Corso di Scienza delle Finanze A. A Prof

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Corso di Scienza delle Finanze A. A. 2010-11 Prof Corso di Scienza delle Finanze A.A. 2010-11 Prof. Mario Cassetti cassetti@eco.unibs.it Dipartimento di Scienze Economiche Via san Faustino 74/B- Tel.030 2988815 Lezioni: Giovedi 8.30-10.00 Aula 3 Venerdì 10,15-11.45 Aula 2 Venerdì 12.00-13.30 Aula 2 Ricevimento: Martedì 12-13 Materiale didattico : P. Bosi: Corso di Scienza         delle Finanze, Il Mulino, 2010 Bosi, Guerra: I tributi nell’economia italiana, 2010 Lezioni e lucidi delle lezioni M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Origine dello Stato fiscale Stato assoluto (sec. XVI-XVIII): l’aristocrazia che detiene il potere rappresenta lo Stato, e la ricchezza dello Stato è la sua ricchezza. Stato costituzionale (sec. XVIII-): Stato e proprietà si separano. Nasce la dipendenza finanziaria dello Stato dalla società. Il problema dello Stato diventa quello della raccolta di risorse, per la soluzione dei problemi sociali, attraverso l’imposizione fiscale. La finanza pubblica sintetizza la relazione tra la politica e la società civile. La scienza delle finanze ha come oggetto di studio il finanziamento delle attività dello Stato nelle moderne economie capitalistiche di mercato. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Perché c’è lo Stato? Viviamo in un’economia capitalistica di mercato basata su: 1) produzione, a scopo di profitto, di beni per il mercato; 2) capitale, prevalentemente fisso, posseduto da capitalisti privati; 3) lavoro salariato nelle imprese, offerto per vivere da chi non possiede mezzi di produzione. Se la produzione di beni è affidata prevalentemente alla iniziativa privata e ai rapporti che si sviluppano nella società civile a che serve lo Stato? M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Il funzionamento di questo tipo di economia dipende da • funzionamento più o meno concorrenziale dei mercati • rapporti di produzione imprese-lavoratori • presenza di infrastrutture civili: strade, porti, ferrovia, … • conformi istituti giuridici: diritto di proprietà, contratto,    responsabilità civile, persona giuridica, fallimento, e    in generale latutela dei diritti Essenziale è il ruolo dello stato come fornitore di infrastrutture e come creatore della cornice di istituti giuridici che ne garantisce il funzionamento. Se questi istituti giuridici mancassero, un’economia di mercato non potrebbe esistere. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Il contratto di lavoro subordinato Un esempio di istituto giuridico fondamentale per l’economia capitalistica è il contratto di lavoro subordinato. E’ l’istituzione che genera l’obbligo contrattuale del lavoratore dipendente all’obbedienza nel processo produttivo. Il potere disciplinare del datore di lavoro: un’anomalia rispetto al di- ritto dei contratti (assimilazione al potere punitivo dello Stato) Come si concilia il potere del datore di lavoro con i diritti fondamentali della persona? M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Il raggio di azione del Diritto del lavoro: Totale assenza di tutela del lavoratore Max tutela del lavoratore N.B. Ma la tutela dei dei diritti del lavoratore ha un costo per l’impresa, ecco una radice profonda del conflitto tra capitale e lavoro. Problema dibattuto dall’Economia politica: il rapporto che si costituisce con un contratto di lavoro (cdl) è un rapporto di potere o un rapporto di scambio? Teoria neoclassica: il lavoro è una merce. Dunque il cdl dovrebbe essere regolato dal diritto commerciale e il prezzo del lavoro (salario) è determi- nato nel mercato del lavoro secondo la legge della domanda e dell’offerta. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Confronto tra cdl e il contratto d’opera Contratto d’opera: L si impegna a compiere un servizio (o un insieme di servizi per A senza vincolo di subordinazione. L si obbliga a fornire un’opera specifica (es. riparazione di una tubatura). Contratto di lavoro: L si mette a disposizione di A per un certo numero di ore al giorno sotto la direzione di A. L non conosce ex-ante il tipo di attività che svolgerà né le modalità di svolgimento. Il prodotto che si ottiene dall’attività lavorativa di L appartiene legalmente ad A, cosicchè il salario non è riconducibile ad esso. CONCLUSIONE: Se nel contratto d’opera si ravvisa uno scambio, nel cdl si assume un ob- bligo all’obbedienza, ma l’obbedienza non è una merce. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Se la prestazione del lavoratore non è una merce, il salario non è un prezzo e il “mercato” del lavoro non è un mercato! Da qui discende l’importanza del diritto del lavoro come regola- tore del rapporto tra imprese e lavoratori. Attualità della questione: il caso Fiat … M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Quali rapporti tra Stato e Mercato, tra Diritto ed Economia? Il mercato non è un fenomeno naturale:  è frutto dell’evoluzione    storica Non solo fenomeno economico. Il mercato è una struttura   giuridica: è la legge che regola il mercato Il mercato non può esistere senza l’istituzione dello Stato La presenza dello Stato nelle moderne economie è studiata da: Sociologia Diritto Scienza politica Filosofia morale Economia politica Scienza delle Finanze M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Lo stato democratico 1: Le Funzioni dello stato • Stato legislatore • Stato regolatore (continua lezione 2) • Stato produttore (continua lezione 2) • Stato come come redistibutore o garante dell’equità:  lo Stato liberal/social-democratico (continua lezione   2) M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Lo stato democratico 2: il principio di eguaglianza La distribuzione delle risorse operata dai mercati è spesso ingiusta: inflazione, disoccupazione, ristagno produttivo non colpiscono i cittadini in egual misura. Inoltre il mercato distribuisce il reddito in maniera fortemente diseguale. Ciò accadrebbe anche allorchè i mercati fossero efficienti: un punto chiave è nelle condizioni di partenza. In democrazia i meno fortunati, i meno dotati, i meno abbienti devono essere tutelati. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Libertà e eguaglianza dipendono dai diritti e sono il fondamento di ogni DEMOCRAZIA. L’alternativa allo Stato di diritto è la legge del più forte. “Libertà e eguaglianza sono tra gli scopi primari perseguiti dagli esseri umani per secoli; ma libertà totale per i lupi significa morte per gli agnelli; una totale libertà dei potenti, dei capaci, non è compatibile col diritto che anche i deboli e i meno capaci hanno a una vita decente.” Isaiah Berlin (1909–97), filosofo, storico, politologo, educatore e saggista. Principio democratico elementare: tutti i cittadini devono essere in grado di partecipare al processo di formazione delle decisioni politiche; tutti i membri devono essere considerati politicamente uguali. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Principio dell’«intrinseca eguaglianza»: il bene di ciascun Perché i diritti necessari al sistema democratico dovrebbero essere estesi paritariamente a tutti? Principio dell’«intrinseca eguaglianza»: il bene di ciascun essere umano è intrinsecamente uguale al bene di qualsiasi altro. (Ragioni di questo giudizio morale: motivi etici e religiosi, debolezza dei principi alternativi, prudenza, accettabilità….) [ Cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo… Dichiarazione americana d’indipendenza (1776)… Filosofia (Hobbes, Locke, Russeau, de Toqueville… Movimento operaio e socialista…] E’ un principio razionale su cui basare il governo dello Stato? M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Dal preambolo della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. 4 luglio 1776: «We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty, and the Pursuit of Happiness. » M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

I rapporti tra economia e diritto: Il costo economico dei diritti Affinché i diritti non siano pure enunciazioni di principio è necessario che essi siano giuridicamente tutelati. Lo Stato è lo strumento preposto alla tutela dei diritti (Polizia, Tribunali, Carceri, Funzionari pubblici, ecc.) La tutela dei diritti comporta costi (risorse economiche). I diritti non possono essere protetti o riconosciuti senza sostegno e finanziamento pubblico: tutti i diritti sono finanziati da imposte. Uno stato senza risorse non è in grado di tutelare i diritti M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Una contrapposizione classica diritti negativi (libertà da) proteggono la libertà (proprietà, libertà di contratto, libertà di non essere torturati dalla polizia, …) diritti positivi (libertà di) promuovono l’eguaglianza (diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, al lavoro, ad un reddito dignitoso, …) Questa dicotomia è inadeguata: tutti i diritti giuridicamente protetti sono necessariamente diritti positivi, perché anche i c.d. diritti negativi costano e si rivelano, in effetti, beni forniti dallo Stato. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Anche i diritti costituzionali possono esistere solo nella misura in cui lo Stato interviene: lo stato ha l’obbligo costituzionale di agire per tutelarli. Anche la proprietà privata, senza le imposte, non esisterebbe: «Prima che la legge la riconoscesse, la proprietà non esisteva; togli le leggi e ogni tipo di proprietà cessa di esistere». [J. Bentham]. Negli USA i costi per la protezione della proprietà privata ammontava nel 1992 a 73 mld di $, più del PIL di metà dei paesi del mondo [Holmes&Sunstein, 2000] I diritti sono beni pubblici, finanziati dai cittadini e gestiti dallo Stato per migliorare il benessere collettivo e individuale. Tutti i diritti sono positivi. M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Un’altra contrapposizione falsa: Stato o mercato Anche la contrapposizione tra «Stato» e «libero mercato, non può esistere, come non può esistere contraddizione tra collaborazione sociale e massima libertà individuale. I mercati possono ben funzionare soltanto in presenza di un’affidabile assistenza legislativa e giudiziaria. Il vero problema consiste nella scelta tra che tipo di mercato e che tipo di Stato. Un individuo autonomo non è in grado di creare le condizioni della sua autonomia da solo, ma solo collettivamente. Problema: se garantire i diritti significa disporre di risorse e se queste sono scarse (economia), a quali diritti dovremmo rinunciare? Libertà civili e diritti politici (diritti di 1ª generazione)? Diritti sociali (diritti di 2ª generazione)? Diritti ambientali (diritti di 3ª generazione)? M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1

Dunque la tutela dei diritti è condizionata dallo stato dell’econo- mia e delle finanze pubbliche: tutti i diritti sono protetti sino a un certo punto, e questo punto è determinato da scelte di bilancio (il bilancio dello Stato) in ordine alla distribuzione di risorse pubbliche limitate. La scarsità delle risorse (ECONOMIA) fa entrare in gioco la POLITICA. POLITICA DIRITTO ECONOMIA M. Cassetti: Scienza delle Finanze, Lez. 1