IL REALISMO Cento anni prima della presenza artistica di Caravaggio, Leonardo da Vinci,sicuramente uno dei cardini del Rinascimento italiano, scriveva il “libro di pittura”,un’opera incentrata sul ruolo dell’arte e sulla veridicità con cui essa deve essere espressa.L’arte è una scienza o no? Era questo interrogativo il punto di partenza del ragionamento di Leonardo.Per lui l’arte di vedere e di rappresentare con veridicità quanto si vede era al cuore della comprensione del mondo materiale : i sensi devono offrire il materiale a cui l’artista deve attingere per rappresentare la realtà alla perfezione nella sua totalità,è proprio per questo che Arte e Scienza nella sua concezione camminano di pari passo! La pittura deve rappresentare l’emozione vera,non la sua “scimmiottatura” : gli oggetti,gli uomini che vengono rappresentati devono offrire all’osservatore la possibilità di cogliere il loro stato d’animo, i loro occhi e le loro caratteristiche devono essere lo specchio del loro animo,una “finestra aperta sull’universo” come sostiene Leonardo stesso.La tesi sulla veridicità della rappresentazione è riscontrabile nella produzione di Caravaggio nei ritratti e nelle nature morte,ove i dettagli sono minuziosamente eseguiti alla perfezione : movimento e staticità sono perfettamente sintetizzati e rievocano anche se lontanamente la Monna Lisa di Leonardo,esempio più provocante di un’enigmatica e irrequieta serenità colta in tutto e per tutto dai dettagli che la caratterizzano.
Una prima grande novità della pittura di Caravaggio è che non trasfigura mai i suoi soggetti. Se egli prende un ragazzo di strada per farlo posare come modello per un Bacco, nel quadro che realizza, il Bacco rappresentato avrà le fattezze precise del modello: non un’astratta immagine convenzionale che possiamo attribuire al dio greco, ma il ritratto di un ragazzo del primo Seicento.Il pittore non era tenuto a conoscere la geometria precisa (conoscibile solo intellettualmente) dei corpi e dello spazio che rappresentava, ma ad osservare attentamente solo ciò che l’occhio proponeva alla visione. Le posizioni fra Rinasciemento e Caravaggio quindi sono antitetiche: in un quadro rinascimentale vi è la chiarezza dell’immagine, che è chiara nella sua struttura interna anche se non sempre visibile. Nei quadri di Caravaggio l’immagine è solo ciò che appare dalla visione: ciò che non si vede non interessa. Un’attenzione così puntuale ed intensa a cogliere il dato visibile gli impedisce qualsiasi idealizzazione o trasfigurazione del reale. La sua pittura ha un’aderenza così intima e totale alla realtà che con lui, in pratica, nasce il realismo nella pittura moderna. E ne deriva una diversa concezione estetica: l’arte non è più il luogo dove la realtà trova un ordine nuovo basato sulle aspettative di bellezza e perfezione dell’animo umano, ma il luogo dove la realtà ci assale con tutta la sua drammaticità.
LA LUCE Nei quadri un’attenzione particolare è sempre riservata alla luce: Caravaggio “vede” la realtà e ce ne presenta il significato,emette giudizi morali su di essa enucleando un oggetto da un altro per mezzo della luce,lasciando il resto nell’ombra. In molte opere infatti la luce è quasi come una presenza che illumina e pone l’attenzione dell’osservatore su un preciso particolare o una persona rendendolo/a protagonista del quadro e primo oggetto di osservazione. Non poteva essere diversamente visto che egli perseguiva una pittura realista. Ma il dato stilistico che egli inventa è l’abolizione dello sfondo per circondare le immagini di oscurità. Ottiene così un effetto molto originale: le sue immagini sembrano sempre apparizioni dal buio. Le figure appaiono grazie a sprazzi di luce: una fiaccola, uno spiraglio di finestra aperta. In questo modo l’immagine che si coglie è solo una parte della realtà: solo quel tanto che la debole illuminazione ci consente di vedere. Il resto rimane avvolto dall’oscurità, ossia dal mistero. È il buio che domina in queste immagini, quasi ad accentuarne la drammaticità. Perché questo buio è una specie di notte calata sul mondo, per assorbirne i lati più gradevoli, e lasciarvi solo paura e terrore. Il buio è il luogo stesso delle nostre angosce e paure nei confronti di dolori, morte, sofferenze. I quadri di Caravaggio ci riportano proprio a questo territorio: è la pittura più drammatica mai vista fino ad allora, e rappresenta inevitabilmente quella oscurità, fatta di inquisizione e terrore, che sembra calata sulle coscienze dopo l’avvento della Controriforma.
LA TECNICA PITTORICA Underdrawing In generale, il tipo di analisi diagnostica che può venire in aiuto per osservare il disegno preparatorio eseguito a pennello è la riflettografia IR. Nel caso dei dipinti di Caravaggio, la preparazione bruna non consente di per sé la visualizzazione all’infrarosso di un disegno, perché non riflettente. Questa considerazione va tenuta in conto quando si parla di assenza di disegno preparatorio nelle opere del Caravaggio.In tutte le opere di Caravaggio in cui è stato identificato un disegno preparatorio vero e proprio, esso risulta eseguito a pennello col quale si evidenzia un tratto disegnativo piuttosto sottile. In molti casi invece una sorta di disegno preparatorio viene effettuato con colori molto scuri,che andranno a costituire le ombre dell’opera. Sovrapposizioni di stesure Caravaggio comincia a dipingere dal fondo del quadro di colore scuro procedendo per sovrapposizioni di stesure pittoriche. Per questo motivo in alcune zone dei dipinti, soprattutto nelle figure, è possibile rilevare l’esistenza degli incarnati al di sotto delle successive campiture cromatiche. Quindi, il pittore dipinge per sovrapposizione di piani, che via via si avvicinano sempre più allo spettatore. L’obiettivo è quello di rendere a pieno la veridicità del dipinto,quasi a confermare la teoria di Leonardo.
Incisioni Caravaggio ha spesso disegnato sulla tela facendo uso di incisioni, per la cui lettura possono venire in aiuto, oltre l’esame visivo, la fotografia in luce radente e la radiografia. Va comunque sottolineato che il riconoscimento della presenza e il rilievo delle incisioni possono essere alcune volte ardui; per alcuni dipinti abbiamo infatti descrizioni non sempre coincidenti nelle osservazioni dei vari studiosi . Il primo a descrivere dettagliatamente ed interpretare la presenza di incisioni nei dipinti del Caravaggio fu Roberto Longhi: “ci era noto come il Caravaggio tracciasse talora in qualche parte dell’imprimitura dei suoi dipinti una specie di graffito, di incisura, assai bene percepibile per chi guardi l’opera a luce radente… E poiché non si tratta già di un tracciato completo di tutto il quadro ma solo di alcune parti di esso, suggerirei che il Caravaggio se ne prevalesse per fissare certi rapporti di distanza tra le masse principali in modo da poter ritrovare ad ogni seduta la giusta posa dei modelli in un dato viraggio di luce” . Lo Schneider e il Christiansen, negli anni ‘80, hanno suddiviso in tre tipologie le incisioni utilizzate da Caravaggio: a) di tipo “decorativo”, eseguite sulla pellicola pittorica, per ottenere un effetto decorativo, b) di tipo “prospettico”, incise sulla pellicola pittorica, per realizzare un particolare prospettico, c) “disegno sommario e provvisorio” inciso sulla mestica ancora fresca.