CERGAS Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale Audizione presso la 12 a Commissione (Igiene e sanità) del Senato sull’atto del Governo n. 317 (determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) Prof. Giovanni Fattore CERGAS Università Bocconi & Presidente dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria (AIES) Roma, 26 Gennaio 2011
1 Alcuni aspetti critici del decreto (1) Rideterminazione annuale delle regioni “benchmark” e quindi del calcolo dell’ammontare del “fabbisogno nazionale standard” e delle quote regionali di finanziamento per l’erogazione dei LEA –Crea un quadro incerto e di breve periodo sulla programmazione economico-finanziaria delle regioni –Crea un sovraccarico negoziale tra regioni e Conferenza Stato- Regioni –Indebolisce la disposizione relativa al rientro delle regioni a costi superiori –Andrebbe separata la fase della determinazione del finanziamento complessivo da quella della definizione delle regole di riparto –La rideterminazione dei benchmark (per la definizione delle quote) potrebbe avvenire ogni 3/5 anni
2 Alcuni aspetti critici del decreto (2) Distinzione nelle tre macro-aree (assistenza collettiva e in ambiente di lavoro, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera) –Costringe a definire una regola rigida sulla distribuzione delle risorse tra le tre aree (5%, 51%, 44%) –Presuppone che le tre aree siano facilmente distinguibili e non presentino ambiti di sovrapposizione/complementarietà (ad esempio tra assistenza distrettuale e ospedaliera) –Non riesce comunque a garantire una correlazione tra costi e LEA effettivamente erogati –La distinzione tra le tre aree non è attribuibile a responsabilità istituzionali/aziendali distinte
3 Alcuni aspetti critici del decreto (3) Distinzione nelle tre macro-aree (assistenza collettiva e in ambiente di lavoro, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera) (cont.) –Si riconosce altresì che, nel Decreto, il riferimento a tre macro-aree soltanto è già un netto miglioramento rispetto a ipotesi di distinzioni in aree più specifiche –Comunque, sarebbe più opportuno utilizzare i costi complessivi delle regioni benchmark, ripartirli tra le tre aree in base alla effettiva distribuzione nelle regioni benchmark e poi calcolare la media pro-capite pesata –Si segnala che per l’assistenza farmaceutica, la legislazione e i sistemi informativi rendono puntualmente verificabili i LEA (e quindi l’individuazione di benchmark di spesa e di rispetto dei LEA nelle regioni);
4 Alcuni aspetti critici del decreto (4) L’esclusione del “finanziamento delle entrate proprie non incardinate” appare discutibile –I benchmark dovrebbero essere identificati in base a tutti i costi per erogare i LEA; –La variabilità di questa fonte di finanziamento rischia di “inquinare” il lavoro di individuazione dei benchmark Come ponderare la popolazione –Sicuramente condivisibile la pesatura per fasce di età, lasciando ad un tavolo tecnico la creazione dei pesi per le tre macro-aree –Più critico l’utilizzo di indicatori di deprivazione sociale; si consiglia di utilizzarli con una logica diversa da quella generale della definizione dei fabbisogni standard, ad esempio con fondi specificamente dedicati a progetti mirati d’intervento (ad es. screening, assistenza pre e neo-natale)
5 Alcune considerazioni (1) L’aspetto più importante riguardo al finanziamento è dare regole finanziarie certe, stabili ed incentivanti –Chiare, con poco a spazio all’interpretazione –Stabili nel tempo, per riuscire ad attivare reazioni agli incentivi e per informare la programmazione regionale In un sistema che prevede diritti nazionali, è fondamentale costruire un sistema che salvaguardi l’effettiva erogazione dei LEA –Specificazione dei LEA –Monitoraggio della loro effettiva erogazione –Attivazione di sistemi di penalità ed incentivi collegati all’erogazione dei LEA
6 Alcune considerazioni (2) E’ necessario il rafforzamento del Ministero della Salute e del livello centrale di governo nei confronti delle regioni più deboli –Risorse finanziarie –Strumenti e capacità di intervento (anche tramite il supporto delle competenze delle regioni più forti) Rimane aperto il tema del finanziamento degli investimenti Criticità della mobilità sanitaria –È corretto considerare nei “costi standard” regionali quella passiva e non quella attiva –Ma occorrono politiche attive per far sì che il fenomeno si riduca