Comunicazione: come (non) ci comprendiamo
Comprensione, incomprensione, rumore C C C (2,2,6,3,2,4)
Il modello della comunicazione come azione-cooperazione La comunicazione esprime non (solo) informazione ma una intenzione di azione (domandare, ordinare, promettere …) La sua efficacia dipende quindi anche dal modo in cui laltro comprende, risponde e dalle conseguenze di questo dialogo (prospettiva dialogica e pragmatica)
Il principio di cooperazione (Grice, 1975) Quantità (né troppo, né poco) Qualità (vero, provato) Relazione (pertinenza) Modalità (ordine, chiarezza, disambiguazione) Ma…. Lironia? Il sottinteso? Importanza del ruolo dellimplicito
Il ruolo dellimplicito Implicature conversazionali, create dal contesto Implicature convenzionali, create dalla cultura linguistica condivisa
Comprensione, incomprensione, rumore C C C (2,2,6,3,2,4)
Il sapere condiviso Labilità comunicativa si basa sulla conoscenza delle possibili inferenze di chi comprende La presenza di un sapere condiviso rende trasparenti (inferibili) gli scopi del parlante a chi lo ascolta Problema delle inferenze: fraintendimenti, convenzionalizzazione, inganno.
Sapere condiviso e comprensione 1. Riconoscimento di un tipo di testo (narrazione, argomentazione, esposizione…) a partire da indici interni e di contesto 2. Attivazione di una mappa mentale sfocata (schema, script…) 3. Inferenze sulle intenzioni della persona e sulla situazione Attribuzione di causalità (e suoi bias)
Comunicazione non verbale Aspetti di contenuto (verbali) e aspetti di relazione (non verbali) Relazioni simmetriche e asimmetriche Comprensione multimodale (Poggi, Magno Caldognetto, 1987) di prossemica, indici non verbali, struttura prosodica e parsing, marcatori