M. Foucault, Storia della follia nell’età classica

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M. Foucault, Storia della follia nell’età classica Corso monografico sulla follia

L’opera è stata la tesi di dottorato e la prima opera importante dello storico e filosofo francese Michel Foucault - il cui titolo originale era Folie et déraison. Histoire de la folie à l'âge classique - pubblicato nel 1961. In Italia compare nel 1973, per i tipi di Rizzoli. Contiene uno studio svolto dall'autore sugli sviluppi dell'idea della follia attraverso la storia.

La tesi Secondo Foucault la follia nell’età classica perderà la propria semantica escatologica, sacrale, perderà cioè quelle caratteristiche medievali e rinascimentali che la connotavano come sguardo tragico sulla notte e sull’impossibile e verrà sempre più integrandosi nei movimenti della ragione. Il folle da passeggero diverrà il prigioniero per eccellenza. Non più navigante bensì internato.

Gli eventi Il principale avvenimento storico che spinge l’analisi filosofico-antropologica foucaultiana consiste in quello che lui stesso definisce il grande internamento che a partire dal XVII secolo (e in particolare dal 1656, anno di fondazione dell’Hôpital général a Parigi) ebbe progressivamente luogo in larga parte dell’Europa occidentale. l’Hôpital général non è affatto un’istituzione di tipo medico bensì una struttura semi-giuridica, una specie di entità amministrativa il cui compito è di decidere, giudicare ed eseguire.

Gli eventi vent’anni dopo la fondazione del primo Hôpital général, il re emanerà un editto che ne prescrive l’istituzione di uno per ogni città del regno. Il risultato sarà che, poco prima dello scoppio della Rivoluzione, in Francia ve ne saranno trentadue. … a livello di strutture, venivano usati i vecchi lebbrosari medievali che erano rimasti vuoti dal Rinascimento: l’esclusione che nel Medioevo era riservata alla lebbra, l’âge classique la riserva alla follia.

Gli eventi In paesi come l’Inghilterra, afferma Foucault, a partire dal 1670 prenderanno maggiormente piede le workhouses che alla fine del XVIII secolo saranno centoventisei. L’internamento diventa una sorta di categoria comune a gran parte dei paesi d’Europa…

La tesi di Foucault La pratica dell’internamento … esprime una modalità di rapporto socio-culturale alla follia che identifica quest’ultima come negatività assoluta … la follia è considerata come negativo della ragione e quindi come sragione, come antitesi assoluta del pensiero e della morale e quindi delle regole che guidano la società.

Internamento e moralità Quali sono gli aspetti che rivelano come la pratica dell’internamento sia una pratica morale? internamento e povertà, internamento e morale sessuale internamento e profanazione.

Internamento e povertà Contrariamente a quanto accadeva nel Medioevo in cui la miseria era inserita in una «dialettica dell’umiliazione e della gloria», Il XVII secolo concepirà la povertà come indulgenza verso se stessi e come colpa nei confronti dello stato. Se nel Medioevo la miseria era vista in un’ottica religiosa che la poneva in contatto col sacro, l’âge classique la inquadra invece in una concezione morale che la condanna. Desacralizzazione della povertà e della follia

Internamento e povertà Nel XVII secolo la miseria si viene a spostare invece sul piano della morale e sul piano di quelle forme di inutilità sociale da combattere. Su quello stesso piano in cui il mercantilismo borghese situa l’inutilità e la pericolosità sociale del folle… l’imprigionamento è utilizzato per creare mano d’opera a basso costo.

Internamento e povertà L’ozio è visto come forma di disordine, come rivolta e in questa visione non è esente l’idea per la quale ribellarsi al lavoro significa ribellarsi alla punizione che l’uomo ha ricevuto da Dio in seguito al peccato originale.

Internamento e sessualità L’altro aspetto in cui è forte l’evidenza del ruolo che la morale borghese ha esercitato nella pratica d’internamento dell’età classica è dato dall’ampia presenza di sifilitici all’Hôpital général. Nello stesso ordine di idee entrava il concetto di sodomia, di libertinaggio, di prostituzione, di dissolutezza e di omosessualità che, contrariamente al periodo rinascimentale, l’età classica non tollera più.

Internamento e sessualità … quello che colpisce del pensiero riflesso dall’internamento dell’età classica è proprio la nettezza del limite con cui la sessualità è divisa dall’incolmabile distanza tra ragione e sragione, tra salute e malattia, tra il normale e il patologico

Internamento e profanazione L’internamento classico esprime un’ulteriore associazione tra la follia e una categoria che possiamo definire etico-religiosa: la profanazione. Bestemmiatori, aspiranti suicidi, indovini, maghi e alchimisti divengono categorie di sragione, di colpa morale e di disordine sociale così come i libertini e gli oziosi. Il piano della dialettica non è più, come nel Medioevo o nel Rinascimento, tra sacro e profano bensì tra ragione e sragione.

Esperienza morale della follia È quindi lecito, seguendo Foucault, parlare di un terreno di esperienza morale della follia che il classicismo avrebbe offerto come humus culturale al XIX secolo per l’elaborazione delle teorie psichiatriche e psicopatologiche.

La desacralizzazione della “sragione” In pratica, secondo Foucault, desacralizzazione della sragione e isolamento di essa dal mondo della verità e del linguaggio hanno fortemente contribuito alla nascita delle discipline mediche ad essa connesse.

Ancora la paura della follia Nell’ultimo ventennio circa del XVIII secolo, osserva Foucault, si affaccia nuovamente la paura della follia. I luoghi di internamento iniziano ad essere percepiti come luoghi putridi in cui l’aria è viziata e, in quanto tale, putrefatta e contagiosa. Questa considerazioni medico-morali, scrive lo studioso francese, assumono tutti quei caratteri che una volta appartenevano alla lebbra.

Una nuova tappa della follia La follia si separa dal vizio dell’ozio dell’età classica e inizia a legare con i malesseri della società commerciale quali l'individualismo, l'egoismo, la competitività e l'invidia. La follia diventa la natura abbandonata, l’immediatezza perduta. L’ambiente sociale (l’anti-fusis) si sostituisce all’antica alterità rappresentata dall’animalità, dalla bestialità e si costituisce come causa della follia. La follia inizia a diventare il rovescio della medaglia del progresso

L’internamento specializzato A questo punto, ciò che avviene nel XIX secolo è quella che Foucault definisce «la nuova separazione». L’internamento delle forme di sragione va orientandosi sempre più specificamente verso l’internamento esclusivo della follia. L’internamento diviene quindi esclusivamente di tipo medico.

L’internamento specializzato La follia acquisisce d’ora in poi un riconoscimento ad essere ascoltata e viene concepita come verità della passione, della violenza e del delitto. Inoltre l’individuo folle diventa necessariamente irresponsabile dei delitti commessi.

L’internamento specializzato questi riconoscimenti avvengono in virtù di un’ulteriore separazione, distanziamento ed esilio della follia dalla società. Allontanamenti che, successivamente ai decreti aggiuntivi alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo (1789) emanati tra il 12 e il 16 marzo del 1790, porteranno all’istituzione del manicomio.

L’internamento specializzato La nuova tipologia di internamento strappa la follia alle varie forme della sragione inserendola in una dialettica con la ragione che tramite lo sguardo medico riduce la verità della follia a puro oggetto di conoscenza.