Definizioni di turismo L’insieme dei rapporti e dei fenomeni che risultano dal viaggio e dal soggiorno di persone non residenti, purché il loro trasferimento non dia luogo a insediamento e non sia legato ad alcuna attività lucrativa principale (W. Hunziker e K. Krapf) Lo spostamento dal luogo di abituale residenza in uno o più luoghi di temporaneo soggiorno, al fine di soddisfare determinati bisogni di diporto, con conseguente trasferimento di redditi a puro scopo di consumo (A. Bertolino)
Turismo attivo Dipende dalle caratteristiche demografiche e socio-economiche dell’area di origine dei flussi turistici: età, sesso, stato di salute livello reddituale orientamenti socio-politici livello di urbanizzazione livello culturale
Turismo proprio e improprio Turismo proprio: spostamento dal luogo di abituale residenza per diporto o per motivi culturali che dà luogo a uno o più pernottamenti Turismo improprio: il “fare turismo” per motivi diversi da quelli puramente ricreativi e diportistici Escursionismo: spostamento che non dà luogo a pernottamenti, esaurendosi in un tempo inferiore alla giornata
Il turismo proprio può essere distinto in varie tipologie in base a : Motivazioni Caratteristiche temporali Caratteristiche dei soggetti interessati e delle modalità di organizzazione Posizione geografica della meta rispetto alla località di origine Modalità di spostamento e di trasporto Caratteristiche delle attrezzature ricettive
Le motivazioni del turismo L’agire turistico è dato da una istanza interiore che spinge l’uomo a lasciare i luoghi noti, di abituale residenza, per cercare un Altrove, eccezionale perché inconsueto e lontano, che permetta di cambiare il registro esistenziale della propria esperienza. Dunque motivazioni psicologiche, per soddisfare una pluralità di bisogni, congiuntamente o disgiuntamente: recupero e rigenerazione; compensazione e integrazione sociale; fuga; comunicazione; libertà e autodeterminazione, autorealizzazione e felicità; curiosità e interesse per il resto del mondo. Cohen: 5 generi di vacanza (ricreativo, diversivo, esperienziale, sperimentale, esistenziale) Radzik: 4 motivazioni di base (natura, cultura, divertimento, rapporti sociali)
Motivazioni - tipologie Turismo naturalistico Turismo climatico Turismo balneare Turismo montano Turismo lacuale Turismo rurale Turismo sportivo Turismo culturale (archeologico, d’arte, spettacoli e eventi, “ricordo”) e para-culturale (parchi d’animazione, “giardini”, cimiteri) Turismo religioso Turismo enogastronomico
Caratteristiche temporali Turismo di breve periodo Vacanza Turismo stanziale o soggiorno Turismo estivo Turismo invernale Week-end Alta, media e bassa stagione
Modalità di organizzazione Soggetti interessati Turismo individuale o auto-organizzato Turismo organizzato Turismo elitario Turismo di massa Turismo giovanile Turismo di famiglia Turismo della terza età
Tipologie di turisti Modello di Plog Individui psicocentrici (mete prossime, turismo di massa) Individui allocentrici (mete lontane ed esotiche, turismo “avventura”) Turisti istituzionalizzati Turisti non istituzionalizzati (esploratori, girovaghi)
Turismo improprio Turismo per motivi di salute Termalismo Turismo congressuale Turismo d’affari e di servizio Turismo per motivi familiari Turismo scientifico e di ricerca Turismo di studio Turismo per partecipazione ad eventi
Turismo passivo o ricettivo Luoghi del turismo (stazioni-località-nuclei-centri) Tipologie dei centri turistici Attrezzature turistiche Movimento turistico Regioni turistiche
Centri turistici - tipologie Monofunzionali (specializzati) – polifunzionali Monostagionali – bistagionali Centri di turismo alberghiero – extra-alberghiero – residenziale Macro-meso-micro stazioni Costieri – interni Di transito – di soggiorno
La regione turistica Una regione turistica è un’area capace di attrarre flussi costanti e periodici e in cui l’organizzazione del territorio è funzionale al soddisfacimento delle esigenze ricreative e culturali dei fruitori La configurazione turistica di una regione risulta sempre legata alla sua storia evolutiva, oltre che all’assetto paesaggistico e geomorfologico del territorio
Tipologie di regione turistica potenziale: sono presenti attrattive culturali e paesaggistiche in grado di attirare flussi turistici se valorizzate in espansione: si registra una costante espansione della domanda che permette un accrescimento dell’offerta, sia in termini qualitativi che tipologici mature: la domanda aumenta ma con tasso decrescente e si stabilizza la composizione tipologica dei flussi sature: le capacità di carico del territorio e del sistema di accoglienza sono superate, diminuisce l’attrattività della regione e si verifica una dequalificazione dei flussi e dell’immagine in declino: si registrano una flessione accentuata della domanda e una dequalificazione dell’offerta
Gli elementi dell’attrattività turistica la presenza di risorse turistiche la fruibilità delle risorse turistiche l’accessibilità da parte dei flussi turistici l’immagine complessiva della regione
Per “risorsa turistica” si intende qualsiasi elemento territoriale, sia esso naturale o antropico, in grado di attirare un flusso turistico. Se ne possono individuare almeno 3: il contesto naturale, ambientale e paesaggistico il patrimonio storico-culturale le strutture complementari di natura ricreativa, ludica e di svago
Interpretazione: percepire la risorsa turistica come tale e individuare le linee di gestione della stessa Presentazione: informare i visitatori, attraverso strumenti mediatici, dell’esistenza e delle caratteristiche della risorsa turistica
Forme di integrazione dell’offerta turistico-ricettiva Verticale (ad es. tour operator) Orizzontale (catene alberghiere franchising o corporate) Sistemica (comprensori, consorzi turistici, sistemi turistici locali)
La capacità di carico turistico La capacità di carico di una regione turistica può essere definita come il massimo numero di persone che possono utilizzare la regione medesima senza provocare un’alterazione dell’ambiente fisico, culturale e socio-economico, o un forte declino nella qualità del vissuto. Due sono quindi i punti di vista dai quali analizzare la c.d.c.: Dal punto di vista del turismo passivo (ambiente fisico, culturale, socio-economico): la c.d.c. rappresenta il massimo numero di turisti che l’area può ospitare senza che ne risulti un danno all’ambiente fisico o un impoverimento delle peculiarità socio-culturali ed economiche della comunità locale; Dal punto di vista del turismo attivo (il turista e l’immagine turistica della regione): la c.d.c. è il numero di visitatori compatibile con l’immagine del prodotto turistico e con il tipo di esperienza ambientale e culturale che i turisti cercano. Il calcolo della capacità di carico di un’area turistica rappresenta, quindi, uno strumento per valutare i termini entro i quali lo sviluppo turistico può progredire senza distruggere le risorse stesse da cui esso dipende, garantendo, nel contempo, la soddisfazione degli obiettivi dell’industria turistica, dei turisti e, ovviamente, della popolazione locale.
DEFINIZIONE DELLA CAPACITA’ DI CARICO turismo passivo turismo attivo Fisica livelli accettabili di congestione; basso impatto visivo dell’edificato; tutela di flora e fauna; Livelli accettabili di rumore e di inquinamento; sufficiente capacità di smaltimento rifiuti. bassa congestione; attrattività del paesaggio; preservazione ecosistema; generale pulizia; basso livello di inquinamento. Economica Livello che garantisca profitti senza distorsioni o inflazione; Livello adeguato di occupazione Costo della vacanza in rapporto all’esperienza vissuta. Socioculturale Livello che non danneggi lo stile di vita, la cultura locale; Livello che tuteli il patrimonio storico-artistico. Tradizioni Qualità artigianato Qualità enogastronomica Infrastrutturale Rete di trasporto Reti idrica, elettrica ecc. Alloggi, salute, sicurezza Standard accettabili di servizi di trasporto e di infrastrutture in genere.
METODI PER FAR FRONTE ALLA SATURAZIONE Incrementare la capacità Espandere la capacità dei servizi di pubblica utilità Espandere la capacità dei servizi di trasporto pubblico e infrastrutture Creare nuovi percorsi e migliorare quelli esistenti Distribuire opuscoli per sensibilizzare i turisti Incoraggiare la popolazione locale a partecipare al turismo Limitare la pressione Localizzare le attrazioni ad alto utilizzo vicino ai punti di accesso per ridurre la domanda di trasporto Disperdere le attrazioni turistiche per limitare la congestione Sviluppare e promuovere nuovi centri di attrazione Ridurre la stagionalità (politiche di prezzo) Limitare l’accesso Prezzi maggiori per gli alloggi turistici o per i biglietti Proibire la costruzione di nuove infrastrutture Stabilire un numero massimo di alloggi nell’area Limitare i parcheggi e la disponibilità di posti Pedonalizzare i centri Numero massimo di persone che possono accedere in un determinato luogo di interesse turistico Chiudere alcuni luoghi (aree ecologicamente sensibili) in determinati periodi
“Soft tourism” Tasso di crescita lento Controllo sui flussi turistici Imprese turistiche di piccole dimensioni Aree marginali per il turismo, da valorizzare o da riqualificare
“special interest tourism” 20% dei viaggi internazionali tasso di crescita medio annuo del 4,2% passaggio dal paradigma delle 4S (turismo “fordista”) a quello delle 4E (turismo “post-fordista”)
Il turismo come esperienza esistenziale Fare turismo è un modo di svagarsi, ma anche di apprendere, giudicare, appropriarsi di ciò che si incontra, riconoscere l’esistenza e l’importanza di altre realtà, di altri paesaggi, altre civiltà antiche e moderne. E’ anche un modo per confrontarsi con il resto del mondo, cercando di comunicare con esso e di capirlo. Viaggiare è entrare dentro una realtà diversa, fisica e umana, di cui sperimentare in prima persona i caratteri e la storia. Guardare è anche capire che ciò che si vede non ha uno solo, ma mille volti. Giacomo Corna Pellegrini
Il turismo come esperienza culturale Il viaggio permette ai suoi fruitori di entrare in una realtà, fisica e umana, della quale sperimentare i caratteri e la storia. Il viaggio è, dunque, un fatto di cultura: dei popoli e degli ambienti che si incontrano si coglie la complessità dei quadri territoriali e culturali, la ricchezza di elementi, la varietà antropica e naturalistica, le relazioni. In questa prospettiva, il turismo rappresenta uno strumento per capire, indagare e interpretare - prima, durante e dopo il viaggio - il territorio e la cultura in esso presente.
Definizione “geografica” di cultura Distribuzione geografica e diffusione territoriale di lingue, religioni, tradizioni, costumi, usi alimentari, tipologie edilizie, modi di coltivare e produrre Permanenza nei luoghi dei segni di antiche civiltà, di momenti significativi della storia di uomini e popoli Somma delle interpretazioni che le caratteristiche naturali e antropiche hanno suggerito a quanti in quei luoghi hanno soggiornato o per quei luoghi sono transitati
Definizione di turismo culturale “Cultural tourism is the movement of persons for essential cultural motivations such as study tours, performing arts and cultural tours, travel to festivals and other cultural events, visits to sites and monuments, travel to study nature, folklore and art, and pilgrimages” (WTO, 1985)
Tipologie di fruizione per il turismo culturale tradizionale: è quella del visitatore delle città d’arte, con una permanenza di 2/3 notti nella località e soggiorno in albergo, con visita alle attrazioni artistiche, ai musei, ecc., generalmente all’interno di percorsi classici “di rimbalzo”: rappresenta la modalità di fruizione culturale attuata da turisti che si trovano nell’area per motivi non strettamente culturali (lavoro, vacanza balneare, ecc.) e quindi dà luogo spesso ad escursionismo “ad hoc”: è legata ad una motivazione precisa ed alla possibilità di godere di una attrazione specifica (evento, mostra temporanea, festival, ecc.) etnoturistica: si caratterizza per l’attenzione ad elementi di cultura popolare, folklore, ecc., spesso di paesi extra-europei di studio: è quella effettuata in concomitanza di viaggi di istruzione, oppure da studiosi che fanno delle attrazioni culturali l’oggetto del loro lavoro o studio “di atmosfera”: tipica di chi apprezza l’ambiente, l’urbanistica, l’incontro con la popolazione locale, lo shopping, la possibilità di vivere una esperienza coinvolgente, anche restando al di fuori di monumenti e musei
Il paesaggio culturale Il paesaggio è l’ipostasi della storia nel territorio, ne rivela la complessa fisionomia e consente di riconoscere e interpretare i segni della natura, degli uomini e delle loro interrelazioni. Un paesaggio diventa culturale quando riesce a metabolizzare nella sua essenza un valore simbolico, diventando il palinsesto sedimentato e complesso dell’identità culturale di un popolo. Ogni cultura instaura un rapporto con la natura, creando luoghi con specifici caratteri, che divengono specchio della società che li ha creati. Nel paesaggio culturale sono individuabili i mutamenti sociali, il modificarsi dei modi dell’abitare, di produzione, delle forme urbane, delle attività economiche. Un paesaggio è quindi il prodotto di una determinata cultura in un determinato luogo. “Piuttosto che essere un contrappunto di dettagli pittoreschi, il paesaggio è un insieme: una convergenza, un momento vissuto” (Eric Dardel, 1952)
Il paesaggio è una qualità del territorio e anche una risorsa: come la fertilità del terreno, la presenza d’acqua, d’una miniera o d’un pozzo di petrolio. Alcuni paesaggi divengono l’emblema di piccoli spazi. Altri si diffondono sull’intera faccia del globo. Ogni paesaggio, esteso o angusto, racchiude capitoli e frammenti della lunga storia della natura e della breve storia dell’uomo. Ma è grazie all’uomo che il paesaggio diventa tale, acquista la sua essenza di qualità e di risorsa di un territorio. Come ogni risorsa, il paesaggio – inteso come “materia prima” - ha bisogno che ci sia qualcuno che lo scopra, che ne descriva le peculiarità, che lo metta in valore. Il turismo, più di ogni altra attività umana, trasforma questa “materia prima” in “risorsa economica”. L’individuazione e la tutela dei paesaggi sono il presupposto per la felice esplicazione dell’uso turistico di un territorio.
Il concetto di bene culturale Il concetto di bene culturale, nell’accezione attuale, comprende i beni di interesse non solo archeologico, storico, artistico, archivistico e librario, ma anche ambientale e paesaggistico Il paesaggio è quindi da considerare un bene culturale e gli elementi naturali, qualora acquisiscano la funzione di spazio vissuto e di simbolo identitario, rientrano nel patrimonio culturale di un luogo
Marketing dei beni culturali Perché si determini turismo, sul piano del marketing territoriale, è necessario che il bene culturale: sia capito e concepito prima di tutto dai residenti sia conosciuto e diventi un “prodotto”