Percorso: la progettazione e implementazione del questionario

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Percorso: la progettazione e implementazione del questionario IL QUESTIONARIO: OBIETTIVI, STRUTTURA, FORMULAZIONE DEI QUESITI Scuola Secondaria di secondo grado; Argomento: Questionario – Obiettivi (30.09.13); Pacchetto: S2.D.1

INDICE Definizione e obiettivi La progettazione del questionario Concettualizzazione La redazione La verifica

Definizione e obiettivi Cos’è un questionario Uno «strumento di misura»: raccoglie in modo sistematico caratteristiche, comportamenti o opinioni dei rispondenti Uno «strumento di comunicazione standardizzato»: facilita l’interazione tra ricercatore, rilevatore e intervistato le domande sono rivolte a tutti nella stessa forma le domande hanno lo stesso significato per tutti i rispondenti Il questionario è uno strumento di misura, infatti si tratta di una schema di intervista altamente strutturata la cui funzione è quella di raccogliere in modo sistematico caratteristiche, comportamenti o opinioni dei rispondenti, ovvero le informazioni sulle variabili qualitative e quantitative oggetto dell’indagine. Inoltre, si definisce uno strumento di comunicazione, in quanto consente di facilitare l’interazione tra il ricercatore, il rilevatore e l’intervistato; oltre a ciò il questionario è uno strumento di comunicazione standardizzato: le informazioni raccolte devono essere confrontabili tra loro, pertanto le domande devono essere rivolte a tutti nella stessa forma e devono avere lo stesso significato per tutti i rispondenti. 3

La progettazione del questionario prima fase: definizione degli obiettivi e concettualizzazione seconda fase: redazione del questionario terza fase: verifica del questionario Le fasi che caratterizzano la costruzione di un questionario sono tre: definizione degli obiettivi e concettualizzazione; redazione del questionario: scelta della struttura e della formulazione delle domande; verifica del questionario: controlli sul campo che devono contribuire a valutare la validità del questionario come strumento di misurazione e comunicazione. 4

La progettazione del questionario: prima fase La definizione degli obiettivi e concettualizzazione documentarsi sull’argomento individuare delle variabili da raccogliere rispetto ai temi d’interesse identificare i destinatari del questionario La prima fase di definizione degli obiettivi e concettualizzazione consiste in: Documentarsi sull’argomento: la ricerca bibliografica è importante per esaminare l’esistenza di informazioni/dati già disponibili sul tema e verificare se eventuali domande da inserire nel questionario siano state già utilizzate in altre indagini; questo consente di avere una maggiore conoscenza del fenomeno che si intende esaminare e dei suggerimenti per come strutturare il questionario; Individuare delle variabili da raccogliere rispetto ai temi d’interesse: preparare una lista di variabili e non direttamente le domande. Evitare quelle variabili che non sono strettamente necessarie allo scopo dell’indagine per non creare un onere eccessivo sui rispondenti; Identificare i destinatari del questionario

La progettazione del questionario: seconda fase La redazione del questionario prevedere la successione logica dei temi trattati verificare l’opportunità di introdurre: Domande filtro Domande di controllo Domande retrospettive Quesiti su temi delicati formulazione dei quesiti Domande retrospettive: sono quelle domande che richiamano alla memoria del rispondente fatti avvenuti nel passato e pertanto implicano uno sforzo di memoria

La progettazione del questionario: la redazione Prevedere la successione logica dei temi trattati predisporre una sequenza di domande che riguardano lo stesso argomento, evitando di tornare su argomenti già trattati, inoltre fare in modo che i quesiti seguano un percorso logico e coerente le domande poste devono essere collocate in modo che non condizionino le risposte a domande successive impostare la successione degli argomenti/temi in modo da non creare salti radicali Nella redazione delle domande prevedere sezioni omogenee per tematica: predisporre una sequenza di domande che riguardano lo stesso argomento, evitando di tornare su argomenti già trattati, inoltre fare in modo che i quesiti seguano un percorso logico e coerente; tuttavia occorre che le domande poste siano collocate in modo che non condizionino le risposte a domande successive (ad esempio, se si vuole fare una domanda sulla soddisfazione del proprio stato di salute, è bene non fare prima quesiti sulle caratteristiche specifiche della propria salute che potrebbero focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti sgradevoli e quindi condizionare le risposte successive) impostare la successione degli argomenti/temi in modo da non creare salti radicali, quindi è consigliabile prevedere transizioni graduali fra un tema e l’altro.

La progettazione del questionario: la redazione Prevedere la successione logica dei temi trattati la successione a imbuto: si passa da domande generali a domande particolari la successione ad imbuto rovesciato: si antepongono le domande specifiche a quelle più generali Per facilitare il rispondente nella risposta alle domande senza operare dei condizionamenti si utilizzano uno dei seguenti stili: la successione a imbuto: si passa da domande generali a domande particolari per dare tempo al rispondente di focalizzare l’attenzione e familiarizzare sul tema proposto. Tale tecnica è particolarmente utile per valutare sensazioni e atteggiamenti. la successione ad imbuto rovesciato: si antepongono le domande specifiche a quelle più generali. Utili quando si desidera raccogliere opinioni meditate su un determinato argomento, ovvero induce l’intervistato a rispondere alla domanda generale finale dopo aver vagliato tutti gli aspetti particolari della questione (tramite le domande precedenti). Tale tecnica è particolarmente utile per valutare situazioni oggettive.

La progettazione del questionario: la redazione Verificare l’opportunità di introdurre le domande filtro dalla risposta alla domanda filtro dipendono diverse sezioni del questionario la domanda o le domande successive alla domanda filtro entrano talmente nel dettaglio da diventare frustranti per chi non possiede i requisiti per rispondere diventa uno strumento per non condizionare la risposta (in quanto in caso contrario c’è il rischio che chi si trova a dover rispondere ad una domanda “non pertinente” possa rispondere a caso) Non tutte le domande devono essere rivolte a tutti i rispondenti. E’ necessario quindi prevedere alcuni quesiti che selezionino il sottogruppo di persone a cui sottoporre le domande successive. E’ auspicabile l’utilizzo di domande filtro quando: dalla risposta alla domanda filtro dipendono diverse sezioni del questionario (ad esempio nell’indagine dell’Istat «Aspetti della vita quotidiana» viene posta una domanda filtro: «Con che frequenza si informa dei fatti della politica italiana?»; Per il sottogruppo che non risponde «mai», la domanda successiva riguarda il modo in cui ci si informa della politica italiana, e se lo si fa attraverso Internet, per il sottogruppo che risponde «mai», la domanda successiva riguarda i motivi per cui non ci si informa mai di politica. L’assenza della domanda filtro creerebbe un appesantimento per i rispondenti di entrambi i sottogruppi) la domanda o le domande successive alla domanda filtro entrano talmente nel dettaglio da diventare frustranti per chi non possiede i requisisti per rispondere (ad esempio, nell’indagine Istat «Viaggi e vacanze» la domanda filtro: «si è spostato/a pernottando almeno una notte fuori dalla località dove vive per uno dei seguenti motivi personali: weekend, piacere, svago, visita a parenti ed amici, motivi religiosi, trattamenti di salute o cure termali?» Successivamente, a chi risponde «sì» viene chiesto quanti viaggi personali sono stati fatti, e successivamente se fra questi, ci sono viaggi che sono stati effettuati abitualmente tutte le settimane nello stesso luogo: A chi risponde «sì» viene chiesto il numero di viaggi personali abituali, ecc. Omettere la domanda filtro metterebbe in imbarazzo il rispondente che non ha fatto alcun viaggio) diventa uno strumento per non condizionare la risposta (ad esempio, piuttosto che chiedere direttamente «Quanti libri ha letto negli ultimi 12 mesi?» è più corretto chiedere «Ha letto libri negli ultimi 12 mesi?». In questo modo, si evita il rischio di creare imbarazzo per chi non avesse letto nessun libro a fornire una risposta veritiera)

La progettazione del questionario: la redazione Verificare l’opportunità di introdurre le domande di controllo per verificare la coerenza e l’attendibilità di una risposta data in precedenza si inseriscono a opportuna distanza dalle domande che si vogliono verificare presentano lo stesso quesito che si vuole verificare, formulato però, in modo diverso Esempi di domande di controllo: si chiede prima l’età in anni compiuti, e poi l’anno di nascita per verificare la correttezza della prima risposta.

La progettazione del questionario: la redazione Verificare l’opportunità di introdurre le domande retrospettive quando si vogliono richiamare alla memoria del rispondente fatti avvenuti nel passato collocarli verso la metà del questionario hanno lo scopo di sollecitare la memoria senza influenzare i ricordi suggerimenti: ridurre l’intervallo di riferimento della domanda porre una batteria di domande per collocare a livello temporale i ricordi proporre un buon numero di alternative di risposta per sollecitare la memoria ricorrere a un diario Le domande retrospettive sono quelle che richiamano alla memoria del rispondente fatti avvenuti nel passato e pertanto implicano uno sforzo di memoria; l’Istat consiglia di collocarli verso la metà del questionario per evitare che all’inizio il rispondente non sia più disponibile all’intervista e alla fine sia troppo stanco. Un buon quesito retrospettivo ha lo scopo di sollecitare la memoria del rispondente senza influenzarne i ricordi. Perciò è bene: ridurre l’intervallo di riferimento della domanda; porre una batteria di domande per collocare a livello temporale i ricordi proporre un buon numero di alternative di risposta per sollecitare la memoria se necessario, ricorrere a un diario Esempi: nell’indagine Istat «Famiglia e soggetti sociali» si ha l’obiettivo di cogliere la numerosità, la sequenza e le caratteristiche principali di alcuni eventi personali (figli, matrimoni, interruzioni lavorative), allo scopo di risalire alle vicissitudini matrimoniali, di fecondità e di lavoro. Tuttavia, riferendosi a eventi avvenuti nel passato degli intervistati occorre mettere in atto tutti gli strumenti che facilitano il processo di ricostruzione mnemonica delle informazioni. In primo luogo, occorre raccogliere l’informazione sul numero complessivo di eventi sperimentati (numero totale di figli propri avuti, numero di matrimoni, numero di interruzioni lavorative); una volta identificata la numerosità dei singoli eventi, si procede a raccogliere le rimanenti informazioni per ciascuno di essi, a partire dal primo accaduto in ordine di tempo (data di nascita del primo figlio, sesso del primo figlio, se è nato all’interno o al di fuori di un matrimonio o se è stato adottato o affiliato, anno in cui ha smesso di vivere con i genitori) e passando al successivo (secondo figlio) solo dopo aver esaurito la batteria di quesiti a esso riferiti. Avere a disposizione degli schemi e griglie di raccolta delle date e delle altre informazioni relative agli eventi, si è dimostrato particolarmente efficace per la raccolta delle informazioni retrospettive. Nella rilevazione Istat «Viaggi e vacanze», la raccolta delle informazioni su vacanze “brevi” e “viaggi di lavoro” ha creato notevoli problemi di raccolta dei dati, in relazione a modalità di spostamento, destinazioni, spesa, eccetera. E’ stata importante la scelta di un adeguato periodo di riferimento: infatti le vacanze di breve durata e i viaggi di lavoro sono soggetti, più delle vacanze di maggiore durata, a problemi di “memoria”, che causano mancata rilevazione del viaggio o suo collocamento temporale errato. Un periodo di riferimento di 12 mesi, quale appunto quello usato nelle indagini sulle vacanze condotte fino agli inizi degli anni Novanta, può risultare adatto a cogliere le vacanze di lunga durata, ma non è certo idoneo alla rilevazione di soggiorni di durata inferiore e ai viaggi di lavoro. Per l’acquisizione di informazioni su queste tipologie di soggiorni, è necessaria l’individuazione di un arco temporale di riferimento più contenuto che ne favorisca il ricordo. Pertanto, la scelta è ricaduta sull’individuazione di un periodo di riferimento di tre mesi. Il diario: nella rilevazione dell’Istat «Uso del tempo» si osserva come le persone organizzano la propria giornata. La rilevazione consiste nella compilazione di un diario che consente di conoscere in modo dettagliato il modo in cui ciascun rispondente ripartisce le 24 ore tra le varie attività giornaliere, gli spostamenti, i luoghi frequentati e le persone con cui le ha trascorse.

La progettazione del questionario: la redazione Verificare l’opportunità di introdurre i quesiti su temi delicati ad esempio quando si fanno domande su uso di droghe o su comportamenti violenti subiti porre queste domande verso la fine del questionario quando si è instaurato un clima di fiducia tra intervistatore e rispondente I quesiti su temi delicati riguardano fenomeni che indagano su aspetti della vita personale del rispondente e pertanto potrebbero innescare meccanismi psicologici: indagini sul consumo di droghe o sulla violenza sulle donne. E’ necessario porre queste domande verso la fine del questionario quando si è instaurato un clima di fiducia tra intervistatore e rispondente, per sfruttare la maggiore disponibilità ormai acquisita e per non rischiare che un rifiuto possa compromettere l’acquisizione delle informazioni collocate sull’ultima parte del questionario. Esempio: indagine Istat «Sicurezza delle donne» si propone di rilevare e descrivere: l’estensione del fenomeno della violenza extrafamiliare e della violenza domestica. I quesiti più delicati sono posti alla fine del questionario.

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: il linguaggio tenendo conto dell’argomento su cui si vuole indagare e la popolazione oggetto di indagine usare termini semplici evitare termini tecnici usare termini precisi usare domande dirette brevi evitare espressioni in negativo non influenzare la risposta alle domande fare esempi per chiarire la corretta interpretazione delle domande Nella formulazione dei quesiti è essenziale utilizzare un linguaggio comprensibile ai rispondenti. Pertanto occorre prendere in considerazione almeno due aspetti fondamentali: l’argomento che si vuole trattare e la popolazione di riferimento oggetto di indagine. L’Istat, che svolge molte indagini presso le famiglie, fa particolare attenzione a questo aspetto, in quanto i rispondenti presentano livelli culturali differenti. In tal caso il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile anche agli intervistati con più basso titolo di studio. Ecco alcuni accorgimenti che devono essere adottati: usare termini semplici: adottare un vocabolario di comprensibilità immediata, termini comunemente utilizzati sui quali ci sia bisogno di meno chiarimenti possibili. evitare termini tecnici: eliminare l’uso di termini non immediatamente comprensibili, o conosciuti solo da poche persone (ad esempio, la domanda « secondo lei negli ultimi dieci anni la propensione a sposarsi è aumentata, diminuita o rimasta uguale?» contiene il termine tecnico propensione che non è molto conosciuto. Pertanto è meglio essere più «imprecisi» tecnicamente, ma più chiari per i rispondenti. È meglio quindi formulare così la domanda:» secondo lei negli ultimi dieci i matrimoni sono aumentati, diminuiti o rimasti uguali?»). Quando è indispensabile utilizzare termini tecnici è necessario affiancare definizioni e spiegazioni. Usare termini precisi: la chiarezza e la precisione sono due aspetti essenziali nella scelta dei vocaboli. Vanno evitate parole con doppio significato e ambigue. usare domande dirette brevi, evitando troppe precisazioni: se un quesito si presenta troppo lungo è più facile che il rispondente perda il filo del discorso e si confonda nella risposta. evitare espressioni in negativo: i quesiti che fanno uso di negazioni risultano difficilmente comprensibili, è quindi preferibile esprimerli in forma affermativa. Ciò vale ancora di più nei casi di doppia negazione (ad esempio sarebbe estremamente complicato chiedere: «Lei è contrario a non consentire……»). non influenzare la risposta alle domande: non utilizzare termini con significato dispregiativo o elogiativo (ad esempio, è sbagliato chiedere: «Lei pensa che l’elevato numero di ore che i bambini passano guardando la televisione abbia un impatto negativo sul loro comportamento? Nella formulazione del quesito si afferma che il numero di ore è elevato, non si dubita che queste comportino un impatto, si chiede se l’impatto è negativo. Il quesito influenza la risposta. Il quesito dovrebbe invece essere posto in questo modo: «Pensa che il numero di ore che i bambini passano davanti alla televisione: a) abbia un impatto positivo; b) abbia un impatto negativo; c) non abbia alcun impatto»). quando è il caso, è consigliato utilizzare degli esempi che chiariscano la corretta interpretazione delle domande.

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: la preparazione delle domande Stabilire quanta libertà lasciare all’intervistato: Domande aperte (a risposta libera) lasciano all’intervistato la possibilità di esprimersi nella forma che preferisce, utilizzando parole proprie Domande chiuse (a risposta fissa predefinita) prevedono a priori delle alternative di risposte predefinite Domande semiaperte (a risposta mista) prevedono un insieme di possibili risposte già fissate e poi un’ultima risposta con la modalità «altro (specificare)» a risposta semplice a risposta multipla Nella preparazione delle domande occorre decidere quanta libertà lasciare all’intervistato nell’articolazione della risposta, quante diverse risposte si possono accettare per la stessa domanda, ecc. Le domande si distinguono in: Le domande aperte o a risposta libera lasciano all’intervistato la possibilità di esprimersi nella forma che preferisce, utilizzando parole proprie senza che nulla gli venga suggerito Le domande chiuse o a risposta fissa predefinita prevedono delle alternative fisse di risposte predefinite, lasciando quindi al rispondente il compito di scegliere tra le risposte possibili quella che meglio si adatta al suo caso. Un esempio di domanda chiusa è la domanda gerarchizzata, che presenta delle modalità che devono essere ordinate secondo una scala di preferenze (ad esempio, «Dati i seguenti programmi televisivi, si ordini in base alla preferenza (da 1 maggiormente preferito a 7 meno preferito). Le domande semiaperte o a risposta mista prevedono un insieme di possibili risposte già fissate e poi un’ultima risposta con la modalità «altro (specificare)» Le domande chiuse e semiaperte possono essere a risposta semplice, se l’intervistato può scegliere una sola risposta tra quelle previste, a risposta multipla se l’intervistato può selezionare più di una risposta.

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande aperte I vantaggi: minimo rischio di condizionare la risposta uniche domande possibili quando il fenomeno indagato non si conosce bene utili nel trattare argomenti delicati Per poter valutare appieno l’importanza di tali domande è necessario esaminare attentamente vantaggi e svantaggi che esse presentano. I vantaggi delle domande aperte (o a risposta libera): Il rischio di condizionare la risposta è minimo perché non si danno suggerimenti. Sono le uniche domande possibili quando il fenomeno indagato non si conosce bene Sono utili nel trattare argomenti particolarmente delicati perché danno all’intervistato la possibilità di motivare i comportamenti e/o atteggiamenti che sarebbe restio a descrivere

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande aperte Gli svantaggi: alti costi e lunghi tempi per la codifica* delle risposte elevato rischio di errore nella registrazione delle risposte da parte degli intervistatori necessità di personale addestrato affinché non ci sia distorsione nell’interpretazione delle risposte maggiore sforzo di elaborazione da parte del rispondente la qualità delle risposte fornite è funzione del livello culturale del rispondente * La codifica è l’operazione attraverso la quale si associa ad ogni risposta di una domanda un distinto codice numerico. L’utilità di tale procedura si trova nella semplificazione della registrazione informatica delle risposte. Per tutte le domande chiuse è possibile effettuare una codifica prima della somministrazione del questionario (questionario precodificato). Per le domande aperte la codifica è possibile sono successivamente alla raccolta dei dati ed alla classificazione delle risposte.

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande aperte Quando usarle: per la messa a punto del questionario definitivo nei sondaggi sulle opinioni, gli atteggiamenti e le motivazioni quando si prevedono risposte quantitative (età, reddito, ecc) quando le risposte sono molto variegate (luogo di nascita, attività lavorativa, ecc) Le domande aperte consentono di conoscere sia le diverse modalità delle variabili statistiche relative alle domande stesse, sia le frequenze associate alle modalità: utilizzarle nella fase preparatoria dell’indagine può essere utile per conoscere la natura del fenomeno oggetto di indagine e per capire quali risposte inserire per ciascuna domanda. Rappresentano pertanto un ottimo strumento per la messa a punto del questionario definitivo. inoltre, trovano larga applicazione nei sondaggi sugli atteggiamenti, le opinioni e le motivazioni perché danno la possibilità all’intervistato di esprimere più compiutamente il proprio punto di vista. quando si prevedono risposte quantitative (età, reddito, ecc). quando le risposte sono molto variegate (luogo di nascita, attività lavorativa, ecc). In questi ultimi due casi l’utilizzo di domande chiuse potrebbe comportare una grave perdita di informazioni.

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande chiuse I vantaggi: riduzione tempi di codifica, che è effettuata direttamente sul campo riduzione degli errori di codifica e dei tempi di elaborazione riduzione degli errori di trascrizione degli intervistatori sollecitano la memoria facilitano il rispondente Le domande chiuse o a risposta fissa predefinita prevedono delle alternative fisse di risposte; I vantaggi delle domande strutturate: riduzione tempi di codifica, che viene effettuata direttamente sul campo riduzione degli errori di codifica e dei tempi di elaborazione riduzione degli errori di trascrizione degli intervistatori che devono semplicemente barrare la casella indicata dal rispondente sollecitano la memoria, perché bisogna scegliere tra le modalità di risposta già precostituite, senza eccessivo sforzo di memoria; pertanto facilitano il rispondente

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande chiuse Gli svantaggi: se la lista delle risposte è lunga, l’ordine con cui vengono lette le risposte può influenzare gli intervistati possono indurre a fare scelte non molto ragionate soprattutto quando le domande riguardano opinioni, motivazioni o atteggiamenti l’elenco delle risposte potrebbe non coprire tutti i casi possibili, inducendo il rispondente su una risposta di ripiego oppure a non rispondere Gli svantaggi delle domande strutturate: Se la lista delle risposte è lunga, l’ordine con cui vengono lette le risposte può influenzare gli intervistati e produrre delle concentrazioni di risposte nelle prime o ultime opzioni che vengono più facilmente memorizzate Possono indurre a fare scelte non molto ragionate soprattutto quando le domande riguardano opinioni, motivazioni o atteggiamenti

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: domande semiaperte Per godere dei vantaggi delle domande aperte e chiuse: si formula la domanda che prevede un insieme di possibili risposte già codificate e poi un’ultima risposta con l’opzione «altro (specificare)» Un modo per godere dei vantaggi di entrambe le tipologie di domande (aperte e chiuse) è quello di ricorrere ai quesiti a risposta mista o semiaperta: si formula la domanda che prevede un insieme di possibili risposte già codificate e poi un’ultima risposta con l’opzione «altro (specificare)» consentendo di raccogliere i casi rari, e in fase di preparazione, di analizzare le opzioni introdotte migliorando l’efficienza delle domande (ad esempio aggiungendo un’altra opzione di risposta predefinita se si nota che è alta la numerosità di coloro che hanno espresso una determinata risposta in «altro (specificare)»)

La progettazione del questionario: la redazione Formulazione dei quesiti: cosa domandare Individuare delle macro-tipologie di domande: domande di struttura domande di contesto domande di scopo Il problema del «cosa domandare» può essere risolto individuando delle macro tipologie di domande. Un esempio è quello di suddividere le domande in: domande di struttura: in cui si individuano le caratteristiche di base dei rispondenti (Genere: maschio, femmina; Data di nascita; Stato civile; Luogo di nascita; Cittadinanza; ecc) domande di contesto: hanno l’obiettivo di costruire lo scenario in riferimento allo scopo della ricerca che si sta facendo domande di scopo: hanno l’obiettivo di rispondere agli obiettivi della ricerca

La progettazione del questionario: la terza fase La verifica del questionario il pre-test il test delle alternative l’indagine pilota La fase di verifica del questionario prevede una serie di controlli direttamente sul campo che servono a stabilire se il questionario è stato strutturato e redatto correttamente rispetto alle esigenze conoscitive dell’indagine sia alla comprensibilità da parte dell’intervistato. In particolare si hanno tre tipi di controllo: il pre-test: si somministra il questionario ad un piccolo campione di individui che sia il più vario possibile per livello culturale, età, ecc. allo scopo di garantire, nei limiti del possibile, che il questionario venga provato in diverse condizioni di difficoltà. Per questa verifica si utilizzano degli intervistatori ben istruiti che possano osservare le eventuali difficoltà e i problemi che si verificano nella compilazione del questionario. il test delle alternative: non è sempre necessario eseguire questa operazione. Si tratta di preparare coppie di versioni del questionario, che differiscono per un singolo aspetto (formulazione della domanda, sequenza delle domande, periodi di riferimento temporale proposti, ecc) e sottoporle a coppie di campioni simili per capire quale può essere l’effetto delle due diverse formulazioni, e scegliere la migliore. l’indagine pilota: è un indagine in piccolo che riproduce fedelmente tutte le fasi dell’indagine vera e propria. L’obiettivo è quello di verificare definitivamente il questionario, non solo in relazione alla sua struttura, ma anche alle modifiche via via effettuate.

Per saperne di più… Statistica per le scienze sociali. Dalla progettazione dell’indagine all’analisi dei dati. D. F. Iezzi Manuale di tecniche di indagine – 2 – Il questionario: progettazione, redazione e verifica.

Indagine Aspetti della vita quotidiana - Istat

Indagine Aspetti della vita quotidiana - Istat Diventa uno strumento per non condizionare la risposta

…e adesso… buon lavoro! Rete per la promozione della cultura statistica Per ulteriori moduli didattici relativi alle scuole secondarie di secondo grado si prega di consultare anche la piattaforma Scuola di statistica – Lab (accessibile dal link http://scuoladistatistica-lab.istat.it/)