I servizi pubblici locali: difficoltà della nozione

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I servizi pubblici locali: difficoltà della nozione Sono servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali (art. 112 TUEL). Una definizione talmente ampia da abbracciare qualsiasi attività svolta dal Comune o dagli enti locali. Inutili tentativi del legislatore di individuare elenchi tassativi di iniziative qualificabili come servizi pubblici locali (es. art. 1 L.103/1903 e art. 35 c. 17 L. 448/2001)

I servizi pubblici locali: difficoltà della nozione La ragione di tale situazione può essere individuata: Da un lato, nell’intenzione del legislatore di riconoscere agli enti locali ampia autonomia con riferimento all’individuazione della attività suscettibili di essere considerate servizi pubblici locali. Dall’altro nella difficoltà di fornire una nozione univoca e condivisa di servizi pubblici locali (a sua volta derivante dalle incertezza sulla più generale nozione di servizio pubblico).

La distinzione tra servizi pubblici locali di rilevanza economica e non economica Con la L. n. 448/2001 distinzione tra servizi di rilevanza industriale e non. Con la L. n. 326/2003 distinzione tra servizi a rilevanza economica e non economica. Importanza della distinzione per le ricadute sul piano organizzativo del servizio. In mancanza di criteri distintivi da parte del legislatore spetta all’interprete trovare il significato di rilevanza economica.

La distinzione tra servizi pubblici locali di rilevanza economica e non economica Art. 2082 c.c.: È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi L’attività economica, ai sensi dell’art. 2082 c.c. rappresenta la principale caratteristica dell’imprenditore. L’economicità consiste nel fatto che l’attività è in grado di coprire i costi e remunerare il capitale, cioè è in grado di stare sul mercato.

La distinzione tra servizi pubblici locali di rilevanza economica e non economica L’accertamento della sussistenza dell’economicità dell’attività andrà condotta caso per caso in relazione al soggetto erogatore, ai caratteri e alle modalità della prestazione, ai destinatari (C. cost. n. 272/2004). Per un’interpretazione della redditività anche solo in senso potenziale v. però Cons Stato, n. 5097/2009.

Le fonti di disciplina dei servizi pubblici locali Gli artt. 112 ss. del TUEL rappresentano la disciplina generale dei servizi pubblici locali. Tali disposizioni non esauriscono il quadro complessivo del regime giuridico dei servizi pubblici locali. A tale disciplina generale si aggiungono speciali discipline di settore, soprattutto per i servizi di rilevanza economica.

Le fonti di disciplina dei servizi pubblici locali Alcuni esempi di discipline speciali: L. n.36/1994 (L. Galli) in materia di servizio idrico integrato D.Lgs. n.22/1997 in materia di rifiuti solidi urbani D. Lgs. 422/1997 in materia di trasporto pubblico locale D. Lgs. 79/1999 in materia di mercato interno dell’energia elettrica D. Lgs. 164/2000 in materia di mercato interno del gas naturale.

Le fonti di disciplina dei servizi pubblici locali Il legislatore ha previsto 3 tipi di raccordo tra normativa generale e normative speciali che di volta sono indicate nell’art. 113: Prevalenza della disciplina generale sulla disciplina di settore Prevalenza della disciplina di settore sulla disciplina generale Integrazione tra disciplina generale e disciplina di settore.

Organizzazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica I 2 aspetti essenziali della disciplina dei servizi locali a rilevanza economica sono: Il regime pubblicistico delle reti (art. 113 c.2) la cui gestione è in astratto autonoma vuoi dalla attività di gestione del servizio vuoi dalla proprietà della rete. I modelli di gestione dei servizi

I modelli di gestione dei servizi Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria: a) a favore di imprenditori o di società […] individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure […] ad evidenza pubblica […], le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento. c) In deroga alle modalità di affidamento ordinario per situazioni eccezionali che, […] non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire direttamente a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta "in house" e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano.

In house providing Oltre al capitale interamente pubblico i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta “in house" sono: che gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano (c.d. soggetto dedicato). Problemi in ordine all’interpretazione dei 2 requisiti Cfr. CdS A.P. n. 1/2008

Organizzazione dei servizi pubblici locali di rilievo non economico Originariamente 3 modelli di riferimento: Esternalizzazione Collaborazione (società, fondazione, associazione) Intervento diretto Servizio gestito in prima persona dall’ente (in economia) Servizio affidato ad una propria articolazione strutturale (azienda speciale e istituzione) Corte cost. n. 272/2004: incostituzionalità 113bis TUEL