PROSOCIALITA’, COOPERAZIONE E COMPETENZE EMOTIVE

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PROSOCIALITA’, COOPERAZIONE E COMPETENZE EMOTIVE LIBERA UNIVERSITA’ DI BOLZANO ARIAC Donato Salfi BRESSANONE 10 OTTOBRE 2009

DUE INCONTRI, DUE MOTIVI DI GIOIA: PROSOCIALITA’ - COOPERATIVE LEARNING NORD-SUD

GENERARE IL SAPERE Il nostro approccio al processo della conoscenza ci propone un’ esperienza singolare: rinunciare a prassi che consistono nel ‘versare’ nuovi saperi e contenuti in ‘recipienti vuoti’ (che, peraltro, nel momento in cui li ricevono, finiscono col dare a quei saperi la propria ‘forma’) per affermare un ‘sapere’ che nasce dalla vita perché, come scrive P. Foresi, <<E’ la vita che fa capire…. L’ erudizione conta, ma solo secondariamente. La scienza è utile, ma non basta…. Non è possibile prendere più cose morte per farne una cosa viva…. Si dovrebbe studiare solo quel tanto che aiuta lo svolgersi ed il chiarirsi di quello che si vive>> 3

IO E L’ ALTRO

E oggi? COMUNITA’ sacrificare interesse negazione affermazione INDIVIDUO COMUNITA’ sacrificare interesse negazione affermazione E oggi?

la rivoluzione copernicana delle scienze sociali DALL’ IO ALLA RELAZIONE la rivoluzione copernicana delle scienze sociali     6

PROSOCIALITA’ E APPRENDIMENTO COOPERATIVO DUE PERCORSI UN COMUNE DENOMINATORE: CONIUGARE L’ ASPIRAZIONE DELLA PERSONA A REALIZZARSI CON L’ ESIGENZA DELLA COMUNITA’ DI SVILUPPARSI

LA COMUNICAZIONE COSTRUISCE LA RELAZIONE STILE DESCRIZIONE AGGRESSIVITA’ Comportamento teso a raggiungere un obiettivo personale che produce danno all’ interlocutore PASSIVITA’ Comportamento di rinuncia o sottomissione al volere degli altri ASSERTIVITA’ Perseguire un obiettivo personale con l’ uso adeguato di abilità sociali e nel rispetto dell’ altro COMPETITIVITA’ Due o più persone perseguono un obiettivo unico e indivisibile COOPERAZIONE Due o più persone perseguono un obiettivo comune, condiviso, che interdipendente PROSOCIALITA’ Realizzare o migliorare il benessere o ridurre lo stato di malessere di un interlocutore, in assenza di pressioni esterne ed in un contesto in cui l’ e. non sta adempiendo ad obblighi legati ad un ruolo. Aumentano le probaqbiloità di reciprocazione

PROSOCIALITA’ E STILI DI RELAZIONE PASSIVITA’ AGGRESSIVITA’’ ASSERTIVITA’’ COMPETITIVITA’ COOPERAZIONE ALTRUISMO PROSOCIALITA’

PROSOCIALITA’: UNA DEFINIZIONE Roche (1995) afferma che prosociali sono:<<quei comportamenti che, senza la ricerca di ricompense esterne, favoriscono altre persone, gruppi o fini sociali e aumentano la probabilità di generare una reciprocità positiva, di qualità, solidale nelle relazioni interpersonali o sociali conseguenti, salvaguardando l'identità, la creatività e le iniziative degli individui o gruppi implicati, sia come emittenti che come riceventi>>.

PROSOCIALITA’: ANALISI DEL FENOMENO Per l'emittente abbiamo da una parte il riconoscimento dell'autonomia, che acquista anche il significato di assunzione di responsabilità e del rischio insito nell'azione e dall'altra il pensare e l'agire vagliando accuratamente i bisogni dell'altro, pianificando l'azione, non basandosi soltanto sulle proprie capacità e disponibilità del momento; reciprocità positiva, sembra una contraddizione 11 11

PROSOCIALITA’ e ALTRUISMO E’ necessario distinguere il comportamento prosociale da altri comportamenti che pure ne fanno parte, ma che da soli non sono sufficienti a descrivere l'azione prosociale ed a comprenderne le motivazioni. Uno tra questi è l'altruismo, che alcuni autori tendono ad usare come sinonimo di prosocialità 12 12

PROSOCIALITA’ E GIUDIZIO MORALE Molti autori hanno poi sottolineato la necessità di distinguere la prosocialità dal giudizio morale, che si è rivelato una condizione importante, ma non sufficiente a determinare il passaggio all'azione. E' noto, infatti, che molte persone pur possedendo un elevato giudizio morale, non sempre passano all'azione conseguente.. 13 13

PROSOCIALITA E RELIGIONE Frequentemente vi è confusione tra prosocialità e concettualizzazioni mistiche (Venturini, 1997) e religiose, da cui bisogna necessariamente sgombrare il campo, in quanto lontane concettualmente e per definizione dalla complessità del fenomeno 14 14

PROSOCIALITA’: PATRIMONIO DELL’ UMANITA’ La competenza prosociale si riferisce a comportamenti e valori che travalicano ogni possibile tentativo di etichettamento o di appartenenza culturale e/o religiosa. 15 15

PROSOCIALITA’: LA RICERCA IN ITALIA Rolandi: i giovani adulti con disturbi psicosociali, da bambini avevano una bassa competenza sociale Prendono il via nella scuola i progetti che hanno lo scopo di fornire le abilità sociali ai bambini e ai ragazzi per prevenire i disturbi psicosociali Ricci: i programmi strutturati sono efficaci quanto le fiabe a sfondo morale ISAC - Salfi e Monteduro: Prima ricerca che mette a confronto classi sperimentali con e senza modello e con e senza programma strutturato, rispetto alle classi di controllo. Elaborazione del modello TAP a 7 componenti Seconda ricerca estesa all’ intera popolazione degli allievi della scuola primaria di Potenza Disseminazione nelle scuole Progetti di comunità 16

I PROGRAMMI INEFFICACI SONO: Realizzati da esperti esterni Ridotti al mero trasferimento cognitivo di abilità Condotti con un’ articolazione ‘step to step’ extracurricolari paralleli all’ organizzazione scolastica che rimane inalterata 17

I PROGRAMMI EFFICACI SONO: Realizzati da figure significative Rispondenti alla filosofia ‘dalla vita si impara’ Ideati, programmati e implementati da figure educative significative Realizzati in orario istituzionale parte integrante del curricolo scolastico educativo e disciplinare Incidenti sull’ intera organizzazione scolastica che ne viene influenzata e provocano ricadute sul territorio e sulla comunità

TASSONOMIA DELLA PROSOCIALITA’ 19

LE FASI DELL’ AZIONE PROSOCIALE PERCEZIONE INTERPRETAZIONE RICONOSCIMENTO STATO DI BISOGNO VALUTAZIONE PROPRIA COMPETENZA PREVISIONE ACCETTAZIONE COSTO-RISCHIO IMPLEMENTAZIONE FEEDBACK 20

FATTORI DELLA PROSOCIALITA’ PREREQUISITI e COMPONENTI: ABILITA’ COGNITIVE ASSERTIVITA’ EMPATIA AUTOCONTROLLO ANTAGONISTI: AGGRESSIVITA’ PASSIVITA’ COMPETITIVITA’ ALTRUISMO PERSONALI: ANSIA AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA SITUAZIONALI: STATI D’ ANIMO 21

FATTORI EDUCAZIONALI: MODELLAMENTO FIDUCIA AUTODETERMINAZIONE DISCIPLINA INDUTTIVA ACCETTAZIONE ED ESPRESSIONE EMOZIONI RINFORZO DELLA PROSOCIALITA’ ATTRIBUZIONE DI PROSOCIALITA’ ESORTAZIONE DELLA PROSOCIALITA’

precedenti esperienze apprendimento da modello VALORI MORALI e PRINCIPI INTELLIGENZA SOCIALE SITUAZIONE DI PARTENZA PERCEZIONE OBIETTIVI AZIONE COMUNICATIVA CAMBIAMENTO NELLA SITUAZIONE SNC e STATI ORGANICI INTELLIGENZA COGNITIVA EMOZIONALE MODELLO SCHEMATICO FONDAMENTALE DELLA RELAZIONE INTERPERSONALE 23

VALUTAZIONI INDIPENDENTI UN’ APPLICAZIONE: IL BULLISMO SINTOMI DIAGNOSI VALUTAZIONI INDIPENDENTI 24

VALUTAZIONI INDIPENDENTI SINTOMI DIAGNOSI VALUTAZIONI INDIPENDENTI 25

relazionale e comunitario PROGETTO EDUCATIVO DI COMUNITÁ: sviluppare relazioni prosociali: trama e ordito del tessuto relazionale e comunitario della città 26

PATTO EDUCATIVO PROSOCIALE Chi sottoscrive questo accordo si impegna a sviluppare relazioni il cui scopo e’ il benessere dell’ altro, nella convinzione che cercare il bene dell’ altro fa bene a se’ e costruisce la comunita’ 27

1 finalità: Realizzare il cambiamento dei modi collettivi di pensare alle relazioni interpersonali e sociali

2 finalita’: declinare l’ agire nell’ educazione all’ interno della realtà scolastica, di quella familiare e dell’ intera comunità 29

3 finalita’: rinnovare le relazioni interpersonali e sociali orientandole alla ricerca del bene dell’ altro, punto di passaggio dell’ autorealizzazione della persona singola e che permette di tessere la trama e l’ ordito del tessuto sociale della città 30

1 obiettivo: moltiplicare i luoghi e i tempi condivisi di relazione tra le persone, non finalizzati ad uno scopo che non sia far crescere la relazione stessa 31

2 obiettivo: promuovere le azioni prosociali: orientate alla ricerca del bene dell’altro o alla riduzione del suo malessere attuate solo dopo un chiaro processo di assunzione della decisione che esclude le pressioni esterne come le promesse o le attese di ricompense e gratificazioni, nonché le motivazioni determinate esclusivamente dall’ esercizio di un ruolo attuate nella consapevolezza del costo o del rischio che qualsiasi azione prosociale comporta condivise dai destinatari 32

3 obiettivo: aumentare l’ottimismo e il benessere percepito dai membri della comunità 33

4 obiettivo: creare un luogo e un tempo condivisi da tutti i partecipanti, nei quali i singoli membri della comunità si identificano nel comune impegno a vivere le ‘regole’ prosociali 34

5 obiettivo: dare vita ad azioni a forte valenza sociale, espressione di partecipazione e di cittadinanza attiva, come ricerca del bene comune 35

LE AZIONI PROSOCIALI producono un aumento delle probabilità di reciprocazione da parte del destinatario o di terzi intervenienti favoriscono lo sviluppo di: Autodeterminazione Empatia Valorizzazione del positivo Comunicazione di qualità Donazione, condivisione, aiuto 36

PROSOCIALITA’ E Q.I. A parità di Q.I. i risultati scolasticamente migliori vengono raggiunti da coloro che hanno migliori abilità sociali; Teoria del gioco del poker; In genere le persone di successo hanno in genere anche notevoli abilità nel relazionarsi con gli altri e ciò produce di contro anche un potente effetto sulla loro autostima. L'autore che maggiormente ha teorizzato e studiato questi temi è Goleman ( 1999), il quale sottolinea l'importanza dell'intelligenza "emotiva", che permette di gestire le proprie emozioni con modalità più funzionali al proprio benessere ed al vivere sociale.

PROSOCIALITA’: FATTORE PREDITTIVO E PROTETTIVO DI DEVIANZA Dall’esame della letteratura scientifica sono stati anche individuati alcuni forti predittori precoci (nell’infanzia) dello sviluppo in adolescenza di comportamenti devianti (Dishion e Loeber, 1983; Parker e Asher, 1987; Coie, Lochman, Terry, Hyman, 1992; Kupersmidt e Patterson, 1991;Lewin, Davis, Hops, 1999). • Precoce rifiuto da parte dei pari; • Comportamenti aggressivi tipo rabbia-scontro; • Comportamenti distruttivi; • Comportamenti d’isolamento, ritiro sociale; • Scarsi risultati scolastici; • Scarsa frequenza di comportamenti prosociali ( scarsa empatia, scarso interesse per gli altri, scarso altruismo, scarsa collaborazione)

PROSOCIALITA’: FATTORE PREDITTIVO E PROTETTIVO DI DEVIANZA La ricerca ha individuato tra i fattori protettivi nell’infanzia per lo sviluppo di disturbi del comportamento, che come abbiamo visto divengono la base per il futuro sviluppo deviante nell’adolescenza, i seguenti elementi ( Hastings et al. 2000 ): • L’interesse per gli altri; • L’empatia; • Una relazione positiva, calda ed empatica madre-figlio; • Le competenze sociali; • I comportamenti prosociali

PROSOCIALITA’ E SALUTE MENTALE Effetti del comportamento prosociale sugli emittenti: sensazione di benessere; potenziamento delle proprie risorse e della creatività utilizzate nel compiere le azioni prosociali (Roche, 2000); agire in maniera sempre più coerente con i propri valori e mete (Roche et al., 2002); aumento potente dell’ autostima; aumento della propria capacità di autocontrollo; maggiore senso di "self-efficacy"; la vita assume maggiore e più elevato significato (Roche et al., 2002); sviluppo di una maggiore capacità di relazionarsi positivamente ed efficacemente Maggiore felicità Maggiore capacità di coping nella malattia o avversità

TAP: I FATTORI 1. valutazione positiva dell’altro; 2. comunicazione; 3. empatia; 4. assertività e risoluzione dell’aggressività; 5. autocontrollo; 6. risoluzione dei problemi e creatività; 7. aiuto, condivisione, collaborazione.

sensibilizzazione cognitiva formazione in situazione strutturata TAP: IL METODO sensibilizzazione cognitiva formazione in situazione strutturata generalizzazione all’ esperienza in situazione reale

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POSSIBILI SCENARI PER LA RICERCA COSTRUZIONE DI UN AMBIENTE DI APPRENDIMENTO COOPERATIVO + SVILUPPO DI COMPETENZE PROSOCIALI = APPRENDIMENTO PREVENZIONE COMPORTAMENTI SOCIALMENTE DISFUNZIONALI SVILUPPO DI ‘APPRENDIMENTO - SERVIZIO