Master Universitario di 1° livello

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Master Universitario di 1° livello Università della Calabria "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" Università della Calabria - Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Scienze dell’Educazione Cattedra di Didattica Generale   Master Universitario di 1° livello Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative Area Pedagogica Prof. Mario Malizia Anno accademico 2010-2011 Area Pedagogica Docente: Prof. Mario Malizia anno accademico 2010-2011

Insegnamento: Pedagogia Generale Docente: Prof. Mario Malizia Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Insegnamento: Pedagogia Generale Docente: Prof. Mario Malizia Il processo di insegnamento Contesti: formali; non formali; informali La Pedagogia Lo studio dell’area pedagogia tende a sviluppare la tematica della Formazione in vari contesti, tenendo in considerazione: I concetti di persona, cultura, educazione, formazione, società Il processo di insegnamento Il processo di apprendimento Il rapporto esistente fra educazione ed apprendimento I contesti nei quali direttamente o indirettamente si realizzano apprendimenti e si maturano esperienze educativo/formative Le fasi di sviluppo psico-fisico dei soggetti in formazione e le connotazioni che li caratterizzano La formazione dei nuovi docenti (percorsi universitari e percorso di riqualificazione e/o di aggiornamento) Il processo di apprendimento Infanzia, pre/adolescenza, scuola Università, formazione e adulti Educazione/Apprendimento Educazione, cultura, persona, società

Insegnamento: Pedagogia Generale Docente: Dr. Mario Malizia Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Insegnamento: Pedagogia Generale Docente: Dr. Mario Malizia MODULI Persona - Cultura – Società - Scuola Obiettivo della scuola è quello di far nascere "il tarlo" della curiosità, lo stupore della conoscenza, la voglia di declinare il sapere con la fantasia, la creatività, l'ingegno, la pluralità delle applicazioni delle proprie capacità, abilità e competenze. Tradotto in termini semplici: ci ostiniamo a pensare a una scuola che non abbia come obiettivo solo l'essere in funzione della richiesta del mercato. Solo se non si rinuncia ad educare istruendo si può mettere veramente a frutto l'unicità e l'irripetibilità di ogni singolo individuo. Solo così ogni persona può essere protagonista e costruire il proprio futuro in modi plurali, diversi ed innovativi. Educare istruendo significa essenzialmente tre cose: • consegnare il patrimonio culturale che ci viene dal passato perché non vada disperso e possa essere messo a frutto; • preparare al futuro introducendo i giovani alla vita adulta, fornendo loro quelle competenze indispensabili per essere protagonisti all'interno del contesto economico e sociale in cui vivono; • accompagnare il percorso di formazione personale che uno studente compie sostenendo la sua ricerca di senso e il faticoso processo di costruzione della propria personalità. Questa è la via italiana all'Europa e all'acquisizione delle competenze indicate a Lisbona. Educare istruendo significa incrociare lo stile cognitivo del bambino o del ragazzo. Non è pensabile una scuola costruita su un modello unico di studente astratto. La nostra scuola deve essere un luogo in cui nelle diversità e nelle differenze si condivide l'unico obiettivo che è la crescita della persona. Solo così si capisce che cosa significa una scuola capace di consegnare il patrimonio culturale che ci viene dal passato, di accompagnare il bambino ed il ragazzo nella scoperta del senso, e di promuovere la capacità di innovare e di costruire il futuro che ogni singola persona ha. Occorre sottolineare con forza, nella scuola, la centralità della persona-studente. Farlo significa realizzare una rete di azioni integrate, atte a valorizzare lo stile cognitivo unico ed irripetibile proprio di quello specifico studente, uscendo da ogni genericità e standardizzazione. I Contesti per la formazione La formazione

Il processo di insegnamento Risponderemo a queste domande: Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Il processo di insegnamento Risponderemo a queste domande: Qual è lo “scopo” dell’insegnamento? Scopo dell’insegnamento e’ “aiutare” il soggetto in apprendimento a: “sviluppare” le abilita’ gia’ in suo possesso e fargliene acquisire altre sulla base di “esercitazioni” e di “imitazione” “acquisire” conoscenze diversificate, da selezionare e canalizzare all’interno di percorsi didattici finalizzati alla maturazione di specifiche competenze C) “costruire”, nel momento in cui servono, i saperi indispensabili alla risoluzione di una situazione-problema Insegnare bene vuol dire:articolare processi formativi e attività didattiche che favoriscano la relazione “ I >>>>>> A “, cioè utilizzare l’apprendimento come termometro per misurare la bontà dell’insegnamento ed effettuare le eventuali e necessarie correzioni Il rapporto Insegnamento/Apprendimento è molto stretto: si insegna perché altri apprendano ed è per questa ragione, dice Romei, che occorre tenere separati i due processi perché possano essere confrontati sistematicamente e, sulla base degli esiti di apprendimento, correggere il processo di insegnamento per renderlo sempre più funzionale allo scopo perseguito. La “libertà di insegnamento” deriva dalla considerazione che l’insegnamento è equiparato all’arte, proprio per l’originalità richiamata dal concetto di insegnamento (destinato a soggetti diversi (alunni) e realizzato da soggetti diversi (docenti) e vuol dire esattamente che l’insegnante può adottare le strategie ritenute più opportune perché il suo insegnamento produca l’apprendimento desiderato, tenendo conto, però, delle caratteristiche apprenditive di ognuno degli alunni (per esempio le multiple intelligenze) e delle caratteristiche dell’attività didattica che si sta sviluppando. Che significa “insegnare bene?” Che rapporto c’è fra insegnare e apprendere? Come si esplica la “libertà di insegnamento?”

Risponderemo a queste domande: Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Il processo di apprendimento Risponderemo a queste domande: Basta un ottimo processo di insegnamento perché si registrino apprendimenti significativi? Un processo di insegnamento può definirsi ottimo solo se produce un apprendimento significativo. Ciò vuol dire che l’insegnamento, inteso come attività del solo docente (chiarezza espositiva; scelta coerente dei contenuti; padroneggiamento delle teorie didattiche, psicologiche, relazionali…) NON BASTA, anche se tutto ciò può essere considerato un “ottimo prerequisito”. Perché si realizzi un apprendimento significativo c’è bisogno, inoltre, di un contesto di apprendimento appositamente predisposto, nel quale si possano, tra l’altro, sperimentare i saperi acquisiti di volta in volta e si possano mobilitare per la soluzione di una situazione-problema. Si apprende “facendo”, cioè sperimentando ogni acquisizione (realizzata attraverso l’osservazione e l’esplorazione o mediante lo studio di una teoria), con l’aiuto di un esperto (docente, altro) che non si pone come “facilitatore” ma come “co-agente” per mobilizzazione dei saperi acquisiti, in funzione di uno scopo dichiarato (Es. soluzione di un problema) - (come) La ragione dell’apprendimento sta nella seguente considerazione: nessuno può pensare di vivere la propria vita, in qualsiasi tipo di società, senza far nulla; ad ognuno, dunque, servono competenze che gli consentano di esercitare il ruolo di uomo e di cittadino assegnatogli dalla Carta Costituzionale e richiestogli espressamente dai componenti della comunità umana in cui ognuno vive ed opera. Le competenze maturano sulla base delle abilità possedute, delle conoscenze acquisite e, soprattutto, per la mobilizzazione di saperi diversificati. “Nessun sapere” posseduto equivale a “nessuna competenza” maturata. (perché) Siccome le competenze devono essere sempre funzionali alle necessità di vita in una determinata società (oggi planetaria), sempre in costante dinamicità e trasformazione, c’è bisogno: di fornirsi degli strumenti per acquisire conoscenze - saperi di base - (in modo particolare tramite la scuola) - (cosa) di ricercare, attraverso una vasta varietà di fonti e per tutto il corso della vita, le conoscenze necessarie alla maturazione delle nuove competenze richieste dalle situazioni - (prospettiva) L’apprendimento si controlla su due livelli: Conoscenze acquisite ed abilità sviluppate (verifica: prove non formalizzate; prove oggettive) – conoscenze possedute Competenze maturate (valutazione: individuazione di criteri per l’osservazione sistematica in situazione) – conoscenze mobilitate e comportamenti adottati Come si apprende? Quali sono gli elementi del processo di apprendimento? Perché apprendere? Cosa? In quale prospettiva? Come si “controlla” l’apprendimento?

Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Educazione/Apprendimento Educazione, cultura, persona, società Risponderemo a queste domande: Qual è il “significato” di educazione? E’ un processo culturale? EDUCAZIONE, per la scuola significa: superare il valore di “comportamento rispettoso di regole e improntato alla dimostrazione delle buone maniere nei confronti delle persone e nel rispetto delle situazioni” b) non ricorrere all’addestramento e/o all’imposizione di norme decise da altri c) MESSA IN ATTO di COMPORTAMENTI e ATTEGGIAMENTI consapevoli, responsabili, corretti, civili, adeguati ad ognuna delle attività svolte dagli alunni (relazione con gli altri; partecipazione a lavori collettivi; attività di studio; assunzione di responsabilità; svolgimento di mansioni...) Perché ciò si realizzi è necessario mobilitare saperi, ripercorrere la storia dell’uomo, leggere la realtà in termini problematici, analizzare valori e modelli di vita, ipotizzare nuovi e diversi scenari di vita. Per tali ragioni l’Educazione è un PROCESSO CULTURALE. Se, come è stato già detto e provato, l’Apprendimento è funzionale alla Formazione, perché fornisce gli strumenti per acquisire continuamente le nuove conoscenze che permettono la maturazione delle sempre diverse competenze necessarie alla vita nella società di appartenenza e se l’Educazione costituisce, come si è appena dimostrato, l’ elemento indispensabile per quella crescita mentale che consente la pratica di comportamenti ed atteggiamenti tipici della persona matura e del cittadino democratico, IL RAPPORTO TRA EDUCAZIONE ED APPRENDIMENTO è sicuramente molto forte. Il rispetto delle regole è solo una componente dell’Educazione, ma questa non può essere impartita… DEVE MATURARE LENTAMENTE La persona può definirsi educata (consapevolmente corretta) quando opera, per ogni sua azione, la scelta più adeguata al raggiungimento del proprio scopo senza costituire elemento di disturbo o di sopraffazione per gli altri. Nella società attuale, connotata, tra l’altro, dalla comunicazione e dalla cooperazione in ogni campo, l’EDUCAZIONE, nell’accezione proposta, è assolutamente indispensabile Qual è il rapporto che lega educazione ed apprendimento? L’educazione si “impartisce” sulla base di regole? Chi è la persona educata? Quanto conta l’educazione nell’attuale società?

Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 I Contesti per l’Apprendimento, l’Educazione, la Formazione Risponderemo a queste domande: Quali sono i Contesti formali, non formali e informali nei quali si svolgono, con modalità diverse, i processi di Apprendimento, di Educazione e di Formazione? Contesti formali sono quei luoghi istituzionali, appositamente predisposti, nei quali si svolgono azioni educativo/formative intenzionali sulla base di un progetto scientifico da realizzare a lungo termine, che tiene conto delle caratteristiche del soggetto in formazione e delle finalità delle istituzioni che le svolgono. Il contesto formale tipico è rappresentato dalla SCUOLA Connotazione: Intenzionalità; Scientificità; Sistematicità; Mediazione; Controllo. Contesti non formali sono quei luoghi NON istituzionali, sebbene appositamente predisposti, nei quali si svolgono azioni educativo/formative intenzionali sulla base di un progetto non necessariamente scientifico da realizzare a breve/medio termine, per consentire al soggetto in formazione di aderire, sebbene liberamente, alle intenzioni dell’ente proponente. Il contesto non formale tipico è rappresentato dall’IMPRESA e dal Territorio Connotazione: Intenzionalità; mancanza di sistematicità; Contesti informali sono quei luoghi NON istituzionali che ognuno frequenta occasionalmente nel corso della propria vita. Il contesto informale tipico è rappresentato dalla società (quello che definiamo “cammino critico” – il quotidiano camminare per la strada) Connotazione: occasionalità; mancanza assoluta di mediazione; mancanza di controllo. Criteri: Per la predisposizione di contesti funzionali ai processi di Apprendimento – Educazione e Formazione occorre tenere in considerazione i seguenti criteri: struttura idonea alla realizzazione delle attività progettate (dimensione, luminosità, attrezzatura, versatilità, modularità) presenza di strumenti per l’acquisizione di conoscenze (libri, riviste, giornali, computer, proiettore, accesso alla rete internet) clima relazionale positivo docenti non invasivi, disponibili al confronto e pronti a stabilire relazioni di aiuto possibilità di effettuare lavori di gruppo possibilità di sperimentare possibilità di valutare progetti, procedure, esiti Quali connotazioni li contraddistinguono? Su quali criteri si predispongono i contesti funzionali all’apprendimento, all’educazione, alla formazione?

Infanzia, pre/adolescenza, scuola Università, formazione e adulti Università della Calabria Master Universitario di 1° livello "Personalizzazione e individualizzazione dei processi formativi: fondamenti teorici e impostazioni operative" anno accademico 2010-2011 Infanzia, pre/adolescenza, scuola Università, formazione e adulti Considerazioni pedagogico-didattiche sulle caratteristiche delle varie età dei soggetti in formazione I soggetti in formazione non hanno tutti la stessa età, la stessa struttura mentale, la stessa intelligenza e, soprattutto, non hanno gli stessi interessi, non hanno vissuto le stesse esperienze, non hanno le stesse caratteristiche e gli stessi stili di apprendimento. Per queste ragioni si comportano tutti in modo diverso (ognuno in un modo diverso) Semplificando: I bambini dai tre ai sei anni sono curiosi, creativi, fantasiosi, egoisti, capricciosi, influenzabili… (hanno bisogno di “osservare ed esplorare”; di manipolare; di “entrare dentro le cose”, di romperle, di tentare di rimetterle insieme…) e, quindi, di una didattica basata sull’operatività e di un contesto carico di stimoli e che offra grandi possibilità di movimento. I preadolescenti e gli adolescenti sono altrettanto creativi; sognatori, ma anche “rivoluzionari”, intolleranti, diffidenti verso gli adulti e gli insegnanti. Sono, però, in possesso di molte informazioni e conoscono tanti linguaggi; hanno un loro (vago) progetto di vita e sono disponibili all’aggregazione. Non amano molto approfondire le informazioni che posseggono a meno che non intravedano un’utilità personale. Gli studenti universitari mostrano di avere molte e diversificate caratteristiche a seconda della motivazione che è alla base della loro scelta universitaria: alcuni vogliono solo trascorrere una parte della loro vita altrove; altri vogliono fare l’esperienza di vivere da soli; altri ancora vogliono studiare per approfondire conoscenze a loro particolarmente care; altri desiderano costruirsi un futuro lavorativo qualsiasi; altri ancora vogliono affermarsi nella vita come professionisti molto qualificati. La motivazione influenza moltissimo il corso degli studi e lo rende più o meno lungo, più o meno difficoltoso, più o meno gratificante e, conseguentemente, l’approccio allo studio è fortemente diversificato. Gli adulti che si accingono a intraprendere un percorso di formazione mostrano una forte motivazione ad apprendere, un impegno costante, una grande voglia di discutere e di approfondire ogni argomento, un forte desiderio di appropriarsi di quanto perduto nel corso della vita. In ognuna di queste situazioni i formatori devono essere capaci di allestire i contesti più idonei e di praticare le didattiche più opportune. Si richiedono al formatore: capacità organizzative e didattiche e, naturalmente, competenze professionali legate alle attività che sono chiamati a svolgere. Analisi e/o proposte di possibili percorsi formativi per: Bambini (età 3/10 anni) Preadolescenti e adolescenti (età 11/17 anni) Studenti universitari (età 18/26 anni) Adulti