Militanza e costruzione dell’identità

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Militanza e costruzione dell’identità

Prima della teoria sui NMS il cast dei movimenti sociali, versione «mobilitazione delle risorse», era povero di personaggi Nelle teorie più aggiornate, vengono definite le diverse figure che intervengono nei movimenti e viene evidenziata la dimensione di senso nell’impegno, il modo in cui quest’ultimo si traduce in costituzione di un’identità personale e collettiva insieme

Un approccio sociologico alla militanza La sociologia politica privilegia due campi: l’impegno nei partiti politici meno interesse per gli impegni di tipo associazionistico

Determinanti e ricompense della militanza Nella «mobilitazione delle risorse» si parla di probabilità di sviluppo delle energie militanti ma non viene spiegato perché certi militano mentre altri restano passivi McAdam: Più un individuo è già in contatto con persone coinvolte nell’attività militante, più la sua situazione personale minimizza le costrizioni personali e familiari, più i suoi progetti d’impegno ricevono l’avallo di chi gli è affettivamente più vicino, più s’accresce la probabilità di vederlo militare. Il sostegno da parte delle persone intime e la presenza di amici in un movimento sociale sono potenti fattori di spiegazione del reclutamento

Incentivi selettivi Garantiti da un partito (Gaxie): Posti di responsabilità Impieghi permanenti Acquisizione di una cultura, di un capitale sociale che può essere speso professionalmente Posizioni di visibilità in quanto esperto d’organizzazione

Altri incentivi selettivi L’emozione che può dare la tensione per l’attacchinaggio in periodo elettorale; Il calore del dopo-riunione Il sentimento gratificante di partecipare ad una giusta causa Appartenere a una grande famiglia che dà senso a tutti gli aspetti della vita sociale

L’effetto «surrigeneratore» Certe strutture mobilitanti producono tanto più combustibile di quanto ne consumano (Gaxie) Tale metafora costituisce una smentita empirica alle analisi fondate sull’idea di un calcolo negli investimenti militanti. Un’organizzazione di massa basata sulla militanza non può sopravvivere se non funzionando in modo continuato a un ritmo molto prossimo a quello che sarebbe necessario tenere nei momenti di massima tensione

L’effetto «surrigeneratore» non può essere applicato senza distinzioni a qualunque movimento sociale. Le organizzazioni rivoluzionarie, le sette, i movimenti millenaristi, sono terreno privilegiato di applicazione dell’effetto surrigeneratore (ma a livello individuale raramente l’effetto riesce a perpetuarsi indefinitamente) Siamo di fronte ad un altro tipo di militanza nelle affiliazioni motivate dalla ricerca di prestazioni di un servizio

Le identità militanti I movimenti sociali sono anche movimenti privilegiati di costruzione e rafforzamento delle identità L’identità è anche il frutto di un’incessante opera di negoziazione fra gli atti di attribuzione, cioè i principi di identificazione che vengono dagli altri, e gli atti di appartenenza, che servono ad esprimere l’identità per sé, cioè le categorie entro le quali l’individuo desidera essere percepito. L’azione di protesta rappresenta il terreno d’elezione per questo lavoro identitario Identità individuale e identità collettiva non costituiscono a priori due categorie antagoniste. La partecipazione al collettivo offre all’individuo la possibilità di rivendicare appartenenza

Mobilitazioni identitarie La dimensione identitaria assume una posizione eminente in una serie di mobilitazioni specifiche, obbligando così ad associare al termine di «retribuzione della militanza», un’accezione più ampia, che inglobi valori diversi come la stima di sé, il senso della propria dignità e sensazioni gratificanti di vario genere

Movimenti di status In queste mobilitazioni, la posta consiste nel preservare, nel consolidare lo staus sociale di un gruppo, cioè il suo prestigio, la stima che esso reputa di meritare

Calcolo degli incentivi Le varie situazioni presenti nei movimenti pongono la questione della valutazione degli incentivi, a volte calcolo dei vantaggi materiali, altre volte motivazioni più disinteressate Il criterio dell’azione ragionevole, l’azione che può essere presentata, dai partecipanti o da chi la studia, in base a ragioni.