Capitolo 34
Uno dei vizi di noi italiani è quello di ritenerci grandi allenatori di calcio e grandi economisti. Come tali abbiamo sempre suggerimenti da dare al governo,ad es.: a)ridurre la spesa pubblica per ottenere il pareggio del bilancio; b)oppure non preoccuparsi del disavanzo; c)la banca centrale deve diminuire il tasso di interesse per stimolare l'economia; d)la banca centrale deve aumentare il tasso di interesse per non aumentare l'inflazione; e)il parlamento deve riformare il sistema fiscale per: 1)una più rapida crescita economica, 2)una piu equa distribuzione della ricchezza.
1° Dibattito = Le Autorità di politica monetaria e politica fiscale dovrebbero cercare di stabilizzare l'economia? Se variano la domanda e l'offerta aggregata si possono creare fluttuazioni nel breve sia per la produzione che per l'occupazione. Le politiche monetarie e fiscali devono influire sulla domanda aggregata e quindi sulle fluttuazioni. Ma non sempre il governo vuole o può fare ciò.
PRO = il governo dovrebbe cercare di stabilizzare l'economia. Se non controllata, l'economia tende a fluttuare. Es : se c'e pessimismo, diminuiscono i consumi, quindi diminuisce la produzione, quindi molti lavoratori verranno licenziati ed aumenterà la disoccupazione. In conclusione diminuiranno i redditi personali ed il PIL reale. Per questa via il pessimismo verrà riconfermato. La recessione è uno spreco di risorse : i lavoratori vorrebbero lavorare e gli imprenditori produrre. Il governo potrebbe ridurre le fluttuazioni, stabilizzando la domanda aggregata. Se questa è insufficiente per la piena occupazione, il governo può : 1 ) aumentare la spesa pubblica; 2 ) ridurre la fiscalità, 3 ) incrementare l'offerta di moneta. Invece se la domanda e eccessiva, bisogna : 1) ridurre la spesa pubblica; 2 )aumentare la fiscalità; 3 ) ridurre l'offerta di moneta.
CONTRO = il governo non dovrebbe cercare di stabilizzare l'economia. Perché ? Gli interventi di politica monetaria e fiscale producono effetti in ritardo. Es : la politica monetaria, tramite la variazione del tasso di interesse ( che influenza gli investimenti ), influenza la domanda aggregata. Ma le famiglie programmano gli investimenti con molto anticipo. Quindi ci vuole tempo per vedere gli effetti ( minimo sei mesi ). La politica fiscale richiede tempo per modificare la legge, il bilancio dello Stato, il ruolo delle entrate ecc. Se si vuole stabilizzare oggi l'economia, la manovra attuata oggi produrrà effetti in un altro tempo. Né alcune recessioni sono prevedibili. Altre volte gli interventi del governo hanno risultati opposti alle intenzioni. Es : se è cambiata la fluttuazione, gli interventi governativi operano contro l'economia. Anche per i medici, come per il governo, la regola è "non fare del male ". Di fronte ad un malato come per l'economia ed ad una diagnosi certa " meglio che la malattia abbia un proprio decorso perchè il corpo umano ha capacità reattive positive, piuttosto che peggiorare le cose.
La politica monetaria dovrebbe essere regolamentata o discrezionale ? La politica monetaria viene decisa da un gruppo misto, formato da tecnici e politici, nella UE come negli USA, in piena autonomia., che pensano di fare cose giuste. Molti sono perplessi verso questa autonomia.
PRO = La politica monetaria dovrebbe essere regolamentata. Infatti la discrezionalità ha due problemi : A ) non ci sono limiti all'incompetenza ed all'abuso e per giunta c'è una delega piena per governare l'ordine economico, senza indicazioni. Pertanto si possono verificare abusi. Per es: se la banca centrale vuole condizionare le elezioni politiche manovra i fondamentali dell'economia, può cosi creare un CICLO POLITICO; B) si può avere più inflazione di quella desiderata. Si desidera inflazione zero ma poche volte si ha stabilità nei prezzi, perché ? Perché al politico interessa lo scambio inflazione /disoccupazione e pertanto influenza in tal senso le Autorità monetarie. Quindi si dichiara una cosa (inflazione zero ) e se ne attua un'altra =INCOERENZA TEMPORALE DELLA POLITICA MONETARIA. Questo fatto è noto a tutti per cui vige un certo scetticismo verso i banchieri. E' quindi necessario vincolare le Autorità monetarie all'ossequio di regole ( ad es : l'emissione di moneta non oltre ll % rispetto al tasso d'inflazione)
CONTRO = La politica monetaria non dovrebbe essere regolamentata. La Banca centrale, in Italia, per molti decenni, grazie alla sua flessìbilità, ha retto le redini dell'economia. Non è possibile dettare regole per le casistiche più varieche possono accadere. Ed infine la discrezionalità non esiste. Es : Carter nel '79 nominò Volker,quindi un suo "uomo", alla guida della Federal Reserve. Siccome c'era molta ìnflazione, Volker usò politiche restrittive. La conclusione fu una recessione con perdita di popolarità per Carter e perdita di elezioni.
LA BANCA CENTRALE DEVE PERSEGUIRE L0BIETTIVO INFLAZIONE ZERO ? L'inflazìone non dà" benefici ma dà costi, 6 tipi di costi: 1 ) costi per la diminuzione della moneta in circolazione; 2 ) costi per aggiustare i prezzi; 3 ) costi per l'aumento della variabilità dei prezzi relativi; 4) costi per modifiche dei carichi fiscali 5) costi dipendenti dall'inflazione relativi a confusione ed inconvenienti; 6) costi per la redistribuzione della ricchezza.
Alcuni economisti, dicono che questi costi sono modesti. In ogni caso, al pubblico, l'inflazione non piace. Tuttavia l'inflazione zero dà« benefici ma chiede costi; crea disoccupazione e bassa produzione. Tuttavia i costi potrebbero diminuire se le Autorità monetarie ponessero un serio impegno verso l'inflazione zero. Infatti, in questo caso, diminuiscono le aspettative di inflazione. Quindi la strategia dominante è la credibilità: cioè il pubblico deve credere che si va perseguendo l'obiettivo.
CONTRO = La Banca centrale non dovrebbe perseguire l'inflazione zero. I costi per raggiungere inflazione zero sono elevati. Il rapporto è 1 a 5 la diminuzione di 1 punto di inflazione significa la diminuzione di 5 punti del PIL. Es. la diminuzione dell'infiazione dal 4% allo 0% significa diminuire del 20% il PIL ( quindi anche il reddito dístribuibile ad ogni cittadino deve diminuire del 20%. Non tutti sono disponibili a questo scambio. Ed ancora la recessione disinflazionistica potrebbe lasciare cicatrici permanenti sul sistema economico ( infatti in recessione diminuiscono gli investimenti, i disoccupati non aumentano di esperienze. Ecco perché in molti dicono che non ne vale la pena cioè« sostenere alti costi di disinfiazione per ottenere i benefici minimi dell'infiazione zero ).
IL GOVERNO DOVREBBE ESSERE VINCOLATO AL PAREGGIO DEL BILANCIO ? PRO = Si il governo dovrebbe essere vincolato al pareggio. Il debito pubblico = un onere rinviato alle generazioni future.Nel futuro si avrà o 1 ) più, imposte o 2 ) meno spesa pubblica. Il disavanzo provoca anche 1 ) un maggior tasso di interesse che provoca caduta di investimenti e quindi, dìminuzione di produzioni; 2 ) minori reddìti per le generazioni future. Il disavanzo di norma deriva da periodi bellici e da recessione. Negli ultimi 50 anni non ci sono state guerre. Eppure il disavanzo è presente in tutte le economie. La 9Pnseguenza è che la prosperità dì oggi e inferiore a quella che avremmo potuto avere se i bilanci dei decennì passati fossero stati in pareggio.
CONTRO = il governo non dovrebbe essere vincolato al pareggio del bilancio : a ) il debito di ogni italiano e grande ma non elevato; b ) il disavanzo è una parte di tutte le decisioni di politica fiscale. Ma se, per mantenere il pareggio, venissero diminuite le spese, per es, per istruzìone, sanità ecc. si avrebbero generazioni di ignoranti, malati ecc. I disavanzi danno possibilità di consumare, a spese dei figli. Se fosse un vero problema, per i genitori, ci sarebbe il pareggio. Il disavanzo può crescere sempre ? Si come cresce il PIL
LA NORMATIVA TRIBUTARIA POTREBBE ESSERE RIFORMATA PER INCORAGGIARE IL RISPARMIO ? PRO = La riforma tributaria è necessaria. Il risparmio è la leva dello sviluppo. Più risparmio significa più investimenti quindi maggior produttività del lavoro quindi più alti salari e maggior occupazione. Tuttavia in Italia, come in molte altre nazioni, la normativa tributaria scoraggia il risparmio aliquote elevate, doppia tassazione ecc.). Tante altre istituzioni pubbliche direttamente od indirettamente scoraggiano il risparmio ( es. l'Università, tassando maggiormente chi ha più reddito, ìdem l'Inps ecc. ). Altri interventi favoriscono il risparmio ( es : ì fondi pensione ) ma lasciano poco spazio ad altro tipo di risparmio ( es. : acquisto casa, istruzione universitaria ecc. ). Il risparmio andrebbe più incentivato, ad es. con facilitazioni fiscali. Tutte le economie capitalistiche tassano il reddito, non importa se va a consumo o risparmio. Bisognerebbe insistere sull'imposta di consumo, così il risparmio sarebbe esente e verrebbe incentivato
CONTRO = la riforma tributaria non è necessaria. L'obiettivo di ogni buon governo è distribuire equamente le tasse. Con l'esenzione fiscale del risparmio si tassano di pìù' i redditi bassi ( quelli che in. pratica non producono risparmio ). Inoltre molti studi dicono che il risparmio non è sensibile rispetto al rendimento, quindi la esenzione non incrementa il risparmio perche il risultato dipende dall'effetto reddito e dall'effetto sostituzione. L'effetto sostituzione tende a far crescere il risparmio ( infatti ogni E risparmiato, se aumenta il rendimento netto, col minor carico fiscale, fà aumentare il risparmio. Ma l'effetto reddito fa diminuire il risparmio ( perché il rendimento netto, col minor carico fiscale, è superiore e tende a far diminuire il risparmio ). Se l'effetto reddito e l'effetto sostituzione sono =, il risparmio non cambia, con la riduzione fiscale. Si possono adottare altre soluzioni alternative alla riduzione fiscale. Ad es : il risparmio aggregato risparmio pubblico + risparmio privato ) nel caso di diminuzione di disavanzo pubblico ( anche con l'aumento della tassazione dei più" ricchi ) aumenta. Al contrario, la minor imposizione sui redditi di capitale, fà diminuire le entrate e fà aumentare il disavanzo pubblico.
CONCLUSIONI: I PROBLEMI ESPOSTI HANNO SOLUZIONI ALTERNATIVE. Ognuno si può regolare. La scelta è difficile però è bene avere chiari costì e benefici. Se uno mostra una soluzione come bella e semplice, forse lo è davvero però bisogna fare attenzione a vedere i costi reali. Lo studìo dell'economia può aiutare a farvì diventare cittadini migliori se chiarirete, prima a voì ed agli altri, con lo studio e coi ragionamento, che spesso le soluzioni dei problemi sono ben diverse dalla retorica di molti politici