Lorario di lavoro come parametro per la determinazione della retribuzione La necessità di fissare limiti massimi alla durata della prestazione lavorativa.

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Lorario di lavoro come parametro per la determinazione della retribuzione La necessità di fissare limiti massimi alla durata della prestazione lavorativa richiedibile dal datore Le connessioni con il tema della salute e sicurezza (lorigine della disciplina comunitaria) Anche se… (forme retributive indipendenti dallorario)

Orario normale Orario normale Orario multiperiodale Orario multiperiodale Orario massimo Orario massimo Orario straordinario Orario straordinario

La pausa giornaliera La pausa giornaliera Il riposo giornaliero Il riposo giornaliero Il riposo settimanale Il riposo settimanale Le ferie annuali Le ferie annuali

Lordinamento regolamenta dettagliatamente il lavoro notturno, sia sotto il profilo della durata, che sotto quello della tutela della salute e sicurezza del lavoratore o della lavoratrice addetta a lavori notturni

Art. 36 Cost., comma 2: la durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Art. 36 Cost., comma 3: il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi Il D. lgs. 66/2003, attuativo della Direttiva comunitaria 93/104/CE, così come modificato nel 2004 e nel 2008 (l. 133/2008)

Applicazione generalizzata a pubblico e privato, salvo: Gente di mare (Dir. 1999/63/CE) Personale di volo nella aviazione civile (Dir. 2000/79/CE) Lavoratori mobili (autotrasportatori) (Dir. 2002/15/CE) Personale della scuola Forze di polizia e Forze armate Polizia municipale e provinciale Servizi di vigilanza privata Applicazione parziale, in relazione a particolari esigenze, a: Vigili del fuoco Protezione civile Lavoratori delle strutture giudiziarie e penitenziarie

È considerato lavoro effettivo ogni lavoro che richieda un'applicazione assidua e continuativa 1923 qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore e nell'esercizio della sua attività 2003 Qual è la definizione più ampia?

La direttiva 93/104/CE va interpretata nel senso che un servizio di guardia che un medico svolge secondo il regime della presenza fisica in ospedale va considerato rientrante nell'orario di lavoro, anche qualora all'interessato sia consentito riposare durante i periodi in cui non è richiesta la sua opera, sicché la direttiva osta alla normativa di uno Stato membro che qualifichi come periodi di riposo i periodi di inattività durante un tale servizio

R.d.l. n. 692 del ore giornaliere o 48 ore settimanali

Legge n. 196/1997… …D. lgs. 66/ L'orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali 2. I contratti collettivi di lavoro possono: stabilire una durata minore e… Media contrattuale 37/38 ore

Nel settore pubblico, la legge ha fissato il limite delle ore settimanali a 36 ore

I contratti collettivi di lavoro possono: stabilire una durata minore e… …riferire l'orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all'anno

Nei casi in cui ricorrano esigenze tecniche, organizzative, e produttive programmabili, tali da comportare una variazione dintensità dellattività lavorativa, nellambito del secondo livello di contrattazione potranno essere introdotte forme di flessibilità multiperiodale in cui la durata dellorario di lavoro di cui al presente CCNL (36 ore), può risultare anche da una media plurisettimanale in un arco temporale nellarco di quattro mesi. In tali casi, lorario di lavoro sarà distribuito in maniera tale da non superare le 9 ore giornaliere e le 42 ore settimanali nei periodi di maggior lavoro e da non risultare inferiore a 4 ore giornaliere e 30 ore settimanali nei periodi di prestazioni ridotte.

In caso di orario multiperiodale, le ore di lavoro prestate oltre il limite normale (nellesempio Poste, dalla 37° alla 42°) non sono considerate – e compensate – come ore di lavoro straordinario

Per un ipotetico lavoratore che lavori 42 ore settimanali, le ore dalla 37° alla 42° potrebbero essere: Di lavoro straordinario in caso di orario secco (non multperiodale) Di lavoro ordinario in caso di orario multiperiodale

Esempio Poste 30/42 (media 36, orario contrattuale) Sarebbe possibile 28/44? E 24/48? …fino ad arrivare ad un massimo di 0/72? Il problema della durata massima settimanale

La durata media dell'orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore, comprese le ore di lavoro straordinario. Ai fini della disposizione di cui al comma 2, la durata media dell'orario deve essere calcolata con riferimento a un periodo non superiore a quattro mesi (elevabile a 6 o a 12 in caso di particolare esigenze).

E quindi possibile, ad esempio, un orario multiperiodale che – nellipotesi di un orario normale di 36 ore settimanali - sia articolato secondo una alternanza 12/60, purché allinterno di un quadrimestre la media settimanale rispetti il massimo di 48 ore Da Gennaio a Febbraio, 12 ore Da Marzo ad Aprile, 60 ore Da Maggio a Giugno, 12 ore Da Luglio ad Agosto, 60 ore Da Settembre ad Ottobre, 12 ore Da Novembre a Dicembre, 60 ore Da Gennaio a Giugno, 12 ore Da Luglio a Dicembre, 60 ore SI NO

E se – pur rispettando le 48 ore di media-massima nel quadrimestre – lalternanza 0/72 prevedesse una settimana corta (5 giorni a 14,4 ore al giorno)? Ad esempio, in un aeroporto, da Aprile a Maggio 0 ore, e da Giugno a Luglio, 72 ore Rispetta lorario normale di 36 ore? Rispetta lorario e massimo di 48 ore nel quadrimestre? ….? SI Il problema del limite giornaliero

Il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore. (art. 7 D. Lgs. 66/2003)

Labrogazione del precedente limite di orario giornaliero, soppiantato dalla previsione di un riposo di undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore determina lestensione della giornata di lavoro sino ad un massimo di tredici (13) ore e della settimana sino ad un estremo di settantotto (78) ore nella singola settimana

1)Orario di lavoro Anche in disponibilità 2)Orario normale 40 ore o il livello inferiore fissato dai contratti collettivi 3)Orario multiperiodale Lorario normale misurato come media su un periodo fino ad un anno 4)Orario settimanale massimo 48 ore, misurate come media su un periodo fino ad un anno 5)Orario giornaliero massimo 13 ore 6)Orario massimo nella singola settimana 78 ore

"lavoro straordinario": è il lavoro prestato oltre l'orario normale di lavoro così come definito all'articolo 3 In caso di orario multiperiodale, lo straordinario può essere accertato – e compensato – solo alla fine del periodo di riferimento Il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario deve essere contenuto (art. 5.1)

I contratti collettivi di lavoro regolamentano le eventuali modalità di esecuzione delle prestazioni di lavoro straordinario. In difetto di disciplina collettiva, il ricorso al lavoro straordinario è ammesso soltanto previo accordo tra datore di lavoro e lavoratore per un periodo che non superi le duecentocinquanta ore annuali La norma primaria: Il rinvio alla contrattazione collettiva La norma sussidiaria o residuale:

Il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario è inoltre ammesso in relazione a: a) casi di eccezionali esigenze tecnico- produttive e di impossibilità di fronteggiarle attraverso l'assunzione di altri lavoratori; b) casi di forza maggiore o casi in cui la mancata esecuzione di prestazioni di lavoro straordinario possa dare luogo a un pericolo grave e immediato ovvero a un danno alle persone o alla produzione; c) eventi particolari, come mostre, fiere e manifestazioni collegate alla attività produttiva inoltre Senza c0nsenso, individuale o collettivo Senza limite delle 250 ore

Il lavoro straordinario deve essere computato a parte e compensato con le maggiorazioni previste dalla contrattazione collettiva I contratti collettivi possono in ogni caso consentire che, in alternativa o in aggiunta alle maggiorazioni retributive, i lavoratori usufruiscano di riposi compensativi

Dalla penalizzazione contributiva del lavoro straordinario in funzione disincentivante (1995) Allabrogazione (2007) Alla detassazione parziale degli straordinari in funzione incentivante (2008)

Il lavoratore ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica. Il suddetto periodo di riposo consecutivo è calcolato come media in un periodo non superiore a 14 giorni. ? L. 133/2008 Da 6+1 A 12+2

Qual è la retribuzione del lavoro prestato nella giornata di domenica quando il riposo settimanale sia goduto regolarmente in un altro giorno? Secondo la giurisprudenza il lavoro domenicale deve essere compensato con una maggiorazione retributiva a causa della sua particolare penosità, consistente nel fatto di non poter godere del riposo in un giorno tradizionalmente dedicato al soddisfacimento di bisogni di natura familiare o sociale

Cosè la notte? (per il Diritto del lavoro) Periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino (art. 2.d) Dalle 22 alle 5 Dalle 23 alle 6 Dalle 24 alle 7

Chi è lavoratore notturno? Chi lavori di notte per almeno tre ore per un periodo minimo – salvo diversa disposizione dei contratti collettivi – di 80 giorni allanno (art. 2.d.1 e 2)

Con la sentenza Stoeckel del 1991, la Corte di giustizia ha dichiarato in contrasto con il diritto comunitario la normativa francese che prevedeva il divieto di lavoro notturno per le donne. Secondo la Corte un simile divieto si può ammettere solo in considerazione di esigenze di tutela della salute della donna (gravidanza) La sentenza riguardava la Francia, ma è stata seguita da una condanna dellItalia (1997), che aveva una legislazione simile

conferma il divieto di adibire le donne al lavoro dalle ore 24 alle ore 6 per il periodo che va dallaccertamento dello stato di gravidanza al compimento del primo anno di vita del bambino esclude lobbligo di lavorare di notte per: la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni; la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile

Lorario dei lavoratori notturni non può superare le 8 ORE nelle 24 ORE che i contratti collettivi possono riferire alla media in un periodo di riferimento più ampio di 24 ore, salvo particolari lavorazioni elencate con D.M. La durata del lavoro notturno

La contrattazione collettiva definisce: eventuali riduzioni di orario ed eventuali trattamenti indennitari nei confronti dei lavoratori notturni Il trattamento

Consultazione sindacale Visite di controllo preventive e periodiche Comunicazione alla D.P.L. Gli obblighi per lazienda

Il lavoratore verrà adibito al lavoro diurno, qualora sopraggiungano condizioni di salute, che comportino la INIDONEITÀ al lavoro notturno in mansioni equivalenti se esistenti e disponibili in mansioni equivalenti se esistenti e disponibili Se non è possibile, si seguono le modalità stabilite dalla contrattazione collettiva Se non ce nè è possibile anche il licenziamento

La ratio: lesigenza di reintegrare le energie psico-fisiche del lavoratore, oltre che consentire la fruizione di quote di tempo da dedicare al non lavoro Per queste ragioni, le ferie non sono mai cumulabili con altri periodi di sospensione del rapporto (per es. maternità, malattia, preavviso)

Art codice civile: Il lavoratore ha diritto dopo un anno d'ininterrotto servizio ad un periodo annuale di ferie retribuito Corte costituz. 10 maggio 1963, n. 66 Il diritto alle ferie matura progressivamente nel corso dellanno e va dunque riconosciuto – anche in caso di servizio inferiore allanno – in proporzione alla durata del servizio prestato

1.L. n. 157 del 1981, che ratifica la Convenzione n. 132 dellO.I.L. 2.Gli Stati membri prendono le misure necessarie affinché ogni lavoratore benefici di ferie annuali retribuite di almeno 4 settimane (Direttiva 104 del 1993) 3.Il prestatore di lavoro ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a quattro settimane (art. 10 D. lgs. 66/2003)

Lart del codice civile … nel tempo che l'imprenditore stabilisce, tenuto conto delle esigenze dell'impresa e degli interessi del prestatore di lavoro Secondo la giurisprudenza costante anche se la norma presuppone una valutazione comparativa di diverse esigenze, lindividuazione del periodo feriale spetta unicamente allimprenditore quale estrinsecazione del potere organizzativo e direttivo dellimpresa

Tale periodo, salvo quanto previsto dalla contrattazione collettiva, va goduto per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell'anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione. Dubbia compatibilità con la previsione comunitaria

Il diritto alle ferie annuali retribuite va considerato come un principio particolarmente importante del diritto sociale comunitario, al quale non si può derogare e la cui attuazione da parte delle autorità nazionali può essere effettuata solo nei limiti esplicitamente indicati dalla direttiva 93/104 Lart. 7.1 della direttiva - secondo cui gli Stati membri prendono le misure necessarie affinché ogni lavoratore benefici di ferie retribuite, «secondo le condizioni previste dalle legislazioni e/o prassi nazionali», deve intendersi nel senso che le modalità di applicazione nazionali devono comunque rispettare il diritto a ferie annuali retribuite di almeno quattro settimane.

Può non essere esattamente uguale alla retribuzione corrisposta nel periodo lavorativo (superamento del principio di onnicomprensività della retribuzione, Rinvio )

Il periodo minimo di ferie annuali retribuite non può essere sostituito da un'indennità finanziaria, salvo in caso di fine del rapporto di lavoro (Direttiva 104 del 1993) Il predetto periodo minimo di quattro settimane non può essere sostituito dalla relativa indennità per ferie non godute, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro (D. lgs. 66/2003, art. 10)

Secondo linterpretazione giurisprudenziale consolidata, tuttavia, il riconoscimento di un compenso sostitutivo per le ferie non godute entro i termini previsti (la cosiddetta monetizzazione) è ammissibile anche: 1.Per il periodo di ferie che supera il minimo legale 2. Ove si dimostri che il mancato godimento sia dovuto ad esigenze di servizio, ovvero a cause non dipendenti, e comunque non imputabili in alcun modo alla volontà del lavoratore

Tra le fattispecie riconducibili al fatto del datore di lavoro, la giurisprudenza meno recente ravvisava anche la semplice mancata assegnazione del periodo di ferie La giurisprudenza più recente non ritiene invece sufficiente la mera permanenza in servizio a seguito di inerzia datoriale, richiedendo un esplicito diniego della a fronte di una specifica richiesta Per ottenere la monetizzazione, occorre quindi che il lavoratore dimostri di aver richiesto le ferie e di non averle ottenute