impresa

La risoluzione Onu del 28 luglio 2010 afferma che“gli Stati nazionali dovrebbero dare priorità all’uso personale e domestico dell’acqua al di sopra di ogni altro uso e dovrebbero fare i passi necessari per assicurare che questa quantità sufficiente di acqua sia di buona qualità e accessibile economicamente a tutti”.

Nel corso del 2014 c’è stata la prima iniziativa dei cittadini europei (Ice) Right2Water con la raccolta di 1,8 milioni di firme e la proposta di legge che chiedeva all’Unione europea di stabilire l’acqua come diritto umano, con la conseguenza di tenere la gestione delle risorse idriche fuori dalle logiche del mercato interno.

In Italia il movimento per l’acqua pubblica ha rappresentato una importante occasione di mobilitazione, differente nelle forme e nel linguaggio, ha rappresentato un’occasione di crescita e di cambiamento nei processi di partecipazione e di azione collettiva e tuttora permangono azioni di comitati locali.

Ma tutto ciò non è stato sufficiente per rendere accessibile, fisicamente, qualitativamente ed economicamente l’acqua!

E’ necessario che i cittadini italiani ritornino ad occuparsi della risorsa idrica.

Il salto di qualità, quasi un dovere, al quale siamo chiamati è quello di andare oltre la battaglia sull’acqua pubblica promuovendo la conoscenza pubblica collettiva sui problemi dell'acqua per favorire una partecipazione effettiva dei cittadini alla gestione democratica dell'acqua, a livello locale, regionale e nazionale

è quindi indispensabile e lungimirante mettere al centro delle politiche la figura dei cittadini, rafforzando diritti e luoghi di partecipazione (comma 461 dell’art.2 della Legge finanziaria del 2008)

Spesa per gli utenti domestici del servizio idrico integrato

“non esistono bicchieri di acqua gratis” (Adam Smith)

L’indagine svolta dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico scomposto nelle voci: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa (o ex nolo contatori). Essa è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia italiani, relativamente all’anno 2014.

Complessivamente, in media, in un anno la nostra famiglia tipo sostiene una spesa di € 355 per il servizio idrico integrato, con un aumento del 6,6% rispetto alla spesa sostenuta nel corso del 2013 e del 52,3% rispetto al 2007.

Le tariffe regionali più elevate (al di sopra della media nazionale) si riscontrano, nell’ordine, in Toscana, Marche, Umbria, Emilia Romagna e Puglia.

Quali sono le città in cui si spende di più? Sette delle dieci città più costose sono capoluoghi toscani, la cui spesa è aumentata rispetto al 2013.

Quali sono le città in cui si spende di meno? Per quanto riguarda invece le 10 città più economiche, cinque di esse sono capoluoghi delle regioni settentrionali e cinque di quelle meridionali.

La dispersione della rete idrica

Preoccupante il dato sulla dispersione idrica: in Italia in media il 37% dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata, un dato in aumento rispetto agli ultimi due anni Il problema è particolarmente grave nelle aree meridionali del Paese.

Qualche mese addietro, Athesys, una società di consulenza aziendale, ha stimato che una migliore gestione della rete idrica italiana potrebbe far risparmiare al sistema paese una cifra pari a 19,4 miliardi di euro in 6 anni, parallelamente diventa necessario, se non urgente, cambiare oltre la metà delle condotte degli acquedotti attuali.

“fare acqua da tutte le parti” Uno spreco che il sistema paese non può e non deve permettersi!

E’ necessario, quindi, programmare un piano nazionale di tutela e gestione della risorsa idrica, che persegua gli obiettivi comunitari, che operi in una azione organica per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio idrico, che introduca criteri e vincoli per una gestione efficiente, efficace ed economicamente sostenibile della risorsa acqua, rilanciando gli investimenti in infrastrutture e in tecnologie innovative ed evitando gli effetti delle procedure di infrazioni avviate e minacciate dalla UE

Disservizi

Per quanto riguarda i disservizi, le aree geografiche interessate sono:  caso dell’arsenico nell’acqua in alcuni quartieri di Roma Nord  Acqualatina che interrompe le domiciliazioni bancarie delle bollette agli utenti: Acqualatina S.p.A. è il gestore del Servizio Idrico Integrato nell'Ambito Territoriale Ottimale n.4 – Lazio Meridionale. L’Ambito Territoriale Ottimale n°4 del Lazio comprende quasi tutti i comuni della Provincia di Latina, ad eccezione di Campo di mele, 2 Comuni della provincia di Roma, Anzio e Nettuno, e 4 della provincia di Frosinone (Vallecorsa, Amaseno, Giuliano di Roma e Villa Santo Stefano), per una popolazione complessiva di abitanti.

 le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul Tirino (in provincia di Pescara)  pratiche scorrette commesse dal gestore del servizio idrico Sardo, la società Abbanoa: in tutta la Sardegna gli utenti contestano le richieste di pagamento relative a conguagli tariffari per il periodo 2006/2011 e quindi in parte prescritti.  procedura di infrazione nei confronti dell'Italia poiché sono stati superati i limiti di arsenico e fluoro nei comuni della provincia di Viterbo

 caso Gori Spa (gestore del servizio idrico dei 76 comuni raggruppati nell’Ato 3 Campania): comuni in provincia di Napoli e di Salerno; gli utenti contestano le richieste di pagamento relative a conguagli tariffari per il periodo 2006/2011 e quindi in parte prescritti.  caso Acea Ato 5: comuni in provincia di Frosinone; gli utenti contestano le richieste di pagamento relative a conguagli tariffari per il periodo 2006/2011 e quindi in parte prescritti.  caso Acea Ato 2: Comuni in provincia di Roma; gli utenti contestano le richieste di pagamento relative a conguagli tariffari per il periodo 2006/2011 e quindi in parte prescritti.

Agevolazioni tariffarie

Abbiamo riscontrato la presenza di agevolazioni tariffarie nel 56% delle province. Il quadro è molto variegato rispetto ai criteri adottati per individuare i soggetti aventi diritto, l’entità dell’agevolazione e la tipologia di agevolazione.

Il nostro Movimento ritiene che non si possa prescindere da alcuni punti fermi quali: l’acqua è un bene pubblico e non una merce; l’accesso al servizio (universale) deve essere garantito a tutti; l’acqua è un bene prezioso e limitato che non va sprecato (o perso); coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori e dei cittadini nella determinazione e controllo degli standard di funzionamento del servizio, in ottemperanza a quanto previsto dal comma 461 dell’art. 2 della legge 244/2007 (Legge Finanziaria 2008).

Grazie per l’attenzione!