2010: La protesta contro la riforma Gelmini Aggiornamento 23 settembre 2010 A cura del Coordinamento Ricercatori UniTo e degli Studenti Indipendenti
2 La riforma Gelmini degli atenei Senza fondi, didattica e ricerca sono in ginocchio. Il diritto di studiare è violato, le tasse si stanno alzando pressochè ovunque. In questa situazione viene imposta una riforma che snatura fortemente il carattere pubblico dellUniversità e ne punisce gli anelli più deboli: ricercatori, precari, studenti Il CdA decide tutto, luniversità diventa unoligarchia di baroni, politicanti e banche. Nessuna prospettiva di carriera per gli attuali ricercatori. Nessun futuro per i tantissimi precari.
3 I dati della mobilitazione a UniTo… FACOLTÀ totale ricercatori ricercatori Mobilitati AGRARIA550 ECONOMIA6523 FARMACIA372 GIURISPRUDENZAN.A. LETTERE E FILOSOFIA9171 LINGUE E LETTERATURE STRANIERE 4317 MEDICINA E CHIRURGIA1830 MEDICINA VETERINARIA5038 PSICOLOGIA3836 SCIENZE DELLA FORMAZIONE4842 SCIENZE M.F.N SCIENZE POLITICHE6319 Totale Quasi la metà dei ricercatori non farà lezione. Centinaia di corsi e migliaia di crediti sono scoperti.
…e nel resto dItalia. 46 Atenei mobilitati su Facoltà su 533. Su ricercatori universitari interpellati, (il 56%) si sono dichiarati indisponibili. In molti Atenei la didattica di questanno sarà seriamente compromessa: accorpamenti, mutuazioni, taglio di insegnamenti opzionali e specializzanti. 4
5 L'arretratezza del paese rispetto al finanziamento per la DIDATTICA il DDL non interviene nella direzione di colmare il divario che attualmente separa lItalia dai Paesi membri dellOCSE in termini – di spesa pro-capite per studente (Italia: dollari; media OCSE: ), e – di rapporto studenti/docente (Italia: 20; media OCSE: 15). – Di servizi e borse erogate agli studenti in rapporto alle tasse pagate.
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8 Prestiti e borse erogate agli studenti in rapporto alle tasse pagate.
9 per quanto riguarda il finanziamento della ricerca, al generale aumento di investimenti per ricerca e sviluppo nellarea OCSE di questi ultimi anni, fa riscontro addirittura la diminuzione nel nostro Paese sotto 1 % per cento del PIL. (Education at a Glance 2009: OECD Indicators, ) L'arretratezza del paese rispetto al finanziamento alla RICERCA
Fonte: OECD (2009), Education at a Glance 2009 (p.265)
È perdita dell'autonomia dellUniversità Il nuovo assetto degli organi di governo Rettore, Senato e CdA;
Tutti i poteri di governo dell'Università sono attribuiti ad un Consiglio di Amministrazione che non è eletto dalle componenti universitarie, ma designato (probabilmente dal Rettore) e con una quota riservata a esterni. E tenuto ad operare secondo criteri finanziari. Il Senato Accademico, in cui sono attualmente rappresentate (molto male!) le varie componenti universitarie viene ridotto ad organo consultivo la perdita dellindipendenza dellUniversità comporterà la perdita di rilievo della Ricerca Pubblica e di base, motore di progresso scientifico, tecnologico e culturale, in favore delle mere applicazioni della Ricerca mirate allottenimento di un profitto immediato. 12 La Riforma Gelmini e gli organi di governo delle Università
13 il nuovo CdA mantiene tutte le attuali competenze sulle questioni finanziarie. Acquisirà il potere di gestione e programmazione su tutto il personale, docenti e ricercatori inclusi. avrà potere disciplinare su docenti e ricercatori. avrà il potere di decidere lattivazione o la soppressione dei Corsi di Laurea e delle Sedi. ma soprattutto: deciderà lindirizzo strategico dellAteneo. Il Senato Accademico formulerà «proposte e pareri» sulla ricerca e sulla didattica, nonché sullattivazione e sulla soppressione di corsi e sedi. Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico
14 Facoltà e Dipartimenti Le Facoltà sono lorgano di coordinamento delle strutture che si occupano di uno specifico ramo del sapere, in particolare per quanto concerne la didattica. nei Dipartimenti si organizza principalmente la ricerca. ma soprattutto, le Facoltà sono il luogo di discussione per eccellenza e loccasione principale di confronto per tutti i professori, i ricercatori e le rappresentanze studentesche. ai dipartimenti vengono attribuite tutte le competenze sia di ricerca sia didattiche. è ancora prevista lesistenza delle Facoltà (anche con nomi differenti), con funzioni di coordinamento, ma lorgano deliberante non sarà più unassemblea, bensì un direttivo composto dai Direttori di Dipartimento e una rappresentanza studentesca. oggidomani
Il nuovo sistema di reclutamento (ovvero di ingresso dei futuri ricercatori); il ricercatore 'a tempo determinato E l'espulsione dei giovani migliori
16 il problema del reclutamento di nuovo personale è eluso nella sostanza, e aggravato dalla mancanza di fondi. la figura del ricercatore a tempo determinato tratteggiata nel DDL non potrà che dissuadere i giovani più motivati e brillanti dallintraprendere le professioni accademiche. – dopo la laurea, chi affronterebbe 3/4 anni di dottorato e altri 10 di precariato sapendo in anticipo che al termine molto probabilmente non ci saranno sbocchi accademici neppure per i più meritevoli?
17 Il periodo di precariato oggi laspirante ricercatore, al termine del dottorato, ha davanti a sé un periodo di precariato, di durata indeterminata. – in questo periodo può percepire un assegno di ricerca (al massimo per 4-5 anni) o altre forme di borse e/o contratti. lingresso in una figura a tempo indeterminato avviene con concorso da Ricercatore universitario (mediamente, l'età di ingresso è oltre i 35 anni).
18 Il precariato Gelmini a partire dallentrata in vigore della nuova legge non sarà più possibile bandire nuovi posti per ricercatore a tempo indeterminato. – si potranno bandire solo posti a tempo determinato, con contratti di tre anni, rinnovabili una volta soltanto. Letà di ingresso in ruolo si alza di altri 6 anni, superando i 40 anni!! gli Atenei non sono obbligati a garantire che ci siano le risorse necessarie per la chiamata allatto del rinnovo, quindi il ricercatore a TD, anche se ha conseguito lidoneità, al termine dei 3+3 si potrebbe ritrovare senza lavoro per semplici motivi di bilancio. Per gli attuali precari della ricerca (più di persone) non è previsto alcuno sbocco.
La messa in esaurimento del ruolo di ricercatore E il mancato riconoscimento di anni e anni di lavoro a titolo gratuito che gli attuali ricercatori hanno svolto con passione e competenza
non li considera: mette in esaurimento il ruolo, non riconosce il lavoro effettivamente svolto da tempo nella didattica, li esclude dalle commissioni per i concorsi universitari, li esclude dalla rappresentanza negli organi collegiali. Il DDL penalizza gli attuali ricercatori li penalizza economicamente: scatti stipendiali (non più automatici) da biennali a triennali, eliminazione della ricostruzione di carriera, pensionamento anticipato rispetto ai professori, blocco triennale degli scatti che penalizza maggiormente… gli stipendi più bassi!! crea loro grosse difficoltà di avanzamento di carriera: i tagli al finanziamento dellUniversità che inevitabilmente riducono i nuovi posti da Professore Associato e lintroduzione dei Ricercatore a TD che dopo 3+3 anni se non chiamato è disoccupato inducono una competizione iniqua e fratricida tra Ricercatori strutturati e precari
Gli effetti della legge 133/2008 sul taglio all'FFO e il DDL 1905/2009 E negazione al diritto allo studio
22 la legge 133/2008: il taglio all'FFO a cosa serve il Fondo di Finanziamento Ordinario? didattica, servizi agli studenti, stipendi di personale docente, ricercatore e non docente, ordinaria manutenzione delle strutture universitarie (riscaldamento, pulizia, sorveglianza, etc.), ricerca scientifica (ad eccezione della quota destinata ai progetti di ricerca di interesse nazionale...) l'entità del FFO: – Meuro per lanno 2008 – Meuro per lanno 2009 – Meuro per lanno 2010 – Meuro per lanno 2011 – Meuro per lanno 2012
23 Tagli+DDL= - diritto allo studio l'effetto dei tagli della legge 133/2008 è l'impoverimento -in alcuni casi indebitamento- degli atenei. i tagli al FFO possono portare gli atenei a barattare la propria autonomia concedendo posti nel Consiglio dAmministrazione, unico centro decisionale, ai finanziatori esterni. Il problema del sottofinanziamento dellUniversità, cronico e in progressivo peggioramento a partire dalla L. 133/08, non è nemmeno menzionato nel DDL. Il diritto allo studio risulterà in tal modo negato in unUniversità governata da interessi privati, finanziata principalmente dalle rette studentesche e non più dallo Stato.
24 Minor diritto allo studio e bassa qualità della didattica Lunica misura di rilievo introdotta dalla riforma Gelmini è linvito agli studenti ad indebitarsi: vengono introdotti i cosiddetti prestiti donore Non si pone rimedio alla pericolosa tendenza per cui in periodi di crisi gli studenti di estrazione meno agiata cessano di immatricolarsi o abbandonano l'Università. il diritto allo studio risentirà anche del generale abbassamento del livello di didattica e ricerca, conseguente alla complessiva contrazione delle risorse economiche e del personale (docente e non).
In conclusione.. Luniversità pubblica è il luogo dove si produce il futuro: sia formando le nuove generazioni, sia esplorando ed allargando i confini del sapere scientifico, tecnologico e culturale. Oggi luniversità pubblica si trova ad una svolta. Stretta tra i tagli di bilancio, la volontà di smantellamento del governo (lesperienza della riforma della scuola insegna!) e le mire di potere dei Rettori, rischia di ricevere il colpo finale con il DdL Gelmini. Le persone che sono coscienti della posta in gioco hanno il potere di fermare tutto questo, se riusciranno a dare vita ad un forte movimento civile che informi tutti i cittadini su quello che sta per succedere e sulle sue conseguenze non solo su chi lavora e studia, ma sulla società intera. 25