Lezione 7 IL MERCATO DEL LAVORO Corso di Macroeconomia (L-Z) Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia
1.1. Occupazione, disoccupazione e partecipazione Forza lavoro: lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione Tasso di partecipazione: rapporto tra la forza lavoro e la popolazione civile in età lavorativa Tasso di disoccupazione: rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro
1.1. Occupazione, disoccupazione e partecipazione
2. La determinazione dei salari I lavoratori percepiscono solitamente un salario superiore al loro salario di riserva, cioè il salario che li rende indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati. I salari di solito dipendono dalle condizioni prevalenti sul mercato del lavoro: quanto più basso è il tasso di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari. Due linee interpretative: anche in assenza di contrattazione collettiva, (contrattazioni tra sindacati e imprese) i lavoratori hanno una certa forza contrattuale che usano per ottenere salari più elevati. le imprese stesse, per varie ragioni, possono voler pagare salari superiori a quello di riserva.
2.1. Contrattazione La forza contrattuale di un lavoratore dipende da: il costo, in caso di dimissioni, che l’impresa paga per sostituirlo; la difficoltà a trovare un nuovo lavoro. La forza contrattuale dipenderà: - dalla natura del lavoro; - dalle condizioni prevalenti sul mercato.
2.2. La teoria dei “salari di efficienza” Prescindendo dalla forza contrattuale dei lavoratori, le stesse imprese possono voler pagare un salario superiore a quello di riserva: - per avere lavoratori più produttivi, incentivati da una migliore remunerazione; - diminuire il tasso di avvicendamento dei lavoratori (turnover): la riduzione di turnover tende ad aumentare la produttività. Pagare un salario più elevato è quindi uno strumento di incentivazione dei lavoratori: gli economisti chiamato le teorie che legano la produttività o l’efficienza dei lavoratori al salario percepito teorie dei “salari di efficienza”.
2.2. La teoria dei “salari di efficienza” Come le teorie basate sulla contrattazione, le teorie dei salari di efficienza suggeriscono che i salari dipendono: dalla natura del lavoro; dalle condizioni del mercato del lavoro. Le imprese che considerano il morale e l’impegno dei lavoratori come elementi essenziali alla qualità del lavoro pagheranno di più. Il salario è influenzato anche dalle condizioni prevalenti sul mercato del lavoro: un elevato numero di posti di lavoro vacanti rende conveniente per i lavoratori dare le dimissioni.
2.3. Salari, prezzi e disoccupazione La precedente discussione sulla determinazione dei salari suggerisce un’equazione dei salari come segue: Dove il salario nominale aggregato, W, dipende da tre fattori: il livello atteso dei prezzi, Pe; il tasso di disoccupazione, u; una generica variabile, z, che rappresenta tutte le altre variabili che influenzano la determinazione dei salari.
2.3. Salari, prezzi e disoccupazione Livello atteso dei prezzi I salari sono fissati in termini nominali quando il livello dei prezzi non è ancora noto. Pe W Il tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione influenza negativamente il livello dei salari. Un tasso di disoccupazione elevato indebolisce il potere contrattuale dei lavoratori. u W
2.3. Salari, prezzi e disoccupazione Gli altri fattori, z Quali variabili? Indennità di disoccupazione Salario minimo Livello di protezione dei lavoratori Relazione positiva tra z e il livello dei salari z W
3. La determinazione dei prezzi I prezzi dipendono dai costi, che a loro volta dipendono dalla funzione di produzione - la relazione tra gli input impiegati e l’output prodotto. Assumiamo che le imprese producano beni usando un unico fattore produttivo, il lavoro: Dove Y è la produzione, N l’occupazione e A la produttività del lavoro. Assumiamo ora che A=1 (un lavoratore produce una unità di prodotto), la funzione di produzione diventa:
3. La determinazione dei prezzi Un modo semplice per definire come le imprese fissano i prezzi è rappresentato dalla seguente equazione: Dove è il ricarico del prezzo sul costo di produzione, indicato generalmente come markup. In concorrenza perfetta si ha che P = W, dunque = 0. Se le imprese hanno potere di mercato, sarà positivo e il prezzo P sarà superiore al costo W di un fattore uguale a (1+ ).
4.1. L’equazione dei salari Assumiamo che, nella determinazione dei salari, i salari nominali dipendano dal livello effettivo dei prezzi, P, piuttosto che dal livello atteso dei prezzi Pe. L’equazione dei salari diventa: Dividendo entrambi i lati per il livello dei prezzi, si ottiene: Quanto maggiore è il tasso di disoccupazione, tanto minore sarà il salario reale scelto da chi fissa i salari.
4.2. L’equazione dei prezzi L’equazione dei prezzi diventa: Invertendo entrambi i lati di questa equazione, si ottiene: Il salario reale fissato dalle imprese è una funzione delle decisioni di prezzo. Un aumento del markup fa aumentare i prezzi a parità di salari, facendo in tal modo diminuire il salario reale.
4.2. L’equazione dei prezzi Fig. 6.7. Le equazioni dei salari, dei prezzi e il tasso naturale di disoccupazione. Il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di disoccupazione tale per cui il salario reale scelto nella determinazione dei salari è uguale al salario reale che scaturisce dalla determinazione dei prezzi.
4.3. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Eliminando W/P dall’equazione dei salari e sostituendola nell’equazione dei prezzi otteniamo: Il tasso di disoccupazione di equilibrio, un, deve essere tale per cui il salario reale scelto nella determinazione dei salari sia uguale al salario reale derivante dalla fissazione dei prezzi ed è chiamato tasso naturale di disoccupazione.
4.3. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Fig. 6.8. Sussidi di disoccupazione e tasso naturale di disoccupazione. Un aumento dei sussidi di disoccupazione porta a un aumento del tasso naturale di disoccupazione.
4.3. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Fig. 6.9. Markup e tasso naturale di disoccupazione. Un aumento del markup provoca una riduzione del salario reale e un aumento del tasso naturale di disoccupazione.
4.3. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Fattori come i sussidi di disoccupazione e la legislazione antitrust riflettono caratteristiche della struttura dell’economia. Ecco perché il termine migliore per il tasso naturale di disoccupazione potrebbe essere tasso strutturale di disoccupazione.
4.4. Dalla disoccupazione all’occupazione Sia U la disoccupazione, N l’occupazione e L la forza lavoro, allora: Se l’occupazione in funzione della forza lavoro e del tasso di disoccupazione è: Allora il livello naturale di occupazione sarà:
4.5. Dall’occupazione alla produzione Se il livello di produzione naturale si raggiunge quando l’occupazione è pari al suo livello naturale, è dato da: Usando le equazioni appena derivate, il livello naturale di produzione è definito implicitamente da:
4.5. Dall’occupazione alla produzione Se il livello di produzione naturale si raggiunge quando l’occupazione è pari al suo livello naturale, è dato da: Usando le equazioni appena derivate, il livello naturale di produzione è definito implicitamente da:
4.5. Dall’occupazione alla produzione Il salario reale risultante dal processo di determinazione dei salari è una funzione decrescente del tasso di disoccupazione Il salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi è costante L’equilibrio sul mercato del lavoro richiede che il salario reale sia scelto nella determinazione dei salari sia uguale al salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi e ciò determina il tasso di disoccupazione di equilibrio Questo tasso di disoccupazione è noto come tasso naturale di disoccupazione Associato al tasso naturale di disoccupazione sono il livello naturale di occupazione e di produzione