Individuazione di percorsi operativi condivisi tra Scuola- Referente scolastico- I servizi Catia Bufacchi Psicologa- Psicoterapeuta- coordinatrice Progetto.

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Individuazione di percorsi operativi condivisi tra Scuola- Referente scolastico- I servizi Catia Bufacchi Psicologa- Psicoterapeuta- coordinatrice Progetto Girasole

Nei casi di disagio e sospetto abuso, è necessario che l’insegnante dopo attenta osservazione, confronto con i colleghi e iniziale dialogo con i genitori del bambino sul disagio osservato ( mai sull’ipotesi di abuso),informi il referente scolastico di quanto di preoccupante ha osservato. Dal confronto fra insegnante- colleghi- referente scolastico, dovrebbe emergere: 1.Considerazione della possibilità di affrontare la situazione nel solo contesto scolastico 2.Opportunità di un collegamento tra scuola, servizi specialistici ( es. Il Faro) ed i servizi territoriali 3.Accordo su “ come procedere”nella situazione progettando la strategia d’intervento più opportuna( sia nel contesto scolastico che fuori di esso) Insegnante- colleghi- referente scolastico

Percorsi operativi intra- scolastici ( casi non problematici) Responsabile della scuola Insegnante/i Bambino/adolesc. Con disagio e sospetto abuso Genitori Richiesta di Aiuto alla USL e/o servizi sociali e/o servizi territoriali per il disagio del bambino o adolescente Presa in carico del bambino/adolesc. e/o della famiglia

Quali principi è utile e necessario considerare per costituire dei percorsi operativi?

Principi dei percorsi operativi 1- considerazione del bambino, della famiglia e del contesto socio- culturale in cui sono inseriti 2- gradualità dell’intervento 3- attivazione adeguata dei professionisti 4- integrazione dei ruoli e delle competenze dei professionisti( lavoro di rete multidisciplinare integrato)

1- considerazione del bambino, della famiglia e del contesto socio- culturale in cui sono inseriti Non è possibile attuare un intervento efficace se si valuta e si tratta esclusivamente il bambino oppure esclusivamente l’abusante, l’intervento risulterebbe parziale e frammentato. E’ inoltre importante considerare il contesto socio- culturale per trovare le modalità migliori di intervento e non tanto per giustificare le modalità ritenute abusanti nella nostra nazione e non in altro contesto culturale (se la famiglia vive nel contesto italiano dovrà integrare le eventuali diverse percezioni della cultura di origine e quella in cui vive). Principi dei percorsi operativi

2. Gradualità dell’intervento ( quando possibile, quindi escluse situazioni di urgenza oggettiva): coinvolgimento dei professionisti più a contatto operativamente con la scuola fino a quelli più distanti e con poteri decisionali anche senza il consenso dei genitori. Scuola- famiglia Servizio Sociale USL,Serv. Mat. Inf. Consulenza con il Faro Procure, Tribunali, Forze dell’Ordine

Principi dei percorsi operativi 3. Attivazione adeguata dei professionisti in base alle competenze e all’ambito di intervento ProfessionistiCompetenze nel sospetto abuso Medico/pediatra Diagnosi dei sintomi fisici e diagnosi differenziali con patologie organiche Medico- legale Valutazione della lesione e del nesso di causalità tra lesione e azione ( accidentale-intenzionale) Assistente sociale Valutazione e intervento sulla situazione socio- economica del nucleo familiare;eventuale collocazione del b/o- adol.

Psicologi/ N.P.I/Psichiatri/ Psicoterapeuti Valutazione della struttura di personalità del bambino – adolesc. E delle dinamiche familiari Autorità e strutture giudiziaria Provvedimenti a tutela del b/o- adol decadimento o limitazione di potestà,affido ai Serv. Soc. Attivazione della valutazione su sospetto abuso, indagini e perizie relative all’ipotesi di reato

Principi dei percorsi operativi 4. Integrazione dei ruoli e delle competenze - lavoro multidisciplinare integrato Minore e famiglia Servizi territoriali Scuola Autorità Giudiziaria Centri specialistici

Possibili stalli operativi Nel contesto scolastico : il disagio del bambino persiste e il problema rimane all’interno della scuola. L’intervento si ferma allo scambio più o meno possibile tra insegnante- genitori- responsabile, il malessere del bambino persiste e non vengono coinvolgimenti i professionisti del territorio. Tra scuola diverse: il disagio del bambino viene evidenziato ai genitori che, di risposta, ritirano il b/o dalla scuola e lo segnano in un’altra; non segue alcun dialogo tra le scuole sulla condizione del bambino. Tra scuola e servizi sociali / territoriali: per il disagio del bambino e della famiglia la scuola ha attivato il servizio sociale ma, dopo un tempo adeguato di attesa per l’intervento, il bambino continua a manifestare i sintomi di disagio e non viene attuata una valutazione psico- sociale del bambino e del nucleo, oppure l’intervento è parziale e non sufficiente per migliorare la condizione del bambino

Perché un servizio specialistico? L’intervento sull’abuso richiede: specifiche competenze da parte dei professionisti ( formazione specialistica) Linee condivise di intervento, che necessitano di un lavoro di raccordo con le varie istituzioni che possono essere coinvolte nei casi di abuso E’ importante sul territorio un “Punto di raccordo” per utenti e professionisti in grado di sapere come affrontare il problema

Percorsi operativi intra ed extra scolastici ( casi problematici) Responsabile della scuola Insegnante/i Bambino/adolesc. Con disagio e sospetto abuso Genitori se non, collaborativi, assenza di richiesta di aiuto, attacco alla scuola Responsabile della scuola + insegnante/i Attivazione del servizio sociale con segnalazione