shoah & Olocausto Dalla seconda metà del 1900 il termine "olocausto" è stato utilizzato per descrivere l'eccidio a cui gli ebrei hanno dovuto sottostare sotto il periodo nazista, e in seguito, in modo estensivo, anche per indicare massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato religioso del termine, alcuni, ebrei ma non solo, trovano inappropriato l'uso di tale termine[6]: costoro giudicano offensivo paragonare o associare l'uccisione di milioni di ebrei ad una "offerta a Dio". Il termine Shoah è stato adottato più recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel periodo storico, anche allo scopo di sottolinearne la specificità rispetto ai molti altri casi di genocidio, di cui purtroppo la storia umana fornisce altri esempi. Shoah (in lingua ebraica שואה), significa "desolazione, catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d'Europa. Ciò spiega come la parola Shoah non sarebbe sinonimo di Olocausto, in quanto la seconda si riferisce allo sterminio compiuto dai tedeschi nei confronti di ebrei, comunisti, Rom, testimoni di Geova, dissidenti tedeschi e pentecostali, mentre la prima definisce solamente il genocidio degli ebrei. Infine molti Rom usano la parola Porajmos o Porrajmos («grande divoramento»), oppure Samudaripen («genocidio») per descrivere lo sterminio operato dai nazisti.”
Olocausto L'olocausto nazista e altri genocidi Il termine olocausto viene principalmente utilizzato per indicare lo sterminio sistematico di milioni di ebrei che vivevano in Europa prima della seconda guerra mondiale. Il numero delle vittime è confermato dalla vasta documentazione lasciata dai nazisti stessi e dalle testimonianze dirette (di vittime, carnefici e spettatori) e dalle registrazioni statistiche delle varie nazioni occupate. In alcuni ambienti il termine olocausto viene usato per descrivere il genocidio sistematico di altri gruppi che vennero colpiti nelle stesse circostanze dai Nazisti, compresi i gruppi etnici Rom e Sinti (i cosiddetti zingari), comunisti, omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, Sovietici, Polacchi ed altre popolazioni slave (detti nel complesso Untermenschen). Aggiungendo anche questi gruppi il totale di vittime del Nazismo è stimabile tra i dieci e i quattordici milioni di civili, e fino a quattro milioni di prigionieri di guerra. Oggigiorno il termine viene usato anche per descrivere altri tentativi di genocidio, commessi prima e dopo la seconda guerra mondiale, o più in generale, per qualsiasi ingente perdita deliberata di vite umane, come quella che potrebbe risultare da una guerra atomica, da cui l'espressione "olocausto nucleare". Mentre oggigiorno il termine 'Olocausto' si riferisce solitamente al summenzionato assassinio di ebrei su larga scala, viene a volte usato per riferirsi ad altri casi di genocidio, specialmente quello armeno e quello ellenico che portò all'uccisione di 2,5 milioni di cristiani da parte del governo nazionalista ottomano dei Giovani Turchi tra il 1915 e il 1923. Comunque, il governo turco nega ufficialmente che ci sia mai stato un genocidio, sostenendo che la maggior parte delle morti fu causata da conflitti armati, malattie e carestia, durante le rivolte della prima guerra mondiale; questo nonostante il fatto che molte delle vittime si ebbero in villaggi molto distanti dal campo di battaglia e che ci siano pesanti indizi che vi fosse stato un tentativo di colpire talune comunità non-islamiche (malgrado lo sterminio armeno non abbia coinvolto in quel periodo la comunità armena di Istanbul e le comunità ebraiche turche non abbiano subito particolari vessazioni, in quanto gruppo religioso). Durante le prime tre settimane dell'invasione della Polonia nel 1939 250.000 furono gli ebrei vittime di pogrom scatenati dai loro concittadini polacchi approfittando del caos generale. Descrizione
Campi di concentramento e di sterminio Nella storiografia tedesca - e poi in quella degli altri paesi - si è imposta una suddivisione che considera da una parte i campi di concentramento (Konzentrationslager) adibiti a campi di lavoro (Arbeitslager), campi per donne (Frauenlager), campi per giovani (Jugendkonzentrationslager) e campi di transito (Durchgangslager), e dall'altra i campi di sterminio (Vernichtungslager), il cui scopo principale - se non unico - era quello di sterminare gli internati. I campi di concentramento per gli "indesiderabili" erano disseminati in tutta l'Europa, con nuovi campi creati vicino ai centri con un'alta densità di popolazione "indesiderata": ebrei, intellighenzia polacca, comunisti e gruppi Rom. La maggior parte dei campi di concentramento era situata nei confini del Reich, ma i campi di sterminio furono invece costruiti principalmente nell'area del Governatorato Generale. Anche molti prigionieri dei campi di concentramento - benché questi ultimi non fossero stati costruiti col compito precipuo dello sterminio - morirono a causa delle terribili condizioni di vita o a causa di esperimenti condotti su di loro da parte dei medici dei campi. Alcuni campi, come quello di Auschwitz-Birkenau, combinavano il lavoro schiavistico con lo sterminio sistematico. All'arrivo in questi campi i prigionieri venivano divisi in due gruppi; quelli troppo deboli per lavorare venivano uccisi immediatamente nelle camere a gas (che erano a volte mascherate da docce) e i loro corpi bruciati, mentre gli altri venivano impiegati come schiavi nelle fabbriche situate dentro o attorno al campo. I nazisti costrinsero anche alcuni dei prigionieri a lavorare alla rimozione dei cadaveri e allo sfruttamento dei corpi. I denti d'oro venivano estratti (senza anestesia) e i capelli delle donne (tagliati a zero prima che entrassero nelle camere a gas) venivano riciclati per la produzione industriale di feltro. Oltre al campo di Auschwitz-Birkenau (in Polonia), attualmente sono considerati campi di sterminio o campi di concentramento e anche di sterminio i campi di Bełżec (Polonia), Sobibór (Polonia), Treblinka (Polonia), Chełmno (Polonia), Majdanek (Polonia) e Maly Trostenets (Bielorussia). In tutti questi campi (salvo Auschwitz e Majdanek) solo un piccolo numero di prigionieri veniva tenuto in vita per svolgere i compiti legati alla gestione dei cadaveri delle persone uccise nelle camere a gas. Il trasporto dei prigionieri nei campi era spesso svolto utilizzando convogli ferroviari composti da carri bestiame, con un ulteriore elemento di umiliazione e di disagio dei prigionieri.
Le leggi razziali in Italia a cura di : Giovanni De Laurentis e Thomas Presa Il Gran Consiglio del fascismo, in seguito alla conquista dell' impero, dichiara l' attualità urgente del problema razziale e la necessità di una presa di coscienza razziale e di provvedimenti per difendere la razza italiana. Il primo atto pubblico fu "IL MANIFESTO DELLA RAZZA", pubblicato il 14 luglio 1938, nel punto 9 stabiliva che gli ebrei non appartenevano alla razza italiana e dunque al popolo italiano. Il 1° ottobre 1938 si arriva alla proibizione dei matrimoni misti e il 15 novembre del 1938 viene emanata la legge "per la difesa della razza nella scuola italiana", la quale prevedeva l' espulsione dalla scuola di insegnanti e alunni ebrei. Nella "carta della razza" si stabilisce inoltre che: é di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei. é considerato di razza ebraica colui che nasce da padre Ebreo e da madre di nazionalità straniera. é considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da matrimonio misto, professa religione ebraica. non é considerato di razza ebraica colui che é nato da matrimonio misto, qualora professi altra religione all' infuori della ebraica. Poi si arriva all' allontanamento dalla vita attiva degli ebrei, che vengono considerati stranieri e di nazionalità nemica. Queste restrizioni nel lavoro, nella scuola e nella vita sociale erano già presenti in Italia l'8 settembre 1943. In quella data l' esercito tedesco, fino ad allora alleato dell'Italia, diventa nemico e occupa militarmente la penisola, aiutando Mussolini a creare nel nord Italia la Repubblica di Salò. Il 13 dicembre 1943, viene infatti emanata una legge che ordina a tutti gli ebrei di presentarsi per essere internati nei campi di concentramento. A causa delle leggi razziali del regime fascista, gli ebrei residenti in Italia erano già conosciuti e schedati. Da questo momento inizia il periodo di deportazione e sterminio anche degli ebrei Italiani.
Le leggi razziali in Germania La prima legge razzista viene emanata non appena i nazisti giungono al potere, nel 1933: stabilisce il licenziamento di tutti gli impiegati statali ebrei e impedisce loro di esercitare professioni di medico, avvocato, giudice, insegnante. Nel settembre del 1935 vengono emanate le leggi di Norimberga: la razza pura era la razza ariana, della quale facevano parte le persone di puro sangue tedesco, da generazioni di ascendenza tedesca; Razze impure erano tutte quelle che avevano collaborato, insieme agli ebrei, alla derisione e alla ridicolizzazione della Germania. Uno degli scopi di queste leggi era impedire i contatti tra le "razze" ariana ed ebraica; infatti era proibito il matrimonio tra membri appartenenti a diverse razze e che annullava quelli già esistenti. Ma questo fu solo l'inizio delle imposizioni, che gradualmente arriveranno a imporre agli ebrei metodi restrettissimi di vita . Un altro passo verso l'allontanamento degli ebrei dalla vita sociale furono le leggi del 1938, che proibirono agli ebrei di possedere negozi in proprio e di commerciare o offrire materiali industriali. Ciò comportò la progressiva espropiazione di tutte le attività industriali e manufatturiere in mano agli ebrei e il loro licenziamento da qualsiasi ruolo direttivo o impiegatizio nelle imprese. In un secondo tempo, sempre nel 1938, viene vietato loro l'ingresso alle manifestazioni pubbliche, in paricolare ai teatri, ai cinematografi, ai concerti, alle conferenze, alle manifestazioni di arte varia, agli spettacoli di danza e alle esposizioni di natura culturale. Tra il 1938 e il 1943 ci sono poi numerose disposizioni miranti ad allontanare i bambini e i ragazzi ebrei dalla scuola pubblica: dapprima viene stabilito il "numero chiuso", cioè la quota di studenti ebrei nelle scuole e nelle università non può superare l'1.5% del totale degli studenti, poi nel novembre del 1938 gli ebrei ancora presenti all'interno del sistema scolastico del Reich vengono espulsi. Sempre nel 1938 furono emanate limitazioni alla circolazione degli ebrei sui mezzi pubblici (treni, tram, autobus), furono loro ritirate le patenti di guida, furono loro proibiti luoghi di villeggiatura e spiagge mentre, a partire dall' inizio della guerra, essi non poterono uscire di casa dopo le otto di sera, nè uscire dai confini delle città in cui viveno, o telefonare con apparecchi pubblici (quelli privati erano già stati loro negati in precedenza). Il processo di discriminazione e di segregazione, tra il 1938 e il 1939, era proceduto anche attraverso sfratti e trasferimenti forzati di abitazione, volti a concentrare tutta la popolazione ebraico tedesca in determinati edifici o isolati, identificati dalle autorità cittadine e sorvegliati dalla polizia di stato (la Gestapo). Nel Settembre del 1941, per essere identificati ancora meglio, gli ebrei furono obbligati a portare la stella ebraica a sei punte, fatta di panno giallo con impressa a lettere cubitali la parola "jude"; essa era costruita da due triangoli intersecantesi.
LINEA DEL TEMPO 1922-1926 Italia. Nomina di un governo fascista prima e instaurazione della dittatura fascista poi.
1933 Germania. Boicottaggio delle attività economiche ebraiche. Promulgazione delle prime leggi antiebraiche tedesche. Hitler diventa cancelliere. Istituzione del campo di concentramento di Dachau (primo di molti altri) per la detenzione degli oppositori politici.
1935 Leggi di Norimberga: gli ebrei tedeschi vengono privati dei diritti civili e politici.
Annessione dell’Austria e dei Sudeti. Germania. Annessione dell’Austria e dei Sudeti. Conferenza di Evian. I Paesi europei chiudono le loro frontiere ai rifugiati ebrei. “Notte dei Cristalli”: assalto selvaggio (pogrom) a sinagoghe e proprietà ebraiche. Nuove leggi antiebraiche in Germania. Prima schedatura della popolazione ebraica italiana. Promulgazione delle prime leggi antiebraiche italiane. 1938 Germania. Annessione dell’Austria e dei Sudeti.
1939 Pubbliche minacce di Hitler di annientamento della “razza ebraica” Invasione tedesca della Polonia. Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. Inizio della Seconda Guerra mondiale. Avvio del programma di assassinio degli handicappati fisici e mentali tedeschi (“programma eutanasia”). Patto di alleanza militare fra Italia e Germania (Patto d’Acciaio).
1940 Estensione della persecuzione antiebraica ai territori progressivamente invasi. Istituzione di un ghetto (zona chiusa e recintata) a Varsavia e in altre città polacche. L’Italia entra in guerra a fianco della Germania. Invasione tedesca di: Danimarca, Norvegia Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo
1941 Invasione tedesca di Iugoslavia, Grecia e Unione Sovietica. Entrata in guerra degli U.S.A. a fianco degli Alleati occidentali. In Unione Sovietica inizia lo sterminio degli ebrei dell’Est con il metodo delle fucilazioni di massa. In Polonia, a Chelmno, viene introdotto il gas come strumento di sterminio (camion a gas). Istituzione in Boemia-Moravia del ghetto di Theresienstadt.
1942 A Wannsee, presso Berlino, viene discusso e organizzato il piano di sterminio degli ebrei di tutta Europa. Inizio delle uccisioni di massa degli ebrei con il metodo delle camere a gas nel Kl Auschwitz-Birkenau. Stesso procedimento, ma con gas diverso, viene usato a Sobibor e a Treblinka, destinazioni degli ebrei deportati dai maggiori ghetti della Polonia. Massima espansione delle truppe tedesche in Europa e Africa.
1943 Messa in funzione ad Auschwitz-Birkenau di impianti di sterminio tecnologici di grandi dimensioni – camere a gas e forni crematori – per l’assassinio di massa. Iniziano le deportazioni anche degli ebrei dell’Europa occidentale. Rivolta e caduta del ghetto di Varsavia. Rastrellamento nazista del quartiere ebraico di Roma e di altre città italiane, deportazione immediata verso Auschwitz-Birkenau degli arrestati. Anche il governo della neonata Repubblica Sociale Italiana ordina l’arresto degli ebrei e il loro internamento nel campo di concentramento di Fossoli di Carpi (Modena). Sconfitta a Stalingrado delle truppe tedesche. Sconfitta definitiva italo- tedesca in Africa. Sbarco degli alleati in Sicilia. Caduta del regime fascista. Armistizio del Regno d’Italia con gli Alleati. Nasce la Repubblica Sociale italiana presieduta da Mussolini.
1944 Trasformazione di Fossoli da campo di internamento italiano in campo di deportazione tedesco. Sostituzione del campo di Fossoli con il nuovo campo di Bolzano Gries. Creazione del campo di concetramento della Risiera di San Sabba a Trieste. Iniziano lo sterminio e le gigantesche deportazioni degli ebrei ungheresi, fino ad ora risparmiati. In autunno ordine di sospensione dello stermnio tramite il gas per l’avanzata da Est dell’esercito sovietico. Invasione tedesca dell’Ungheria. Liberazione di Roma. Sbarco degli alleati in Normandia.
1945 Evacuazione verso i campi di concentramento più a Ovest dei prigionieri di Auschwitz-Birkenau (marce della morte). Liberazione di tutti i campi di concentramento nazisti da parte delle truppe alleate (a Ovest) e da parte dell’esercito sovietico (a Est). Liberazione delle grandi città del Nord Italia. Firma della resa incondizionata tedesca. L’anno seguente i gerarchi nazisti verranno processati a Norimberga.