A.A. 2008/2009 Linda Meleo lezione 2-3

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A.A. 2008/2009 Linda Meleo l.meleo@libero.it lezione 2-3 POLITICA ECONOMICA A.A. 2008/2009 Linda Meleo l.meleo@libero.it lezione 2-3

La cassetta degli attrezzi dell’economista. LA LEZIONE PRECEDENTE La cassetta degli attrezzi dell’economista. La politica economica: i tre tipi di scelte Realtà e desiderata: l’approccio positivo e normativo Stato e mercato I concetti di efficienza e equità

IL MERCATO IN CONCORRENZA PERFETTA I presupposti: Beni omogenei; Numerosità degli operatori; Assenza di intese o accordi; Assenza di barriere all’entrata e all’uscita dal mercato (o libertà di entrata ed uscita); Perfetta informazione. Queste ipotesi fanno sì che le imprese si comportino come price-taker. Nella realtà difficilmente possono essere soddisfatte contemporaneamente le condizioni viste. Rappresentazione grafico-analitica.

EFFICIENZA PARETIANA ED EQUILIBRIO IN CONCORRENZA PERFETTA: IL I TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE Esiste un legame stretto tra efficienza paretiana ed equilibrio in un mercato di concorrenza perfetta  applicazione del concetto della “mano invisibile”. I teorema fondamentale dell’economia del benessere: “in un sistema economico di concorrenza perfetta nel quale vi sia un insieme completo di mercati, un equilibrio concorrenziale, se esiste, è un ottimo paretiano”. Da notare la rilevanza che assume l’assunto della completezza dei mercati. Il I teorema dell’economia del benessere non ha portata propositiva.

EFFICIENZA ED EQUITÁ: IL II TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE L’ottimo paretiano non garantisce la condizione di equità; può essere cioè non desiderabile. Il pianificatore sociale può ovviare ad un rischio simile? Si Il secondo teorema dell’economia del benessere recita: “se sono rispettate alcune condizioni relative alle funzioni di utilità individuali e di produzione (insiemi di preferenze e di produzione convessi), in presenza di mercati completi, qualsiasi posizione di ottimo paretiano può essere realizzato come equilibrio concorrenziale, previa un’adeguata distribuzione delle risorse (o dotazioni iniziali) tra gli individui”. Il II Teorema è interpretato come un metodo di divisione dei compiti in capo allo Stato e al mercato.

IL CONCETTO DI FALLIMENTO Qualora uno dei presupposti della concorrenza venga meno e nell’ipotesi in cui i mercati non siano completi, si parla di fallimenti del mercato microfondati. Tali fallimenti presuppongo un intervento da parte delle autorità statali.

I FALLIMENTI DEL MERCATO (microeconomici) I fallimenti del mercato sono i seguenti. Nell’ipotesi di mercato non concorrenziale: Monopolio, Oligopolio, Concorrenza monopolistica. Nell’ipotesi di incompletezza dei mercati: Le esternalità. I beni pubblici. Le asimmetrie informative.

IL MONOPOLIO (1) Monopolio: Tipi di monopolio: Grafico. Viola il postulato della numerosità degli operatori (lato offerta) le imprese sono price makers; Si produce un unico bene; Vi sono barriere all’entrata. Tipi di monopolio: Di fatto (unico offerente per crescita interna (relative a dinamiche di crescita maggiori rispetto ad altre imprese) o esterna (fusioni o acquisizioni di società); Legale (individuati dallo stato  brevetti, licenze, o più in generale i diritti di proprietà intellettuale  protezione=incentivo alla produzione di nuove idee); Naturale (presenza di economie di scala crescenti: ferrovie, energia, telecomunicazioni). Grafico. Comparazione con concorrenza perfetta  condizione di equilibrio, trasferimento di surplus, perdita secca di monopolio.

IL MONOPOLIO (2) Come porre rimedio alle inefficienze (solo allocative  Schumpeter, 1943, e innovazione) del monopolio? Intervento stato. 3 strumenti: Nazionalizzazione (impresa pubblica); Legislazione antimonopolistica Politiche di controllo dei prezzi. regolamentazione

IL MONOPOLIO (3) Imprese pubbliche, nazionalizzazione e privatizzazione: cenni alla storia italiana. IRI, 1933, 1937 salvataggio Banca Commerciale, Credito Italiano e Banco di Roma. IRI e politiche per il Mezzogiorno. 1982-1989 Prodi presidente IRI  prime vendite sostanziali. 1992  IRI è tramutata in spa. Andreatta e accordo con Commissario europeo per la concorrenza Van-Miert su ENI, IRI e ENEL (Primo Governo Amato). Prodi di nuovo presidente IRI. Programma di riordino ENI, IMI, INA, IRI, BNL (Piano Amato). Debito pubblico elevato e crisi valutarie; Pressioni europee; Inizio inchieste giudiziarie sulla corruzione politica. 2000  IRI messo in liquidazione. 2002  IRI incorporato in FINTECNA (Finanziaria per i Settori Industriale e dei Servizi SpA). (Piero Gnudi).

IL MONOPOLIO (4) Legislazione antimonopolistica (tutelare la libertà economica, limitare il potere economico e politico, accrescere efficienza allocativa). Nella realtà potrebbero verificarsi tre situazioni su cui insiste la legislazione antimonopolistica: Accordi o intese restrittive alla concorrenza; Abuso di posizione dominante (stabilire prezzi direttamente o indirettamente, condizioni contrattuali gravose (es. cambiare operatore telefonico solo pagando una penale elevata), contratti vincolati o prezzi discriminatori); Concentrazioni per crescita esterna (fusioni o acquisizioni) che danneggiano la concorrenza.

IL MONOPOLIO (5) La legislazione statunitense  Sherman Act del 1890 (Standard Oil  smembrata in 30 società 1911). La legislazione comunitaria (Trattato di Roma)  art. 81 (vieta gli accordi – di prezzo, di quantità, vendite gemellate, applicare condizioni dissimili a prestazioni equivalenti - lesivi alla concorrenza); art. 82 (divieto di abuso di posizione dominante) art. 88 (divieto aiuti di Stato che ledano la concorrenza. Eccezioni: aiuti regionali, aiuti orizzontali – energia e ambiente ad es., aiuti settoriali).  es. abuso di posizione dominante: caso Microsoft/Sun Microsystem riguardo abbinamento a Windows di Windows media player Legislazione nazionale  l. 287 del 1990  ricalca sostanzialmente la disciplina europea. Istituzione dell’AGCM.

IL MONOPOLIO (6) Il controllo dei prezzi (fissazione di un prezzo massimo; se fosse prezzo minimo vorremmo invece garantire un certo reddito): Margine di profitto massimo  ma come determinare i costi dell’impresa?. Tasso di rendimento massimo sul capitale investito  rischio di elevate intensità di capitale; Prezzo massimo o price cap (Littlechild 1989) 1-(IPC-X).

LA LIBERTÁ DI ENTRATA E DI USCITA: LA TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI In monopolio e oligopolio si possono raggiungere risultati come in concorrenza perfetta se i mercati sono contendibili (Baumol, Panzar, Willig, 1982). Un mercato è contendibile se vi è libertà di entrata e di uscita in assenza di costi. Extraprofitti  attrae altre imprese che entrano sul mercato a costo zero  le imprese presenti riducono i prezzi fino a che non si arriverà alla condizione p = cme e le imprese possono abbandonare il mercato (hit and run). Annullare le barriere all’entrata e all’uscita è la soluzione? Non è praticabile: i costi di entrata ed uscita sono consistenti e spesso irrecuperabili (sunk costs) e non è assicurata l’efficienza allocativa. Può essere però desiderabile.

GLI ALTRI PRESUPPOSTI DELLA CONCORRENZA PERFETTA Beni non omogenei  prodotti differenziati (esempio degli shampoo e ruolo della pubblicità in questo processo). Mancanza di perfetta informazione  segmentazione dei mercati.