SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO

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SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO A.MONGILI -CORSO DI SOCIOLOGIA- 2000-2001 SOCIOLOGIA GENERALE I E II MODULO I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint. Per accedere ai testi di tutti gli altri lucidi, aprite il file Lucidi Word. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile Materiale non divulgabile: uso esclusivamente didattico

Materiale didattico non divulgabile Sociologia una disciplina che studia la vita sociale degli individui, dei gruppi e delle intere società. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Sociologia Fornisce dei fenomeni sociali rappresentazioni verificabili Si oppone al senso comune Contribuisce, a sua volta, alla formazione di credenze di senso comune. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Sociologia La sociologia studia le interazioni sociali strutturate in istituzioni sociali Le istituzioni sociali sono sistemi di comportamento strutturati, stabili I sistemi di comportamento degli individui sono condizionati da fattori sociali esterni alla sua volontà. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Sociologia La sociologia studia infine l’azione umana, dei singoli o dei gruppi, con significato sociale. UNO PER L’ALTRO, CON L’ALTRO E CONTRO L’ALTRO L’azione sociale è comprensibile mettendoci nei panni di chi la compie, ovvero chiarendone il significato per chi le compie. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PARADIGMA CAUSALE EMILE DURKHEIM (1858-1917) Il fatto sociale come elemento di scientificità della sociologia. Le istituzioni sociali corrispondono per la sociologia ai fenomeni naturali per la scienza. Fatti sociali=cose. Ovvero la vita sociale può essere analizzata con rigore scientifico. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PARADIGMA DELL’AZIONE Max Weber (1864-1920) A.MONGILI -CORSO DI SOCIOLOGIA- 2000-2001 IL PARADIGMA DELL’AZIONE Max Weber (1864-1920) Rispetto a Durkheim e a Marx, Weber si rifiuta di considerare i fenomeni sociali come FATTI e dati. Ai fenomeni sociali sono attribuiti SIGNIFICATI da parte dei membri delle società, che ne determinano il valore ai loro occhi e che orientano il COMPORTAMENTO dei membri nei loro confronti. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile Materiale non divulgabile: uso esclusivamente didattico

IL PARADIGMA DELL’AZIONE Max Weber (1864-1920) L’immaterialità dei rapporti sociali porta ad escludere che lo studio della società possa essere quindi equiparato allo studio degli insetti. Nel nostro caso non vi sono dati certi, ma basi materiali e mondi di significato che non è possibile uniformare. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LA MODERNITÀ Nascita del capitalismo Lo Stato moderno Razionalizzazione e disincanto del mondo Differenziazione ed autonomizzazione delle sfere della vita sociale (Stato, economia, religione, cultura, ecc.) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

KARL MARX (1818-1883) Il modo di produzione capitalistico FORZE PRODUTTIVE  forme di divisione del lavoro. RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE  forme di proprietà e rapporti di classe dominanti all’interno del modo di produzione. Le contraddizioni fra forze produttive e rapporti di produzione si incarnano in classi sociali antagonistiche. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

KARL MARX (1818-1883) Il modo di produzione capitalistico I modi di produzione si succedono l’uno all’altro sulla base del superamento delle contraddizioni interne fra forze produttive e rapporti sociali di produzione. LA LOTTA DI CLASSE è quindi il motore della storia. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

WERNER SOMBART (1863-1941) IL CAPITALISMO MODERNO (1902) Economia monetaria di scambio  tipo dominante di transazione economica. Non più accumulo di ricchezze, ma profitto e suo reinvestimento nell’impresa. Organizzazione razionale dell’impresa  connessione industria/tecnologia/scienza. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MAX WEBER (1864-1929) L’ORIGINE DEL CAPITALISMO NASCITA DELL’IMPRESA NASCITA DELLA CONTABILITÀ RAZIONALE NASCITA DELLA POLITICA ECONOMICA DEGLI STATI MODERNI ETHOS RAZIONALE NELLA CONDOTTA DI VITA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ: LA CRISI DELL’AGRICOLTURA FEUDALE RIVOLUZIONE NELLE CAMPAGNE. PROVATIZZAZIONE DELLE TERRE COMUNI (ENCLOSURES ACTS, EDITTO DELLE CHIUDENDE, 1830). “ESPULSIONE” DEI CONTADINI DALLE CAMPAGNE. UOMINI NUOVI E LAVORO SALARIATO. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ: MERCANTILISMO E CAPITALISMO MERCATO MONDIALE DELLE MERCI  CAPITALISMO: (tesi di Braudel, Pirenne, Wallerstein)  Sfera della circolazione. NASCITA DELLA FABBRICA E DELLA PRODUZIONE MANIFATTURIERA  CAPITALISMO: (tesi di Dobb e Marx)  Sfera della produzione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ: LO STATO MODERNO MONOPOLIO DELLA FORZA LEGITTIMA, XVII-XVIII secc.  Paesi privi di tradizioni comunali. MONOPOLIO FISCALE DELLO STATO  necessità di finanziare le armate e di un flusso finanziario costante. MONOPOLIO DEL CONIO. MONOPOLIO DELL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA  nascita del diritto razionale A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ: DALLO STATO ASSOLUTISTA ALLO STATO DI DIRITTO Ascesa della borghesia. Nascita del mercato e del capitalismo. Nascita della burocrazia statale. Riforma protestante. Illuminismo. LE RIVOLUZIONI INGLESE, AMERICANA E FRANCESE TRASFORMANO LO STATO ASSOLUTISTA IN STATO DI DIRITTO Dal potere tradizionale al potere legale-razionale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ALL’ORIGINE DELLA MODERNITÀ: LO STATO DI DIRITTO Uguaglianza giuridica formale. NORME OGGETTIVE formali. Le costituzioni vincolano la sovranità degli Stati, derivante dal popolo. Suddito  cittadino: i diritti di cittadinanza riconosciuti agli individui in quanto membri del popolo. Il cittadino è sottoposto ai comandi della legge e non di una persona. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile L’ETHOS RAZIONALE Max Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) Gestione razionale dell’impresa (contabilità razionale, bilancio). Redditività invece che rendita feudale. Rottura con lo stile di vita dell’aristocrazia, ostilità verso l’ostentazione e lo spreco. Ideale di vita sobria, lavoro come preghiera. Ascesi intramondana: interpretazione puritana della dottrina calvinista della predestinazione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile CALVINISMO E BORGHESIA Max Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) La Bibbia di Lutero: mela’kah come Beruf. Giovanni Calvino (1509-1564): la dottrina della predestinazione. Dio è ineffabile, il suo disegno oscuro, le opere di bontà sono peccato di superbia. Dottrina della grazia: l’uomo è indegno (peccato originale), la grazia è concessa solo agli eletti, e ab aeterno, a prescindere dalle opere. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile CALVINISMO E BORGHESIA Max Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) Cristo è morto solo per gli eletti. Segno della grazia è una vita retta: per i cristiani riformati (calvinisti) è peccato dubitare dell’elezione. Cento anni dopo Calvino, i calvinisti inglesi (puritani) RADICALIZZANO e ADATTANO il calvinismo. Memento: il Cristianesimo comprende il Cattolicesimo, l’Ortodossia, le Chiese d’Oriente (Monofisiti Armeni e Siriaci, Nestoriani, Copti egiziani e etiopi) e il PROTESTANTESIMO: i Luterani (Evangelici) vanno distinti dai Calvinisti (Riformati) e dagli Anglicani (Episcopali). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I PURITANI Max Weber [pron.: Veber]: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905) Solitudine e incertezza del calvinista. La setta puritana: controllo sociale sui comportamenti: finisce la doppia morale. Non è più la dottrina ma il comportamento a ‘fare’ il cristiano. Retto comportamento: Lavoro, studio e riflessione sulla Scrittura La ricchezza: segno della grazia divina. Effetto di composizione: modelli di comportamento indipendenti dalla matrice religiosa, e legittimati su base utilitaristica e razionale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA CULTURA DELLA MODERNITÀ: L’INDIVIDUALISMO Vale l’individuo con le sue capacità e non la persona con le sue appartenenze (status acquisiti > status ascritti). L’individuo è inteso come padrone delle sue scelte. Religiosità interiore, privata, slegata dai dogmi (Riforma protestante). Diritto naturale > gli uomini nascono liberi e uguali (vs. diritti connaturati soprannaturale e positivo). PROTAGONISTI: l’imprenditore e il cittadino. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA CULTURA DELLA MODERNITÀ: IL RAZIONALISMO LA RAGIONE: facoltà più nobile dell’uomo. Usando la ragione si accede alla verità. La ragione è lo strumento attraverso il quale l’uomo governa la sua vita e il suo destino. RAZIONALIZZAZIONE degli ordinamenti (strutture sociali) e dei comportamenti (azione sociale). La razionalità strumentale diventa la forma legittima e superiore di razionalità A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA CULTURA DELLA MODERNITÀ: IL DISINCANTO RISPETTO AL MONDO Le radici dell’Occidente: Atene e Gerusalemme. Il sacro è totalmente trascendente: si nega la magia. Il mondo e la natura > realtà oggettiva. Governare gli eventi: tecnica e previsione. La vita è immersa nel progresso e nell’infinito, la morte perde significato (Lev Tolstòj, La morte di Ivàn Il’ìč). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE O MODERNIZZAZIONE Relazioni impersonali (“di lavoro”), uso della conoscenza (intellettualizzazione) in contesti sempre più ampi. L’azione razionale rispetto allo scopo (razionalità strumentale) in ambiti sempre maggiori. Diffusione di ordinamenti razionali in tutta la società, ma anche in società caratterizzate dal dominio di comportamenti tradizionali. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MODERNITÀ vs. TRADIZIONE: I MODELLI DICOTOMICI Henry James Sumner MAINE: Ancient Law (1861). Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). Ferdinand TÖNNIES: Gemeinschaft und Gesellschaft (1887). Talcott PARSONS: lo schema delle pattern variables (1951). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Henry James Sumner MAINE: Ancient Law (1861). Le leggi di Maine Le società premoderne: lo STATUS (ascritto) determina privilegi e obblighi della persone appartenenti al gruppo. Le società moderne: il CONTRATTO liberamente assunto determina i diritti e i doveri degli individui. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). Solidarietà meccanica e organica. Cambia il fondamento della solidarietà (coesione sociale). Divisione del lavoro e individualismo: crisi di norme e valori condivisi. La società moderna rimane però un insieme stabile e l’anomia è limitata. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Émile DURKHEIM: De la division du travail social (1893). Solidarietà meccanica e organica. Società premoderna Piccoli gruppi: scarsa densità di scambi. Scarsa divisione del lavoro. Unità sociali simili: famiglia, clan, tribù. Unità di valori e norme condivisi (CULTURA). SOLIDARIETÀ MECCANICA Società moderna Grandi gruppi: grande densità di scambi. Divisione del lavoro: funzioni differenziate. Differenziazione, interdipendenza, INDIVIDUALIZZAZIONE. “La legge è uguale per tutti”. SOLIDARIETÀ ORGANICA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Ferdinand TÖNNIES: Gemeinschaft und Gesellschaft (1887). Comunità e società Comunità Rapporti tipici: Vincoli di sangue, vicinato, amicizia. Intimità, riconoscenza e esperienze comuni. La disuguaglianza non si può sviluppare oltre un certo limite. Società Rapporti di scambio. Si entra in rapporto reciproco non con la totalità del proprio essere ma per prestazioni specifiche. Individui separati, isolati, in continua tensione fra di loro. La coesione sociale è superficiale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Talcott PARSONS: lo schema delle pattern variables (1951). Le variabili modello. Gli orientamenti di valore e normativi tipici della modernità: essenziali per comprenderla. ORIENTAMENTI DI VALORE: orientano l’azione. ORIENTAMENTI NORMATIVI: regolano l’azione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I MODELLI DICOTOMICI: Talcott PARSONS: lo schema delle variabili modello. Società premoderne: 1. Affettività. 2. Orientamento all’interesse privato. 3. Particolarismo 4. Diffusione (ruoli) 5. Ascrizione (status) Società moderne: 1. Neutralità affettiva 2. Orientamento all’interesse collettivo 3. Universalismo 4. Specificità (ruoli) 5. Acquisizione (status) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA DUALITÀ DELLA STRUTTURA “è l’uomo a fare la storia, ma in condizioni non scelte da lui” K. Marx. Il peso delle strutture sociali condiziona l’azione sociale degli attori. Le scelte e l’intenzionalità degli attori producono il mutamento. Effetti di composizione / Sistemi di interdipendenze. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

L’AZIONE SOCIALE Uno per l’altro, con l’altro, contro l’altro L’azione sociale è un agire riferito al senso. Senso dell’agente/attore (individui o gruppi). Senso come significato intenzionale attribuito all’azione. Senso come definizione della situazione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile TIPOLOGIA DELL’AZIONE SOCIALE Uno per l’altro, con l’altro, contro l’altro AZIONI RAZIONALI Rispetto allo scopo: scopo, mezzi, conseguenze. Rispetto al valore: scopo, mezzi, valori interiorizzati, imperativi AZIONI DETERMINATE AFFETTIVAMENTE AZIONI TRADIZIONALI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RAZIONALITÀ E DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE La razionalità  relativa alla situazione in cui ci si trova. La situazione  è quella definita tale dagli attori coinvolti. TEOREMA DI THOMAS  “una situazione definita reale dagli attori coinvolti, è reale nelle sue conseguenze” A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile RELAZIONE SOCIALE QUADRO DELLE AZIONI SOCIALI: Due o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni ASSOCIAZIONE E DISTANZA: le due forme. Tipi: cooperative e conflittuali. Durata: stabili o transitorie. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile INTERAZIONE SOCIALE AGIRE REAGENDO ALL’AZIONE: la “storia”, il “contenuto” della relazione sociale. Interazione diretta: compresenza, faccia a faccia. Interazione indiretta: senza compresenza (dal telefono in poi). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile IL GRUPPO SOCIALE INSIEME DI PERSONE CHE INTERAGISCE CON CONTINUITÀ SCHEMI DI INTERAZIONE STABILI SI DEFINISCONO MEMBRI DEL GRUPPO SONO DEFINITI TALI DA ALTRI Gruppo  Aggregato  Categoria soc. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL GRUPPO SOCIALE: i caratteri dimensionali (Georg Simmel) DIADI: Due persone  Fragilità, personalizzazione, emotività. TRIADI: Tre persone  Figure tipiche del conflitto interno: il mediatore e il tertium gaudens. > 3  Gruppi di numero pari: più conflittuali dei dispari. Gruppo più stabile: 5 membri. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL GRUPPO SOCIALE: il lavoro continuo di demarcazione Definizione continua dei confini e definizione della situazione. Grado di completezza rispetto a una popolazione data. Alto grado di completezza = alto grado di influenza sociale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL GRUPPO SOCIALE: la tipologia dei non membri di R.K. Merton A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I RUOLI SOCIALI Descrivere un gruppo significa descriverne i ruoli differenziati. RUOLO: insieme di comportamenti che ci si aspetta da chi occupa una data posizione sociale. Punto di incontro fra le vite individuali e le strutture sociali. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I RUOLI SOCIALI RUOLI SPECIFICI: comportamenti limitati e specifici. RUOLI DIFFUSI: insieme ampio e non definito di comportamenti. Il gruppo totalitario impegna tutti i ruoli dei partecipanti. OGNI PERSONA HA TANTI RUOLI QUANTE SONO LE SUE APPARTENENZE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I RUOLI SOCIALI: SCHEMI DI COMPORTAMENTO ATTESI E FORMALIZZAZIONE 1. Gruppi primari: interazione faccia a faccia, ruoli diffusi, contenuti affettivi. 2. Gruppi secondari: ruoli specifici, interazioni indirette, impersonali. GRUPPI FORMALI GRUPPI INFORMALI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ERVING GOFFMAN (1922-1982) La sociologia della vita quotidiana Il Sé è frutto del rituale dell’interazione sociale. La meccanica più intima dell’interazione è la VITA QUOTIDIANA. Il nostro comportamento nella VQ è determinato dal ruolo sociale A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ERVING GOFFMAN (1922-1982) Il modello drammaturgico Esecuzione di un ruolo > pubblico rilevante (altri di ruolo). Situazioni di ribalta e situazioni di retroscena. Interazione non focalizzata (es.: l’incontro). Interazione focalizzata (es.: la disattenzione civile). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ERVING GOFFMAN (1922-1982) NOI E I NOSTRI RUOLI Controllare le impressioni di sé (base dell’immagine di sé). Esecuzione regolare di un ruolo. Attaccamento/ Distanza/ Assorbimento rispetto ai ns. ruoli. Aspettative reciproche inespresse. Salvarsi la faccia: il tatto. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I COMPORTAMENTI COLLETTIVI Un insieme di individui agisce SENZA RIFERIRSI A RUOLI DEFINITI (come nei gruppi). 1. IL PANICO: reazione circolare, perdita di controllo. 2. LA FOLLA: reazione circolare, sviluppo di atteggiamenti comuni: a): folla espressiva; b): folla attiva. 3. IL PUBBLICO: interazione interpretativa, risposte con contenuto diverso rispetto ai messaggi di altri partecipanti (spesso: polarizzazione delle opinioni). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I GRUPPI ORGANIZZATI: Le ASSOCIAZIONI Insieme di persone che perseguono interessi/ideali comuni Gruppo secondario formale Aspetto volontario Condizioni di sviluppo: libertà politiche, livello di reddito e istruzione, debolezza dei ceti. Cfr. Alexis de Tocqueville, De la démocratie en Amérique, 1835-40 A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I GRUPPI ORGANIZZATI: Le ORGANIZZAZIONI Uffici costituiti per raggiungere fini. Gruppo secondario formale Aspetto non volontario Personale specializzato, retribuito, inquadrato gerarchicamente. Ordinamento razionale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL TIPO IDEALE WEBERIANO DI BUROCRAZIA Divisione dei compiti Gerarchia di comandi Regole scritte Specializzazione > credenziali educative; fine del ‘dilettante di talento’; concorsi/selezioni. Retribuzione da parte dell’org.ne A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

WEBER: BUROCRAZIA COME ORGANIZZAZIONE EFFICIENTE COMPETENZA CERTIFICATA RIDUZIONE DELL’ANSIA SOCIALE RIDUZIONE DELLA CORRUZIONE (NEPOTISMO/FAMILISMO). QUADRO CHE GARANTISCE RELAZIONI IMPERSONALI DI LAVORO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

INEFFICIENZA DELLA BUROCRAZIA: IL PARADOSSO DI MERTON MANSIONI SEMPLICI E STRANDARDIZZATE: efficiente. MANSIONI COMPLESSE: le stesse condizioni che la rendono efficiente in condizioni normali, la rendono qui inefficiente (impersonalità, gerarchia, regole scritte, ecc.) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

INEFFICIENZA DELLA BUROCRAZIA: I GIOCHI DI POTERE DI CROZIER RUOLI PREVEDIBILI E IMPREVEDIBILI. REGOLAMENTAZIONE DEI RUOLI NON SEMPRE ESISTENTE. CONFLITTO: regolamentare i ruoli altrui, rendere incerti i propri. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL MODELLO DI MINTZBERG TIPI DI BUROCRAZIE Rispondere alla certezza o incertezza ambientale 1. A STRUTTURA SEMPLICE 2. MECCANICA (weberiana) 3. BUROCRAZIA PROFESSIONALE 4. A STRUTTURA DIVISIONALE 5. ADHOCRAZIA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I VALORI ORIENTAMENTI DI FONDO DELL’AGIRE: DOVER ESSERE SFONDO DELLE INTERAZIONI FATTI SOCIALI ADOTTATI MEDIANTE PROCESSI COMPLESSI DI SCELTA E DI RIGETTO SOGGETTIVI/OGGETTIVI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile I VALORI VALORI UNIVERSALI GRADO DI INTEGRAZIONE DEI SISTEMI DI VALORE CONFLITTI VALORIALI NELLE SOCIETÀ MODERNE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile L’ORIGINE DEI VALORI MARX: I VALORI DELLA CLASSE DOMINANTE COME VALORI DOMINANTI BASE MATERIALE E INTERESSI DI CLASSE NELLA LORO GENERAZIONE ALIENAZIONE DELLA CLASSE OPERAIA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LA MORTE DEI VALORI FRIEDRICH NIETZSCHE (1844-1900): SECOLARIZZAZIONE, CRISI DELLE GRANDI NARRAZIONI IDEOLOGICHE, CRISI DEI VALORI TRADIZIONALI. MA NUOVI VALORI HANNO SOSTITUITO I VECCHI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL DIFFERIMENTO DELLE GRATIFICAZIONI FORMA ESCATOLOGICA DELLA SFERA VALORIALE TEMPO-LUOGO: IL REMOTO FUTURO ESALTAZIONE DEL SACRIFICIO RADICE RELIGIOSA EBRAICO-CRISTIANA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL DIFFERIMENTO DELLE GRATIFICAZIONI RELIGIONE: LE RELIGIONI DI REDENZIONE POLITICA: NARRAZIONI POLITICO-UTOPICHE ECONOMIA: IL CAPITALISTA FAMIGLIA E SCUOLA: I VALORI DEL CETO MEDIO IN ASCESA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MUTAMENTI ODIERNI NELLA SFERA VALORIALE INCREMENTO DEI VALORI UNIVERSALI FRAMMENTAZIONE DEI SISTEMI DI VALORE PRESENTIFICAZIONE VALORIALE, DIFFUSIONE DEI VALORI HIC ET NUNC. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile PLURALISMO DEI VALORI UN UNICO SISTEMA (SOCIETÀ ARCAICHE) DUE SISTEMI IN CONFLITTO (RIVOLUZIONI) DUE SISTEMI COESISTENTI IL “SUPERMARKET” DEI VALORI E SISTEMI VALORIALI POCO COESI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE NORME SOCIALI MODELLI ELEMENTARI DI COMPORTAMENTO CARATTERE PRESCRITTIVO SEMPRE ACCOMPAGNATE DA SANZIONI CAMBIANO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO (relatività delle norme) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE NORME SOCIALI NORME SOCIALI E NORME GIURIDICHE NORME FORMALI E NORME INFORMALI (NORME ESPLICITE E NORME IMPLICITE) REGOLE COSTITUTIVE E REGOLE REGOLATIVE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile PERCHÉ SI UBBIDISCE? NORME COME CONDIZIONE NECESSARIA PER L’ESISTENZA DELLA SOCIETÀ E DELL’INTERAZIONE SOCIALE INDUZIONE DI SISTEMI STABILI DI ASPETTATIVE RECIPROCHE PREVEDIBILITÀ RELATIVA DEI COMPORTAMENTI SOCIALI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE SANZIONI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE NORME SOCIALI SENSIBILITÀ UMANA PRECOCE ALL’ADEGUAMENTO NORMATIVO ORIGINE STORICA DETERMINABILE DEI SISTEMI NORMATIVI (ES.: LE BUONE MANIERE ORIGINATE DELLA SOCIÉTÉ DE COUR) AMBITO DI VALIDITÀ DEI SET DI NORME A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I SISTEMI NORMATIVI: COERENZA ED INCOERENZA ANOMIA ECCESSO DI NORME NORME CONTRADDITTORIE (NORME E CONTRO-NORME): DILEMMI ETICI CARENZA DI NORME A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI “MODELLI DI COMPORTAMENTO DOTATI DI COGENZA NORMATIVA” SISTEMI COERENTI DI NORME A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI: IL PROCESSO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE ABITUALIZZAZIONE: CRISTALLIZZAZIONE DI UN’AZIONE ISTITUZIONALIZZAZIONE: TIPIZZAZIONE RECIPROCA E OGGETTIVIZZAZIONE LEGITTIMAZIONE DISCORSIVA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ORIGINE DELLE ISTITUZIONI SOCIALI: SPONTANEA (ES.: SISTEMI LINGUISTICI). STABILIZZAZIONE DI MOVIMENTI SOCIALI. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI: GLI UNIVERSALI CULTURALI “ISTITUZIONI SOCIALI PRESENTI IN QUASI TUTTE LE SOCIETÀ E DA SEMPRE” TABÙ DELL’INCESTO, PARENTELA, LINGUA, GIOCO, RELIGIONE, ARTE… NELLE VARIE CULTURE GLI U.C. SI PRESENTANO IN FORME DIVERSE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI: LA SPIEGAZIONE FUNZIONALISTA RISPONDENZA A BISOGNI SOCIALI SISTEMICI FUNZIONE SOCIALE SVOLTA DALLE ISTITUZIONI SOCIALI PER SODDISFARE I BISOGNI SOCIALI. MODELLO AGIL ELABORATO DA TALCOTT PARSONS A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI: IL MODELLO A.G.I.L. PER ESISTERE, OGNI SISTEMA SOCIALE DEVE RISPONDERE A QUESTI REQUISITI: ADAPTATION (ADATTAMENTO) GOAL ATTAINMENT (FINALIZZAZIONE) INTEGRATION (INTEGRAZIONE) LATENCY (LATENZA) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE ISTITUZIONI SOCIALI: GRADO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE DIFFUSIONE CONOSCENZA E INTERIORIZZAZIONE DELLE NORME ACCETTAZIONE E CONTROLLO SOCIALE: SANZIONI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEMPO DELL’UOMO, TEMPO DELLE ISTITUZIONI SOCIALI ADATTAMENTO DEGLI UOMINI AI CICLI DI VITA DELLE ISTITUZIONI NASCITA: INTENZIONALITÀ O EFFETTI DI COMPOSIZIONE MUTAMENTI: CAPACITÀ DI SOPRAVVIVENZA. MORTE: SPONTANEA O INTENZIONALE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile NATURA E CULTURA L’UOMO E GLI ANIMALI: - Capacità di apprendimento elevatissima - Dotazione istintuale poco differenziata I MODELLI CULTURALI SOSTITUISCONO GLI ISTINTI. L’APPRENDIMENTO E LA SOCIALIZZAZIONE SOSTITUISCONO L’IMPRINTING. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PATRIMONIO CULTURALE Diventiamo uomini sotto la guida di modelli culturali, sistemi di significato creati storicamente, nei cui termini noi diamo forma, ordine, scopo e direzione alla nostra vita. (Clifford Geertz). Cultura: insieme di disposizioni per orientare il comportamento: progetti, prescrizioni, regole, istruzioni. FORME CULTURALI > COMPORTAMENTO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE Le forme culturali sono in parte trasmesse ai nuovi membri attraverso I PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE: La SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA > competenze sociali di base (ruoli diffusi) La SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA > competenze sociali specifiche (ruoli specifici) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: Alla nascita Il bambino ha vaste possibilità di sviluppo: plasticità del neonato. Assoluta dipendenza dalla “madre”. La “madre” risponde ai suoi bisogni > fiducia nell’ambiente, nella vita. La “madre” non risponde ai suoi bisogni > sfiducia. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: I meccanismi Affettività. Reciprocità del rapporto adulto-bambino (carattere di interazione del processo) Determinazione e gerarchia dei modelli di comportamento trasmessi. MANCATA SOCIALIZZAZIONE > morte fisica o spirituale delle persone. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: Interiorizzazione dei modelli di comportamento Modello del MECCANISMO PREMIO/PUNIZIONE > INADEGUATO MODELLO DI INTERAZIONE (G. H. MEAD) > astrazione graduale da parte del bambino delle disposizioni ricevute e dei ruoli: il meccanismo del gioco. Le due fasi dell’ASSUNZIONE DEL RUOLO DELL’ALTRO e dell’ALTRO GENERALIZZATO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: Le quattro fasi della costruzione dell’identità Distinzione fra il Sé e il mondo esterno (tutto è ora “madre”). Distinzione fra la “madre” e gli “altri”, cui si attribuiscono caratteristiche specifiche. Tipizzazione di genere (4 anni). Assunzione di nuovi ruoli (i giochi). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: Le componenti analitiche della costruzione dell’identità IDENTIFICAZIONE > sentirsi simile o uguale rispetto ad altri (famiglia, gruppo, casta, nazione, ecc.) >NOI, senso di appartenenza. INDIVIDUAZIONE > distinguere fra sé e gli altri per propri tratti fisici e morali, per la propria biografia > la diversità individuale o di gruppo. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: I campi della variazione del processo IL TEMPO LO SPAZIO IL GENERE LA CLASSE SOCIALE DEI GENITORI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA “Pratiche messe in atto dalla società per consentire agli individui di svolgere ruoli adulti”. Ruolo  aspettative di comportamento  posizione sociale (status) OGGI: ogni individuo ha molte posizioni sociali = molti ruoli = crescita delle pratiche di socializzazione secondaria. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Role set e socializzazione ininterrotta Ruoli: familiari / lavorativi / politici / leasure. Role set  insieme di ruoli che ognuno di noi svolge. Il role set si modifica continuamente per ogni individuo. La socializzazione secondaria si arresta solo con la morte. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Caratteri L’apprendimento di nuovi modelli si fonda su ciò che si è già appreso. Quando il nuovo entra in conflitto col vecchio, viene rigettato oppure rimpiazza il vecchio. Con l’accumularsi di conoscenze, l’attore sociale diventa egli stesso agente della socializzazione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Gli agenti della socializzazione LA SCUOLA  ruoli specifici; principi di autorità impersonale, prestazione, cooperazione e competizione; meccanismo mezzi-fini (tipico delle classi medie). IL GRUPPO DEI PARI  rapporti di potere simmetrici; ruoli non gerarchizzati; contenuto: continuum solidarietà – competizione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Gli agenti della socializzazione IL LAVORO  l’organizzazione, la “professionalità” LA POLITICA  il punto di vista, l’appartenenza LA RELIGIONE  le credenze, l’organizzazione I MASS MEDIA  l’agenda-setting, la trasmissione delle informazioni e del sapere. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA I conflitti di socializzazione Ogni agente di socializzazione ha la propria ratio, che spesso confligge con quella/e di altri agenti SCUOLA / FAMIGLIA SCUOLA / RELIGIONE SCUOLA / LAVORO / FAMIGLIA TUTTI / MASS MEDIA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOCIALIZZAZIONE E CLASSI SOCIALI CLASSE OPERAIA E CETI MEDI Diversi valori educativi = diverse pratiche educative Genitori di classe media  PREMI > PUNIZIONI autonomia, autocontrollo, repressione interiorizzata. Genitori di classe lavoratricePUNIZIONI > PREMI conformità esteriore, obbedienza, deferenza. Ricerche di M. Khon e L. Pearlin A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SOCIALIZZAZIONE E CLASSI SOCIALI Il differimento delle gratificazioni nei ceti medi Non ha patrimoni: solo un capitale culturale da trasmettere Obiettivo: tenere i figli almeno allo stesso livello di prestigio sociale dei genitori. Mezzi: sacrificarsi oggi per raggiungere il successo domani. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LA DEVIANZA “Atto o comportamento che violi una norma sociale e che quindi vada incontro ad una sanzione” NESSUN ATTO È DEVIANTE IN SE UN ATTO È DEVIANTE SULLA BASE DELL’ATTRIBUZIONE DI QUEL SIGNIFICATO ALL’INTERNO DI UN SISTEMA SITUATO DI INTERAZIONE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELATIVITÀ DELLA DEVIANZA UN ATTO È DEVIANTE SOLO IN UN CONTESTO DATO Relatività TEMPORALE e SPAZIALE ATTI CONSIDERATI DEVIANTI IN MOLTE SOCIETÀ SOLO SE RIVOLTE VERSO MEMBRI DEL PROPRIO GRUPPO (NON TUTTE): incesto, furto, violenza, omicidio. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

STUDIO DELLA DEVIANZA: Le difficoltà principali Nelle statistiche giudiziarie sono presenti solo i reati ufficiali, denunciati. Numero oscuro dei reati: alto per reati sessuali, taccheggio, scippo ecc. Un atto deviante diventa reato se scoperto o denunciato. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DEL CONTROLLO SOCIALE PRESUPPOSTO: debolezza morale dell’uomo. Il comportamento conforme esiste grazie al controllo sociale: ESTERNO: la sorveglianza altrui INTERNO DIRETTO: senso di colpa e vergogna INTERNO INDIRETTO: attaccamento ad altri rilevanti. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DEL CONTROLLO SOCIALE: T. HIRSCHI I LEGAMI CHE CI LEGANO AGLI ALTRI IMPEDISCONO LA DEVIANZA: Attaccamento a genitori ed insegnanti; Perseguimento di mete convenzionali; Coinvolgimento in attività convenzionali; Condivisione del sistema di credenze condiviso dalla comunità d’appartenenza. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DELLA SUBCULTURA Edwin H. Sutherland Socializzazione alle norme devianti che dominano in comunità devianti rispetto alle norme della società. Socializzazione a norme, valori, atteggiamenti e forme di legittimazione delle norme devianti. Socializzazione alle competenze necessarie per commettere atti devianti. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DELLA SUBCULTURA Edwin H. Sutherland Apprendimento delle norme criminali in piccoli gruppi: motivazioni e tecniche. Il comportamento deviante è conforme alle aspettative dell’ambiente significativo. Esempi: mafia, cultura barbaricina della balentia, gang giovanili, delitti dei ricchi e dei potenti (inquinamento, corruzione, ecc.). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DELL’ETICHETTAMENTO (Labeling theory) La devianza come frutto dell’interazione fra chi viola le norme e chi applica le sanzioni e definisce le identità devianti. I devianti e i conformi hanno gli stessi bisogni e gli stessi valori; Solo chi viene scoperto diventa un deviante; Il marchio di deviante identifica un ruolo sociale che retroagisce su tutta la vita di chi viene etichettato, definendone l’identità. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile TEORIA DELL’ETICHETTAMENTO La costruzione sociale dell’identità deviante DEVIANZA PRIMARIA: Ogni atto deviante cui venga attribuito un significato marginale e che non venga scoperto. DEVIANZA SECONDARIA: Atto deviante sanzionato: fase dell’etichettamento del colpevole come deviante. L’etichettato riorganizza la propria identità come deviante, frequenterà altri devianti e svilupperà una carriera deviante. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIA DELL’ETICHETTAMENTO Le aspettative sociali SONO ETICHETTATE PIU’ FACILMENTE alcune categorie sociali specifiche (NON SEMPRE LE STESSE): Gruppi sociali, classi d’età, gruppi etnici, generi, abitanti di alcuni quartieri, gruppi socio-professionali. CHI ETICHETTA? Giornalisti, Assistenti sociali, Forze dell’ordine, Addetti alla sicurezza, Sociologi, Criminologi, Psicologi, Bidelli, Portieri, ECCETERA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE L’interpretazione situazionale del crimine PRESUPPOSTO: razionalità dell’individuo TEORIA assolutamente INIDENTITARIA Calcolo costi/benefici. COSTI DELLA DEVIANZA: INTERNI: la coscienza ESTERNI PUBBLICI: sanzioni/reputazione ESTERNI PRIVATI: l’attaccamento ad altri significativi. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL SUICIDIO E. Durkheim, Le suicide, 1897 PREDOMINIO DELLA FORZA DELLA SOCIETÀ SULL’INDIVIDUO LA COSCIENZA È CIECA RISPETTO ALLE CAUSE SOCIALI CAUSA SOCIALE: ANOMIA TIPI DI SUICIDIO: EGOISTICO, ANOMICO E, NELLE SOCIETÀ PREMODERNE, ALTRUISTICO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ALCUNE INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976. Mario Morcellini / Passaggio al futuro. Formazione e socializzazione tra vecchi e nuovi media / FrancoAngeli, Milano 1997. Salvatore Palidda / Polizia postmoderna. Etnografia del nuovo controllo sociale / Feltrinelli, Milano 2000 Marzio Barbagli, L’occasione e l’uomo ladro, Il Mulino, Bologna 1995 Marzio Barbagli (a cura di), ISTAT, Reati, vittime, insicurezza dei cittadini, ISTAT 2000. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA CONCEZIONE STANDARD La scienza fornisce una descrizione esatta degli oggetti, dei processi e delle relazioni causali. Se la conoscenza scientifica è valida  rivela e incorpora nelle sue affermazioni sistematiche il vero carattere di questo mondo, lo rispecchia. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA CONCEZIONE STANDARD La scienza  attività separata dal contesto delle relazioni sociali La scienza  produce conoscenze incorruttibili con un linguaggio privo di fraintendimenti Essere nel mondo ma non del mondo A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

CRISI DELLA CONCEZIONE STANDARD La scienza è ormai un’attività standardizzata e parcellizzata, la cui ratio è quella delle grandi organizzazioni burocratiche. ESTENSIONE del modello big science a tutte le discipline fondamentali. SOSPETTO verso i sistemi esperti: fiducia frammista a dubbio. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA MERTONIANA SCIENZA E SOCIETÀ = DUE AMBITI SEPARATI (concezione standard). Studio limitato all’organizzazione, alla struttura, al funzionamento, ecc. PRESUPPOSTO: estraneità dell’ambito della scienza risp. ai condizionamenti sociali A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA SOCIOLOGIA DELL’ERRORE IN MERTON SPIEGARE SOCIOLOGICAMENTE SOLO LE DEVIAZIONI (FRODI, ABBAGLI). TEORIE FALSIFICATE EPPURE PER LUNGO TEMPO RITENUTE VERE E AFFIDABILI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile IL PROGRAMMA FORTE SPIEGAZIONE CAUSALE DELLE CREDENZE SCIENTIFICHE IMPARZIALITÀ RISPETTO A VERITÀ-FALSITÀ, RAZIONALITÀ-IRRAZIONALITÀ E SUCCESSO-FALLIMENTO SIMMETRIA CAUSALE RIFLESSIVITÀ ESTESA ALLA STESSA SOCIOLOGIA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I CONFINI DELLA SCIENZA PRETESE DI CONOSCENZA  FATTI SCIENTIFICI: TEORIA DELL’ACTOR-NETWORK (ATTORE-RETE). COMPITO DEL SOCIOLOGO È SPIEGARE, NON DARE PER SCONTATA, L’ESISTENZA DI CONFINI DELLA SCIENZA: SPIEGARE COME SIANO SOCIALMENTE COSTRUITI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA SOCIOLOGIA DELLA TECNOLOGIA: PRESUPPOSTI SCOPERTA E DIFFUSIONE DI UNA TECNICA NON SONO DUE FASI DISTINTE IN MODO LINEARE IMPORTANZA DEGLI USERS NEL DETERMINARE IL SUCCESSO DI UNA TECNICA. EFFICACIA EXPLANANDA E NON EXPLANANS DAL SUCCESSO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile RELIGIONE DEFINIZIONE: credenza o insieme di credenze relative a una realtà ultrasensibile, ultraterrena o sovrannaturale. DEFINIZIONE: “Une religion est un système solidaire de croyances et de pratiques relatives à des choses sacrées, c'est-à-dire séparées, interdites, croyances et pratiques qui unissent en une même communauté morale, appelée Eglise, tous ceux qui y adhèrent ». (E. Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, 1912) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile RELIGIONE DEFINIZIONE: « […] una religione è: 1) un sistema di simboli che opera ( o funziona) 2) stabilendo profondi, diffusi e durevoli stati d’animo e motivazioni negli uomini per mezzo della 3) formulazione di concetti di un ordine generale dell’esistenza e del 4) rivestimento di questi concetti con un’aura di concretezza tale che 5) gli stati d’animo e le motivazione sembrano assolutamente realistici » (C. Geertz, Interpretazione di culture, 1973). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELIGIONE Sacro e profano CREDENZA: giudizio su una realtà  che organizza, classifica la realtà. La classificazione principale per il pensiero religioso riguarda l’opposizione fra SACRO e PROFANO. ATTRAVERSO la classificazione della realtà in SACRO e PROFANO si genera un ordine nel modo di vedere la realtà, che si sovrappone alla realtà stessa facendola apparire veramente così come viene descritta. LE COSE SACRE: “. Les choses sacrées sont celles que les interdits protègent et isolent ; les choses profanes, celles auxquelles ces interdits s'appliquent et qui doivent rester à distance des premières. Les croyances religieuses sont des représentations qui expriment la nature des choses sacrées et les rapports qu'elles soutiennent soit les unes avec les autres, soit avec les choses profanes. Enfin, les rites sont des règles de conduite qui prescrivent comment l'homme doit se comporter avec les choses sacrées » (Durkheim, op. cit.). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELIGIONE Sacro e profano RAPPORTO SACRO/PROFANO: differenzia fra di loro le religioni e tutte le religioni rispetto alla magia. LA REALTÀ e la sua categorializzazione come sacra o profana: il pensiero religioso è il fondamento dell’intellettualizzazione del mondo. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Religione e magia La Religione  sottomissione del profano alle esigenze del sacro. Esistenza della comunità unita dai riti. La Magia  sottomissione del sacro alle esigenze del profano. Riti individuali e non comunitari In tutte le religioni esistono dei caratteri magici. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

L’ESPERIENZA RELIGIOSA La sacralizzazione di ciò che è bene e di ciò che è male genera un ordine morale condiviso, e dunque le civiltà. La limitatezza dell’esperienza umana genera la concettualizzazione dell’illimitato. L’esperienza del caso e dell’insensato genera la concettualizzazione dell’ordine e del senso trascendente delle cose . A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE RAGGIO D’INFLUENZA TIPO DI CREDENZE FONDAMENTALI GRADO DI ETEROGENEITÀ FRA UMANO E DIVINO TIPO DI PROMESSA O PREMIO RISERVATI AI FEDELI METODICHE DI COMPORTAMENTO CHE CONDUCONO ALLA ‘SALVEZZA’ FORME ORGANIZZATIVE. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile RAGGIO D’INFLUENZA CULTI LOCALI (animismo e totemismo). RELIGIONI UNIVERSALI (ebraismo, cristianesimo, islām, buddhismo, induismo, confucianesimo) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPO DI CREDENZE FONDAMENTALI RELIGIONI “PRIMITIVE”  spiriti, energie sacre. RELIGIONI TEOCENTRICHE  una o più divinità (mono- o politeismo). RELIGIONI COSMOCENTRICHE  sfera armonica del Cosmo contrapposta al disordine terreno. RELIGIONI ETICHE  ideali etici e norme di comportamento che guidano la vita terrena in armonia con il Cielo. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPO DI CREDENZE FONDAMENTALI RELIGIONI “PRIMITIVE” : Animismo, Totemismo, Shintoismo. RELIGIONI TEOCENTRICHE MONOTEISTE: Cristianesimo (Cattolici, Ortodossi, Protestanti riformati e evangelici, Cristiani d’oriente), Ebraismo, Islām (Sunniti e Sciiti); POLITEISTE: Induismo, Mazdeismo o Zoroastrismo, Giainismo, Sikhismo, religioni dell’Antichità classica (“paganesimo”). RELIGIONI COSMOCENTRICHE: Buddhismo (Grande Veicolo, Piccolo Veicolo, B. del Loto), Taoismo. RELIGIONI ETICHE: Confucianesimo. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

ETEROGENEITÀ FRA UMANO E DIVINO Eterogeneità maggiore  la sfera del Sacro è inconoscibile, indifferente all’umano, totalmente trascendente. (minore eterogeneità) Culti locali  Religioni politeiste  Monoteismi  Religioni cosmocentriche  (maggiore eterogeneità). Fra le religioni monoteiste è il Cristianesimo, e al suo interno il Protestantesimo riformato (Calvinismo), ad avere il grado più alto di eterogeneità. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile TIPO DI PROMESSA Raggiungimento di uno stato di pienezza e felicità in questa vita (bodhisattva o nirvana) o in vite successive (samsara): Buddhismo, Induismo. Riscatto delle pene e delle sofferenze della vita in un aldilà (RELIGIONI DI REDENZIONE): Ebraismo, Cristianesimo, Islām. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

METODICHE DI COMPORTAMENTO CHE CONDUCONO ALLA ‘SALVEZZA’ Imprenditore calvinista, Preti impegnati nel sociale, Don Bosco ecc. Monaco benedettino (ora et labora ma fuori dal mondo), altre figure religiose che lavorano per il mondo ma fisicamente se ne astraggono. ASCETISMO (Fare del proprio io uno strumento di Dio o di altre figure o energie sacre). Letterato confuciano (mandarino), guaritore, santo taumaturgo. Eremita, stilita, i grandi mistici del Cristianesimo Ortodosso, Santa Teresa d’Avila, S. Giovanni della Croce… MISTICISMO (Svuotare il proprio io per far posto a Dio o ad altre figure o energie sacre) Intramondano Extramondano COMPORTAMENTI DETERMINATI DALLA RELIGIONE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile FORME ORGANIZZATIVE FORME PRINCIPALI: CHIESA  organizzazione complessa su cui si è trasferito il carisma del fondatore; funzionari; i seguaci sono membri dalla nascita; identificazione; associazione. SETTA  gruppo carismatico (Capo-affiliati); assertori di ‘verità’; i seguaci si sono convertiti, sono ‘rinati’; individuazione; distanza sociale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile FORME ORGANIZZATIVE FORME DI PASSAGGIO: CULTO  pre-setta (Leader-Accoliti); esperienza individuale o di gruppo non ancora tradotta in organizzazione esclusiva. CONFESSIONE setta “raffreddata”; il carisma tende ad istituzionalizzarsi nell’organizzazione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELIGIONE E DISUGUAGLIANZA SOCIALE L’uomo felice raramente si accontenta del semplice fatto di possedere la propria felicità. Egli ha anche bisogno di aver diritto a tale felicità (…). E vuole anche essere autorizzato a credere che i meno fortunati… ricevano parimenti ciò che loro spetta. Max Weber A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELIGIONE E DISUGUAGLIANZA SOCIALE LE RELIGIONI TRADIZIONALI STIGMATIZZAZIONE DEL SOFFERENTE ESCLUSIONE DAI RITI EGLI ERA LA VITTIMA, IL CAPRO ESPIATORIO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RELIGIONE E DISUGUAGLIANZA SOCIALE LE RELIGIONI DI REDENZIONE PROMESSA DI SALVEZZA DALLA SOFFERENZA, DALLE DISGRAZIE, DALLA MORTE (LA kènosis DI CRISTO) RISCATTO DALLA SOFFERENZA SPIRITUALE PIÙ CHE MATERIALE LA MORTE RIGUARDA ANCHE I RICCHI E I POTENTI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SECOLARIZZAZIONE ORIGINE NELLA TRADIZIONE RELIGIOSA EBRAICO-CRISTIANA DEMAGIZZAZIONE DEL MONDO E DISINCANTO DAL MONDO RIFORMA GREGORIANA DELLA CHIESA SVILUPPO DEL PENSIERO SCIENTIFICO SEPARAZIONE STATO/CHIESA SAZIETÀ DELL’OCCIDENTE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SECOLARIZZAZIONE DIMINUISCE LA PARTECIPAZIONE AI RITI COLLETTIVI DIMINUISCE LA PARTECIPAZIONE AI RITI DOMESTICI SECOLARIZZAZIONE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO RELIGIONE COME SFERA SPECIALIZZATA DI PRODUZIONE DI SENSO: RELIGIONE INDIVIDUALIZZATA A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE KARL MARX RELIGIONE COME FALSA COSCIENZA E IDEOLOGIA OPPIO DEI POPOLI CUORE DI UN MONDO SENZA CUORE SECOLARIZZAZIONE COME SVELAMENTO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE ÉMILE DURKHEIM LES FORMES ÉLÉMENTAIRES DE LA VIE RELIGIEUSE (1912) Una definizione sociologica di religione caratterizzata da: SACRO E PROFANO FEDE E RITO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE ÉMILE DURKHEIM LES FORMES ÉLÉMENTAIRES DE LA VIE RELIGIEUSE (1912) “Una religione è un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre, ovvero separate, vietate, credenze e pratiche che uniscono in una medesima comunità morale, chiamata chiesa, tutti coloro che vi aderiscono”, p. 65. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE MAX WEBER LA RELIGIONE COME FATTORE DI MUTAMENTO. LA PROFEZIA COME FATTORE DI ROTTURA (sta scritto, ma io vi dico…) LE NUOVE RELIGIONI COME VEICOLO DI ASPIRAZIONI E DI INTERESSI IDEALI E MATERIALI DI NUOVI CETI EMERGENTI. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

STRATIFICAZIONE SOCIALE: Definizione “Sistema di disuguaglianze strutturali di una società”. “strutturali” : permanenti, non effimere. Distribuzione diseguale di beni materiali e simbolici fra gruppi sociali. Relazioni diseguali di potere fra i gruppi sociali (chi comanda, chi obbedisce). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Che cos’è uno strato sociale? UN INSIEME DI INDIVIDUI CHE GODONO DELLA STESSA QUANTITÀ DI: Risorse materiali (ricchezze); Risorse simboliche (onore sociale, prestigio, purezza rituale, “considerazione”); Potere (occupano la stessa posizione nei rapporti di potere). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: SCHIAVITÙ Proprietà di una persona da parte di un’altra. Gli schiavi sono stati considerati, nella quasi totalità dei casi, una specie sub-umana. Sistema di massima disuguaglianza. Sistema regolato giuridicamente (la schiavitù è legittima). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: LE CASTE IN INDIA Sistema di gruppi sociali contrassegnati dalla esclusività sociale che si pongono in gerarchia in termini di purezza rituale ESCLUSIVITÀ SOCIALE: (a) si entra solo per nascita (b) endogamia, ipergamia (c) connubio e commensalità ristrette ai membri della casta d’appartenenza (d) la casta determina il mestiere dei membri A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: I quattro VARNA dell’Induismo BRAHAMANI: SACERDOTI E INTELLETTUALI KŚATRIYA: ARISTOCRATICI GUERRIERI. VAIŚYA: CONTADINI, PASTORI, COMMERCIANTI. ŚUDRA: SERVITORI, DOMESTICI, ARTIGIANI. FUORI CASTA: INTOCCABILI (PARIA, HARIJAN) SITEMA YATI: moltiplicazione delle caste. Caste: professionali, territoriali, etniche o tribali. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: Legittimazione religiosa delle caste Dottrina indù del samsara: la infinita reincarnazione delle anime in diversi avatar, sulla base dell’osservanza dei rituali della casta di appartenenza. Dottrina indù del karman o della ricompensa: si occupa una posizione nel sistema delle caste sulla base del comportamento nelle vite precedenti. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: I CETI Sistema di gruppi sociali chiusi fra di loro diseguali in base al diverso onore sociale connesso a uno stile di vita. Appartenenza per nascita. Diritti e privilegi di ceto. Esclusività e chiusura sociale. Stile di vita particolare. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: SISTEMI DI CETO: L’ANCIEN RÉGIME “è solo la nascita, indipendentemente dalla ricchezza, a classificare gli uomini” (A. de Tocqueville) Importanza degli status ascritti. Disuguaglianze di fatto e di diritto. L’appartenenza ai ceti conferisce prestigio ma impone obblighi in termini di stili di vita. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: LE CLASSI SOCIALI Gruppi sociali con le stesse possibilità di vita in termini economici (ricchezza), disuguali per le diverse possibilità economiche ma uguali di fronte alla legge. I tipo di classificazione: la fonte del reddito (rendita, profitto, salario). II tipo di classificazione: relazione di lavoro e situazione di mercato. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE La teoria delle classi in Marx Fondamento dei sistemi di classe: il rapporto fra le forze produttive e i rapporti di produzione configura i modi di produzione (mdp antico, mdp feudale, mdp capitalistico) Si appartiene a una classe sociale se si è proprietari o meno dei mezzi di produzione. La classe in sé si differenzia dalla classe per sé sulla base della coscienza di classe. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE La teoria di Max Weber La disuguaglianza sociale si manifesta in tre ambiti diversi (sovrapposti o distinti): ECONOMIA (nel mercato)  classi sociali: il bene distribuito in modo diseguale è la RICCHEZZA. CULTURA (nella società)  ceti sociali: il bene distribuito in modo diseguale è l’ONORE SOCIALE. POLITICA (nei rapporti di potere)  partiti (distribuito in modo diseguale è il POTERE) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE La teoria di Max Weber: le classi La situazione di mercato fonda l’appartenenza e il conflitto di classe. Mercato del lavoro: acquisto e vendita della forza lavoro (operai; imprenditori). Mercato delle merci: consumatori, venditori. È il mercato tipico dell’era feudale. Mercato del credito: debitori, creditori. È il mercato prevalente nell’Antichità classica. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE La teoria di Max Weber: le classi Tipi di classi sociali prevalenti a seconda del periodo storico e del tipo di economia: A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE La teoria di Max Weber: i ceti Situazione di ceto: destino di un gruppo di uomini, condizionato da una comune valutazione sociale del proprio onore, comune a tutti i membri del gruppo. ONORE DI CETO: implica una particolare condotta di vita; limita i rapporti sociali (connubium e commensalità). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE CLASSI SOCIALI IN ITALIA (Sylos Labini: fonte del reddito) Borghesia: proprietari di fondi (rendita); imprenditori (profitto); grandi managers (redditi misti). Piccola borghesia autonoma: coldiretti, artigiani, commercianti (redditi misti). Classe media impiegatizia: funzionari e impiegati pubblici e privati (stipendi). Classe operaia: braccianti e salariati fissi in agricoltura, operai (salari). Sottoproletariato: disoccupati di lungo periodo, senza lavoro abituali, vagabondi. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE CLASSI SOCIALI IN GRAN BRETAGNA (Goldthorpe: relazioni di lavoro e situazione di mercato) I CLASSE: Alto reddito, autorità, autonomia lavorativa, sicurezza del lavoro (imprenditori, professionisti, grandi manager). II CLASSE: reddito e autonomia minori, sicurezza del lavoro (imprenditori, professionisti, manager). III CLASSE: redditi medi, danno e ricevono ordini, sicurezza del lavoro: relativa (impiegati di medio e alto livello). IV CLASSE: autonomia lavorativa, redditi e sicurezza del lavoro variabili (artigiani, commercianti, coldiretti) V CLASSE: reddito e sicurezza del lavoro discreti, danno ma soprattutto ricevono ordini (tecnici e supervisori dei lavoratori manuali). VI CLASSE: redditi medio-bassi, ricevono ordini (operai specializzati). VII CLASSE: operai non qualificati. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LE CLASSI SOCIALI OGGI MUTAMENTI: nel numero, tipo, composizione interna, confini e rapporti fra e all’interno delle classi. CAUSE: sviluppo e declino dei settori economici con l’industrializzazione e in seguito la terziarizzazione. LA DISUGUAGLIANZA: diminuisce nel XVIII secolo, aumenta nel XIX, diminuisce nel XX sino agli anni ‘60: da allora riprende ad aumentare per: ampliamento dei differenziali retributivi; aumento del tasso di attività delle donne; aumento dei divorzi. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

GERHARD LENSKI La teoria della ricchezza e del potere La disuguaglianza sociale cresce: Al crescere del surplus economico; Con l’aumento della concentrazione del potere politico. Nelle società industriali moderne la crescita del surplus si accompagna a rivoluzioni politiche, alla nascita di sistemi democratici fondati sul consenso, che portano alla diminuzione della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE Definizione Ogni passaggio di un individuo da uno strato - un ceto, una classe - ad un altro A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPI DI MOBILITÀ SOCIALE - I Orizzontale Verticale Ascendente Discendente Intergenerazionale Intragenerazionale Mobilità con ritorno alle origini DI LUNGO RAGGIO DI BREVE RAGGIO A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPI DI MOBILITÀ SOCIALE - II Assoluta “numero complessivo di persone che si spostano da una classe ad un’altra” Relativa ( FLUIDITÀ SOCIALE) “uguaglianza delle possibilità di mobilità verticale, al di là dalla origine sociale” A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE SULLA MOBILITÀ SOCIALE 1. Teoria liberale dell’industrialismo 2. Teoria politica 3. Teoria di Pitirìm Soròkin(MOBILITÀ ASSOLUTA) 4. Teoria di Lipset e Zetterberg 5. Teoria di Featherman, Jones e Hauser (MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA La teoria liberale dell’industrialismo (I) Lo sviluppo economico fa aumentare la mobilità assoluta perché: Provoca mutamenti nel mercato del lavoro. Aumentano le posizioni di vertici per il crescere della complessità e le qualificazioni richieste. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA La teoria liberale dell’industrialismo (II) Lo sviluppo economico fa aumentare la mobilità relativa perché: L’universalismo e l’acquisizione sono valori della società moderna che favoriscono la fluidità sociale La continuità dello sviluppo economico rende continua la fluidità. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA La teoria politica della mobilità sociale La mobilità è favorita da fattori culturali. L’industrializzazione non influisce sulla mobilità. La mobilità è provocata da fattori politici, da politiche che la incoraggino (Paesi Scandinavi, vydviženie in URSS) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA La teoria classica di Pitirìm Soròkin sulla mobilità sociale Universalità e incostanza dei fenomeni di mobilità sociale. L’industrializzazione - nella sua prima fase - ha favorito la mobilità sociale. Altrettanto hanno fatto guerre, rivoluzioni, invasioni (fattori esogeni) Le strategie di chiusura sociale bloccano la mobilità. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA La teoria di Lipset e Zetterberg Alta mobilità connessa all’industrializzazione. Mobilità simile fra paesi diversi per cultura. Dopo la prima fase dell’industrializzazione e il raggiungimento di una SOGLIA, la mobilità di arresta. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA La teoria di Featherman, Jones e Hauser Mobilità assoluta Si differenzia per: Sviluppo economico e tecnologico Caratteristiche demografiche Mobilità relativa è simile in tutti i Paesi industrializzati e non aumenta con lo sviluppo A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA Ricerche empiriche Mutamenti strutturali e mobilità assoluta Cambiamento nella dimensione degli strati sociali Mobilità relativa La fluidità sociale non è aumentata negli ultimi 40 anni. Essa aumenta a causa di interventi politici (sistema scolastico, tassazione dei beni ereditari) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MOBILITÀ SOCIALE ASSOLUTA E RELATIVA Ricerche empiriche L’Italia Negli ultimi 40 anni il 59% della popolazione è stato toccato da fenomeni di mobilità Mobilità ascendente a breve raggio Mutamenti strutturali dell’occupazione. Figli degli operai delle città  impiegati, piccolo- borghesi Mobilità relativa La fluidità sociale non è aumentata negli ultimi 40 anni. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Mobilità ed omogeneità sociale OMOGENEA è una classe sociale i cui membri hanno avuto in maggioranza genitori della stessa classe. L’omogeneità di classe è favorita dalla chiusura sociale, e favorisce il sorgere di valori, stili di vita e interessi comuni ai membri di una classe. Percentuali di autoreclutamento in Italia: braccianti (64%), piccolo-borghesi (84%), operai (49%), impiegati (20%). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Mobilità sociale e individui Teoria dello sradicamento sociale  la mobilità provoca isolamento e frustrazione, rottura dei rapporti con lo strato di origine, difficoltà nei nuovi Nella mobilità ascendente: superconformismo ai valori della classe di arrivo. Nella mobilità discendente, rifiuto di quelli della classe d’arrivo. Teoria della risocializzazione  lenta socializzazione ai valori della classe di arrivo, e lento abbandono di quelli della classe di partenza A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile SESSO E GENERE Ann Oakley, Sex, Gender, and Society, 1972 SESSO  Attributi specifici legati alle caratteristiche biologiche; GENERE Qualità distintive diversamente definite dai sistemi culturali, e relative ai modelli dominanti di femminilità e masculinità. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PREGIUDIZIO MISOGINO Carattere naturale o sacralizzato dell’inferiorità femminile poco aggressive, meno intelligenti, con una diversa ‘strategia riproduttiva’. Pregiudizi religiosi sull’impurità della donna (induismo, ebraismo, Islam, le elaborazioni teologiche cristiane) Pregiudizi scientisti (sociobiologia & co.) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

GLI STEREOTIPI DI MASCULINITÀ E DI FEMMINILITÀ INTERVENGONO NELLA TIPIZZAZIONE DI GENERE (SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA). RIDUCONO LA VARIABILITÀ DEI MODELLI DI COMPORTAMENTO DI GENERE ERMAFRODITI, SODOMITI, OMOSESSUALI, TRANSGENDER RETROAGISCONO SUI MODELLI DI COMPORTAMENTO SESSUALE. IN ESSI VARIA LA CONSIDERAZIONE SOCIALE DEL CORPO. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TEORIE ESSENZIALISTE FEMMINISTE MASCOLINITÀ E FEMMINILITÀ COME ESSENZE  INDIPENDENTI DALLA COSTRUZIONE CULTURALE. I MASCHI  Separazione, isolamento, dominio, gerarchizzazione. LE DONNE  Associazione, cooperazione, cura e senso di respondabilità nei confronti degli altri. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

L’ESSENZIALISMO FEMMINISTA: Nancy Chodorow LA PERSONALITÀ DI BASE SI FORMA ALL’INTERNO DEL RAPPORTO CON LA MADRE, DIVERSO FRA M E F. La formazione del senso di sé Nelle DONNE: Relazionalità, fusionalità, dipendenza. Negli UOMINI: Staccarsi dalla madre, imitare il padre, riconoscersi in norme e ruoli sociali astratti ESITO: inespressività maschile A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL GENERE COME COSTRUZIONE SOCIALE Margaret Mead, Sesso e temperamento in tre società primitive, 1935. Modelli di mascolinità e di femminilità divergenti in tre tribù della Nuova Guinea. DIVERGENTI FRA DI LORO e tutti divergenti rispetto ai modelli prevalenti nelle società occidentali. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

DIVISIONE SESSUALE DEL LAVORO, UN UNIVERSALE CULTURALE IPOTESI ESPLICATIVE MAGGIORE FORZA FISICA MASCHILE COMPATIBILITÀ DELLA CURA DELLA PROLE CON IL LAVORO MAGGIORE SPENDIBILITÀ DEGLI UOMINI IN LAVORI PESANTI (MENO ESSENZIALI PER LA RIPRODUZIONE) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LO STATUS DELLE DONNE DEFINIZIONE Controllo delle risorse economiche, potere, autonomia, deferenza rispetto agli uomini. Concetto multidimensionale  economico, politico, culturale, sociale. Massimo nelle società di caccia e raccolta, minimo in quelle agrarie, ascendente nelle società industriali moderne A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA VARIAZIONE DELLO STATUS DELLE DONNE: TRE FATTORI I SISTEMI DI PARENTELA LA GUERRA IL CONTROLLO DELLE RISORSE ECONOMICHE A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

I TASSI DI ATTIVITÀ FEMMINILE ALTI NELLA PRIMA FASE DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE DIMINUISCONO NEL XX SECOLO (FAM. NUCLEARE INTIMA SI DIFFONDE NEI CETI INFERIORI  LA CASALINGA) SI ELEVANO A PARTIRE DAL 1970 (TERZIARIZZAZIONE, CRISI DEL FORDISMO, CRISI DELLA FAMIGLIA CONIUGALE INTIMA) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA SEGREGAZIONE OCCUPAZIONALE DI GENERE ORIZZONTALE  UOMINI E DONNE SONO OCCUPATI IN DIVERSI SETTORI PRODUTTIVI (IMPIEGATE, COMMESSE, ASSISTENTI SOCIALI ECC.). VERTICALE  LE DONNE FANNO MENO CARRIERA DEI MASCHI A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA SEGREGAZIONE ORIZZONTALE: L’INDICE DI DISSIMILARITÀ Misura della segregazione occupazionale di genere: 100 = occupazione solo maschile o femminile; 0 = perfetto equilibrio fra i generi. ITALIA: 1901 (78.0); 1936 (74.5); 1971 (56.0); 1981 (52.0) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile IPOTESI ESPLICATIVE DAL LATO DELL’OFFERTA DI LAVORO  Caratteri delle donne: CAPITALE UMANO (scelta razionale) SOCIALIZZAZIONE DI GENERE (aspettative rivolte verso la famiglia) DAL LATO DELLA DOMANDA DI LAVORO Caratteri del mercato: BARRIERE FORMALI DI ACCESSO BARRIERE INFORMALI D’ACCESSO (Teoria della discriminazione statistica) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

RAZZE Insieme di persone che condividono certi caratteri somatici. La genetica moderna considera irrilevante il concetto di razza A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Concetto di razza in sociologia Nella società moderna, alle differenze somatiche sono stati attribuiti significati rilevanti. Determinismo biologico del razzismo A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE CONCEZIONI RAZZISTE Ai caratteri somatici corrispondono tratti morali. Anche questi ultimi sono ereditari. Esiste una gerarchia fra le razze. Essa è “naturale”. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Naturalizzare le disuguaglianze sociali Se si collegano le disuguaglianze alla “Natura” si rimuove il suo carattere storico-sociale e si evita di metterle in discussione. Che cos’è la “Natura”? A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Max Weber e il razzismo A. [è assente] la constatazione di differenze inconfutabili, chiaramente presentate, psicofisicamente definibili, precisamente misurabili, e di cui si possa dimostrare l’ereditarietà. B. non esiste prova inconfutabile che tali differenze, se esistono, abbiano un significato causale per i tratti diversi e specifici dello sviluppo culturale. [1912] A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Razzismo Concetto di razza  centrale. Discriminazione all’esercizio di diritti in base alla razza. Attribuzione dell’appartenenza di razza. Discriminazioni legali e di fatto. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Tipi di razzismo (Tipologia di Taguieff) Auto-razzizzazione o auto-razziazione: superiorità della propria razza  rigetto. Etero-razzizzazione: inferiorità delle altre razze  integrazione/assimilazione A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile ETNIE Definizione 1. Auto- ed eterodesignazione. 2. Mito della comune origine e discendenza. 3. Condivisione e trasmissione di un patrimonio culturale specifico. 4. Territorio (anche simbolico), considerato come proprio. 5. Sentimento particolaristico di solidarietà. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SOPRAVVIVENZA O MORTE DELLE ETNIE Fattori endogeni Conservazione: presenza di un’élite culturale. Disgregazione: conflitti interni all’etnia Fattori esogeni Disgregazione: assimilazione, persecuzione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

DALL’ETNIA ALLA NAZIONE Le Nazioni sono l’elemento costitutivo degli STATI: non sempre hanno una base etnica univoca. Nazioni a base etnica: un’etnia arriva a formare uno Stato. Nazioni demos: collettività di cittadini con gli stessi diritti e doveri. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

FAMIGLIA Ménage, household, fuoco DEFINIZIONE Insieme di persone che vivono insieme sotto lo stesso tetto unite da legami di parentela, affetto, servizio, ospitalità che condividono la convivenza, il ménage A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Sistemi di discendenza Sistema cognatico  Gruppo di discendenza: PARENTADO Sistema unilineare  Gruppo di discendenza ridotto unicamente ai discendenti attraverso la linea maschile oppure la linea femminile. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Sistemi di discendenza unilineari PATRILINEARI ANELLO DI CONGIUNZIONE: unicamente maschile. RELAZIONI DI PARENTELA: agnatiche. DEFINIZIONE DELLA PARENTELA: la genealogia maschile. APPARTENENZA: il clan o il lignaggio del padre. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Sistemi di discendenza unilineari MATRILINEARI ANELLO DI CONGIUNZIONE: femminile. RELAZIONI DI PARENTELA: uterine. DEFINIZIONE DELLA PARENTELA: la genealogia femminile. APPARTENENZA: il clan o il lignaggio del madre. TRASMISSIONE DEI BENI E DELL’ONORE SOCIALE: tra il fratello della madre e i figli di quest’ultima. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL PARENTADO IN OCCIDENTE sistema di discendenza cognatico RETI DI RELAZIONI e non GRUPPI STABILI SI ATTIVANO IN CIRCOSTANZE PARTICOLARI. IMPORTANZA DELLE RETI PARENTALI OCCIDENTALI. MATRILATERALITÀ IN SARDEGNA: una forma di parentado. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE NORME SOCIALI DEL MATRIMONIO ENDOGAMIA LE NORME PRESCRIVONO LA SCELTA DEL CONIUGE ALL’INTERNO DEL GRUPPO DI APPARTENENZA. GRUPPI INTERESSATI: PARENTI, CLAN, LIGNAGGI, VILLAGGI, CASTE, GRUPPI RELIGIOSI O ETNICI ECC. (IN-GROUPS) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LE NORME SOCIALI DEL MATRIMONIO ESOGAMIA LE NORME VIETANO LA SCELTA DEL CONIUGE ALL’INTERNO DEL GRUPPO DI APPARTENENZA. GRUPPI INTERESSATI: PARENTI, CLAN, LIGNAGGI, VILLAGGI, CASTE, GRUPPI RELIGIOSI O ETNICI ECC. (IN-GROUPS) A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL TABÙ DELL’INCESTO, fondamento dell’esogamia Varia nel tempo e nello spazio. È un universale culturale: divieto universale di matrimonio fra madre e figlio e padre e figlia. Ragioni: favorisce la creazione dei vincoli sociali e di alleanze politiche; previene conflitti familiari. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

DIFFUSIONE DELL’ENDOGAMIA LE CASTE IN INDIA. I CETI. PRESCRIZIONE DEL MATRIMONIO FRA CUGINI PARALLELI PATRILINEARI (PAESI ARABI).  Conservare i patrimoni, preservare l’onore sociale o il “nome”. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile TIPI DI MATRIMONIO MONOGAMICO una moglie, un marito. POLIGAMICO: POLIANDRICO una moglie, più di un marito (poco diffuso). POLIANDRICO ADELFICO una donna sposa due o più fratelli (diffuso). POLIGINICO un marito, più di una moglie (diffuso). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

LA POLIGINIA CONDIZIONI DEMOGRAFICHE ALMENO 10 ANNI DI DIFFERENZA D’ETÀ FRA I CONIUGI. ALTA MORTALITÀ MASCHILE E VEDOVANZA FEMMINILE. ALTI TASSI DI DIVORZIO. SECONDI MATRIMONI FEMMINILI DIFFUSI. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LA POLIGINIA AREA DI DIFFUSIONE: Africa Subsahariana (12-40% dei matrimoni). AREA IN CUI È PRESENTE MA È MINORITARIA: Mondo islamico (2-3% dei matrimoni). Si sviluppa laddove il lavoro umano è più importante della terra. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPOLOGIA DI FAMIGLIA MONOGAMICA DI LASLETT NUCLEARE (completa o incompleta). SENZA STRUTTURA. SOLITARI (singles). ESTESA (estesa verticale ed estesa orizzontale). MULTIPLE (multiple verticali e multiple orizzontali). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPOLOGIA DI FAMIGLIE per residenza dopo le nozze PATRILOCALE. MATRILOCALE. BILOCALE. AVUNCULOCALE. (tipiche delle discendenze unilineari). NEOLOCALE (tipica del sistema di discendenza cognatico). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPI DI RELAZIONI FAMILIARI FAMIGLIA PATRIARCALE SEPARAZIONE DEI RUOLI PER GENERE ED ETÀ. RELAZIONI D’AUTORITÀ (deferenza, rispetto). SCELTA DEL CONIUGE DA PARTE DEI GENITORI. RAPPORTI ANAFFETTIVI. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPI DI RELAZIONI FAMILIARI FAMIGLIA CONIUGALE INTIMA RUOLI PIÙ FLESSIBILI. RELAZIONI TENDENZIALMENTE SIMMETRICHE. RILEVANZA DELL’AFFETTO. LIBERA SCELTA DEL CONIUGE. IMPORTANZA DELLA COPPIA. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SISTEMI DI FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA SOCIETÀ PRE-INDUSTRIALI 1. EUROPA NORD-OCCIDENTALE: Età elevata al matrimonio; famiglia nucleare; circolazione dei giovani nelle famiglie (DIFFUSO IN SARDEGNA). 2. EUROPA ORIENTALE, ASIA, MONDO ISLAMICO: Età precoce al matrimonio; famiglia multipla; nessuna circolazione dei giovani nelle famiglie. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile PARTICOLARITÀ DELLA FAMIGLIA IN SARDEGNA Anna Oppo, “Madri, figlie e sorelle: solidarietà parentali in Sardegna”, Polis, V, 1991, pp. 21-48. 1. OGGI: Nucleari, tendenza ad andare a vivere vicino ai parenti (della moglie). Sistema cognatico con tracce di matrilateralità. 2. DOPO L’EDITTO DELLE CHIUDENDE (1820-1850): Lavoro maschile associato (padri/figli) sino alla morte del padre (o a s’àutu): centralità risorse familiari (proprietà della terra). Nei rapporti: mantenimento delle due linee di discendenza (M e F); matrimonio tardivo, famiglie estese in ambito patrilocale. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile PARTICOLARITÀ DELLA FAMIGLIA IN SARDEGNA Anna Oppo, “Madri, figlie e sorelle: solidarietà parentali in Sardegna”, Polis, V, 1991, pp. 21-48. 3. PRIMA DELL’EDITTO DELLE CHIUDENDE (1820-1850): Proprietà della terra comunale, attribuzione delle parcelle ai singoli nuclei familiari; Lavoro maschile associato in ambito matrilaterale. Famiglie estese in ambito matrilocale; diffusione delle adozioni informali di giovani ragazze (filla’e ànima); circolazione dei giovani nelle famiglie. Ereu, ratza, sambenadu/sangunau. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Famiglia e popolazione in Sardegna Connessione stretta fra nuzialità ed età matrimoniale e andamento ciclico dell’economia (dei prezzi in particolare). Connessione fra popolamento e modo di formazione della famiglia. CORRELAZIONE FRA DINAMICA DEI SALARI E: Frequenza dei matrimoni. Età alle nozze delle donne. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

NASCITA DELLA FAMIGLIA MODERNA LA NUCLEARIZZAZIONE: industrializzazione, urbanizzazione, nuovi sistemi successori. LA FAMIGLIA CONIUGALE INTIMA : crisi della famiglia patriarcale fra il XVIII e il XX secolo, a partire dai ceti intellettuali urbani. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL DECLINO DELLA FAMIGLIA CONIUGALE DAL 1965 Diminuzione della fecondità. Diminuzione della nuzialità. Diminuzione della fecondità legittima. Aumento dell’instabilità coniugale. Aumento delle convivenze more uxorio. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SEPARAZIONE DI SESSUALITÀ, FECONDITÀ E MATRIMONIO Separazione della sessualità dalla fecondità. Separazione della sessualità dal matrimonio. Separazione della fecondità dal matrimonio. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL DECLINO DELLA NUZIALITÀ Aumento dei giovani che vivono soli. Aumento dei giovani che restano con i genitori a lungo. Aumento delle convivenze more uxorio. Crescita dell’età al primo matrimonio. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

CONVIVENZE MORE UXORIO (coppie di fatto) UNIONI SPERIMENTALI PRE-MATRIMONIALI: (di breve durata, infeconde, giovani). ALTERNATIVE AL MATRIMONIO: (feconde, di lunga durata). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile L’EDUCAZIONE “(…) ha lo scopo di suscitare e di sviluppare nel bambino un certo numero di stati fisici e morali che richiedono da lui sia la società politica nel suo insieme che il settore particolare al quale egli è specificamente destinato” Émile Durkheim, 1922. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile L’EDUCAZIONE AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA COINVOLTE: Scuola, Famiglia. Nelle società contemporanee: caratteri culturali comuni. Distinzioni sempre presenti: per genere, per classe, per ceto. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Il patrimonio culturale trasmesso LA CULTURA MATERIALE. I MODI DI AGIRE STANDARDIZZATI. LE CONOSCENZE E I VALORI (trasmissibili oralmente o attraverso la loro formalizzazione scritta). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile LA SCOLARIZZAZIONE “(…) l’educazione primitiva era un processo che manteneva una continuità fra genitori e figli (…). L’educazione moderna sottolinea invece il ruolo della funzione educativa nel creare discontinuità: nel rendere alfabeta il figlio dell’analfabeta”. Margareth Mead A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Istruzione e disuguaglianza I sistemi educativi sono un fattore di disuguaglianza. Essi producono e riproducono i sistemi di stratificazione sociale. FORME DI DISUGUAGLIANZA SCOLASTICA: 1): Rendimento scolastico; 2): Intelligenza degli studenti; 3): Origine sociale; 4): Ambiente scolastico. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Istruzione e disuguaglianza CORRELAZIONI FONDAMENTALI SUCCESSO SCOLASTICO E CLASSE SOCIALE D’APPARTENENZA. SUCCESSO SCOLASTICO E TITOLO DI STUDIO DEI GENITORI (DELLA MADRE IN PARTICOLARE). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Istruzione e disuguaglianza MODELLI DI SELEZIONE SELEZIONE TARDIVA (USA): ideale di mobilità sociale competitiva (l’insuccesso è automotivato come incapacità personale). SELEZIONE PRECOCE (Europa): ideale di mobilità sociale cooptativa (i membri dell’élite sono socializzati a conoscenze e stili di vita dominanti; gli altri a saperi tecnici). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

MODELLI DI SELEZIONE: cambiamenti e convergenze ITALIA: Dalla selezione precoce alla selezione tardiva. 1962: Scuola Media unica (obbligo scolastico a 14 anni). 1969: Liberalizzazione dell’accesso all’Università. 2000: Riordino dei cicli e riforma universitaria. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Istruzione e disuguaglianza LE TEORIE SOCIOLOGICHE La teoria del deficit: DEPRIVAZIONE CULTURALE DELLE CLASSI SUBALTERNE. La teoria della differenza: LA PROFEZIA CHE SI AUTOADEMPIE PER I FIGLI DELLE CLASSE SUBALTERNE. La teoria del capitale culturale di Pierre Bourdieu. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

Materiale didattico non divulgabile Istruzione e disuguaglianza La teoria del capitale culturale di Pierre Bourdieu. IL CAPITALE CULTURALE: Conoscenze e valori  rendimento scolastico. L’ETHOS DI CLASSE: Atteggiamenti positivi rispetto alla cultura scolastica  durata. OSMOSI: modo di trasmissione “naturalizzante” di capitale culturale e ethos di classe  auto- ed eteropercezione. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IDEALI EDUCATIVI E TIPI DI POTERE: LA TEORIA DI M. WEBER Corrispondenza fra tipi di potere dominanti all’interno di una società e ideali educativi. POTERE CARISMATICO: ideale educativo dell’iniziato (risveglio). POTERE TRADIZIONALE: ideale educativo dell’uomo colto (erudizione, raffinamento). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPOLOGIA WEBERIANA DEI POTERI LEGITTIMI LEGITTIMAZIONE DEL POTERE: DIVERSE ideologie giustificano i tipi di poteri esistenti. SOLO IL POTERE LEGITTIMATO INCONTRA l’obbedienza: esso è dunque un POTERE LEGITTIMO, (AUTORITÀ). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

SCHEMA DELL’IDEALTIPO DEI POTERI LEGITTIMI 1. Tipo di credenza. 2. A chi si obbedisce? 3. Caratteri di personalismo/impersonalità, di straordinarietà/routine quotidiana e di stabilità dei vari tipi di autorità. 4. Chi obbedisce? A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

TIPOLOGIA WEBERIANA DEI POTERI LEGITTIMI POTERE CARISMATICO  credenza: carattere straordinario di un capo (potere personale). POTERE TRADIZIONALE  credenza: carattere sacro delle tradizioni che regolano il diritto di esercitare il potere. POTERE LEGALE-RAZIONALE  credenza razionale: validità legale di un sistema di norme statuite (potere impersonale). A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IDEALI EDUCATIVI E TIPI DI POTERE: LA TEORIA DI M. WEBER POTERE LEGALE RAZIONALE: ideale dello specialista (utilità pratica del sapere). BUROCRAZIA E ATTESTAZIONE PUBBLICA DEI TITOLI DI STUDIO. Monopolio di posizioni sociali di vantaggio attraverso concorsi ed esami. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile

IL CREDENZIALISMO NELLA SOCIETÀ MODERNA Definizione: “uso inflazionato dei titoli di studio come mezzi per controllare l’accesso alle posizioni-chiave nella divisione del lavoro” (Frank Parkin). Strategia di chiusura sociale dei ceti, che tendono a riprodurre il proprio status per i propri figli. A. Mongili, Sociologia, 2001-02 Materiale didattico non divulgabile