QUESTIONI DI METODO: EBM e EBP OVVERO LA PSICHIATRIA E’ BASATA SULL’EVIDENZA? Alessandro Ricci Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica Sezione Psichiatria e Psicologia Clinica Università di Verona Firenze – Villa Demidoff - 12 marzo 2010
Principali elementi critici rilevati nelle procedure fondate sull’EBM Testi di riferimento: Paul Feyerabend. Conquista dell’abbondanza, Milano 2002 Beppe Rocca. La cura della salute, Torino 2004
La forma della conoscenza prodotta dall’EBM è frutto di una scelta che precede la raccolta di evidenze e l’esecuzione dei compiti. E’ parte di un’etica che nasce dalla necessità, per il mondo occidentale, di rendere la medicina economicamente sostenibile, e per permettere alla classe medica di mantenere capacità decisionali nei sistemi sanitari aziendalizzati.
L’EBM non è una teoria della conoscenza L’EBM non è una teoria della conoscenza. Gli RCT, che sono strumenti metodologicamente assai affidabili, hanno rilanciato un modello empirico di alto livello, che tuttavia coglie aspetti parziali, anche se importanti della pratica medica.
L’EBM appare sostanzialmente una valida metodologia che permette di confrontare le caratteristiche in sé di farmaci e tecnologie diverse, con lo scopo di decidere quali devono essere prescrivibili di massa e rimborsabili dal terzo pagante. Le evidenze diventano invece i dati su cui basare una medicina migliore.
La pratica medica non è riducibile a scienza applicata La pratica medica non è riducibile a scienza applicata. La correttezza delle procedure, di per sé elemento positivo, presuppone una realtà, quella del malato e della sua malattia, scomponibile e ricomponibile a piacimento, e quindi evidentemente non reale. Feyerabend direbbe che la realtà che sperimentiamo è modellata dalle nostre menti.
L’eccesso di sapere procedurale può indurre ad una pratica medica di tipo difensivo; una volta che le evidenze siano state correttamente applicate, le eventuali non risposte o fallimenti possono essere archiviati in modo neutrale. Un esito possibile potrebbe essere la deresponsabilizzazione dei medici e degli altri operatori.
Ma è davvero possibile per il medico eludere il problema della sua esperienza personale con il malato e la sua malattia?
Emerge il concetto di verità narrativa, particolarmente importante in psichiatria. E’ ciò che il medico esperto percepisce nelle storie di vita e di malattia come nucleo di senso in cui è contenuta anche la sua relazione col paziente. Nel far questo il medico esperto applica al caso modelli appresi consciamente e no nella sua vita professionale e umana.
La verità scientifica e la verità narrativa non sono ordinate gerarchicamente. La spiegazione e la comprensione che sono gli strumenti di queste forme di conoscenza, devono integrarsi. Per raggiungere questo non facile obbiettivo, il metodo della decostruzione è senz’altro utile, anche se sappiamo che la contraddizione tra questi due campi non si risolve mai completamente.
Se sia corretta la distinzione tra spiegazione (forma di razionalità di tipo causale vigente nelle scienze naturali) e comprensione (forma di razionalità di tipo ermeneutico, propria delle scienze dell’uomo) è anche attualmente uno dei temi più dibattuti nel campo della filosofia della scienza. Il campo psichiatrico può offrire interessanti contributi a questo dibattito.