CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente: Prof.ssa M. Bevolo Lezione n. 17 I SEMESTRE A.A. 2004-2005 2002 - Facoltà di Scienze Politiche
Una reinterpretazione della curva di offerta aggregata 17.1 La curva di offerta aggregata mette in relazione il livello di produzione con il livello effettivo (ed atteso) dei prezzi La curva di offerta aggregata può essere interpretata anche come una relazione fra tasso di disoccupazione (disoccupazione e produzione sono tra loro inversamente correlate) e livello dei prezzi A sua volta, il tasso di disoccupazione influenza il salario: quanto maggiore è il tasso di disoccupazione tanto minore è il salario Un elevato disoccupazione che comporta bassi salari implica bassi incrementi dei costi e dei prezzi ( un basso tasso di inflazione) Tra tasso di disoccupazione e tasso di inflazione esiste dunque una relazione inversa
Attese inflazionistiche, fattori che influenzano i salari ed inflazione 17.2 Una aumento dell’inflazione attesa provoca un aumento dell’inflazione Se chi fissa i salari ha aspettative di un livello maggiore dei prezzi, fisserà salari più elevati Un aumento del mark up o dei fattori che influenzano la determinazione dei salari (u, z, Pe) porta ad un aumento dell’inflazione Data l’inflazione, un aumento del mark up o dei fattori istituzionali che regolano il mercato del lavoro (z) provoca un aumento dei salari e, quindi, del livello dei prezzi
Attese inflazionistiche, disoccupazione, inflazione 17.3 Data l’inflazione attesa, un aumento della disoccupazione porta ad una diminuzione dell’inflazione Un aumento della disoccupazione, riducendo il potere contrattuale dei lavoratori comporta un minor salario e, dunque, un minor livello dei prezzi La curva di offerta aggregata che correla positivamente il livello dei prezzi al livello della produzione può essere analogamente espressa: Attraverso una relazione che correla le variazioni del livello dei prezzi al tasso di occupazione: la relazione è positiva Ovvero, attraverso una relazione che correla la variazione del livello dei prezzi al tasso di disoccupazione: la relazione è negativa
17.4 La curva di Phillips Nel 1958 l’economista inglese A.W. Phillips pubblicò uno studio sull’andamento dei redditi nell’UK tra il 1861 e il 1957 I risultati dello studio misero in evidenza l’esistenza di una relazione negativa tra il tasso di variazione dei salari nominali e il tasso di disoccupazione I salari aumentavano tanto più rapidamente quanto minore era il tasso di disoccupazione La spiegazione di Phillips Per bassi livelli di disoccupazione si ha un eccesso di domanda di lavoro: le imprese entrano in concorrenza ed offrono salari più elevati Per alti livelli di disoccupazione si ha un eccesso di offerta di lavoro: la concorrenza tra lavoratori tiene basso il salario
La curva di Phillips 17.5 La curva di Phillips è inclinata negativamente Nel punto A il tasso di variazione dei salari è nullo; il tasso di disoccupazione è quello naturale Al tasso naturale di disoccupazione corrisponde il livello di produzione naturale L’inflazione effettiva corrisponde a quella attesa ed è stabile
La teorizzazione di Lipsey e Samuelson 17.6 La teorizzazione di Lipsey e Samuelson Lipsey e Samuelson fornirono un fondamento teorico alla relazione empirica di Phillips Il tasso di disoccupazione e il corrispondente tasso di occupazione sono indicatori del livello della domanda e della produzione Il tasso di variazione dei salari è collegato alla domanda di lavoro (funzione derivata dalla domanda di beni) Ricorrendo al principio del mark up il tasso di variazione dei salari si traduce in tasso di variazione dei prezzi La relazione originaria di Phillips (tasso di disoccupazione – tasso di variazione dei salari) si trasforma in una relazione fra tasso di disoccupazione e tasso di inflazione
La relazione stilizzata 17.7 Inflazione e disoccupazione sono correlate negativamente (Phillips, Samuelson, Solow) Dati i prezzi attesi (pari ai prezzi del periodo precedente) una diminuzione del livello di disoccupazione genera salari nominali più elevati Se l’incremento del salario nominale è maggiore dell’incremento della produttività del lavoro, il costo del lavoro per unità di prodotto sale Un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto induce un aumento del livello dei prezzi Una riduzione della disoccupazione genera inflazione N.B. Incrementi dei salari nominali compensati da equivalente crescita della produttività non innescano tensioni inflazionistiche
La spirale dei prezzi e dei salari 17.8 Disoccupazione più bassa Salari nominali maggiori Costi di produzione più elevati Livello dei prezzi più alto Dati i maggiori prezzi i lavoratori chiedono maggiori salari I prezzi aumentano ulteriormente I lavoratori chiedono salari ancora maggiori …
Inflazione e disoccupazione negli USA 1900-60 17.9 Inflazione e disoccupazione negli USA 1900-60
Inflazione e disoccupazione negli USA 1948-69 17.10 Inflazione e disoccupazione negli USA 1948-69
La valenza della curva di Phillips 17.11 La valenza della curva di Phillips
Inflazione e disoccupazione negli USA, 1970-2000 17.12 Inflazione e disoccupazione negli USA, 1970-2000
Variazione dell’inflazione e disoccupazione nell’UE, 17.13 Variazione dell’inflazione e disoccupazione nell’UE, 1961-2000
Le formulazioni successive 17.14 Le formulazioni successive
Aspettative inflazionistiche e curva di Phillips di lungo periodo 17.15 Aspettative inflazionistiche e curva di Phillips di lungo periodo
La curva di Phillips aumentata delle aspettative 17.16 La curva di Phillips aumentata delle aspettative
La curva di Phillips aumentata delle aspettative (segue) 17.16.1 La curva di Phillips aumentata delle aspettative (segue)
Il passaggio dalla curva di Phillips tradizionale a quella verticale 17.17 Nel breve periodo i salari monetari si adeguano con ritardo alla crescita dei prezzi In presenza di inflazione non prevista i salari reali diminuiscono; le imprese aumentano la domanda di lavoro I lavoratori possono essere vittime di “illusione monetaria”; non rendendosi conto che il potere d’acquisto si è ridotto offrono più lavoro e la disoccupazione si riduce (curva originaria) Tuttavia se l’inflazione persiste l’illusione monetaria viene meno La curva di Phillips si sposta verso l’alto; al tasso un corrisponde una maggiore inflazione Il processo continua La curva si sposta progressivamente verso l’alto e si verticalizza