1 L’ECONOMIA E L’ETICA DI FRONTE ALLA CRISI: QUALI CAPACITÀ DI FUTURO? Fossano, 5 Aprile 2009 Prof. Antonio Abate - Università di Torino.

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Transcript della presentazione:

1 L’ECONOMIA E L’ETICA DI FRONTE ALLA CRISI: QUALI CAPACITÀ DI FUTURO? Fossano, 5 Aprile 2009 Prof. Antonio Abate - Università di Torino

2 CHE COS’E’ UN MUTUO “SUBPRIME” ?

3 PRENDETE UNA FAMIGLIA CON UN REDDITO MENSILE DI $, SENZA PATRIMONIO ACCUMULATO. CONVINCETELA, O INCORAGGIATELA A COMPRARE UNA CASA DA $ CONCEDENDOLE UN MUTUO DI $ A TASSO VARIABILE (inizialmente molto basso) EVENTUALMENTE CON UN MECCANISMO DI RATE CRESCENTI NEL TEMPO (basse all’inizio). COSA PUO’ ACCADERE ??

4 L’ORIGINE DELLA CRISI (1) L’INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE NEGLI USA (E NON SOLO). IL BOOM DEI PREZZI DEL MERCATO IMMOBILIARE NEGLI USA (E NON SOLO). I MUTUI “SUBPRIME” E LE LOGICHE DI CONCESSIONE DEL CREDITO.

5 L’ORIGINE DELLA CRISI (2) LA CARTOLARIZZAZIONE DEI SUBPRIME. L’IMPACCHETTAMENTO IN TITOLI OBBLIGAZIONARI (ABS) VENDUTI AGLI INVESTITORI (OLTRE MLS $). IL REIMPACCHETTAMENTO DEGLI ABS IN ALTRE OBBLIGAZIONI (CDO) DA PARTE DI ALTRE BANCHE (3.000 MLD $). L’INVERSIONE DEL MERCATO IMMOBILIARE E LA SOFFERENZA DEI SUBPRIME.

6 L’ORIGINE DELLA CRISI (3) IL RISCHIO SUBPRIME E’ MOLTIPLICATO E DIFFUSO DALLE CARTOLARIZZAZIONI. NESSUNO VUOLE PIU’ COMPRARE CARTOLARIZZAZIONI, ANCHE SE NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON I SUBPRIME. SI PROPAGA IL PANICO SUI MERCATI AZIONARI E OBBLIGAZIONARI: TUTTI TEMONO CHE “GLI ALTRI” DETENGANO “TITOLI TOSSICI”.

7 L’ORIGINE DELLA CRISI (4) INIZIA UN FLUSSO DI MASSICCE VENDITE SUI MERCATI AZIONARI E SU QUELLI DELLE OBBLIGAZIONI CORPORATE AD ALTO RENDIMENTO, ASSIMILATE A ABS E CDO. LE BANCHE DETENTRICI DIRETTE O INDIRETTE DI BOND CARTOLARIZZATI INIZIANO A SOFFRIRE E VENDONO TITOLI IN BORSA PER RECUPERARE LIQUIDITA’. TIMORI DI INSOLVENZA DI BANCHE, HEDGE FUND E ASSICURAZIONI, PRINCIPALI DETENTORI DI CREDIT DEFAULT SWAPS (CDS). LE BANCHE NON SI PRESTANO PIU’ RECIPROCAMENTE FONDI. IL MERCATO AZIONARIO CROLLA.

8 DALLA FINANZA AL SETTORE REALE DELL’ECONOMIA EFFETTO RICCHEZZA: I CONSUMI. IL CANALE DEGLI INVESTIMENTI. IL CREDIT CRUNCH. I RISCHI DI DEFLAZIONE. GLI AVVITAMENTI.

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13 L’ECONOMIA PIEMONTESE Nel gennaio 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 500% rispetto al gennaio 2008: due volte e mezza in più della media nazionale. (fonte: Piemonte informa)

14 DIAMO I NUMERI SUL 2009 ? PIL MONDIALE TRA -0,5% E -1,5% PIL USA -2 / -3% PIL GIAPPONE / GERMANIA -4% / - 6% PIL ITALIA -3% / -4,5% PIL CINA +6% / +8%

15 E’ LA CRISI DEGLI ANNI 30 ? IL SISTEMA ECONOMICO MONDIALE E’ MOLTO DIVERSO. LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI DEI POLICY-MAKER E’ MOLTO PIU’ RICCA

16 Settori Ciclici Vantaggi Problematicità Soluzioni Problematiche creditizie

17 Settori Anticiclici Vantaggi Problematicità Soluzioni Problematiche creditizie

18 Settori Aciclici Vantaggi Problematicità Soluzioni Problematiche creditizie

19 ( 1 ) SI PUÒ DIRE CHE QUESTA CRISI È COLPA SOPRATTUTTO DELLA "CATTIVA FINANZA", CIOÈ DELLA AVIDITÀ DELLE BANCHE E DELLE BORSE? SI PUÒ DIRE CHE QUESTA CRISI È COLPA SOPRATTUTTO DELLA "CATTIVA FINANZA", CIOÈ DELLA AVIDITÀ DELLE BANCHE E DELLE BORSE?

20 ( 1 ) Ad un primo e superficiale sguardo forse sì. Ma non concentrerei tutta la responsabilità in un solo settore. Quando le banche americane concedevano mutui immobiliari a tassi estremamente favorevoli e per importi elevatissimi a soggetti che presentavano scarsa affidabilità (i mutui subprime, appunto), nella speranza che il prezzo delle case, salendo indefinitamente, avrebbe messo comunque le cose a posto, facevano felici un po' tutti. Le famiglie americane, che potevano spendere denaro del quale in condizioni normali non avrebbero potuto disporre, le imprese di tutto il mondo, che vedevano crescere la domanda dei loro prodotti, le banche e i risparmiatori europei, che potevano acquistare i titoli ad alto rendimento in cui i mutui subprime venivano "impacchettati" attraverso i meccanismi della cartolarizzazione. Naturalmente in una fase di euforia si tendeva a dimenticare che ogni proposta di impiego ad alto rendimento si accompagna comunque a rischi altrettanto elevati. In ogni caso, se c'è una precisa responsabilità del sistema finanziario statunitense e del connesso meccanismo di controllo (che è stata peraltro riconosciuta) va detto che tutti hanno dato una buona mano ad aggravare la situazione.... Ad un primo e superficiale sguardo forse sì. Ma non concentrerei tutta la responsabilità in un solo settore. Quando le banche americane concedevano mutui immobiliari a tassi estremamente favorevoli e per importi elevatissimi a soggetti che presentavano scarsa affidabilità (i mutui subprime, appunto), nella speranza che il prezzo delle case, salendo indefinitamente, avrebbe messo comunque le cose a posto, facevano felici un po' tutti. Le famiglie americane, che potevano spendere denaro del quale in condizioni normali non avrebbero potuto disporre, le imprese di tutto il mondo, che vedevano crescere la domanda dei loro prodotti, le banche e i risparmiatori europei, che potevano acquistare i titoli ad alto rendimento in cui i mutui subprime venivano "impacchettati" attraverso i meccanismi della cartolarizzazione. Naturalmente in una fase di euforia si tendeva a dimenticare che ogni proposta di impiego ad alto rendimento si accompagna comunque a rischi altrettanto elevati. In ogni caso, se c'è una precisa responsabilità del sistema finanziario statunitense e del connesso meccanismo di controllo (che è stata peraltro riconosciuta) va detto che tutti hanno dato una buona mano ad aggravare la situazione....

21 ( 2 ) E' GIUSTO ATTRIBUIRE UNA PARTE DI COLPA AGLI INVESTITORI CHE HANNO CERCATO UN GUADAGNO FACILE ANCHE SE RISCHIOSO?” E' GIUSTO ATTRIBUIRE UNA PARTE DI COLPA AGLI INVESTITORI CHE HANNO CERCATO UN GUADAGNO FACILE ANCHE SE RISCHIOSO? ”

22 ( 2 ) Anche qui occorre distinguere in modo molto netto tra truffa vera e propria e offerta di impieghi ad alto rischio e rendimento. Nel primo caso, reso emblematico dal "crack Madoff" ci troviamo di fronte a comportamenti penalmente perseguibili, ossia ad un meccanismo di raccolta del risparmio non diverso dalle cosiddette "catene di Sant'Antonio". Dove in sostanza tutto regge fino a quando il denaro che entra nel sistema supera quello che esce, perché è proprio con le risorse dei nuovi entranti che vengono rimborsati coloro che vogliono uscire. E' quindi fisiologico che prima o poi il meccanismo, intrinsecamente truffaldino, crolli. Nel secondo caso, ovvero del "guadagno facile ma rischioso", va chiarito che se un profitto è rischioso non è mai "facile", anche se potrebbe sembrarlo. L'investimento azionario "sano", ma anche l'impiego in strumenti derivati e obbligazioni strutturate (quelli che oggi sono divenuti "titoli tossici per antonomasia) è per sua natura caratterizzato da livelli elevati di rendimento e di rischio. L'importante e che chi vi si avventura sia consapevole che potrebbe guadagnare molto ma anche perdere altrettanto. Deve quindi valutare in che misura sia in grado di tollerare (finanziariamente e psicologicamente)tale possibilità. Detto questo ognuno è libero, se consapevole, di impiegare il proprio risparmio come crede. Naturalmente ai consulenti, ed in primis alle banche, spetta un compito delicatissimo di indirizzo. Un ruolo che in non poche occasioni è stato sottovalutato e disatteso a causa di evidenti conflitti di interesse, derivanti dal fatto che agli operatori bancari si chiedeva da parte dei vertici degli stessi istituti di credito di "spingere" la collocazione di certi strumenti e non di altri, anche se non si trattava di quelli più adatti al profilo di rischio dello specifico risparmiatore. Anche qui occorre distinguere in modo molto netto tra truffa vera e propria e offerta di impieghi ad alto rischio e rendimento. Nel primo caso, reso emblematico dal "crack Madoff" ci troviamo di fronte a comportamenti penalmente perseguibili, ossia ad un meccanismo di raccolta del risparmio non diverso dalle cosiddette "catene di Sant'Antonio". Dove in sostanza tutto regge fino a quando il denaro che entra nel sistema supera quello che esce, perché è proprio con le risorse dei nuovi entranti che vengono rimborsati coloro che vogliono uscire. E' quindi fisiologico che prima o poi il meccanismo, intrinsecamente truffaldino, crolli. Nel secondo caso, ovvero del "guadagno facile ma rischioso", va chiarito che se un profitto è rischioso non è mai "facile", anche se potrebbe sembrarlo. L'investimento azionario "sano", ma anche l'impiego in strumenti derivati e obbligazioni strutturate (quelli che oggi sono divenuti "titoli tossici per antonomasia) è per sua natura caratterizzato da livelli elevati di rendimento e di rischio. L'importante e che chi vi si avventura sia consapevole che potrebbe guadagnare molto ma anche perdere altrettanto. Deve quindi valutare in che misura sia in grado di tollerare (finanziariamente e psicologicamente)tale possibilità. Detto questo ognuno è libero, se consapevole, di impiegare il proprio risparmio come crede. Naturalmente ai consulenti, ed in primis alle banche, spetta un compito delicatissimo di indirizzo. Un ruolo che in non poche occasioni è stato sottovalutato e disatteso a causa di evidenti conflitti di interesse, derivanti dal fatto che agli operatori bancari si chiedeva da parte dei vertici degli stessi istituti di credito di "spingere" la collocazione di certi strumenti e non di altri, anche se non si trattava di quelli più adatti al profilo di rischio dello specifico risparmiatore.

23 ( 3 ) È UNA CRISI ANCHE "ETICA", DI UNA ECONOMIA ORMAI SLEGATA DA QUALSIASI FRENO MORALE, FIGLIA, POSSIAMO DIRE, DEL RELATIVISMO CONTEMPORANEO?

24 ( 3 ) E' sempre difficile rispondere a domande di questo genere. Il freno morale dovrebbe essere dentro ciascuno di noi, l'economia non è qualcosa che sta fuori di noi, è un insieme estremamente complesso di relazioni la cui struttura e la cui natura dipendono dalle nostre preferenze e dai nostri obiettivi. Se l' "io" prevale sempre e comunque sul "noi" a livello di un gran numero di persone e dei relativi comportamenti, anche il sistema economico sarà orientato in quella direzione. Occorre partire dalle coscienze individuali.

25 ( 4 ) Si sente ora dire che bisogna tornare alla "economia reale“ per uscire dalla crisi: come fare visto che si è entrati in un circolo vizioso, dopo che ingenti ricchezze sono state bruciate dalla finanza e dalla borsa ?

26 ( 4 ) Borsa e finanza hanno bruciato ricchezze potenziali, ossia valutazioni di determinati strumenti che ad un certo punto hanno perduto qualsiasi legame con il sottostante (basti pensare ai contratti cartacei in cui meno di un anno fa si comprava e si vendeva petrolio a 150 dollari al barile, petrolio che oggi quota un terzo di tale valore). L'economia reale, ossia la produzione di merci e servizi, l'innovazione tecnologica, la competizione sana tra sistemi è alla base della crescita del benessere. In quest'ambito le banche giocano un ruolo fondamentale, provvedendo credito alle iniziative produttive, ai progetti innovativi, a chi vuole intraprendere. E' importante che il sistema finanziario ritorni pienamente al servizio degli imprenditori, senza però dimenticare che negli anni scorsi, quando le banche facevano prevalentemente finanza, venivano lodate per la loro dinamicità e la capacità di trovare nuovi business rispetto a quello, ritenuto ormai tradizionale e "maturo", del credito alle imprese. Nessuno insomma è completamente innocente per quello che è accaduto.

27 ( 5 ) La Chiesa si sta concretamente attivando, a più livelli, per offrire un aiuto concreto a famiglie in difficoltà per la crisi. Che cosa possono fare di più le parrocchie e il mondo cattolico in generale ?

28 ( 5 ) Ciò che dovrebbero saper fare meglio, ossia lavorare sulle coscienze. Diffondere con passione ancora maggiore una "buona notizia" dove il "noi" prevale sull' "io", e dove nessuno è mai, anche nelle situazioni peggiori, completamente solo. I sostegni finanziari possono servire in casi particolari, ma la Chiesa non può sostituirsi al Welfare statale e locale a alla solidarietà privata individuale e collettiva, mentre può fare molto di più a livello dei comportamenti, per indirizzarli in modo più consono al benessere comune.

29 ( 6 ) SI PUÒ TRARRE UNA MORALE DA QUESTA CRISI ? E SE SÌ, QUALE ?

30 ( 6 ) Gli squilibri dell'Economia e del sistema finanziario statunitense erano noti ed erano stati denunciati molto prima che il bubbone esplodesse trascinando con sé il resto del mondo. Chi puntava a rendimenti molto elevati sui propri investimenti non poteva non considerare che a questi si accompagnavano livelli di rischio altrettanto consistenti. I nodi, in sostanza, prima o poi vengono sempre al pettine, e non c'è persona più cieca di chi non vuol vedere, e nega l'evidenza. Spero di non essere stato troppo banale.....