4° TAVOLO DI LAVORO RELAZIONI TRA LE GENERAZIONI NELLA QUOTIDIANITÀ: ANZIANI COME PRODUTTORI E PERCETTORI DI ASSISTENZA E DI WELFARE Introduce e coordina: Luciano ABBURRÀ IRES Piemonte RELAZIONE
UNA PREMESSA NECESSARIA: In questa sessione conclusiva non si parlera di argomenti o fasce di popolazione marginali, in nessuno dei sensi possibili Popolazione dellarea metropolitana torinese secondo lindagine ISTAT sulluso del tempoFrequenzaPercentuale Classi di età , , , , , , ,4 > ,5 Totale ,0
Uno dei modi per trarre beneficio dai dati dellindagine Istat sulluso del tempo a livello territoriale può essere vedere se da essi si possano ricavare conferme o smentite ad ipotesi interpretative sul funzionamento delle società locali Lanalisi dellimpiego del tempo può essere una fra le finestre utili dalle quali guardare alla organizzazione della realtà sociale, per reperire indizi che aiutino a comprenderne meglio alcuni meccanismi di funzionamento
Il caso torinese può fornire un buon esempio di tale utilizzo: con riferimento a questarea (e alla sua regione) lIRES si è di recente interrogato sulle relazioni fra alcune tendenze che caratterizzano con intensità particolare la situazione della società e delleconomia locali: Si è cercato in particolare di esplorare i rapporti tra linvecchiamento della popolazione e gli elevati tassi doccupazione delle donne, in un quadro che sembra postulare una forte domanda di lavoro di cura e una crescente tensione tra questo e quello di mercato; una tensione della quale sembra essere espressione anche un terzo fenomeno di entità crescente: laumento delle donne immigrate
Uninterpretazione piuttosto diffusa vede nellinvecchiamento della popolazione un processo problematico che genera aumento della domanda di lavoro di cura, che ricadrebbe sulle generazioni più giovani Vi è un indicatore che sintetizza bene sia il contenuto sia la forma di questa presunzione: è il cosiddettotasso di dipendenza della popolazione anziana espresso dal rapporto fra persone con più di 65 anni e persone in età anni
Tale indicatore assume proprio che le classi mature dipendano da quelle adulte, al punto che più alto è il valore che assume tale rapporto, più problematica risulta la situazione delle regioni o aree considerate, per il fardello che la popolazione attiva deve sopportare per sostenere quella inattiva Ciò riguarderebbe in particolare la componente femminile della popolazione adulta, limitandone la disponibilità al lavoro di mercato o costringendola a confrontarsi con tensioni crescenti derivanti da vincoli molto stretti, cui solo il ricorso allimportazione di aiuti dallesterno (più precisamente, dallestero) avrebbe dato in questi anni un parziale sollievo
Da questo punto di vista il Piemonte risulterebbe una fra le regioni più svantaggiate dItalia, e la sua posizione sarebbe ancora peggiore a confronto con altre regioni europee economicamente comparabili
Una situazione di tal genere sembra dover ricevere unaccentuazione particolarmente problematica dal fatto che, a Torino e in Piemonte, il tasso di occupazione delle donne tra i 35 e i 54 anni era già salito al 65,3% fin dal 2002: un livello superiore alla media europea della stessa età Ciò vale anche per le madri di figli piccoli (tra 0 e 5 anni), con un tasso doccupazione pari al 65,4% Nella provincia di Torino il tasso di occupazione delle madri con bambini piccoli era ancora superiore alla media regionale: il 66,3%. E tali dati sono ancor più rilevanti poiché molte donne piemontesi sono impiegate nei settori industriali e, in ogni caso, lavorano con contratti di lavoro a tempo pieno, a differenza di quanto accade in numerosi altri paesi e regioni europee
Ma, allora, come si è riusciti a mantenere in funzione la macchina sociale ed economica, consentendone pure impegnativi processi di trasformazione? In un contesto siffatto, appare ragionevole connettere limmigrazione di donne straniere con la trasformazione delle attività di cura tradizionalmente svolte dalle donne italiane Dai confronti inter-regionali emerge una chiara correlazione fra presenza di anziani sopra i 75 anni e donne immigrate
Ma questa non è certamente tutta la storia, e probabilmente non ne è stata fin qui neppure la parte più importante I dati dellindagine sulluso del tempo possono, insieme ad altri, contribuire a modificare alcune immagini stereotipate, come quella che identifica univocamente gli anziani come individui bisognosi di cura E tale immagine che qualifica la presenza di molti anziani più come misura di una debolezza che come indicatore di una risorsa utile al funzionamento della società e delleconomia
In realtà, come la ricerca internazionale e lesperienza quotidiana di molte famiglie testimoniano, gli anziani sono assai spesso fornitori netti di servizi e di aiuti alle generazioni più giovani, almeno fino ad unetà di anni Solo la componente più anziana, quando non più autosufficiente, può essere considerata effettivamenteinattiva, in varia misura a carico di altre componenti della popolazione
Se si tiene conto di ciò, la situazione di Torino e del Piemonte può essere letta molto diversamente dallo stereotipo: Se si tiene conto di ciò, la situazione di Torino e del Piemonte può essere letta molto diversamente dallo stereotipo: Se è vero che gli anziani sono qui più numerosi che altrove, ciò deriva dal peso particolarmente elevato che hanno assunto le classi detà fra 55 e 64 anni e fra 65 e 74 anni, mentre la popolazione più anziana, dai 75 anni in su, presenta un peso meno elevato che in altre aree
Fig. 3: Composizione della popolazione delle regioni italiane per classi di età, 2002
Gli anziani sono una quota rilevante della popolazione torinese, ma lo sono soprattutto nelle componenti più giovani: Fra 55 e 64 anni: 13,71% Fra 65 e 74 anni: 17,29% Oltre 74 anni: 9,00% Dati 2004, Provincia Torino
Questi dati fanno ritenere che Torino e la sua regione – anziché dover sopportare un fardello sociale più pesante di altri - abbiano in realtà potuto disporre in questi anni di maggiori risorse per le attività di cura rispetto ad altre regioni meno invecchiate … … proprio perché dispongono di una maggiore presenza relativa di persone anziane con capacità di essere attive, sia rispetto alla popolazione in età più avanzata sia rispetto a quella in età di lavoro
I dati sugli aiuti forniti ad altre persone, tratti dallindagine multiscopo, già facevano emergere limportanza degli anziani – donne e uomini - come produttori di attività di cura verso altre componenti della popolazione I dati della più recente indagine sulluso del tempo nellarea metropolitana torinese forniscono importanti conferme e specificazioni alle ipotesi formulate per dare conto del funzionamento difficile ma efficace di un modello sociale chiamato ad adattarsi in modo spontaneo ai mutamenti di alcuni dei suoi meccanismi di fondo
Confrontando il tempo speso per attività di aiuto e di cura alle persone da parte degli uomini e delle donne delle diverse età, si verifica che, se le donne detà sono quelle che offrono più lavoro di cura, subito dopo vengono le donne detà fra 55 e 64 anni e quelle fra 65 e 74 anni La differenza è che le 24-44enni rivolgono la quasi totalità dellimpegno alla cura ai propri figli, mentre le donne più mature impiegano il loro tempo nella cura di adulti o bambini in forma di aiuto, verosimilmente soprattutto alle famiglie dei propri figli/e E anche gli uomini anziani sembrano fare la loro parte …
Tempo in minuti dedicato alle attività di cura ed aiuto per genere, età e giorni
LUNEDI / VENERDI UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI 65- '74 DON NE UOM INI >74 DON NE >74 CURA DEI FIGLI 0,02/0,170,520,050,110,04///// CURA DI ADULTI ///0,010,020,050,020,090,010,120,14/ VOLONTARIATO 0,01/0,02/ 0,000,03 0,25/// AIUTI GENERICI GRATUITI AD ALTRE FAMIGLIE //////////// CUCINARE COME AIUTO /////0,01/ / // PULIZIA E RIORDINO CASA COME AIUTO ///////0,06/0,05// GIARDINAGGIO E CURA ANIMALI COME AIUTO //////0,02//0,01// COSTRUZIONI E RIPARAZIONI COME AIUTO //0,01///////// ACQUISTO DI BENI E SERVIZI COME AIUTO //////////// AIUTO NEL LAVORO EXTRADOMESTICO COME AIUTO ///////0,02 /0,01/ CURA DI BAMBINI COME AIUTO /////0,020,070,150,040,09/0,03 CURA DI ADULTI COME AIUTO ////0,010,020,010,040,010,050,01/ ALTRI AIUTI ////////0,03/// SPOSTAMENTI BAMBINI ACCOMPAGNATI //////////// TOTALE
SABATO UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI DON NE UOMI NI 65- '74 DON NE UOMI NI >74 DON NE >74 CURA DEI FIGLI /0,030,410,530,120,03///0,01// CURA DI ADULTI 0,01///0,02 0,130,01 /0,03 VOLONTARIATO //0,030,01 0,020,060,04//// AIUTI GENERICI GRATUITI AD ALTRE FAMIGLIE 0,01/// //0,020,01/// CUCINARE COME AIUTO ///0,030,010,04/ 0,01/// PULIZIA E RIORDINO CASA COME AIUTO ///0,010,03 / 0,04/0,02/ GIARDINAGGIO E CURA ANIMALI COME AIUTO 0,000,04//0,020,01// /// COSTRUZIONI E RIPARAZIONI COME AIUTO //////0,02/0,01/0,08/ ACQUISTO DI BENI E SERVIZI COME AIUTO 0,00////0,02//0,01/// AIUTO NEL LAVORO EXTRADOMESTICO COME AIUTO /0,01// /////// CURA DI BAMBINI COME AIUTO 0,01// /0,020,110,080,160,11/0,02 CURA DI ADULTI COME AIUTO 0,00/0,010,02 0,03/0,020,080,02/ ALTRI AIUTI ////0,01/////// SPOSTAMENTI BAMBINI ACCOMPAGNATI //////////// TOTALE
Tempo in minuti dedicato agli spostamenti per cura della famiglia per genere, età e giorni
Questi dati sembrano fornire conferme evidenti che, a supporto del funzionamento del meccanismo sociale che ha retto lo sviluppo di questi anni, vi sono flussi di scambio di aiuti fra le diverse generazioni, nei quali le persone anziane non svolgono affatto un ruolo passivo o inattivo Al contrario, proprio gli anziani sembrano aver assunto una funzione essenziale nel consentire a quote importanti della popolazione adulta di essere attive nei giorni lavorativi, sostituendoli o almeno affiancandoli nel rispondere alla domanda di lavoro di cura generata dalla sfera familiare
Se tutto ciò può essere utile a comprendere come ci si è adattati ai cambiamenti negli anni passati, resta da vedere se il meccanismo possa reggere a lungo e riprodursi in futuro, o se debbano essere previste nuove esigenze di cambiamento Un riferimento alle proiezioni della composizione della popolazione dellarea torinese nei prossimi anni e decenni può essere sufficiente ad argomentare il giudizio che la questione meriti il massimo dellattenzione e dellimpegno propositivo
Le tendenze di prospettiva della popolazione torinese per classi detà
Fino al 2015 a Torino si avranno più anziani sotto i 75 anni che sopra. Da allora, però, quelli oltre i 75 anni supereranno quelli fra 65 e 74 anni, mentre gli adulti cesseranno di aumentare: su questi ultimi il peso potrebbe diventare greve: - oltre a continuare a sostituire i giovani assenti o dal mercato del lavoro o dalla famiglia - vedranno ridursi gli aiuti dai più anziani e dovranno fornirne loro stessi sempre più
Se prima di allora non si sarà dato luogo a qualche sostanziale processo di innovazione nellorganizzazione dei tempi delle vite individuali e delle organizzazioni sociali … … è difficile immaginare quali altri flussi di provvidenziale immigrazione femminile potranno ancora consentirci di rinviare il problema o di passarlo sulle spalle di altri
Grazie.