E-mail: arabert@libero.it PROF. CHIARA DE GRANDIS Madrelingua francese, laureata in Lingue, abilitata all’insegnamento di Francese ed Inglese, Specializzata.

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Transcript della presentazione:

e-mail: arabert@libero.it PROF. CHIARA DE GRANDIS Madrelingua francese, laureata in Lingue, abilitata all’insegnamento di Francese ed Inglese, Specializzata in sostegno, Referente per la dislessia, Formatrice insegnanti, Autrice testi didattico-educativi per la Erickson, in servizio presso la Scuola Media Statale N. Sauro di Imperia. e-mail: arabert@libero.it

Approssimativamente

iperfenilalaninemia

Le NON-PAROLE Occorre includerle nella didattica, perché esse aiutano a discriminare e a percepire i suoni stimolando lo studente a scrivere quello che percepisce con l’orecchio e con la bocca, quando ascolta e ripete la nuova parola

Es. di : NON-PAROLE non-parole semplici, in cui si modifica una sola lettera di una parola: «torta» >>> dorta: lo scopo è di valutare la fonologia non-lessicale, ossia la capacità di usare le regole di conversione fonema-grafema senza passare dal signifi= cato; non-parole complesse, cioè parole lunghe o interi gruppi consonantici: es. «stracoma »: la finalità è come quella di cui sopra, ma il carico mnesico è maggiore e i suoni non sono trasparenti

UNA DEFINIZIONE “È un disturbo specifico di apprendimento (DSA) di origine neurobiologica: si tratta di una difficoltà nell’automatizzare i processi d’identificazione della parola (lettura) e della scrittura. E’ compromessa la componente fonologica del linguaggio.”

UNA DIFFICILE EZIOLOGIA ritardo nella dominanza emisferica sinistra relativa alle funzioni linguistiche disfunzione del sistema nervoso centrale difficoltà visuo-spaziali e di lateralizzazione cause genetiche e/o ereditarie (familiarità) ritardo maturazionale e/o evolutivo inabilità ad apprendere secondo i metodi tradizionali usati a scuola (metodo globale)

CARATTERISTICHE DEL DISLESSICO - QI nella norma (età cron./età ment.: 90-110) - lettura ad alta voce molto stentata (dislessia) - difficoltà ortografiche (disortografia) - difficoltà nella scrittura dei numeri - difficoltà di apprendimento delle tabelline e del calcolo mentale (discalculia) - instabilità motoria e/o disturbi di attenzione

COME SI MANIFESTA LA DISLESSIA il bambino: * 3-4 anni: non differenzia i segni dai disegni * 5-6 anni: non individua i suoni di una parola * 6-8 anni: non decodifica parole sconosciute, evita di leggere, manifestando ansia * 8-10 anni: indovina le parole usando strane strategie di lettura, perde il senso di ciò che legge

DSA IN ADOLESCENZA: elementi persistenti * Accettazione del Sé non perfetto * Giudizio dei compagni * Aspettative scolastiche proprie e dei genitori * Persistenza di sintomi e LENTEZZA D’ALTRO CANTO: * Maggiore consapevolezza dei propri processi cognitivi e del proprio “funzionamento” * Strategie compensatorie più efficaci migliori capacità di utilizzo di strumenti di supporto (computer e telefonini)

LE FIGURE SPECIALIZZATE a) psicologo: somministra test specifici per i disturbi di apprendimento b) insegnante: osserva, valuta e media tra la famiglia e le agenzie educative (cfr.: referente) c) neuropsichiatra: individua quadro clinico e/o patologico e firma la diagnosi d) logopedista: si occupa delle difficoltà del linguaggio (training e protocolli di lavoro) e) psicomotricista: fa esercitare la motricità fine e quella grossolana lavorando sulle disprassie f) audiometrista e optometrista: misurano rispettivamente le funzioni uditive e quelle visive

Il REFERENTE (formazione MIUR) per la dislessia deve: conoscere il disturbo rispondere alle richieste della scuola gestire lavori di gruppo guidare il processo formativo programmare indagini di screening valutare l’invio ai servizi sanitari mediare tra scuola-famiglia-servizi promuovere formazione-aggiornamento mantenere rapporti con AID, USR, MIUR, SS

devono: ... E I GENITORI? 1) conoscere i vari aspetti della dislessia 2) incoraggiare il bambino 3) collaborare con gli specialisti 4) aiutare nello studio e nei compiti, anche tramite una terza persona 5) aggiornarsi e confrontarsi con altri genitori Si consiglia la lettura di “Manuale di sopravvivenza” dal sito www.dislessia-genitori.org

CAMBIARE LA PROPRIA DIDATTICA! ... E GLI INSEGNANTI? dovrebbero: 1) formarsi e CAPIRE l’alunno dislessico (referenti + formazione-aggiornamento; vedi il Centro BES-Dislessia di Ventimiglia) 2) scrivere sempre alla lavagna in STAMPATELLO MAIUSCOLO (soprattutto con le lingue straniere) 2) registrare la sintesi della lezione 3) fare verifiche programmate, strutturate e graduate 4) fare sempre un fac-simile di verifica 5) nelle verifiche orali usare solo domande univoche CAMBIARE LA PROPRIA DIDATTICA!

La normativa scolastica Del luglio 2007 è il disegno di legge circa le “nuove norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento”. La maggior parte dei ragazzi dislessici impara a poco a poco a leggere, a scrivere, a far di calcolo, ma a costo di uno sforzo enorme: dato l’autocontrollo esasperato che essi devono esercitare, le loro forme e i loro tempi di concentrazione sono necessariamente limitati, quindi si lasciano distrarre facilmente e non sono costanti. Il loro disagio psicologico e le conseguenti strategie di mascheramento sono interpretate come scarso impegno, pigrizia, svogliatezza. La motivazione in loro è legata alla previsione di successo.

LA CIRCOLARE 5-10-’04: iniziative relative alla dislessia (1) STRUMENTI COMPENSATIVI – Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri – Tavola pitagorica – Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche – Calcolatrice – Registratore

uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline * STRUMENTI DISPENSATIVI (2) – Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline – Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta – Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa – Organizzazione di interrogazioni programmate – Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma

LE PROVE INVALSI (Ist.Naz. Valutazione Sist. educ. di Istruz. e formaz.) • Studenti dislessici. Le prove personalizzate compilate da questi studenti devono essere rispedite con il resto del materiale. Si ricorda che per questi studenti la prova si intende personalizzata se il somministratore concede un tempo aggiuntivo maggiore di 10 minuti e/o stabilisce una compilazione parziale del fascicolo. Per gli studenti dislessici è previsto il sussidio logistico del lettore, qualora la scuola non abbia richiesto l’ausilio del CD o cassetta vocale. È consigliabile far sedere tali studenti al primo banco possibilmente da soli per permettergli di avere più spazio. Il somministratore dovrà avere l’accortezza di leggere le istruzioni scandendo lentamente le parole in modo tale che tali studenti possano seguire la lettura. La funzione del lettore dovrà essere svolta dall’eventuale insegnante di sostegno o da altro insegnante della scuola. Lo studente dislessico potrà tenere sul banco il materiale didattico a supporto.

AND WITH ENGLISH? ET AVEC LE FRANÇAIS? – privilegiare la lingua orale; – analizzare la lingua in situazione comunicativa, non grammaticalmente (né traduzioni, né verbi irregolari a memoria); – usare solo il vocabolario elettronico (ad es.: «Ragazzini», «Zanichelli»); – partire sempre da ciò che si sa (dal noto) per arrivare a ciò che non si sa (all’ignoto) con attività di warming-up e/o ludiche; – separare sempre la comprensione dalla produzione (ad es.: accettare risposte simili a queste: «What’s your name?» «Luca», «How old are you?» «13»).

Come deve cambiare la didattica? Si tratta di concentrare il lavoro sull’essenziale, di concedere modalità idonee di gestione dei codici scritti, di considerare i diversi stili di apprendimento, di gratificare per gli sforzi compiuti e non solo per i risultati. Occorre parlare a tutta la classe di DISLESSIA in modo che le “strategie” didattiche vengano accolte serenamente, compreso il computer sul banco dell’alunno dislessico! Se si riesce ad instaurare un dialogo educativo cotruttivo (sereno, fiducioso, solidale), allora si potrà iniziare un insegnamento personalizzato che preveda anche esercizi di concentrazione e rilassamento. Modificare il nostro insegnamento per i DSA significa migliorare il nostro lavoro a beneficio di tutti i nostri alunni. PROVARE PER CREDERE!

LA CORREZIONE ORTOGRAFICA Contare il numero delle parole sbagliate, non il numero degli errori l (analisi quantitativa) Valutare la tipologia degli errori commessi (analisi qualitativa) l l Non evidenziare le parole sbagliate, evidenziare le parole corrette ortografia nei compiti scritti (testi, verifiche, ecc.), ma solo con prove di dettato ortografico l Non valutare l ’ l La valutazione ortografica deve essere separata dagli aspetti ideativi del testo l Per la valutazione della competenza ortografica si esegue una prova di dettato Rendere partecipe l ’ alunno durante l ’ analisi degli errori l l Non programmare attivit à di recupero ortografico (supporto mnemonico) Proporre interventi di decisione ortografica (processo metacognitivo l controllo ortografico come competenza rappresentativa) l Ripetere periodicamente la valutazione ortografica

IL SOFTWARE DIDATTICO - motiva e personalizza l’apprendimento - fa uso della sintesi vocale (CARLO Loquendo) - permette l’utilizzo di libri parlati e audio-libri - si avvale dello scanner e, dove esistono, dei testi in PDF - diverte e attiva tutta la classe grazie alla sua varietà - fornisce un feedback immediato - registra i progressi e rafforza i punti deboli - facilita il lavoro scritto e la pianificazione - forma un ambiente collaborativo - DIFFERENZIA SENZA DISCRIMINARE

[software: Knowledge e Mind Manager] LE MAPPE CONCETTUALI ° RIDUCONO IL TESTO VERBALE ° USANO IMMAGINI E MULTIMEDIA ° COSTRUISCONO I CONCETTI DIRETTAMENTE DAL TESTO SCANNERIZZATO ° FAVORISCONO L’APPRENDIMENTO ° HANNO ACCESSO DIRETTO (NON SEQUENZIALE) ° CONSENTONO UN’INTERAZIONE IMMEDIATA (tutoring on-line e auto-valutazione) ° INTEGRANO TUTTI GLI ALUNNI [software: Knowledge e Mind Manager]

IL PENSIERO PER IMMAGINI: gli “SCROLL” - riduce il testo verbale in grafica - usa multimedia per rafforzare la comunicazione - favorisce l’apprendimento grazie ad interazione ed analisi. SI USA PER:

Come sviluppare le ABILITA’ VISUO-SPAZIALI: ecco i metodi 1. la lettura immaginativa, in cui il bambino è chiamato a raffigurare le scene, visualizzare i personaggi, provare emozioni in prima persona; 2. la visualizzazione creativa, in cui si pensa l’immagine visiva a occhi chiusi; 3. il dizionario dei sinonimi, in cui il soggetto fotografa nella sua mente le associazioni di parole per arricchire la sua riserva di vocabolario; 4. la visualizzazione interiore, o fantasia guidata, ove si usano immagini eidetiche (fondate sulla percezione e sulla memoria visiva) e immagini della memoria; 5. l’uso di immagini visive per distendere e modificare lo stato d’animo negativo.

Nella SCUOLA PRIMARIA – uso di materiale scritto di tipo quotidiano: scritte pubblicitarie, nomi su confezioni, scatole, giocattoli, per focalizzare il bambino sulla stabilità del rapporto tra rappresentazione orale e rappresentazione scritta; – ricerca sistematica di indici linguistici sulle parole verbali per conoscere meglio la struttura del linguaggio orale; – attività di tipo metafonologico: ragionamenti sulla ricorsività, esercizi di analisi della struttura interna della parola; – attività di scrittura con senso e finalità specifiche. DA SEGNALARE NUOVE TECNOLOGIE & DSA: programmi utili per la didattica con i dislessici (III Circolo Sanremo- Imperia)

Strategie di insegnamento nella SECONDARIA I E II GRADO (1) – lavori di gruppo e cooperative-learning – tempi di discussione adeguati e ricorrenti – tempi di revisione mirati alle verifiche – organizzazione testuale tramite le 3 fasi fondamentali: pianificazione, trascrizione, revisione – strategie di rinforzo e potenziamento, quali: brainstorming, scrittura con l’ascolto dei 5 sensi, scrittura con le 5 domande (Chi? Come? Dove? Quando? Perché?) – piani di lavoro per promuovere le abilità di comprensione del testo (METACOGNIZIONE) – scrittura di giornali, poesie, storie, cronache, pubblicità

Strategie di insegnamento nella SECONDARIA (2) – il «diario dialogato» (Friso, Molin e Poli, 1991), in cui l’alunno «parla» col professore avendo libertà di compiere errori e abbreviazioni (meglio se il diario prende la forma di un quaderno ad anelli, pratico e di facile gestione) – le «storie dettate» (ibidem), storie inventate e dettate al registratore per poi svolgere su di esse esercizi di clozure (predizione di parole mancanti grazie al contesto), o di sight-vocabulary (apprendimento globalistico della scrittura di alcune parole) – attività di «esplorazione del testo» (anticipazioni, lessico, extra-testo) – analisi delle immagini (memoria visiva)

Strategie di insegnamento nella SECONDARIA (3) – la «visita in biblioteca» con la lettura sostenuta silente (Lipson e Wixson, 1991), una lettura svolta in modo individuale e autonomo nella biblioteca stessa o nella classe – la «lettura ripetuta», opportunamente motivata per non annoiare l’alunno – la «lettura per il piacere», ossia una lettura senza secondi scopi, libera e scelta dai ragazzi – un approccio della grammatica tramite materiali che stimolino i conflitti cognitivi, atti a far riflettere sull’uso e sulle funzioni delle parole.

E all’ UNIVERSITA’? Quale aiuto per lo studente dislessico? – strumenti informatici per studio, svolgimento esami, frequenza lezioni, nonché laboratori e attività formative – aiuto per compilare le pratiche – tutor specializzato per lo studio – mediazione nel rapporto con i docenti – materiale didattico in formato digitale/audio. (cfr. i “ServiziStudenti” delle Università di Modena e Bologna: www. unibo.it; wwwunimo.it)

Una breve LETTERATURA AAVV, Parole in movimento, Erickson, 2001 AAVV, La dislessia raccontata agli insegnanti, vv. 1-2, LibriLiberi, 2003 AAVV, Dislessia . Strumenti compensativi, LibriLiberi, 2004 AAVV, Dislessia e trattamento sublessicale, Erickson, 2005 F. Benso, Neuropsicologia dell’attenzione, Ed. Del Cerro, 2005 M. Brotini, Le difficoltà di apprendimento, Ed. Del Cerro, 2000 R.Grenci, Le aquile sono nate per volare, La Meridiana, 2004 P. Kvilekval, Insegnare l’inglese ai bambini dislessici, LibriLiberi, 2007 G. Reid, E’ dislessia!, Erickson, 2006 G. Stella et al., La dislessia: aspetti cognitivi e psicologici, Franco Angeli, 2003

Novità editoriali per stimolare la lettura AAVV, Leggimi!, collana di testi narrativi elaborati da neuropsichiatri e logopedisti, con strutture sintattiche brevi: la narrazione segue i tempi dell’azione, divisi in capitoli brevi, si usano caratteri creati appositamente, nonché carta che non stanca la vista ed illustrazioni accattivanti. Case Editrici: Sinnos e Biancoenero (in Star bene, luglio 2007, n.7, p.17: “Libri più “facili” per i bambini dislessici) www.leggerepercrescere.it, progetto a cura di R. Saccomani, volto a stimolare e migliorare la lettura in fase prescolare, nell’intento di sviluppare linguaggio, memoria e fantasia. Edizioni GlaxoSmithKline

La dislessia è una cosa da pazzia ma la pazzia è una cosa diversa e l’amore ancor di più. E.G., bambino dislessico di 9 anni (da Le poesie che non so leggere, A.I.D., 2002)

e-mail: arabert@libero.it PROF. CHIARA DE GRANDIS Madrelingua francese, laureata in Lingue, abilitata all’insegnamento di Francese ed Inglese, Specializzata in sostegno, Referente per la dislessia, Formatrice insegnanti,Autrice testi didattico-educativi per la Erickson, in servizio presso la Scuola Media Statale N. Sauro di Imperia. e-mail: arabert@libero.it