Sassari nell’Ottocento Nell’Ottocento la città cresce sulla spinta di alcuni importanti interventi del governo piemontese (la costruzione della grande strada per Cagliari, intitolata al re Carlo Felice) e grazie all’attività di commercianti, spesso di provenienza italiana, ma capaci di inserirsi nel tessuto produttivo cittadino e di sfruttare le ricche risorse di un’agricoltura progredita (olio, vino, pelli conciate, tabacco).
Nel 1836 vengono riformati i Consigli Municipali Nel 1836 vengono riformati i Consigli Municipali. Sorgono organismi come l’orfanotrofio, il nuovo ospedale civile, il cimitero. Sassari “esce” così dall’antica cerchia muraria e si comincia a costruire tra Porta Nuova e Porta Castello. Ma la corsa alla modernità è segnata anche da tumulti popolari contro la mancanza di pane e di carne e gli alti prezzi.
Sassari fuori dalle mura Nel 1837 viene approvato il primo piano regolatore e si comincia a costruire fuori dalle mura in quelle che si chiamavano “le appendici”.
La città appare allora agitata dalle passioni politiche, con la dura contrapposizione tra i conservatori (Tola, Saba) ed i progressisti (Francesco Sulis, Antonico Satta, i Maccioccu, i Careddu). Ed anche il proletariato prende lentamente coscienza di sé, con la fondazione nel 1851 della Società Operaia di Mutuo Soccorso, con cui Giuseppe Mazzini ebbe una lunga corrispondenza.
Gli anni ’50 dell’Ottocento sono cruciali: nel 1852 ha luogo uno scontro cruento tra Guardia Nazionale e Bersaglieri, cui seguono gravi disordini in tutta la città; il 1855 è l’anno della terribile epidemia di colera, con un bilancio di 5.000 morti; l’anno successivo, a seguito dell’abbattimento di due Porte (Utzeri e S. Antonio), riprende l’espansione edilizia, ma nel 1858 viene soppressa la Corte d’Appello e nel 1859 si paventa la soppressione dell’Università, sventata con le dimissioni del Consiglio Comunale.
La ripresa passa attraverso le attività agricole (grano, vino e olio), che conoscono un momento di particolare floridezza, garantendo alla città un reddito elevato. Al moltiplicarsi delle attività economiche e delle banche fa riscontro un incremento demografico ed un ulteriore sviluppo urbanistico. Nel 1863 viene costruito il nuovo Mercato Civico e nel 1872 viene inaugurato il servizio ferroviario fra Sassari e Porto Torres.
Nel 1863 viene costruito il nuovo Mercato Civico e nel 1872 viene inaugurato il servizio ferroviario fra Sassari e Porto Torres. La costruzione della ferrovia collega Sassari direttamente al suo porto naturale e al resto della Sardegna.
Dopo la “fusione” della Sardegna col Piemonte nel 1848, Sassari esprime i suoi primi parlamentari nelle persone di Pasquale Tola (autore della raccolta dei documenti: il Codex Diplomaticus Sardiniae), Giacomo Fresco e del conte Baudi di Vesme. Vittorio Emanuele II Pasquale Tola
Nel 1877 la città ha già raggiunto i 30 Nel 1877 la città ha già raggiunto i 30.000 abitanti ed esprime un Consiglio Comunale di 40 membri: la maggioranza è appannaggio dei progressisti, capeggiati dal mazziniano avv. Gavino Soro Pirino. In quello stesso anno viene abbattuto il castello aragonese, sciagurato segno di una corsa alla modernità che comunque esprime le pagine più compiute nella costruzione di Piazza d’Italia e del Palazzo Provinciale, anticamera della Strada Reale (l’attuale Via Roma) con i suoi eleganti palazzi. Piazza Castello. Inaugurazione monumento a Felice Cavallotti Sassari Via Roma
L’ultimo scorcio del XIX secolo è caratterizzato da un rallentamento dell’economia agricola a causa di una terribile ondata di fillossera che distrusse quasi completamente le vigne e per il fallimento della Cassa di Risparmio e della Banca Agricola Sarda. Sassari mantiene tuttavia una particolare vivacità politica e culturale. Ne sono significativa espressione personalità come quelle di Luigi Falchi, Enrico Costa, Sebastiano Satta, Giuseppe Dessì, Pompeo Calvia. Nel 1884, inoltre, viene inaugurato il Politeama Giuseppe Verdi, con l’opera Riccardo III del sassarese Luigi Canepa. Enrico Costa, Pompeo Calvia Luigi Canepa
Alla fine del XIX secolo la lotta tra i monarchici-conservatori ed i repubblicani-democratici sembra risolversi a favore di questi ultimi. Nel 1891, in occasione delle elezioni comunali, nasce il quotidiano La Nuova Sardegna, per iniziativa degli avvocati Pietro Satta Branca, Enrico Berlinguer, Pietro Moro e dell’industriale Salvatore Azzena Mossa, gruppo radicale-repubblicano destinato a governare la città sino al 1915. Giuseppe Di Biasi, Redattori della Nuova Sardegna (1905)
Il fronte conservatore era allora rappresentato dall’avv Il fronte conservatore era allora rappresentato dall’avv. Michele Abozzi, che, sostenuto da Giovanni Giolitti, fu eletto deputato al Parlamento nel 1904 e riconfermato sino al dopoguerra.
Il 20 aprile 1899 si svolge la prima Cavalcata sarda, rassegna dei costumi tradizionali della Sardegna in onore del re d’Italia Umberto I e di sua moglie Margherita di Savoia, venuti a Sassari per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II che Giuseppe Sartorio aveva innalzato al centro della Piazza d’Italia.