Alessandra Maniaci Teoria e prassi della conservazione degli intonaci storici: un approfondimento critico sul problema dell'autenticità e del mantenimento dell'antico.
Questi segni ( dei quali poi considereremo l’aspetto di modificazioni ) sugli oggetti sono dei segni non necessariamente negativi o fuorvianti – così come scrive Margherite Yourcenar << Questi- s’intende gli oggetti- sono mutati come il tempo ci muta (…) le condizioni in cui hanno trascorso sotto terra i secoli di abbandono sino alla scoperta di chi ce li ha restituiti; i restauri sapienti o insensati cui si avvantaggiarono o soffersero, le incrostazioni o la patina autentica o falsa, tutto fino all’atmosfera dei musei ove nei nostri tempi sono rinchiusi, ne segna per sempre il corpo di metallo o di pietra. Talune di queste modificazioni sono sublimi ( - ci piace qui ricordarvi per un attimo il segno inciso sulla pietra di cui si preoccupa Victor Hugo )
Alla bellezza come l’ha voluta un cervello umano, un’epoca, una particolare forma di società, aggiungono una bellezza involontaria (vi ricordate anche della memoria involontaria e volontaria di Marcel Proust e le sue fantastiche madeleine?) associata ai casi della storia, dovuta agli effetti delle cause naturali e del tempo >> ( M. Yourcenar, Il tempo grande scultore, Einaudi 1995) . - altra considerazione sulla quale soffermarsi la stratificazione e il concetto di palinsesto come il segno del tempo
Segesta il tempio
Consideriamone intanto l’essenza: il suo essere cioè finitura, parte finale di un manufatto del quale connaturata nella struttura e nella forma. Se così consideriamo la finitura ne deriva automaticamente il suo essere risorsa e allo stesso tempo supporto autentico del manufatto sul quale sono incisi i segni del tempo
Palestrina il tempio della fortuna primigenia Palazzo colonna l’uso della stratificazione : La stratificazione qui è fatta di fabbriche sovrapposti messi uno sull’altro il loro mantenimento è essenziale per lo studio del passato
La madeleine di vezelay Notre Dame a parigi
allora il destino ciò che viene chiamato la fatalità del tempo il suo ineluttabile divenire , l’ANANKE’, Temiamo allora che la superficie considerata palinsesto divenga invece che luogo di memoria perdita e cancellazione dei segni . Questo atteggiamento è quindi molto diverso dall’idea di considerare le superfici mero luogo di scambio con l’ambiente esterno e i fattori di deterioramento.
Il castello sforzesco a Milano. La torre del castello prima dei lavori
Murano, facciate
Il castello di salemi