La Motivazione degli Individui per il Miglioramento

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Dati della rilevazione SNV 2009/2010
Advertisements

Le forze ed i loro effetti
Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano 1 Il nuovo obbligo di istruzione: cosa cambia nella scuola?
“Intervista sul mondo del lavoro”
TAV.1 Foto n.1 Foto n.2 SCALINATA DI ACCESSO ALL’EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO DALLA CORTE DELLE CASCINE DEL QUIQUIO Foto n.3 Foto n.4.
II° Circolo Orta Nova (FG)
II° Circolo Orta Nova (FG)
1 Pregnana Milanese Assessorato alle Risorse Economiche Bilancio Preventivo P R O P O S T A.
1 DECRETO LEGISLATIVO 626/94 19 SETTEMBRE 1994 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI DECRETO LEGISLATIVO 242/96 19 MARZO 1996 CORSO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE IN.
Donata Favaro Università di Padova
Frontespizio Economia Monetaria Anno Accademico
La scelta del paniere preferito
1 Tavolo del Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Il ricorso agli ammortizzatori sociali nei territori colpiti dagli eventi sismici.
Il contesto abitanti dipendenti dirigenti 164
DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE
Le variabili che influenzano l’acquisto dei beni o servizi sono:
Concetto di bisogno Stato, pulsione dell’individuo che spinge verso una condizione di omeostasi Impulso che necessita di una soddisfazione per il benessere.
Arcipelago Mazzini Insieme per la coesione sociale Centro Di Atene Studi e Ricerche sulla Famiglia Università cattolica del Sacro Cuore di Milano Largo.
Lezione N° 6 L’organizzazione
L’organizzazione corso di Gestione e controllo imprese di servizi - prof Bronzetti Giovanni Corso di E.A. - prof Bronzetti Giovanni.
Meccanismi di relazione
Le competenze professionali
IL SISTEMA ORGANIZZATIVO
BALANCED SCORECARD: MAPPA STRATEGICA E INDICATORI
La Motivazione degli Individui per il Miglioramento delle Prestazioni
LA MOTIVAZIONE AL LAVORO A cura di Andrea Martone
Gestione delle risorse umane
La percezione delle proprie competenze e il grado di fiducia nelle proprie capacità sono altresì importanti per spiegare le differenze di prestazione.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA PSICOLOGIA DEL LAVORO 21 giugno 2008
Corso di Informatica (Basi di Dati)
Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA 1 Presentazione di Riccardo Perugi Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA Firenze, 19 dicembre 2000.
Diventare un Manager-Coach
Master universitario di II livello in Ingegneria delle Infrastrutture e dei Sistemi Ferroviari Anno Accademico 2012/2013 Cultura dimpresa, valutazione.
La partita è molto combattuta perché le due squadre tentano di vincere fino all'ultimo minuto. Era l'ultima giornata del campionato e il risultato era.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale - Universita di Pavia 1 Scritte scritte scritte scritte scritte scritte scritte Scritte scritte Titolo.
Motivazione al lavoro Locuzione di motivazione al lavoro
Num / 36 Lezione 9 Numerosità del campione.
Lezione 4 Probabilità.
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente
Controllo di Gestione negli Enti Pubblici
Dipartimento di Economia Economia delle Aziende Pubbliche Prof. Antonello Zangrandi LEZIONE N.8.
Corso di Economia e Gestione delle imprese Prof. Edoardo Sabbadin
Teorie organizzative Scuola classica Scuola sociale Scuola sistemica.
A seconda delle situazioni, le cause possono essere attribuite a:
2 3 4 RISERVATEZZA INTEGRITA DISPONIBILITA 5 6.
1ROL - Richieste On Line Ente pubblico 5ROL - Richieste On Line.
Manuale chiave Gioventù+Sport
CORRENTE ELETTRICA Applicando una d.d.p. ai capi di un filo conduttore si produce una corrente elettrica. Il verso della corrente è quello del moto delle.
MACCHINARI SICURI WORKSHOP FASCICOLO TECNICO E ANALISI DEI RISCHI
1 Negozi Nuove idee realizzate per. 2 Negozi 3 4.
Scheda Ente Ente Privato Ente Pubblico. 2ROL - Richieste On Line.
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
Bando Arti Sceniche. Per poter procedere è indispensabile aprire il testo del Bando 2ROL - Richieste On Line.
Stili cognitivi. Funzionamento globale della persona
1 Questionario di soddisfazione del servizio scolastico Anno scolastico 2011/2012 Istogramma- risposte famiglie.
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
Atzeni, Ceri, Paraboschi, Torlone Basi di dati McGraw-Hill,
Corso di Laurea in Management dello sport Le organizzazioni sportive
1 ORGAMIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE. 2 PRESENTAZIONE DEL CORSO L’Organizzazione aziendale La gestione delle persone.
MINIBASEBALL E MINISOFTBALL
B P A B ilancio P rofessionale e A utosviluppo ISPER © ISPER
Acceleratori e Reattori Nucleari
FUNZIONI ESECUTIVE E PRATICA CLINICA
IL GIOCO DEL PORTIERE CASISTICA. Caso n. 1 Il portiere nella seguente azione NON commette infrazioni.
Persone, motivazioni e competenze
Capitolo 8 Il processo di conduzione del personale e la “leadership” Università di Napoli, Federico II Prof. Sergio Sciarelli.
Trento 16 gennaio Competenza conoscenzeabilitàatteggiamenti.
L’ANALISI DEI BISOGNI DI FORMAZIONE Laboratorio per la formazione Spi Atto Primo Gruppo Arancio Lido di Camaiore 1- 3 febbraio 2011.
Lezione CG02 Obiettivi e Requisiti del Sistema di Controllo di Gestione Corso di Gestione Aziendale AA Prof. Cristina Ponsiglione
Transcript della presentazione:

La Motivazione degli Individui per il Miglioramento delle Prestazioni Anno Accademico 2006-2007

La definizione di motivazione La motivazione può essere definita come tutto ciò che spinge i lavoratori a mettere in atto un determinato comportamento organizzativo finalizzato a una determinata performance. La metodologia didattica che verrà adottata nel seminario è altrettanto importante per realizzare gli obiettivi di apprendimento proposti.

…quindi Per motivazione si intende un complesso sistema di spinte, energie, bisogni, desideri, passioni, forza di volontà e influssi emozionali, che possono manifestarsi congiuntamente o singolarmente, con consistenza variabile da individuo a individuo, la direzione e l’intensità dell’agire umano.

La complessità della motivazione 5 elementi caratterizzanti

Primo elemento La motivazione non è definitiva ma assume determinate direzioni e intensità in funzione della realtà vissuta e della percezione di essa

Secondo elemento La motivazione non è continua in quanto dipende dalla soddisfazione di un particolare bisogno o dal raggiungimento di un determinato obiettivo

Terzo elemento La motivazione non è oggettiva perché dipende dal peculiare patrimonio percettivo, emotivo e caratteriale dell’individuo.

Quarto elemento La motivazione non è generalizzabile poiché ciò che può essere motivante per un individuo, può lasciare in uno stato di indifferenza un altro individuo.

Quinto elemento La motivazione è difficilmente misurabile poiché spesso non è direttamente osservabile.

Il circolo della motivazione La motivazione può essere schematizzata, a prescindere dall’azione, attraverso un percorso circolare che si rinnova ogni volta che si attua un particolare comportamento.

Prima fase: la tensione L’input della motivazione nasce dalla percezione di uno stato di tensione dovuto all’emergere di un bisogno.

Seconda fase: la ricerca L’individuo va alla ricerca dei mezzi strumentali per soddisfare il suo bisogno, adottando tutta una serie di comportamenti che ritiene in linea per appagare la propria soddisfazione.

Terza fase: la soddisfazione Nel momento in cui lo stato di insoddisfazione viene colmato, l’individuo vive uno stato di appaga-mento che si sostituisce all’iniziale condizione di tensione, ovvero la forza generativa dell’intero processo.

Quarta fase: la scoperta L’appagamento ha una natura temporanea. Per questo l’individuo, una volta soddisfatto un bisogno, rivaluta la propria posizione determinando la scoperta di nuovi bisogni.

Due implicazioni Il percorso motivazionale è quindi ….. ….. circolare ….. e ….. ….. dinamico.

Tre famiglie di teorie motivazionali: La classificazione delle teorie motivazionali Tre famiglie di teorie motivazionali: Teorie di contenuto: Cosa motiva l’individuo? Teorie di processo: Come motivare l’individuo? Teorie pragmatiche: Come sviluppare e facilitare la motivazione dell’individuo?

Le teorie di contenuto La teoria di Maslow: la piramide dei bisogni La teoria di McClelland La teoria di Alderfer

Le teorie di contenuto: la piramide dei bisogni di Maslow Risale al 1954 (“Motivation and Personality”) E’ il punto di partenza di tutti gli studi e le teorie sulla motivazione Ruota attorno alla centralità dei bisogni come determinante dei comportamenti Considera una scala gerarchica dei bisogni legati dal fatto che un bisogno di carattere superiore può emergere solo quando tutti i bisogni di carattere inferiore sono stati soddisfatti.

La piramide dei bisogni (Maslow): tre spunti di riflessione (1/3) L’individuo è motivato nella sua interezza e non in determinate parti di sé. Ciò vuol dire che l’individuo convoglierà tutte le risorse verso un determinato bisogno.

La piramide dei bisogni (Maslow): tre spunti di riflessione (2/3) I bisogni avvertiti sono strumentali al raggiungimento di una finalità di portata più ampia. Ciò vuol dire che gli individui avvertono sostanzialmente gli stessi bisogni. Cosa cambia allora tra individui? Il modo in cui si soddisfano gli stessi bisogni. Esempio: il bisogno di stima.

La piramide dei bisogni (Maslow): tre spunti di riflessione (3/3) Il comportamento dell’individuo non può essere pensato esclusivamente come conseguenza delle spinte motivazionali, ma vede anche nelle forze ambientali un fattore determinante.

La piramide dei bisogni (Maslow)

Alcune indicazioni La piramide dei bisogni di Maslow oggi va interpretata in maniera flessibile sia per quanto riguarda gli elementi che appartengono alle diverse categorie, che in termini di ordine dei bisogni.

Teorie di Processo: la teoria di Vroom Si focalizzano sui meccanismi e dinamiche del processo con cui la motivazione si manifesta Si passa da una dimensione macro (i bisogni) a una dimensione di dettaglio (le dinamiche che determinano un bisogno)

Le teorie classiche Vs le teorie processive Non sono da intendersi come antitetiche, ma complementari C’è connessione sequenziale, ma non è la sola Le teorie processive mirano a illuminare le dinamiche rivelatrici partendo da una condivisione delle conclusioni delle teorie classiche

La teoria di Vroom (1/7) La necessità non è il solo elemento che innesca le spinte motivazionali: è necessario avere una speranza ragionevole circa l’effettivo raggiungimento dei risultati

Motivazione = (A)*(V)*(S) La teoria di Vroom (2/7) Motivazione = (A)*(V)*(S) A = aspettativa V = valenza S = strumentalità

La teoria di Vroom (3/7) L’aspettativa si riferisce alle probabilità di successo che l’individuo associa a un determinato comportamento Non esprime un legame tra perseveranza e risultato È una valutazione soggettiva e arbitraria Incide sul livello di fiducia di un individuo (quindi ha una relazione positiva e diretta con il conseguimento di un risultato)

La teoria di Vroom (4/7) La valenza si riferisce all’attrattività dei risultati da raggiungere, ponendo in essere un determinato comportamento È frutto anch’esso di una valutazione soggettiva, anche se è riconducibile, nel contesto lavorativo, a elementi meno disomogenei

La teoria di Vroom (5/7) La strumentalità è un concetto molto vicino al precedente Si riferisce agli effetti che si verificano in un secondo momento in funzione del fatto che l’obiettivo è stato centrato La valenza è più “intangibile” , mentre la strumentalità è più “tangibile”

La teoria di Vroom (6/7) Vroom pone al centro della teoria il contesto lavorativo L’introduzione dell’aspettativa e della valenza sottolinea la soggettività della motivazione La valenza, comunque, appare meno soggettiva La strumentalità ancora meno soggettiva Le possibili combinazioni appaiono comunque “considerevoli”

La teoria di Vroom (7/7) Implicazioni per la gestione del personale: La capacità di saper leggere le percezioni dei propri collaboratori per affidare compiti, obiettivi e sfide in maniera da generare un forte impulso motivazionale La capacità di monitorare i tre elementi per minimizzare il rischio che uno di essi sia nullo

Teorie Pragmatiche: la teoria di Mc Gregor Nascono dagli assunti della scuola della New Human Relations e si concentrano in un periodo temporale molto concentrato ( ’50- ’60) Presentano due elementi distintivi: 1.l’ancoraggio totale, esplicito e diretto della motivazione al contesto organizzativo 2.la sorprendente attualità e applicabilità

I modelli pragmatici (1/2) Queste teorie vedono i lavoratori e l’impresa non come antitetici e orientati alla mediazione, ma come elementi integrati dello stesso contesto che interagiscono in modo sistematico Si focalizzano sulla crescita reciproca degli individui e dell’organizzazione (centralità delle risorse umane) Sono molto “pratiche”.

I modelli pragmatici (2/2) Il percorso modelli classici modelli processuali modelli pragmatici

La teoria di McGregor (1/5) Modello gerarchico dei bisogni: necessità fisiologiche esigenze di protezione bisogni sociali esigenze egoistiche bisogni di auto-realizzazione

La teoria X Vs la teoria Y La teoria di McGregor (2/5) La teoria X Vs la teoria Y Y Il lavoratore ha consapevolezza di vedere il proprio lavoro come il tramite per la propria realizzazione, tanto da perseguire gli obiettivi in maniera naturale Il lavoratore ha un’innata antipatia per il lavoro, sfugge alle responsabilità, preferendo ruoli prescritti, privilegiando la sicurezza e non avendo ambizioni X

La gestione del personale: teoria X Vs teoria Y La teoria di McGregor (3/5) La gestione del personale: teoria X Vs teoria Y X La gestione del personale è quello di sviluppare un ambiente di lavoro che garantisca la possibilità di questa realizzazione tanta cara al al lavoratore (visione organica) Y La gestione del personale è vista come un’attività sostanzialmente amministrativa, il cui compito principale è quello di programmare e formalizzare il lavoro in modo dettagliato (visione meccanica)

La motivazione: teoria X Vs teoria Y La teoria di McGregor (4/5) La motivazione: teoria X Vs teoria Y La teoria X non riconosce alcuna valenza al fenomeno motivazionale poiché, a monte palesa sostanzialmente l’incapacità di accorgersi che i lavoratori sono prima esseri umani X La teoria Y, prendendo consapevolezza delle delle maggiori potenzialità di risultato insite nella complessità della natura umana, enfatizza la centralità delle leve motivazionali Y

Lo stile di direzione: teoria X Vs teoria Y La teoria di McGregor (5/5) Lo stile di direzione: teoria X Vs teoria Y Riconduce gli strumenti motivanti esclusivamente al denaro e alla sicurezza dell’ambiente lavorativo, mentre le esigenze aziendali sono garantite da controlli e procedure rigide I sistemi di controllo sono meno invasivi, il denaro e la sicurezza non sono i soli input motivazionali, ma giocano un ruolo significativo lo sviluppo, la crescita professionale, le sfide lavorative e il clima relazionale Y X