L’organizzazione dell’impero carolingio. Il vassallaggio

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L’organizzazione dell’impero carolingio. Il vassallaggio

Governo centrale Costituito dall’imperatore e dalla sua corte (Palatium), in origine itinerante. Dal 794 Carlo scelse come residenza Aquisgrana (oggi Aachen in Germania). Le decisioni più importanti erano prese in assemblee dei grandi del regno (placita). e codificate in legge suddivise in articoli (=capitula) dette capitolari.

Amministrazione periferica I territori conquistati furono suddivisi in unità affidate funzionari regi: Comitati (o contee) affidati a comites (conti) con potere militare, fiscale e giudiziario. Marche Territori più vasti, di confine, affidati a marchesi con poteri più ampi. Ducati Affidati a duchi, con potere simile a quello dei conti.

Per impedire gli abusi I funzionari regi erano controllati da ufficiali itineranti, detti missi dominici. Carlo Magno, in modo più sistematico dei suoi predecessori, scelse i suoi funzionari tra coloro che erano legati a lui dal vincolo del vassallaggio, o fece diventare suoi vassalli coloro che svolgevano funzioni pubbliche.

Il vassaticum (1) Il vassaticum, o vassallaggio, è “un’amicizia sanzionata giuridicamente” (G. Tabacco). E’ un legame personale, privato, non riguardante, in sé, l’amministrazione dello stato. Ma formalizzato in modo ufficiale e pubblico, con una sorta di “contratto”.

Il vassaticum (2) E’ un legame stretto da persone di condizione sociale elevata. Non va confuso con altre forme di subordinazione (ad esempio il rapporto tra un proprietario terriero e i suoi coloni). Non riguarda necessariamente un re o un imperatore, ma sempre dei potentes.

Il vassaticum (3) E’ un legame (amicitia) che non comporta uguaglianza: c’è un inferiore (vassus) che si sottomette ad un superiore (senior, dominus). Il sottomesso non è visto come un servo, ma come un “familiare” del superiore.

Il vassaticum (4) Il legame istituisce obblighi reciproci: Il vassus ha l’obbligo della fedeltà al senior e del servizio, per lo più in armi. Il senior ha l’obbligo della protezione e, in un secondo tempo, quello di compensare il vassus con l’assegnazione di un beneficio. Il beneficio è un bene fondiario concesso temporaneamente in uso (non è una proprietà); nel caso del vassallo, per tutta la durata del servizio.

Il vassaticum (5) L’amicizia vassallatica può essere infranta solo dall’infedeltà del vassus (“fellonia”), altrimenti dura fino alla morte di uno dei due contraenti. Essendo un rapporto personale non è trasmissibile per via ereditaria Non era però infrequente che un senior ben servito accettasse come vassus l’erede di un vassallo defunto.

Il vassaticum (6) E’ istituito attraverso una cerimonia, detta “omaggio” che prevedeva vari gesti simbolici: l’immixitio manuum con la quale il vassus si metteva nella mani del senior; il giuramento, che chiamava Dio come testimone dell’impegno di fedeltà; la consegna del beneficio (investitura) attraverso un simbolo.

Diffusione del vassaticum Il vassallaggio si diffonde nella prima metà del VIII secolo nel regno dei Franchi, come risposta alla crisi dell’esercito di popolo (in origine tutti i liberi dovevano accorrere alla chiamata del re, “eribanno”). I maestri di palazzo merovingi si circondano di una clientela militare, compensata con beni sottratti alla Chiesa.

Il vassaticum e Carlomagno Carlo utilizzò il vassallaggio ad integrazione dell’apparato pubblico. Con il tempo, però, si creò una confusione tra ambito privato e pubblico: il vassallo-conte finì con il confondere l’ufficium con il servitium e i vantaggi economici legati alla sua funzione pubblica (a volte si trattava di benefici) con il beneficio goduto in quanto vassallo.

Equivoci da evitare Non tutti i vassalli erano conti (= funzionari pubblici) I legami vassallatici non riguardavano tutti i rapporti sociali. La “piramide feudale” non è mai esistita.

Altri aspetti della politica interna di Carlo Magno

Politica ecclesiastica Carlo intervenne ampiamente in materia ecclesiastica, dalla liturgia, alla teologia, alla disciplina del clero: Impose ai monaci la regola benedettina. Nominò vescovi ed abati, affidando loro incarichi anche politici. Ciò nasceva dalla mancanza della coscienza dei confini tra sfera religiosa e sfera laica che maturò solo in seguito.

Politica economica Carlo intervenne per: affermare il diritto regio di conio, sostituendo una nuova moneta d’argento alla moneta aurea bizantina (solidus); regolare il prezzo dei generi di prima necessità; agevolare i commerci per mare e per terra; garantire la corretta gestione delle tenute agricole regie (Capitulare de villis).

Politica culturale Carlo riconobbe l’importanza della cultura che cercò di favorire: accogliendo alla sua corte i dotti del tempo (Accademia Palatina guidata da Alcuino); fondando una Scuola Palatina per istruire i funzionari dello stato; tentando di restaurare la lingua latina; introducendo una nuova grafia più leggibile (“minuscola carolina”).

Deus caritas est et qui manet in caritate in Deo manet et Deus in eo. In hoc perfecta est caritas nobiscum ut fiduciam habea