1 III modulo I media giornalistici
2 L INFORMAZIONE Si può considerare il genere prototipico delle comunicazioni di massa. Diffondendo presso il vasto pubblico conoscenze politiche, economiche e culturali, e fornendogli gli strumenti per riflettere sulla società, essa ha contribuito fortemente alla nascita e alla crescita delle democrazie liberali. Il genere giornalistico è insieme simbolo e strumento delle nuove pratiche politiche che si sono affermate dallOttocento in poi. Esso offre un minimo comun denominatore su cui avviare il dibattito nella sfera pubblica.
3 LINFORMAZIONE E UN BENE PUBBLICO Linformazione è uno dei principali beni di solidarietà, ovvero beni il cui valore cresce in proporzione al numero di persone che ne usufruiscono. Molti vantaggi, pubblici e privati, derivano ai membri di una comunità dallavere in comune esperienze e conoscenze. La libertà di parola e la libertà di stampa non sono beni di lusso: esse aumentano le probabilità che i governi servano davvero gli interessi della comunità.
4 SUL CONCETTO DI LIBERTA Se crediamo nella sovranità del consumatore, probabilmente riterremo che la libertà consista nella soddisfazione delle preferenze private, nellassenza di qualunque restrizione alle scelte individuali. Unaltra accezione della libertà consiste nello sviluppo della capacità di avere preferenze formatesi dopo lesposizione a una quantità sufficiente di informazione, e ad una vasta e differenziata gamma di opzioni. Questa è la libertà del cittadino.
5 LIBERTA D INFORMAZIONE. Principio base della teoria liberale dellinformazione, il termine è soggetto a molti abusi. La libertà prima di essere un criterio di prestazione è una condizione. Libertà dei media richiama come contesto i seguenti elementi: Libertà giuridica di pubblicare/trasmettere Assenza di censura Indipendenza delle organizzazioni mediali dalla politica a dalleconomia Autonomia dei giornalisti rispetto ai proprietari dei mezzi Uguale possibilità di accedere ai canali per tutte le voci di una società
6 DEONTOLOGIA GIORNALISTICA Alla democrazia non si addicono provvedimenti di legge limitativi dallesterno, ma codici di autoregolamentazione interni alla professione giornalistica. In tutto il mondo esistono molti codici deontologici per una professione delicata come quella del giornalista. (In Italia cè, ad esempio, oltre al Codice deontologico dei giornalisti, la Carta di Treviso del 1990, in tema di informazione sui minori). Riportiamo come paradigmatico il Codice che nel 1993 ha prodotto lUnesco: Diritto dei cittadini a uninformazione vera. Dedizione del giornalista alla realtà obiettiva. Responsabilità sociale del giornalista. Integrità personale del giornalista. Diritto di verifica e di replica da parte del pubblico. Rispetto della privacy e della dignità umana. Rispetto dellinteresse pubblico. Rispetto dei valori universali e del pluralismo culturale. Divieto di giustificare aggressioni, violenze, odio, discriminazioni. Promozione di un nuovo ordine mondiale dellinformazione e della comunicazione.
7 L INFORMAZIONE TELEVISIVA Rai e Mediaset sono due aziende in cui gli interessi politici degli editori di riferimento prevalgono sul giudizio indipendente dei giornalisti. La pecca principale del giornalismo televisivo italiano è quella di non aver mai svolto una funzione di vigilanza sulle istituzioni, non avendo saputo rivendicare una chiara autonomia rispetto al potere politico: e questo appare tanto più grave, tanto più risalta il fatto che i telegiornali sono la fonte informativa più diffusa nel Paese, raccogliendo platee di ampiezza impressionante e costituendo il principale strumento di conoscenza del mondo per la maggior parte della popolazione.
8 UN APPUNTAMENTO IMPORTANTE Fin dalle origini della televisione, linformazione ha rappresentato una delle colonne portanti dei palinsesti, e ha raccolto platee di straordinaria ampiezza. Nel 2000, i tg assorbono il 18,7% del palinsesto Rai il 18,7% del palinsesto Rai il 12,8% del palinsesto Mediaset. il 12,8% del palinsesto Mediaset.
9 IL TELEGIORNALE Il primo telegiornale, trasmesso in maniera regolare dal 1954 alle 20,30, è un ibrido che trae origine da tre forme culturali preesistenti, il quotidiano a stampa, il cinegiornale Luce e il giornale radio, da cui riprende le principali caratteristiche. Nel 1961 nasce una nuova testata, il tg2, parzialmente concorrenziale alla prima. Alla fine degli anni 70 approdano sul terzo canale linformazione regionale e tg3. Progressivamente limportanza dei Tg cresce ed essi elaborano uno specifico televisivo, diventando punti di riferimento della vita politica del Paese, ma non si affrancano dalla dipendenza dei partiti di riferimento. Tra il 1991 e il 1992 vengono alla luce i tg di Fininvest (tg4, tg5 e StudioAperto), e la concorrenza tra le testate diventa fortissima. Diventa cruciale la figura del giornalista-conduttore, che assume tratti divistici. Si ridefinisce anche lo statuto della notizia, verso una maggiore tematizzazione.
10 I SOTTOGENERI DELLINFORMAZIONE NELLA TELEVISIONE GENERALISTA - Le news (notiziari-telegiornali) - Le inchieste (e i reportages) - Le rubriche (rotocalchi, magazines) - Le telecronache di eventi importanti - Le rassegne-stampa - Le tribune politiche e elettorali. Anche il talk-show o la trasmissione-contenitore possono assumere un ruolo informativo.
11 LE ORIGINI DEL GIORNALISMO TELEVISIVO Linformazione è uno dei generi fondativi della tv italiana, presente fin dalle origini (sperimentale dal 1952, regolare dal 1954). E il genere in cui il rapporto con la politica è più delicato; la televisione pubblica nasce allinsegna di un legame molto stretto con la classe politica e in particolare con il governo, unico referente della RAI fino alla riforma del 1975, che sposta in parte questo asse verso il Parlamento. Calabrese e Volli (I telegiornali,1995) individuano significative innovazioni di prodotto fin dagli anni 60, con le Tribune politiche, con i rotocalchi famosi (ad es. Tv 7), con lintroduzione di edizioni diverse dei tg e con la nascita del secondo canale.
12 LA STORIA DELLA FINESTRA SUL MONDO La tv degli anni 50 offre uninformazione ingessata, asettica e radiofonica: sembrano bollettini, più che telegiornali. La tv degli anni 50 offre uninformazione ingessata, asettica e radiofonica: sembrano bollettini, più che telegiornali. Negli anni 60, con lascesa di Ettore Bernabei alla direzione della Rai, nasce il tg politico, che con lavvento del secondo canale comincia a differenziarsi per partito di riferimento. Negli anni 60, con lascesa di Ettore Bernabei alla direzione della Rai, nasce il tg politico, che con lavvento del secondo canale comincia a differenziarsi per partito di riferimento. Dopo la riforma del 1975 i notiziari si fanno più laici, più aperti allapprofondimento e al dibattito. La lottizzazione rimane però il modello, mentre il nuovo Tg 3 introduce nelle case degli italiani anche il punto di vista dellopposizione. Dopo la riforma del 1975 i notiziari si fanno più laici, più aperti allapprofondimento e al dibattito. La lottizzazione rimane però il modello, mentre il nuovo Tg 3 introduce nelle case degli italiani anche il punto di vista dellopposizione. I primi esperimenti di tg privati sono degli anni 80 (ad esempio, Tmc News). I primi esperimenti di tg privati sono degli anni 80 (ad esempio, Tmc News). Dal 1990 tutte le emittenti sono obbligate a trasmettere notiziari. Nel 1992 nasce Tg 5. Dal 1990 tutte le emittenti sono obbligate a trasmettere notiziari. Nel 1992 nasce Tg 5. Si fanno evidenti fenomeni di concorrenzialità, di esasperata spettacolarizzazione e di personalizzazione. Si fanno evidenti fenomeni di concorrenzialità, di esasperata spettacolarizzazione e di personalizzazione.
13 IL GIORNALISMO RADIOFONICO 1 Nelle radio di palinsesto si distinguono: - Il notiziario - Il notiziario spot (meno di tre minuti) - Linformazione di servizio - Linchiesta - Lapprofondimento in rubriche - Lapprofondimento in contenitori - La radiocronaca - Filo diretto
14 IL GIORNALISMO RADIOFONICO 2 Nelle radio di flusso (oggi leader degli ascolti), il ruolo dellattualità si è contratto, e la tipologia dellinformazione dipende dal formato della radio: - nei formati musicali, si prevedono notiziari di meno di due minuti (soft news e informazione di servizio) - quando il formato è talk and news, accanto ai notiziari generali appaiono notiziari specializzati e rubriche tematiche. Esistono anche radio all news.
15 INFORMAZIONE A CICLO CONTINUO Non è cambiata solo la quantità dellinformazione disponibile. Già a partire dal successo di CNN (nata nel 1980), lintero panorama del giornalismo è cambiato, perché il ciclo continuo ha soppresso i tradizionali cicli di notizia. La diffusione della Rete ha ulteriormente accentuato il fenomeno. Oggi le reti televisive, le radio, i quotidiani, i settimanali, le newsletter si fanno concorrenza 24 ore su 24. Disponiamo così di aggiornamenti continui delle notizie, ma rischiamo anche di legittimare labitudine alla ripetitività e alla standardizzazione dellinformazione.
16 L INFOTAINMENT A partire dagli anni 80, i formati e i linguaggi dellinformazione televisiva vengono profondamente modificati dalle logiche commerciali introdotte dalle tv private. Anche linformazione tende a spettacolarizzarsi, mentre i generi della vecchia tv si intrecciano in nuovi metageneri (il contenitore, il talk- show), che ibridano attualità e intrattenimento. Nei telegiornali aumenta il peso delle soft news, mentre diminuiscono la politica interna e quella estera le notizie evolvono sempre più in storie la politica si personalizza e si drammatizza al giornalista si richiedono doti di simpatia e di appeal.
17 VELOCIZZAZIONE È dovuta sia allaccresciuta professionalizzazione delle fonti che alluso delle nuove tecnologie. Produce: selezione dei soli eventi facilmente comprensibili e dotati di forti connotazioni sensazionaliste semplificazione delle modalità di presentazione (personalizzazione, stereotipia, strutture narrative riprese dalle fiction …) difficoltà di controllo e indeterminatezza delle fonti.
18 POPOLARIZZAZIONE Consiste in allargamento dei pubblici di riferimento; allargamento dello spazio sociale notiziabile (nuovi temi e nuovi soggetti). Produce: mutazione dei linguaggi in chiave di semplificazione (banalizzazione?); creazione di nuovi generi (infotainment, reality tv, ecc.).
19 PERSONALIZZAZIONE La rivoluzione digitale influisce profondamente sulle pratiche diffuse di comunicazione e di consumo, portando alle estreme conseguenze un processo di personalizzazione (già in atto nelle varie forme di tv-on- demand e di pay tv), che incentiva la fruizione individuale e che consente di costruire palinsesti personali, adeguati alle esigenze dei singoli. La tendenziale orizzontalità dei flussi comunicativi rende inoltre possibili forme di interattività, per ora limitate e sperimentali ma prevedibilmente incentivabili, in una gamma di possibilità in continua espansione.
20 LOGICHE MEDIALI E POLITICA Cresce il ricorso alle tecniche del marketing da parte della politica. La logica commerciale dei news media aumenta il discredito diffuso nei confronti della politica (sono molto notiziabili il conflitto, gli scandali, le promesse non mantenute, ecc.). Le logiche espositive e le modalità narrative della tv favoriscono la personalizzazione della politica, e lesasperazione e teatralizzazione dei toni.
21 FINE DEL GIORNALISMO? Giornalismo diffuso Giornalismo diffuso Blogs Blogs Giornalisti trasformati in show men Giornalisti trasformati in show men Comunicazione autoprodotta dalle istituzioni Comunicazione autoprodotta dalle istituzioni