Le Infezioni correlate alla assistenza Dr.Massimo Arlotti direttore U.O Malattie Infettive Rimini
“Temo che ci siano state delle complicazioni” “Uno degli aspetti più controversi delle cure mediche è la capacità di causare disabilità e disagi. Ovunque cure mediche vengano dispensate il paziente corre il rischio di essere vittima di un danno in conseguenza involontaria di quelle stesse cure; per questo oggi la percentuale di danni iatrogeni causati è diventata un importante indicatore di qualità della cura” Thomas 2000 “Temo che ci siano state delle complicazioni”
che tale rischio era di origine infettiva A metà dell'800, Semmelweiss dimostrò efficacemente che l'ospedale poteva rappresentare un rischio per i pazienti che tale rischio era di origine infettiva che tale evento era prevenibile Dopo di lui, numerosi altri Autori, hanno documentato come il ricovero in ospedale potesse comportare un rischio elevato per il paziente di contrarre una patologia infettiva.
DEFINIZIONE DI INFEZIONE OSPEDALIERA Sono malattie di origine infettiva contratte in ambiente sanitario, che aggravano la patalogia di base Possono interessare i ricoverati ma anche gli stessi operatori Al momento del ricovero non sono evidenti né in incubazione Si possono manifestare durante il ricovero ma anche alla dimissione Circolare del Ministero della Sanità n° 52/85
Infezione: moltiplicazione dei germi nel corpo umano con Host reaction DEFINIZIONI Contaminazione: quando i germi vengono a contatto con superfici (animate o inanimate) per un breve periodo di tempo senza moltiplicarsi Colonizzazione: quando i germi, dopo il contatto con superfici animate si moltiplicano senza Host reaction Infezione: moltiplicazione dei germi nel corpo umano con Host reaction
SISTEMA DI CURE Post acuti Riabilitazione estensiva Lungodegenze e Assistenza domiciliare Assistenza ambulatoriale Day service Day surgery Day hospital RSA Case protette Nursing home
(Health Care associated Infections) Evoluzione del concetto di infezione ospedaliera Pazienti Operatori Visitatori Ospiti Degenza ordinaria Ricovero diurno Assistenza ambulatoriale Assistenza domiciliare Degenze protette (RSA, lungodegenti, hospice, ecc.) Infezioni associate all’assistenza sanitaria (Health Care associated Infections) Jarvis WR
DEFINIZIONE DI ”INFEZIONE CORRELATA ALLA ASSISTENZA” Un’infezione che occorre in un paziente in un ospedale o in un’altra struttura sanitaria, nel quale l’infezione non era presente o in incubazione al momento dell’ammissione. Include infezioni acquisite durante la degenza ma anche infezioni che insorgono dopo la dimissione e le infezioni acquisite dallo staff assistenziale definite infezioni occupazionali rif. WHO Prevention of Hospital-Acquired Infection (2nd edition 12/2002)
INFEZIONI COMUNITARIE Tutte le infezioni già presenti al momento del ricovero (con un quadro clinico manifesto o in incubazione) ad eccezione di quelle correlate ad un precedente ricovero
LE INFEZIONI OSPEDALIERE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Fattori di rischio Condizione/esposizione che, quando presente, aumenta la probabilità di malattia, o di altri esiti indesiderati nella popolazione Vengono definiti dalla osservazione/confronto di due popolazioni che differiscono per la condizione/ esposizione in esame
Predisposing factors for bloodstream infections 48h before infections Predisposing factors for bloodstream infections 48 hr before infections in Adults with Hematologic Malignancies and Solid Tumors 2340 Episodes From 49 Hospitals. USA 1995-2001 Predisposing factors for bloodstream infections 48h before infections Wisplinghoff et al. Cin Infect Dis 2003;36:1103
Fattori di rischio modificabili (perché assistenziali) Fattori di rischio scarsamente modificabili (perchè dipendenti dalle condizioni del paziente) La non applicazione di appropriate misure di controllo rappresenta un fattore di rischio cruciale
Per ogni specifico sito di infezione sono state sviluppate definizioni e criteri ben definiti Derivano da quelli pubblicati dai Centers for Diseases Control and Prevention (CDC) di Atlanta negli Stati Uniti d’America. Si basano su criteri clinici e biologici e includono circa 50 potenziali siti d’infezione es. un infezione superficiale del sito chirurgico: infezione che occorre entro un mese dall’intervento con comparsa di secrezione purulenta, ascesso, o cellulite diffusa
CATENA DELLE INFEZIONI . AGENTI : BATTERI FUNGHI VIRUS PARASSITI SERBATOI : PERSONE: MALATI (noti o meno), PORTATORI AMBIENTE: ATTREZZATURE, STRUMENTARIO, DISPOSITIVI MEDICI, SOLUZIONI, ACQUA, ARIA, SUPERFICI VIE DI TRASMISSIONE: per contatto (diretto ed indiretto) per via aerea per droplets tramite veicoli tramite vettori OSPITI SUSCETTIBILI PORTE D’INGRESSO: Mucose (congiuntive) Cute lesa Tratto gastrointestinale Tratto respiratorio
PRINCIPALI SERBATOI DI INFEZIONE Serbatoio di infezione: luogo ove un determinato microrganismo riesce a sopravvivere e in alcuni casi anche a moltiplicarsi PRINCIPALI SERBATOI DI INFEZIONE Disinfettanti contaminati, soprattutto composti dell’ammonio quaternario Superfici ambientali in prossimità di pazienti infetti, letti, comodini (solo per pochissimi, specifici microrganismi) NPT, infusioni endovenose Liquidi endovenosi Umidificatori, nebulizzatori, circuiti respiratori Apparecchi per respirazione assistita Piscine per fisioterapia, acqua per dialisi, pompe per palloni intraortici Acqua, apparecchiature contenenti liquidi Narici, feci, urine,cute Pazienti colonizzati o infetti Soprattutto le mani Personale ospedaliero
AMBIENTE OSPEDALIERO Sistemi idrici, sistemi di ventilazione, superfici ambientali in prossimità del paziente, hanno al contrario di quanto si credesse alcuni anni fa un ruolo nella trasmissione solo di specifiche infezioni: Alcune infezioni di origine comunitaria (tbc, varicella, morbillo, che si trasmettono per via aerea) Il virus dell’epatite B e il VRS (è stata dimostrata contaminazione ambientale in caso di epidemia) Gli Aspergilli (trasmessi per via aerea) La Legionella (sistemi idrici ed impianti di condizionamento dell’aria) Il Clostridium difficile Enterococchi Vancomicino-Resistenti Le gastroenteriti da Norovirus e Rotavirus
Modalità di trasmissione degli agenti biologici Diretta Indiretta Droplet Contatto Via aerea Veicoli Vettori
Trasmissione per contatto Si tratta della modalità più importante e frequente di trasmissione delle infezioni contatto diretto contatto diretto da superficie corporea a superficie corporea contatto indiretto contatto tramite oggetti inanimati, come strumenti, aghi, attrezzature, abiti, mani contaminate non lavate, guanti non cambiati, ecc.
Malattie trasmissibili per contatto Diarrea da: Salmonella, Shigella, Campylobacter, E. coli O157:H7 Clostridium difficile Virus dell’epatite A, E Virus Respiratorio Sinciziale Adenovirus, Rhinovirus Febbri emorragiche virali Malattie gastrointestinali, respiratorie, cutanee Scabbia Pediculosi Varicella Herpes simplex neonatale o mucocutaneo Herpes Zoster
Trasmissione tramite goccioline (“droplets”) Le goccioline sono eliminate durante la tosse, gli starnuti, parlando e durante particolari procedure come aspirazione e broncoscopia La dimensione delle goccioline è => 5 micron Le goccioline vengono espulse a breve distanza nell’aria e possono depositarsi sulla congiuntiva o sulle mucose nasali e orali Le goccioline non rimangono sospese nell’aria La trasmissione tramite goccioline non deve quindi essere confusa con la trasmissione per via aerea.
Malattie trasmissibili tramite goccioline Pertosse Difterite (C. dyphteriae) Meningite meningococcica (Neisseria meningitidis) Influenza Rosolia Parotite epidemica Haemophilus influenzae tipo b Streptococcus pneumoniae M. pneumoniae Peste polmonare Adenovirus Parvovirus B19 Virus Respiratorio Sinciziale
Trasmissione per via aerea Si verifica: per disseminazione di nuclei di goccioline evaporate (droplet nuclei, di misura < 5 micron) contenenti microrganismi, che rimangono sospese nell’aria per un lungo periodo per disseminazione di particelle di polveri contenenti l’agente infettivo In questo modo è possibile il contagio per persone molto lontane dal paziente infetto
Malattie trasmissibili per via aerea morbillo varicella tubercolosi polmonare e laringea Herpes zoster disseminato vaiolo febbri emorragiche virali con polmonite
INTERROMPERE LA CATENA DI TRASMISSIONE = Adozione Precauzioni Standard e Precauzioni d’Isolamento per il “malato” + Identificazione e gestione dei “contatti”
Precauzioni Standard Si applicano a tutti i pazienti Hanno lo scopo di ridurre il rischio di trasmissione di patogeni in ambito ospedaliero da pazienti portatori di infezioni diagnosticate o non (ancora) diagnosticate Combinano le precauzioni universali con l'isolamento per liquidi biologici Si applicano a : Sangue Tutti i liquidi e materiali biologici Secrezioni Escrezioni (escluso il sudore) Cute lesa Mucose
Precauzioni standard
Lavaggio delle mani Rappresenta una misura essenziale per prevenire la trasmissione in ambito assistenziale Le mani devono essere lavate: prima del contatto con un paziente, dopo qualsiasi contatto diretto con un paziente, dopo il contatto con secrezioni, escrezioni, liquidi biologici, dopo il contatto con oggetti contaminati (maschere, teli usati, inalatori, ecc.) immediatamente dopo la rimozione dei guanti e di altri dispositivi di protezione Metodo: con acqua e sapone liquido, con prodotti antisettici con prodotti antisettici a base di alcol, da utilizzare senza il lavaggio in acqua. Questa ultima opzione non è raccomandata quando le mani sono visibilmente sporche; in questo caso è da preferire il lavaggio con acqua e sapone o acqua e antisettico. E’ importante educare i pazienti al corretto lavaggio delle mani
Misure da adottare per prevenire la trasmissione per contatto e per droplet
stanza singola ridurre il tempo di permanenza del paziente fuori dalla stanza e quando ciò è necessario fargli indossare una maschera trasporto del paziente limitato all’effettiva necessità e solo con maschera chirurgica
guanti In aggiunta alle precauzioni standard, utilizzare i guanti prima di entrare nella stanza e nell’assistenza al paziente maschera In aggiunta alle precauzioni standard, utilizzare la maschera quando si è a < 1 metro di distanza dal paziente. Per le malattie trasmesse da droplets sarebbe sufficiente una maschera chirurgica
occhiali protettivi/visiera in aggiunta alle precauzioni standard, utilizzare gli occhiali protettivi quando si è a < 1 metro di distanza dal paziente
copricapo camice/ grembiule (impermeabile) copriscarpe durante procedure che possono provocare la contaminazione dei vestiti con sangue o liquidi organici
Misure aggiuntive da adottare per prevenire la trasmissione per via aerea
Stanza con ventilazione a pressione negativa e 6 ricambi aria/ora Limitare l’ingresso non necessario di persone nella stanza Limitare i trasporti del paziente, pianificarli e, quando necessari, fare indossare una mascherina chirurgica maschera filtrante indossare correttamente la maschera prima di entrare nella stanza indossare un respiratore con requisiti minimi: efficienza filtrante 95%, efficienza di tenuta 90% ovvero N95 o FFP2
Impatto epidemiologico-sanitario delle infezioni ospedaliere in Italia Incidenza: 5-8% 450.000-700.000 casi di infezione ospedaliera/anno Direttamente responsabili di 4500-7000 decessi Se il 30% prevenibile 135.000-210.000 IO evitabili 1350-2100 decessi evitabili Moro, 2000
Prevalenza globale di infezioni nosocomiali Autunno 2002 Autunno 2003 Primavera 2004 Autunno 2004 Studio INF-NOS 2002-04 Multicentrica Prevalenza (%) 4.7 3.5 3.4 4.7 N. 61 51 51 57 Numero di infezioni Prevalenza (%) [95%CI] 4.5 [3.4-5.7] 3.5 [2.6-4.5] 3.3 [2.5-4.4] 4.3 [3.2-5.5] N. 58 50 50 52 Pazienti infetti Num. di paz. sorvegliati 1301 1441 1504 1222 AREA CHIRURGICA Prevalenza (%) 7.7 7.0 5.9 7.5 N. 256 238 203 217 Prevalenza (%) [95%CI] 6.9 [6.0-7.8] 6.2 [5.4-7.1] 5.4 [4.6-6.2] 6.7 [5.8-7.7] N. 227 212 183 195 Num. di paz. sorvegliati 3306 3402 3416 2901
Prevalenza globale di infezioni nosocomiali Autunno 2002 Autunno 2003 Primavera 2004 Autunno 2004 Studio INF-NOS 2002-04 Multicentrica Prevalenza (%) 4.9 5.0 4.4 4.9 N. 89 85 76 72 Numero di infezioni Prevalenza (%) [95%CI] 4.5 [3.6-5.6] 4.6 [3.6-5.6] 4.1 [3.2-5.1] 4.6[3.6-5.9] N. 81 78 70 68 Pazienti infetti Num. di paz. sorvegliati 1798 1714 1708 1463 AREA MEDICA Prevalenza (%) 51.2 41.3 37.3 40.7 N. 106 102 76 88 Prevalenza (%) [95%CI] 42.5 [36-50] 34.0 [28-40] 30.9 [25-38] 34.7 [28-41] N. 88 84 63 75 Num. di paz. sorvegliati 207 247 204 216 AREA CRITICA
Prevalenza di infezioni nosocomiali per durata della degenza al momento dello studio Autunno 2002 Autunno 2003 Primavera 2004 Autunno 2004 Studio INF-NOS 2002-04 Multicentrica Prevalenza (%) 5.2 2.1 3.2 5.4 Numero di infezioni 43 17 30 42 Prevalenza (%) [95%CI] 5.1 [3.7-6.8] 2.1 [1.2-3.3] 3.0 [2.0-4.3] 5.3 [3.8-7.1] Pazienti infetti 42 17 28 41 Numero di pazienti 825 827 942 773 [6-10] giorni Prevalenza (%) 1.0 0.8 0.6 1.0 Numero di infezioni 12 11 8 11 Prevalenza (%) [95%CI] 1.0 [0.5-1.7] 0.8 [0.4-1.5] 0.4 [0.2-0.9] 0.9 [0.4-1.6] Pazienti infetti 12 11 6 10 Numero di pazienti 1199 1298 1379 1125 [0-5] giorni Num. di paz. sorvegliati 3306 3402 3416 2901
Prevalenza di infezioni nosocomiali per durata della degenza al momento dello studio Autunno 2002 Autunno 2003 Primavera 2004 Autunno 2004 Studio INF-NOS 2002-04 Multicentrica Prevalenza (%) 15.7 16.4 15.1 16.4 Numero di infezioni 201 210 165 164 Prevalenza (%) [95%CI] 13.5 [12-15] 14.4 [13-16] 13.6 [12-16] 14.4 [12-17] Pazienti infetti 173 184 149 144 Numero di pazienti 1282 1277 1095 1003 > 10 giorni
EVIDENZE Gli interventi assistenziali giocano un ruolo di primo piano nel determinismo delle infezioni Tanto più a lungo un paziente è esposto ad una qualsiasi procedura invasiva tanto maggiore è il rischio di infezione Le caratteristiche organizzative dell’ospedale (durata della degenza pre-operatoria o della degenza totale) influiscono sul rischio di infezione
Prevalenza delle infezioni nosocomiali in Italia:risultati della sorveglianza in Lombardia.Anno 2000 Lizioli A. et al. Journ.Hosp.Infect.2003;54:141-148
Epidemie di gastroenteriti nosocomiali Avon, England Aprile 2002-Marzo 2003 171 Unità; 227 epidemie incidenza 1.33 unità-anno di rischio ( CI 95% 1.16-1.51 ) 2154 pz ; incidenza 2.21 casi / 1000 giorni-ospedale a rischio ( CI 95% 2.16-2.25 ) 1360 staff ; incidenza 0.47 casi/1000 giorni ospedale a rischio ( CI 95% 0.45-0.50 ) Le Unità di maggiori dimensioni erano più esposte di quelle più piccole ( p<0.0001 ) Lopman Ben A. et al. Emer.Infect.Dis.2004; 10: 10
Hospital Units closure to new admissions and economic loss from empty bads. Avon, England April 2002-March 2003 Lopman Ben A. et al. Emer.Infect.Dis.2004; 10: 10
IMPATTO CLINICO DELLE INFEZIONI Disabilità temporanea Disabilità permanente Morte del paziente Aumento del tempo di degenza Aumento dei costi
Crude mortality rate by pathogen in BSI in Adults with Hematologic Malignancies and Solid Tumors 2340 Episodes From 49 Hospitals. USA 1995-2001 Wisplinghoff et al. Cin Infect Dis 2003;36:1103
12 Steps to Prevent Antimicrobial Resistance: Hospitalized Adults Step 3: Target the pathogen Inappropriate Antimicrobial Therapy: Prevalence among Intensive Care Patients Inappropriate Antimicrobial Therapy (n = 655 ICU patients with infection) 45.2% 34.3% Community-onset infection Hospital-onset infection Hospital-onset infection after initial community-onset infection % inappropriate 17.1% Patient Group Source: Kollef M, et al: Chest 1999;115:462-74
Inappropriate Antimicrobial Therapy: Impact on Mortality 12 Steps to Prevent Antimicrobial Resistance: Hospitalized Adults Step 3: Target the pathogen Inappropriate Antimicrobial Therapy: Impact on Mortality No. Infected Patients Inappropriate Appropriate Therapy Therapy 42.0% mortality 17.7% mortality Relative Risk = 2.37 (95% C.I. 1.83-3.08; p < .001) # Deaths # Survivors Source: Kollef M,et al: Chest 1999;115:462-74
Frequenza percentuale delle infezioni ospedaliere in T.I. mediche LRI= infezioni delle basse vie respiratorie PNE= polmoniti UTI= infezioni delle vie urinarie BSI=batteriemie e fungemie GI=infezioni del tratto gastroenterico Semin Respir Crit Care Med 2003
Frequenza percentuale delle infezioni ospedaliere in T.I. chirurgiche LRI= infezioni delle basse vie respiratorie PNE= polmoniti UTI= infezioni delle vie urinarie BSI=batteriemie e fungemie SSI=infezioni del sito chirurgico Semin Respir Crit Care Med 2003
Infezioni ospedaliere : Terapie intensive neonatali Sohn et al., J Pediatr 2001;139:821-827.
Infezioni ospedaliere : Terapie intensive neonatali CHEC/ CNISP, unpublished data
Motivi per avviare un sistema di sorveglianza l’aumento del numero di microrganismi resistenti e soprattutto multiresistenti L’aumento degli ospiti immunocompromessi la difficoltà e la complessità del trattamento delle infezioni da germi difficili La possibilità di diffusione di questi agenti all’interno delle strutture di assistenza I costi biologici ed economici associati a tali eventi La necessità di utilizzare in maniera più appropriata i farmaci antimicrobici in modo da ottimizzarne l’efficacia e preservarne l’attività