Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Le imprese in un mercato concorrenziale
Advertisements

Lezione 10 Il mercato del lavoro
Stabilizzare l’economia: il ruolo della banca centrale
CORSO DI ECONOMIA POLITICA 4° parte Docente Prof. GIOIA
Economia politica Anno accademico
Massimizzazione dei profitti
Ottenere il profitto più alto
ESERCITAZIONE 14 novembre 2007
Massimizzazione del Profitto e l’Offerta Concorrenziale
La minimizzazione dei costi
L’IMPRESA E I SUOI OBIETTIVI
Lezione 2 Ripesa dei temi trattati : grafici obiettivo
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA Prof. SAVERIA CAPELLARI Offerta aggregata nel lungo periodo: la produzione.
Lezioni di Microeconomia Lezione 10
La Concorrenza Perfetta e La
Lezioni di Microeconomia Lezione 11

Istituzioni di Economia M-Z prof. L. Ditta
Istituzioni di Economia prof. Leonardo Ditta



14-Imprese e settori Davide VannoniIstituzioni di economia , Corso C 1 14 – Imprese in un mercato concorrenziale.
CORSO DI ECONOMIA POLITICA 5° parte Docente Prof. GIOIA
Dietro la curva di offerta
1 La scelta dellimpresa Il lungo periodo 2 Lequilibrio di lungo periodo Il lungo periodo è quellintervallo di tempo in cui possono essere modificati.
Lezione 16 Ist. di Economia Politica I – a.a Marco Ziliotti
Capitolo 9 Equilibrio macroeconomico con prezzi flessibili.
Lezione 10 La politica monetaria
IMPRESE IN UN MERCATO CONCORRENZIALE
Frontespizio Economia Politica Anno accademico
Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo 4
Capitolo 11 Il monopolio Capitolo 11 Microeconomia.
ECONOMIA.
Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo IV
I costi di produzione Unità 10.
Istituzioni di Economia Politica) prof. L. Ditta Il mercato : domanda e offerta Facoltà di Giurisprudenza Università di Perugia Presentazione basata su.
I costi di produzione.
ECONOMIA POLITICA E-I ESERCITAZIONI. 1.Giovanni consuma due beni i cui prezzi sono p 1 =10 e p 2 =15. Il suo saggio marginale di sostituzione è SMS =
1 Impresa e produzione Definiamo impresa qualsiasi soggetto

Mercato concorrenziale
Capitolo 13 Principi di Microeconomia N. Gregory Mankiw
ECONOMIA POLITICA E-I ESERCITAZIONE 13 novembre 2007.
Modello Domanda-Offerta Aggregata (AD-AS)
Corso di Istituzioni di Economia prof. L. Ditta
ECONOMIA POLITICA E-I ESERCITAZIONI. 2 Richiami di matematica – Funzioni Funzioni FUNZIONE: ogni regola matematica che permette di calcolare il valore.
LA CONCORRENZA PERFETTA
Microeconomia Introduzione Teoria del consumatore Impresa e produzione
Microeconomia Introduzione Teoria del consumatore Impresa e produzione
Scelte di produzione: funzione di produzione, fattori, costi, ricavi e massimizzazione del profitto ECONOMIA POLITICA (C&S) PROF. PASCA DI MAGLIANO.
Forme di mercato e Massimizzazione del profitto con funzioni di ricavo
Massimizzazione del profitto
Analisi della domanda -le scelte dei consumatori-
LAVORO E TEMPO LIBERO ECONOMIA POLITICA LEZIONE 11.
Esercitazione. Su di un sistema di assi cartesiani si indichino la curva di domanda e di offerta di mercato del bene X. Si indichino graficamente il prezzo.
Esercizi.
Politiche per lo sviluppo economico
La struttura dei costi delle imprese Il lungo periodo.
Ripasso di Microeconomia
Il modello di Hotelling Davide Vannoni Corso di Economia Manageriale e Industriale a.a
I costi di produzione Nelle lezioni precedenti abbiamo considerato il funzionamento di un sistema di mercato. In questa lezione considereremo i costi di.
L’elasticità In questa lezione si approfondisce la discussione di domanda e offerta analizzando la REATTIVITA’ di acquirenti e venditori a CAMBIAMENTI.
Prezzo di mercato ed equilibrio dell’impresa xixi p Cm M Cmg p*p* Rmg R C PROFITTO xixi * x p D S E x*x* Ci sono due nessi che legano l’equilibrio del.
I mercati dei fattori di produzione I Fattori di produzione sono gli inputs utilizzati per produrre beni e servizi. La domanda di un fattore di produzione.
I costi e i ricavi della produzione. L’imprenditore per avviare la produzione dovrà prima di tutto procurarsi le risorse necessarie. Successivamente,
Concorrenza imperfetta Quando manca anche uno solo dei requisiti prima menzionati il mercato acquista caratteristiche di concorrenza imperfetta. Principali.
MACROECONOMIA 0 C Y C=C(Y): I consumi sono una funzione crescente del reddito.
Concorrenza perfetta Come si determinano i prezzi assumendo che i mercati siano perfettamente concorrenziali? le imprese che producono x sono tutte “piccole”
IL PRODUTTORE. La funzione di produzione nel lungo periodo Nel lungo periodo tutti gli input (nel nostro caso L e K) sono variabili q = q(L, K)
Transcript della presentazione:

Istituzioni di Economia Politica prof. L. Ditta Le scelte dell’impresa: la massimizzazione del profitto e la curva d’offerta Facoltà di Giurisprudenza Università di Perugia Presentazione basata su materiale del prof. Rodano

L’impresa e il suo problema economico Ricordiamo la definizione di L. Robbins: l’economia studia i problemi relativi all’utilizzo di mezzi scarsi impiegabili per fini alternativi. Il problema del consumatore, come abbiamo visto, è quello di formulare la propria scelta di consumo (quanto comprare di ciascun bene sul mercato) dato il suo reddito reale (reddito monetario e prezzi dei beni). Ci siamo occupati della domanda individuale. Dobbiamo ora occuparci dell’offerta. L’offerta di un bene è, in generale, il risultato dell’attività produttiva delle imprese. Domandiamoci dunque cos’è l’impresa e quali le decisioni che la riguardano.

Impresa e produzione Definiamo impresa qualsiasi soggetto che produce beni e li vende sul mercato, allo scopo di rendere massimo il proprio profitto. Definiamo produzione l’attività che impiega inputs (risorse, come lavoro e altro) in base ad una determinata tecnica (funzione di produzione) al fine di ottenere beni e servizi da vendere sul mercato. Le scelte di produzione sono guidate dal criterio della massimizzazione del profitto.

Profitto e ricavo Definiamo profitto (π) la differenza tra il ricavo totale (Rt), ottenuto dalla vendita dei prodotti, e i costi totali (Ct) sostenuti per l’acquisto degli inputs e per il loro impiego nel processo produttivo. Scriveremo perciò: π = Rt - Ct Definiamo ricavo totale (Rt) ciò che l’impresa incassa dalla vendita del bene prodotto (nell’ipotesi che produca un solo bene), ovvero la quantità venduta (q) moltiplicata per il prezzo (p) al quale viene venduta. Scriveremo quindi: Rt = pq

La Nozione di Costo Il costo (totale) non coincide col complesso delle spese sostenute dall’impresa nel corso del processo produttivo: (a) vi sono spese che non vanno contabilizzate tra i costi ; (b) vi sono costi cui non corrisponde una spesa effettiva. (a) Quando l’impresa acquista un mezzo di produzione dure-vole , nel costo di produzione va conteggiato solo il costo del “servizio” reso nel periodo (interesse più ammortamento). (b) Nei costi vanno invece inclusi tutti i cosiddetti “costi- opportunità”, anche quando essi non comportano spese effettive. Il costo-opportunità é il mancato guadagno dell’uso alternativo di una risorsa; se l’impresa usa risorse proprie, le deve conteggiare tra i costi (esempi: lavoro dell’imprenditore; remunerazione del capitale proprio).

Ricavo totale e prezzo Ricordiamo innanzitutto la formula: Rt = pq Essa dice che il ricavo (totale) dipende da due grandezze: la quantità venduta q e il prezzo p a cui essa viene venduta. Può il prezzo di vendita essere considerato un dato (esogeno)? La risposta è sì purché valgano 4 condizioni (principali): (i) l’impresa è “piccola”(la quantità offerta è trascurabile rispetto al totale); (ii) vi sono “tante” altre imprese che producono e vendono bene lo stesso identico prodotto (omogeneità). iii) Informazione perfetta e simmetrica. (iv) facilità e piena libertà di entrata nel mercato. Questo forma di mercato è chiamata concorrenza perfetta. In concorrenza l’impresa non può aumentare il prezzo perché perderebbe tutti i clienti; e non le conviene abbassarlo perché, essendo piccola, può vendere tutto quel che vuole al prezzo dato. La curva di domanda è dunque una retta orizzontale.

Ricavo totale e quantità In concorrenza il prezzo lo stabilisce il mercato (nel modo che vedremo tra qualche lezione). Per le imprese il prezzo è appunto un dato. Essendo dato il prezzo, il ricavo è una funzione della quantità venduta y. Scriveremo Rt = R(q) Si tratta di una funzione particolarmente semplice. Il ricavo è proporzionale alla quantità venduta: Rt R(q) Rt b B Rt = pq A Il suo grafico, con q in ascissa e Rt in ordinata, è una retta che esce dall’origine con coefficiente angolare pari al prezzo p. Rt a p q a q b q

Costo totale e quantità Anche il costo totale può essere considerato una funzione della quantità prodotta Come è fatta questa funzione? Facciamo due ipotesi: (i) l’impresa sopporta un costo anche se non produce nulla (è il cosiddetto costo fisso); Scriveremo Ct = C(q) (ii) il costo cresce più che proporzionalmente rispetto alla quantità prodotta. Ct C(q) B Ct b Il suo andamento è riportato nel grafico, con q in ascissa e Ct in ordinata: è una curva crescente, che diventa sempre più ripida, con un’intercetta positiva (k). Ct a k q a q b q

Profitto e quantità Il profitto è dato da p = R(q) - C(q) ed è dunque una funzione della quantità prodotta e venduta. Perciò, l’impresa sceglie la quantità q che le permette di realizzare l’obiettivo del massimo profitto. In questo modello, q è la “variabile di scelta” dell’impresa. NOTA IMPORTANTE: Dato che in Ct sono compresi, come costi-opportunità, le remunerazioni del “capitale proprio” e del lavoro dell’imprenditore, è più corretto parlare di extraprofitto (profitto che eccede il livello normale). Abbiamo visto invece che il prezzo p, rappresenta (per l’impresa) un dato che essa non può influenzare.

Massimo profitto La quantità che rende massimo il profitto è, per definizione, quella per cui lo scarto tra Rt e Ct è massimo. Questo suggerisce un metodo grafico per identificare questa quantità. Basta riportare sullo stesso grafico le due funzioni R(q) e C(q) e cercare il valore di q per cui la distanza tra le due è massima. Rt, C(q) Prima di qb e dopo qa si ha Ct > Rt, sicché l’impresa è in perdita. Per quantità prodotte tra qb e qa l’impresa consegue profitti (Rt > Ct). La distanza è massima in corrispondenza di q*, che perciò è la quantità che rende massimo il profitto. Ct R(q) A pMAX B qb q* qa q

Ricavo marginale Il ricavo marginale (Rmg) è l’aumento di ricavo totale che si ottiene quando la quantità venduta aumenta di un’unità: Rmg = R(q + 1) - R(q) Calcoliamo il ricavo marginale partendo dalla funzione R(q) valida per l’impresa in concorrenza (in cui il prezzo è dato): Rmg = p(q + 1) - pq = p In concorrenza Rmg è costante e coincide col prezzo SPIEGAZIONE. Se l’impresa può vendere (essendo “piccola”) qualsiasi quantità al prezzo (dato) di mercato, su ogni unità venduta in più incassa appunto il prezzo. Il ricavo marginale può essere anche interpretato come il coefficiente angolare della funzione R(q) del ricavo totale.

Costo marginale Il costo marginale (Cmg) è l’aumento di costo totale che si verifica quando la quantità prodotta aumenta di uno: Cmg = C(q + 1) - C(q) Il costo marginale (Cm) è l’aumento di costo totale che si sopporta quando la quantità prodotta aumenta di uno: Cm = C(q + 1) - C(q) Diversamente dal ricavo totale, la funzione C(q) del costo totale non è una retta; perciò il costo marginale non è costante. Dal grafico si vede che il costo marginale è crescente. q Ct C(q) Anche Cm può essere approssimato dal coefficiente angolare (delle rette tangenti alla C(q) nei vari punti). B Cmb A Esso misura perciò l’inclina-zione della funzione del costo totale (ossia Cmg = DCt/Dq, co-me anche Rmg = DRt/Dq). Cma qa qb

Il principio marginale Ricavo marginale e costo marginale forniscono un altro metodo per identificare la quantità q che massimizza il profitto. L’idea è questa: se, partendo da una certa quantità q, si osserva che Rmg > Cmg, allora la produzione di un’unità in più accresce il profitto. Se invece si osserva Rmg < Cmg, allora il profitto viene ac-cresciuto producendo una unità in meno. Questo significa che conviene aumentare la produzione fino a quando il Rmg rimane maggiore del Cmg, mentre conviene ridurla nel caso contrario. All’aumentare di y il ricavo marginale è costante (è uguale a p) mentre il costo marginale è crescente. Ci sarà allora un certo livello q* in cui si arriva all’uguaglianza tra Rmg e Cmg. Quella è proprio la quantità in cui il profitto è massimo. Perciò la condi-zione che identifica il massimo profitto è Rmg = Cmg.

Due grafici sul massimo profitto Il grafico a sinistra riporta le curve R(q) e C(q). L’uguaglianza Rmg = Cmg viene sfruttata cercando il punto (q*) in cui le due curve hanno la stessa inclinazione. Il grafico a destra riporta direttamente le curve Rmg (= p) e Cmg. In entrambi i grafici, prima di q* si ha Rmg = p > Cmg e conviene produrre di più (dopo vale il contrario - vedi frecce rosse). Rt, C(q) Rm, Ct Cm R(q) Cmg pMAX R M Cmg p Rmg C Rmg q* q q* q

Curva di offerta Cosa succede alla scelta dell’impresa quando cambia il prezzo p? Evidentemente cambia la produzione q. Vediamo come. Consideriamo la situazione del grafico. Inizialmente il prezzo è pv e l’impresa sceglie di produrre (data la condizione p = Cmg) la quantità qv. Ora il prezzo aumenta diventando pa > pv. Il grafico ci dice che la scelta si sposta nel punto A, dove si produce qa > qv (la produzione aumenta). Se invece il prezzo diminuisce (pb < pv) anche la quantità prodotta si riduce (si passa nel punto B). La quantità aumenta al crescere del prezzo, ovvero è una funzione crescente del prezzo). Cm p S(p) A pa 124 V pv Essa si chiama curva di offerta e si scrive q = S(p). Essa coincide con quella del costo marginale “a rovescio” (la variabile indipendente è ora p). B pb qb qv qa q