Link Palazzo: danni e incendi

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Link Palazzo: danni e incendi Il palazzo civico subì gravi danni durante la breve occupazione francese nel 1527 e durante i tumulti per la mancanza di pane del 1780. In entrambi i casi i danni maggiori vennero arrecati all’archivio civico con la devastazione e l’incendio delle carte.

Gli Statuti La testimonianza più rilevante della civiltà comunale sassarese è costituita dagli Statuti, emanati nel 1316, ma frutto della rielaborazione di un precedente corpus normativo promulgato durante il dominio pisano.

Statuti Nel 1316 il podestà genovese Cavallino degli Onesti emanò gli Statuti in lingua sarda logudorese. Il codice è articolato in 3 libri, per un totale di 252 capitoli: nel primo libro sono comprese le norme relative al diritto pubblico e a quello agrario; nel secondo le norme di diritto privato e di diritto processuale; nel terzo quelle di diritto criminale. Il codice pergamenaceo era conservato nel Palazzo Civico e poteva essere consultato in ogni evenienza. Oggi questa importante fonte può essere consultata presso l’Archivio Storico del Comune di Sassari.

Gli Statuti: testo in latino e in volgare Dave como inanti sos Capìtulos dessu Cumone se iscrivan in duos libros, unu dessos quales semper istet in sa Corte dessu Cumone; et issu àtteru istet in guardia de alcuna bona persone, si comente assa potestate et assu Consiçu aet parre. Et, etiamdeu, aciò qui se intendat da ogna persone, iscrìvatse unu libru dessos Capìtulos in vulgare, et istet in Corte dessu Cumone (St. SS, I, V) Da adesso in avanti i Capitoli del Comune si scrivano in due libri, uno dei quali stia sempre nella Corte del Comune; e l’altro stia sotto la custodia di qualche buona persona, così come parrà al podestà e al Consiglio. E, inoltre, affinché si capisca da chiunque, si scriva un libro dei Capitoli in volgare, e stia nella Corte del Comune.

I villaggi del contado La rete di villaggi che ruotava intorno a Sassari, e che costituiva il territorio di Romangia e Fluminargia, viene in gran parte incorporata nel distretto comunale e amministrata da ufficiali nominati dal governo civico. S. Barbara di Innoviu S. Leonardo di Bosove S. Antonio di Innoviu

I carrettieri Sos carratores et qui carru juchen deppian andare, quando vaen ad portu de Turres, et torrare per issa via derecta, ciò est per issa Via Maiore de Pischinas, de Innoviu et Octavu et Vadu de Ponte et Petras de Meiatorgiu; et andande ad Gennanu, per issa via de Kerqui et per via de portu. (St. SS, I, LXXXII) Quando vanno al porto di Torres, i carrettieri e tutti coloro che conducono un carro devono andare e tornare per la “via dritta”, cioè per la Via Maiore di Pischinas, di Innoviu e Ottava e Vadu de Ponte e Petras de Meiatorgiu; e andando a Gennanu, per la via di Kerqui e per la via del porto.

S. Martino di Enene

S. Martino di Enene

S. Eusebio di Kitarone S. Pietro di Silki

Link villaggi Centri come Silki, Kitarone, Bosove (oggi Latte Dolce), Enene (Eba Ciara), Innoviu (Li Punti) e Ottava contribuirono nel momento dello sviluppo di Sassari a popolare la nuova città, che d’altra parte si arricchì della massiccia immigrazione di elementi toscani, liguri, corsi e sardi. Lo stesso dialetto sassarese si formò nel corso del tempo come un ibrido di apporti logudoresi, italiani e successivamente catalani e castigliani.

Il porto di Torres Sassari poteva contare sul vicino scalo portuale di Torres, che significativamente nelle fonti è talvolta denominato “porto di Sassari”. La cronaca medievale nota come Libellus Iudicum Turritanorum descrive il porto protetto da una torre con i magazzini di stoccaggio delle merci e una forte presenza di mercanti italiani.

Sassari e la Corona d’Aragona Nel 1323 una delegazione di eminenti cittadini sassaresi si reca a Barcellona per consegnare a Giacomo II le chiavi della città e sollecitare l’intervento del re d’Aragona in quella Sardegna che papa Bonifacio VIII gli aveva concesso in feudo nel 1297. Sassari diventa “città regia”: nel suo stemma insieme alle torri sarebbero state inserite le bande catalane gialle e vermiglie. Pietro IV il Cerimonioso re di Aragona (1336-1387)

Il castello aragonese Un diffuso malcontento verso i nuovi dominatori iberici porta già negli anni 1324-26 ad una serie di rivolte duramente represse. La reazione catalano-aragonese si manifesta nella costruzione di un castello localizzato presso l’attuale omonima piazza. Il castello verrà abbattuto con una delibera municipale del 1877.

Link Sassari aragonese La nuova dominazione iberica modificò ben presto la struttura amministrativa della municipalità: il podestà venne sostituito da un vicario (veguer), un ufficiale regio preposto al controllo della vita cittadina, e da un consiglio civico ristretto di cinque consellers o iurats, insieme ad un più ampio Consell con funzioni consultive.

Sassari arborense Alla fine del Trecento Sassari fu conquistata temporaneamente dai giudici di Arborea e rientrò definitivamente in possesso della Corona d’Aragona nel 1410. Mariano IV di Arborea Moneta del giudice Guglielmo III di Narbona

Sassari nel Quattrocento Il Quattrocento segna un momento di forte sviluppo dell’economia urbana, a suggello di una netta egemonia politica ed economica su tutto il Capo di Sopra.

Link Sassari nel Quattrocento Nel periodo di massima espansione la città contava circa 10.000 abitanti, era cinta da mura e da torri, di cui rimangono ancor oggi parzialmente le vestigia.