LA VALUTAZIONE DEL CASO. La valutazione come funzione del sistema percettivo Insieme di variabili psicofisiche e culturali che consentono di entrare in.

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LA VALUTAZIONE DEL CASO

La valutazione come funzione del sistema percettivo Insieme di variabili psicofisiche e culturali che consentono di entrare in relazione con l’ambiente, di coglierne i segnali e di attribuire loro dei significati

minaccia minaccia LEGGERE LA REALTA’: non minaccia neutra neutra * attenzione meccanismi * attenzione meccanismi ATTRAVERSO : * percezione di psicofisici segnali *attribuzione di *attribuzione di significati ai variabili significati ai variabili segnali culturali segnali culturali

L’assistente sociale valuta la persona nella sua globalità; nei suoi rapporti interpersonali; nelle sue relazioni con l’ambiente sociale; nella situazione che sta vivendo e che lo ha portato a chiedere aiuto.

Complessita’ e globalita’ multidimensionalita’ personalizzazione dell’intervento limitazione ed incertezza delle risorse pluralita’ di soggetti sociali controllo delle variabili spazi di ricomposizione

L’assessment sociale Formulare ipotesi sul funzionamento relazionale del sistema utente. Definire obiettivi di cambiamento ed ipotesi di intervento, tenendo conto delle risorse disponibili.

La valutazione, secondo l'ottica sistemica dovrà essere costruita collegando le informazioni raccolte in maniera circolare, evidenziando le reciproche influenze tra i sistemi coinvolti nel problema.

Attenzioni particolari Il problema non può essere considerato come "proprietà" o attributo di quel singolo utente non si deve prescindere dal considerare il contesto come elemento significativo sia nel favorirne la comprensione che nell'individuare le possibili strategie di intervento.

considerare con attenzione la complessità dei problemi e delle situazioni tenendo presente che la loro origine non è mai in singoli fattori collegati da una relazione lineare di causa-effetto.

Una valutazione, orientata in senso ecosistemico, consente di non dover scegliere tra un'impostazione centrata prevalentemente sull'individuo e un'altra centrata prevalentemente sull'azione sociale, in quanto vede una complementarità, nella prassi, di questi due obiettivi.

chi ha definito questa condizione, è una percezione/convinzione della famiglia stessa, è il contesto sociale a definirla tale, vi è un etichettamento formale (es. invio del TM), o è lo stesso operatore ad aver connotato la situazione come tale fin dal primo incontro;

quali sono le aree in cui tale condizione si rende visibile, esplicita; che cosa impedisce il buon funzionamento (la patologia presente nel singolo, nelle relazioni, il contesto sociale in cui è inserita, la cronicità in cui è scivolata….)

quali sono i meccanismi che consentirebbero alla famiglia di funzionare bene; su quali aspetti si può far leva; chi può essere risorsa dentro la famiglia o nei sistemi significativi in cui è inserita;

attraverso quali fasi e tappe si può ottenere il buon funzionamento; quanto questi passaggi sono coerenti con le risorse ed il sistema di significati della famiglia; come agganciare il sistema per entrare in un accoppiamento comunicativo

L'ipotesi di vautazione la storia del sistema, compiendo quell'operazione che Bowen (in Haley, 1980) ha definito "far parlare il calendario" ; la storia del problema letto in relazione agli adattamenti operati dal sistema quando questo è emerso

l’eventuale storia di relazione tra la famiglia e i servizi, visti come agenzie alle quali il sistema si è rivolto, senza successo, per risolvere il problema.