Le scarpe primitive, presumibilmente consistenti in pelli non conciate assicurate al piede da laccioli dello stesso materiale o in suole di fibre vegetali intrecciate fermate al piede con lo stesso sistema, non hanno resistito alle ingiurie del tempo ed, essendo costituite da materiali organici, si sono decomposte senza lasciare traccia nei giacimenti archeologici. Limitando la nostra trattazione ad un periodo brevissimo della storia dell'evoluzione dell'uomo, il pleistocene superiore che si fa convenzionalmente iniziare circa anni fa, non sappiamo se l'uomo di Neanderthal vissuto in tali epoche, abbia protetto i piedi con calzature del tipo sopra descritto. anche se si sa di certo che apparteneva ad una stirpe di cacciatori di animali anche di grossa taglia e che possedeva raschiatoi di selce nel suo corredo di utensili. Si può quindi presumere che possa aver usato le pelli degli animali cacciati per proteggere il corpo dall'inclemenza del tempo. L'uomo di Neanderthal, viveva su di un territorio che si estendeva dalla Europa occidentale all'Iran praticava attività di caccia e raccolta ed ha lasciato manufatti di pietra, ma anche di corno ed osso, di animali quali la renna il cavallo ed il mammut. Tra questi attrezzi molti sono i punteruoli in pietra o osso che servivano a forare le pelli, gli aghi d'osso per cucirle, le lame in pietra atte alla scuoiatura ed i raschiatoi usati per rimuovere dalle pelli i residui di carne e grasso Tutto ciò fa pensare che con le pelli, non si sa se e come conciate, egli confezionasse anche protezioni per il piede. Risalgono a circa anni le prime raffigurazioni di calzature indossate da figure umane in dipinti rupestri spagnoli. Facendo riferimento a periodi a noi più vicini, (dagli ai anni fa) i nostri antenati cominciarono a fare vita più sedentaria, impararono ad addomesticare gli animali, a coltivare la terra e ciò può aver incentivato l'uso di pelli a scopo calzaturiero al a.C. In quello denominato Arnold Research Cave in Missouri sono stati trovati 16 esemplari di sandali e mocassini fatti con fibre vegetali intrecciate e 2 con pelle riconducibili ad un periodo del tempo. Nei pressi della cittadina spagnola di Albunõl situata in provincia di Granada, l'archeologo Manuel de Góngora esplorò nel la grotta chiamata cueva de los Murciélagos che conservava all'interno una tomba risalente al 4° millennio a.C. I 69 scheletri che conteneva indossavano copri capi, abiti e sandali di sparto.
COPTI E' il nome con il quale gli Arabi musulmani chiamarono gli abitanti dell' Egitto dopo averlo conquistato nel 641. Dal punto di vista storico il periodo Copto si estende dall'editto di Costantino del 313 d.C. al 641; da allora Copti furono gli Egiziani rimasti cristiani. Sembra che i Copti siano stati i primi ad adottare sia il metodo di assemblaggio delle calzature detto "a tomaia risvoltata" con il quale suola e tomaia erano cucite assieme risvoltando verso l'esterno l'interno della tomaia e, dopo la cucitura, compiendo l'azione opposta, in tal modo la cucitura veniva a trovarsi all'interno della scarpa ed era più protetta dall'usura.
La pelli venivano conciate con allume e quelle trattate con esso erano molto apprezzate e quindi molto costose, con materie grasse quali il grasso di maiale o la morchia dolio che le rendevano assai morbide, con estratti tannici derivati da vegetali ricchi di questa sostanza come foglie di morie, corteccia di alcune conifere, scorze di melograno, ghiande, radici e bacche di vita selvatica, frutti del acacia egiziana e corteccia di quercia. Alcuni di questi prodotti conciavano solamente, altri contemporaneamente coloravano e-o rassodavano e-o sbiancavano.
Roma sorse come insediamento di pastori e contadini sulle pendici del Palatino intorno al 750 a.C. I suoi abitanti furono, fin dalle origini, in contatto con i popoli vicini più evoluti quali gli Etruschi e i Greci della Magna Grecia e ne subirono l'influsso mutuando da essi anche i fondamenti della tecnica e dell'artigianato per cui i primi Romani che si dedicarono alla concia delle pelli e alla fabbricazione di calzature impararono da quelli i processi produttivi. Plutarco ricorda che già nel periodo regio gli addetti alle lavorazioni di cuoio e pelli erano organizzati in una corporazione che, come altre, fu regolamentata dai leggendari re Numa Pompilio e Servio Tullio; queste corporazioni, precorritrici delle "arti" medioevali, agirono durante tutto il periodo repubblicano e ricevettero nuove regole da Giulio Cesare tanto che, nel foro di Ostia, esiste un mosaico che illustra le attività dei "Coriarii" ossia degli artigiani che si occupavano delle lavorazioni di cuoio e pelli.