Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura 5, Dicembre 2007 Corso di Psicologia dell’apprendimento e della memoria, Università di Perugia
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura La Dislessia: cosa è / 1 La Dislessia è una sindrome che si manifesta in una capacità di letturasostanzialmente inferiore a quanto ci si potrebbe aspettare in relazione a: Età anagrafica Educazione scolastica Quoziente d’intelligenza (valutato psicometricamente) Funzioni visive e/o uditive L’Associazione Internazionale per la Dislessia, la considera come: “[…] una specifica disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. E' caratterizzata da difficoltà nel riconoscimento accurato e/o fluente di parole e da scarse abilità nello spelling e nella decodifica. Queste difficoltà hanno tipicamente origine da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in relazione alle altre abilità cognitive e all'istruzione effettivamente ricevuta.”
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura La Dislessia: cosa è / 2 L’ICD-10 dell’OMS afferma che: “la principale caratteristica di questo disturbo è una specifica e significativa compromissione nello sviluppo della capacità di lettura, che non è solamente spiegata dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da un’inadeguata istruzione scolastica. La comprensione della lettura, il riconoscimento delle parole nella lettura , la capacità di leggere ad alta voce e le prestazioni nei compiti che richiedono la lettura possono essere tutti interessati.” Alla dislessia spesso si associano disturbo della scrittura e/o dell’aritmetica, difficoltà (non disturbi) di tipo linguistico o nell’organizzazione spaziale e prassica La dislessia ha un’incidenza sulla popolazione (bambini in età scolare) stimata intorno al 3-4%. La diagnosi viene generalmente effettuata intorno ai 7 anni (seconda elementare) Il rapporto maschi/femmine è di 4:1
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura La Dislessia: cosa è / 3 Il DSM - IV afferma che per formulare la diagnosi di dislessia occorre che: il livello raggiunto nella lettura, misurato ai test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione, sulla velocità o sulla comprensione della lettura, sia sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età; l’anomalia descritta interferisca in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura; qualora fosse presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura devono andare al di là di quelle solitamente associate al deficit sensoriale in questione.
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura Dislessia: alcuni fattori causali deficit dell’analisi e della memoria visiva (es. p/q, b/d) difficoltà nell’analisi visiva seriale difficoltà nell’integrazione visivo - uditiva deficit della M Breve Termine fonologica difficoltà nel riconoscimento dei suoni associato alla lettere (consapevolezza fonologica) lentezza nell’articolazione dei suoni La dislessia è solitamente distinta in due tipi: Dislessia acquisita: il disturbo di lettura occorre in seguito ad un danno cerebrale in persone in cui le abilità di lettura erano precedentemente normali Dislessia evolutiva: il disturbo si riscontra in persone che non hanno mai imparato a leggere correttamente
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura La Dislessia: come si manifesta Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come: l'inversione di lettere e di numeri (es. 32 -> 23) la sostituzione di lettere (b/d, m/n, v/f) dovuta a: Deficit nella discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio (p/b) Deficit nella discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari (m/n) difficoltà ad imparare i rapporti spaziali e temporali (ieri/domani, destra/sinistra, etc.) difficoltà ad imparare informazioni in sequenza (es. le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno, le tabelline) Omissione di grafemi e sillabe; salti di parole o salti di riga; aggiunte, ripetizioni, inversioni sillabiche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe) difficoltà nell’espressione verbale del pensiero difficoltà nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura La Lettura: il modello a due vie (dual route)/1 Nel Modello di lettura a due vie (Coltheart, 1978; Sartori, 1984) 1° stadio: analisi visiva dello stimolo Codifica delle caratteristiche distintive dello stimolo Codifica della posizione delle lettere 2° stadio: riconoscimento delle lettere Via fonologica/ non lessicale: dall’identificazione astratta delle lettere alla conversione grafema – fonema e, quindi, al sistema articolatorio Lettura delle non parole e delle parole non familiari Via lessicale: recupero della pronuncia attraverso il lessico mentale Via lessicale semantica: comprensione della parola prima di attivare il sistema di produzione (lettura delle parole con eccezione di pronuncia) Via lessicale non semantica: collega direttamente il sistema di riconoscimento con il sistema di produzione
La Lettura: il modello a due vie (dual route)/2
Dislessia fonologica: Quando si impara a leggere si imparano le regole di conversione grafema-fonema, ma si costruisce anche una sorta di vocabolario visivo che permette di leggere e capire le parole senza bisogno di tradurle mentalmente in suoni. Alcuni soggetti riescono a leggere solo utilizzando questo vocabolario visivo (parole irregolari - in italiano, accentate)
Dislessia superficiale Difficoltà/impossibilità di leggere le parole irregolari, lettura allo stesso modo di parole e non parole, deficit di scrittura. Le parole scritte sono fonologicamente corrette, ma ortograficamente scorrette (es A DOGNI invece che AD OGNI).
Lettura: Il Modello di apprendimento di U. Frith (1985)/1 E’ un modello evolutivo che spiega come i bambini passino dall’ignoranza dei rapporti tra linguaggio orale e linguaggio scritto all’automatizzazione della lettura. Il processo avverrebbe attraverso 4 fasi indipendenti: Stadio logografico Il bambino riconosce e legge alcune parole in modo globale, in quanto contenenti lettere/elementi che ha imparato a riconoscere, ma non ha conoscenze ortografiche o fonologiche sulle parole. Stadio alfabetico Il bambino discrimina le lettere e opera la conversione grafema-fonema, potendo in questo modo leggere (attraverso la via fonologica) le parole che non conosce. Stadio ortografico Il bambino impara le regolarità della lingua. La conversione grafema-fonema si fa più complessa ed il bambino è capace di leggere suoni complessi (sillabe). Stadio lessicale Il bambino riconosce in modo diretto le parole: ha formato un lessico che gli permette di leggere le parole senza recuperare il fonema associato ad ogni grafema. Utilizza le modalità degli stadi precedenti nel caso di parole nuove, o senza senso.
Lettura: Il Modello di apprendimento di U. Frith (1985)/2 STADIO LOGOGRAFICO STADIO ALFABETICO STADIO ORTOGRAFICO LESSICALE L’acquisizione completa delle prime tre fasi rende completa la modalità di lettura attraverso la via fonologica Il raggiungimento della quarta fase permette al bambino di utilizzare la via lessicale e di leggere le parole conosciute senza bisogno di operare la conversione grafema-fonema.
Il modello di Frith e la dislessia fonologica evolutiva STADIO LOGOGRAFICO STADIO ALFABETICO STADIO ORTOGRAFICO LESSICALE La difficoltà nel leggere le non parole (stringhe di lettere senza senso) rispetto alle parole frequenti e a quelle che costituiscono eccezioni di pronuncia o di accentazione sarebbero la conseguenza di un arresto dello sviluppo a livello del passaggio dallo stadio alfabetico a quello ortografico. Lo sviluppo della lettura nel bambino con dislessia fonologica rimarrebbe fermo a livello della conversione grafema-fonema delle singole lettere, non riuscendo a raggiungere la fase in cui tali regole vengono applicate a gruppi di lettere corrispondenti a sillabe e morfemi.
Il modello di Frith e la dislessia superficiale evolutiva STADIO LOGOGRAFICO STADIO ALFABETICO STADIO ORTOGRAFICO LESSICALE Il sintomo caratteristico di questo deficit è l’incapacità di lettura di parole con eccezioni di pronuncia o accentate in modo irregolare, mentre vengono lette bene le non parole. Secondo il modello di apprendimento della lettura di Frith, questo deficit deriverebbe da un blocco dello sviluppo a livello dello stadio ortografico, per cui il bambino non ha problemi a compiere le conversioni grafema-fonema, ma non ha costruito il vocabolario lessicale necessario ad automatizzare la lettura.
Dislessie periferiche: Sono disturbi di elaborazione della forma visiva della parola Neglect: mancata elaborazione di una parte del campo visivo, generalmente la parte sinistra. Il paziente non presta attenzione alle porzioni delle parole corrispondenti alle aree dello spazio negletto (errori: omissione e/o sostituzione) Deficit funzionale probabilmente a livello dell’analisi visiva dello stimolo, (analizzare forma delle lettere e posizione spaziale). Attenzionale: il paziente legge le parole, ma non le lettere che le compongono (può leggere CASA, ma non riesce a denominare le lettere presenti in essa). Legge le parole e le lettere solo quando presentate separatamente, ma non se fanno parte di una serie Deficit del controllo attenzionale in modalità visiva: non sarebbe permessa la selezione dello stimolo a cui prestare attenzione quando si trova vicino ad altri stimoli simili Lettera per lettera: La lettura può avvenire solo attraverso la lettura separata delle singole lettere che compongono la parola stessa.(ALESSIA)
Dislessie centrali Il deficit è a carico della via fonologica e della via visiva. Dislessia fonologica: problema alla via fonologica. Dislessia superficiale: problema alla via lessicale/semantica Dislessia profonda: errori semantici, errori visivi, errori semantici e visivi sulla stessa parola, sostituzione di parole funzione, errori morfologici (andavo/andato). E’ associata a disgrafia, afasia, deficit di memoria a breve termine verbale. Secondo il modello a due vie si dovrebbero avere un deficit a livello della via fonologica (incapacità di leggere le non parole e le parole non familiari), un deficit alla via visiva (difficoltà di leggere parole conosciute e parole irregolari) ed, infine, un deficit alla via semantica (errori semantici). Iperlessia: incapacità di leggere le non parole e una mancata comprensione delle parole che però vengono lette correttamente. Il deficit funzionale interesserebbe la via fonologica, ma anche la via semantica, mentre rimane intatta la via visiva
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura Altre classificazioni della dislessia Boder: Dislessia diseidetica (problemi di tipo visuo percettivo; es.: difficoltà di leggere il corsivo rispetto allo stampato maiuscolo) Dislessia disfonetica (insufficienze nell’analisi e sintesi fonemica o sillabica; es.: difficoltà ad individuare correttamente i singoli fonemi della parola o di ricomporre la parola partendo dai singoli fonemi) Bakker: Dislessici P Type (guidati da strategie percettive, lettura lenta ma corretta) Dislessici L Type (guidati da strategie linguistiche, lettura veloce ma tirano ad indovinare)
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura Dislessia e accesso lessicale: una provocazione Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno diuna praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?
Valutazione Fare una diagnosi di dislessia significa circoscrivere il problema e dargli un nome. Questo da solo significa: Riconoscere che quel bambino non è pigro, non è svogliato, non è poco intelligente, si impegna; Riconoscere che il disturbo esiste e si può nominare; Segnare un confine chiaro tra ciò che dipende dall’impegno del bambino e ciò che non dipende da lui; Sapere che quel disturbo ha certe caratteristiche e che si può fare qualcosa; Capire ciò che è modificabile e quello che serve per modificarlo; Accettare che qualcosa non si modificherà. Serve agli insegnanti e ai genitori, per riuscire a comprendere cosa possono chiedere al bambino; al bambino o ragazzo dislessico serve per capire cosa dipende da lui e cosa lui può fare per le sue difficoltà.
Criteri di diagnosi Metodo della Deviazione Standard La diagnosi di dislessia si può fare sulla base di seguenti criteri non sempre univoci. C’è ancora discussione tra i ricercatori sulla scelta del criterio migliore. Attualmente convivono i seguenti: Metodo della Deviazione Standard Discrepanza tra livello intellettivo e prestazioni di lettura e scrittura Stima degli anni di Ritardo Scolastico delle prestazioni in lettura e scrittura La deviazione standard è una misura di variabilità della distribuzione intorno alla media; ci fornisce indicazioni se la media stessa deriva da molti punteggi vicino alla media o da punteggi molto distanti da essa. Statisticamente sotto le due deviazioni standard dalla media In realtà il criterio delle deviazioni standard non è totalmente applicabile ad attività del tipo della lettura, attività per le quali non c’è una vera e propria distribuzione statisticamente “normale” ma una distribuzione criteriale.
Criteri di diagnosi La diagnosi di dislessia non può essere formulata prima della fine della II classe elementare. Tuttavia, già in I elementare possono essere rilevati, come indicatori di rischio, segni importanti di discrepanza tra le competenze cognitive generali e l'apprendimento della lettura e scrittura. I parametri essenziali per la diagnosi di dislessia, nei sistemi verbali trasparenti come la lingua italiana: sono la rapidità misurata come il tempo di lettura di brani, parole o sillabe, la correttezza misurata come numero di errori di lettura e scrittura, che si discostino per difetto di almeno due deviazioni standard dalle prestazioni dei lettori della stessa età o risultino di due anni inferiori rispetto all’età cronologica. La comprensione del testo non concorre alla formulazione della diagnosi di dislessia, anche se fornisce informazioni utili sull'efficienza del lettore.
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia “L’insegnante è nella posizione più adatta per accorgersi di avere di fronte un possibile bambino dislessico” Già dalla scuola dell’infanzia, ci sono dati predittivi che evidenziano bambini con difficoltà fonologiche, problemi di linguaggio e altri aspetti significativi che possono far fare ipotesi di evoluzione in dislessia. All’ingresso della scuola elementare, poi, il bambino ha già un suo patrimonio linguistico e fonologico e l’incontro con la scrittura evidenzia subito eventuali problemi. Bisogna imparare ad osservare ed ascoltare.
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia - SCUOLA DELL’INFANZIA /1 Confusione di suoni Frasi incomplete Sintassi inadeguata Inadeguata padronanza fonologica: sostituzione di lettere s/z — r/l — p/b Omissione di lettere e parti di parola Parole usate in modo inadeguato al contesto Parole sostitutive Difficoltà a ripetere sequenze ritmiche e a mantenere il tempo Scarsa abilità nell’utilizzo delle parole
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia - SCUOLA DELL’INFANZIA /2 Mancata memorizzazione in varie situazioni di nomi di oggetti conosciuti e sempre usati Inadeguatezza nei giochi linguistici, nelle storielle inventate, nei giochi di parole, nel riconoscimento e nella costruzione di rime, nell’isolare il primo suono delle parole o l’ultimo. Difficoltà a compiere esercizi metafonologici (per esempio: ((Ottobre”: se tolgo “bre”, cosa rimane? Se da ((lana)> tolgo ((la”,cosa rimane?...) Difficoltà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio Disturbo della memoria a breve termine Difficoltà ad imparare filastrocche Difficoltà di attenzione Manualità fine difficoltosa Goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare Riconoscimento destra - sinistra inadeguati
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia - SCUOLA ELEMENTARE, MEDIA E SUPERIORE /1 Difficoltà evidente di copia dalla lavagna Distanza dal testo e postura particolare per leggere Perdita della riga e salto della parola in lettura Difficoltà ad utilizzare armoniosamente lo spazio del foglio Disgrafia: macroscrittura e/o microscrittura Omissione delle lettere maiuscole Difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici Confusione e sostituzione di lettere in particolare con l’uso dello stampato minuscolo Lettere e numeri scambiati: 31/13 — p/b — sc/cs... a/e — u/n Sostituzione di suoni simili: p/b — d/t — m/n — r/l —s/z
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia - SCUOLA ELEMENTARE, MEDIA E SUPERIORE /2 Difficoltà nei suoni difficili da pronunciare: chi/che —ghi/ghe — gn/gl Inadeguata padronanza fonologica generale doppie Punteggiatura ignorata o inadeguata Difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario Difficoltà ad imparare le tabelline Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche Difficoltà ad imparare i termini specifici delle discipline Difficoltà a ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi Difficoltà a memorizzare lo spazio geografico ed i nomi nelle carte
Fattori predittivi per la diagnosi di dislessia – Il concetto di tempo Difficoltà ad organizzare il tempo in anticipo Difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata Difficoltà a leggere l’orologio Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico Difficoltà a sapere quand’è Natale, a ricordare il giorno della propria nascita, quella dei propri familiari, i compleanni
Psicotecnologie ed Apprendimento delle abilità di Lettura/Scrittura Un software: Analisi visiva dei grafemi (Riccardi Ripamonti –Erickson, 2003) A partire dai tratti distintivi e dalla sagoma delle lettere, il software insegna al bambino a riconoscere lettere e parole per consentirgli una decodifica sicura e corretta delle frasi L’aspetto del linguaggio che viene focalizzato è quello visuopercettivo E’ necessaria la mediazione dell’adulto I giochi possono essere svolti singolarmente o in gruppo Le sezioni sono anche navigabili autonomamente E’ rivolto principalmente a bambini tra i 5 e gli 8 anni