Le fasi principali dello sviluppo urbano europeo
Le fasi principali dello sviluppo urbano europeo L’urbanizzazione europea non presenta i caratteri di un processo lento e graduale. Al contrario lunghi periodi di rapido sviluppo si alternano a periodi di stagnazione e declino. Questi ritmi sono ampiamente riconoscibili ma non sono uguali dappertutto
Bairoch e Tilly: Nel 1550 la popolazione urbana (Russia esclusa) avrebbe raggiunto la percentuale del 16% Nel 1700 = 13% Ripresa della crescita nel secolo successivo
Crescita demografica: Dal 1000 circa al 1350 Dal 1450 al 1630 Dopo il 1750 Stagnazione o ‘crisi’: 1350-1450 1630-1750 Il processo di urbanizzazione rispecchia i grandi ritmi demografici
Nel 1000 quasi tutte le città dell’Europa occidentale e centrale erano minuscole con l’eccezione delle capitali dell’impero bizantino e del califfato omayyade in Spagna. Praticamente tutte le città di una certa dimensione si affacciavano sul Mediterraneo. Solo l’Italia possedeva una rete urbana che comprendeva diverse grandi città.
Nel 1400 il quadro è decisamente cambiato Nel 1400 il quadro è decisamente cambiato. Costantinopoli e Cordova sono ormai declinate. Le principali città italiane si sono ingrandite e Genova e Milano hanno oramai raggiunto i vertici di una articolata gerarchia urbana. Cresce l’importanza dei Paesi Bassi e della loro produzione tessile e, di conseguenza, aumentano le dimensioni di Bruges e Gand. Il rafforzamento del regno di Francia catapulta Parigi al primo posto tra le città dell’Europa nord occidentale
Nel 1700 diversi altri centri, per lo più capitali politiche, sono ormai entrati nell’elenco delle principali città europee. Il crescente potere dell’impero ottomano, i successi coloniali del Portogallo, i trionfi commerciali dei mercanti olandesi e inglesi si riflettevano nel rapido sviluppo di Costantinopoli, Mosca, Lisbona, Londra e Amsterdam. Le città europee a più rapido sviluppo sono ora spostate verso nord e ovest.
Questa tendenza si accentua nel periodo successivo, quando città industriali come Bristol, Glasgow e Birmingham – minuscole nel 1700 – diventano tra le più popolose d’Europa
Le città più grandi d’Europa (in migliaia di abitanti) 1000 1400 1700 1900 Città Pop. Costantinopoli 450 Parigi 275 700 Londra 6.480 Cordova Milano 125 550 3.330 Siviglia 90 Bruges 530 Berlino 2.424 Palermo 75 Venezia 110 Napoli 207 Vienna 1.662 Kiev 45 Granada 100 Lisbona 188 Pietroburgo 1.439 Genova Amsterdam 172 Manchester 1.255 Regensburg 40 Praga 95 Roma 149 Birmingham 1.248 Tessalonica Caffa 85 144 Mosca 1.120 Amalfi 35 70 130 Glasgow 1.072 Gand 124 Liverpool 940
Le grandi città dell’Europa occidentale Abitanti 1400 1500 1600 1700 1800 Più di 400.000 Londra Parigi Londra (850.000) Napoli Da 200.000 A 400.000 Amsterdam Vienna Da 100.000 A 200.000 Milano Bruges Venezia Lisbona Roma Palermo Messina Siviglia Anversa Madrid Dublino Berlino Barcellona Lione Marsiglia
Lo sviluppo della rete urbana europea dal 1500 al 1800 (popolazione in migliaia di abitanti) Categoria dimensionale Numero di città 1500 1600 1700 1750 1800 20-50 76 87 105 131 154 50-100 21 24 27 43 100-200 3 10 9 12 16 200-300 1 2 5 300-500 - 500-750 Oltre 750 Totale 101 123 141 175 221
La città europea tra XVI e XVII secolo Le piante urbane successive al 1400 iniziano a testimoniare una manipolazione cosciente dello spazio urbano. Il processo di centralizzazione politica che ebbe inizio con l’età moderna trova rispondenza nella strutturazione e focalizzazione della città attorno ai suoi elementi dominanti.
I nuovi progetti esaltano l’armonia e l’ordine. Il sogno di una città ideale, pensato nel corso del Cinquecento, induce architetti, artisti ed ingegneri a sviluppare nuovi schemi urbani. I nuovi progetti esaltano l’armonia e l’ordine. Gli occhi di chi guardava dovevano essere guidati da strade diritte e ampie verso piazze monumentali e quindi verso le sedi del potere. Viene elaborata una nuova estetica, al servizio del potere assoluto
La rinnovata struttura urbanistica tende però ad evidenziare quelle disuguaglianze che la città medievale aveva, in parte nascoste. La forma urbana barocca ostenta la superiorità e le priorità del potere.
Lione 1545: oltre metà della ricchezza appartiene al 10% della popolazione; il 60% meno abbiente detiene 1/5 della ricchezza totale. Tipologia della ricchezza: beni immobili (case, terreni…) ma le forme capitalistiche (i beni mobili) vanno acquistando maggiore rilevanza
La città diviene un palcoscenico. Mumford: il viale diventa il simbolo più importante e la realtà principale della città barocca (p. es. piazza del Popolo a Roma, Champs Elisées a Parigi).
Roma, piazza del popolo
L’idea della città come palcoscenico venne accettata: in tutta Europa palazzi urbani, edifici pubblici e chiese di vaste dimensioni furono posti al centro di composizioni monumentali di piazze e strade
Questo testimonia l’interconnessione esistente all’interno del mondo urbano all’inizio dell’era moderna. Artisti e architetti venivano importati da capitali straniere, i viaggiatori si recavano in pellegrinaggio a visitare costruzioni antiche e moderne, libri e stampe diffondevano anche tra chi non era in grado di muoversi le immagini di queste ‘meraviglie’
Gli abitanti delle città facevano parte di una grande rete di collegamenti culturali, politici ed economici che si estendevano dall’Atlantico agli urali e dal Portogallo a territori ottomani
Leichester square
Le città esistenti – collegate al potere ed alla sua manifestazione – vengono sistemate secondo i nuovi criteri, mentre le – poche – città di nuova fondazione vengono realizzate secondo i nuovi criteri architettonici ed artistici (Palmanova -1593; Philippeville - 1555).
Versailles: inizia ad essere realizzata nel 1660-70 ma la sua costruzione dura a lungo, sotto la diretta supervisione del monarca. Il parco, la città, le vie… vengono collegate insieme da un’unica composizione simmetrica che culmina nel grandioso palazzo del re sole. Tutti gli espedienti della prospettiva e della scala vengono impiegati per magnificare un solo uomo.
Pietroburgo: nasce da un atto di volontà imperiale con chiaro scopo politico (svecchiamento della Russia). In questo caso la città servì non solo come ricettacolo della nobiltà locale, ma anche come città portuale e commerciale. Il suo sviluppo fu perciò meno ‘armonioso’ di quello di Versailles ma il paesaggio urbano venne comunque ad essere dominato dalla residenza reale.
La città barocca era in effetti un palcoscenico. La massima attenzione era dedicata agli interventi decorativi e visibili: fontane, piazze, porticati, infrastrutture periferiche come ponti e argini. Le opere idrauliche venivano realizzate per alimentare i giardini e le fontane reali piuttosto che per servire alle fontanelle dei lotti popolari; i larghi viali portarono il traffico verso i margini del centro, ma non si intervenne per gestirne lo smaltimento nel cuore della città.
Anche le città minori tentato, quando possibile, di ampliarsi e di innovarsi. L’ottica barocca lasciava le proprie ‘impronte’ anche sui progetti su più piccola scala della borghesia.
Dal punto di vista spaziale le nuove città evidenziavano le differenziazioni interne. Le industrie erano relegate nei distretti periferici; le aree residenziali acquistano caratteristiche nette e si differenziano enormemente per quanto riguarda la tipologia economica dei loro abitanti (p. es. a Londra e a Parigi si nota ancora oggi una netta distinzione tra una zona occidentale elegante e una zona orientale di tipo popolare)