I tratti di personalità Modelli stabili e coerenti di sentire, pensare, comportarsi Disposizione particolare della persona che si traduce nel suo modo di comportarsi ORGANIZZAZIONE GERARCHICA (reazioni specifiche, reazioni abituali, tratti, superfattori)
Gordon Allport (1) Le unità strutturali della personalità sono i tratti I tratti sono disposizioni generali che spiegano la regolarità del funzionamento individuale I tratti sono differenti dagli stati e dalle attività Sono identificati dalla frequenza, dall’intensità e dalla gamma di situazioni in cui si esprimono. La frequenza di espressione dipende in una certa misura anche dalla situazione. I trattii si dividono in: cardinali, centrali e disposizioni secondarie
Gordon Allport (2) Il concetto di AUTONOMIA FUNZIONALE Le motivazioni dell’adulto si autonomizzano rispetto a quelle del bambino La psicologia dell’adulto è del tutto indipendente da quella del bambino che è stato Allo stesso modo, la psicopatologia non può servire a comprendere la psicologia del “normale”
Gordon Allport (3) Psicologia dell’individuo Sviluppi di ricerca che hanno condotto alla differenziazione fra scelta delle situazioni e reazione alle situazioni Visione olistica vs. visione monistica Ricerca idiografica e confronti individuali Nessuna ricerca su tratti specifici
Hans Eysenck (1) Nato in Germania nel 1916, trasferitosi in Inghilterra Influenze teoriche: Statistica e psicometria, Jung e Kretschmer, ricerche sull’ereditarietà di Burt, teorie dell’apprendimento (Pavlov, Hull)
L’analisi fattoriale E’ la base metodologica e statistica per la determinazione dei tratti Consiste nel raggruppare insiemi gruppi o “clusters” di particolari items che “covarino”, ossia che si modifichino insieme. Essi allora hanno meccanismi comuni sottostanti e riguardano un certo “fattore” della personalità. Fattori vs. superfattori
Hans Eysenck (2) Individuò tre grandi dimensioni di base: a) ESTROVERSIONE - INTROVERSIONE b) NEVROTICISMO (instabilità emotiva) c) PSICOTICISMO (introdotto più tardi) Transculturalità ed ereditarietà (studi sui gemelli di Plomin) come dimostrazione dell’importanza di tali dimensioni: secondo Eysenck, i tratti di personalità sono spiegati per due terzi da una componente genetica Sono misurate con questionari ad hoc
Strumenti per la misurazione dei superfattori Maudsley personality Inventory Eysenck Personality Inventory Eysenck Personality Questionnaire Misure psicofisiologiche Lemon Drop Test
Estroversi vs. introversi Peggiore rendimento scolastico, più frequenti ritiri accademici, ma meno frequenti ritiri da psicopatologia Più estesa rete relazionale, maggiore attività sessuale Differente tipo di umorismo Maggiore suggestionabilità Diversi indici di funzionamento biologico (EEG,ECG, ghiandole endocrine)
Il nevroticismo Labilità emotiva accompagnata da frequenti ansie, sia esperite psichicamente che somatizzate Anche per i nevrotici, ipotesi di una base biologica ereditariamente trasmessa, consistente in una troppo rapida e duratura risposta allo stress
Pazienti nevrotici Elevato punteggio di nevroticismo e basso punteggio di estroversione Pazienti antisociali Punteggio alto di nevroticismo, estroversione e psicoticismo
Il cambiamento terapeutico secondo Eysenck La componente genetica, per quanto importante, è “smussabile” Il tentativo è quello di: evitare situazioni traumatiche, destrutturare risposte di paura apprese, acquisire nuove strategie sociali
Eysenck e psicoanalisi Psicoanalisi “non scientifica” Dimensioni separate per i disturbi nevrotici e psicotici Il comportamento anormale rappresenta risposte apprese non adattive più che l’espressione di conflitti inconsci Psicoterapie basate sull’apprendimento
Punti di forza e limiti della teoria di Eysenck Buon compromesso fra ricerca sperimentale e correlazionale Estremo rigore nella messa a punto degli strumenti Teoria esaustiva tuttavia Troppe poche dimensioni per spiegare la personalità !