LA NASCITA DELLA BONIFICA Di Giada, Sofia, Arianna, Riccardo
Quando nacque la bonifica? Nel 1909 iniziò un lungo cammino che consisteva nel prosciugamento delle paludi e nella costruzione delle pompe idrovore e dei grandi canali artificiali, oggi divenuti parte armonica del paesaggio bolognese. Con l’avvento dello Stato Unitario la bonifica idraulica dei terreni paludosi nasce come primaria esigenza igienica ed ambientale, ancor prima che economica.
I problemi che caratterizzarono la pianura bolognese Il territorio della bassa pianura bolognese in destra Reno era afflitto da due problemi : il definitivo prosciugamento delle pianure malariche l’insufficiente scolo naturale dei terreni. Alla fine del 1800 infatti il Reno aveva reso sempre più problematico lo scolo delle acque di pianura, consentendo, nelle zone basse, un’agricoltura basata prevalentemente sulle colture umide. Prima della bonifica c’erano 25000 ettari di terreni sommersi da stagni e paludi e 17000 ettari coltivati a risaia o a pascolo.
La rivoluzione della bonifica “meccanica” La rivoluzione della bonifica “meccanica”giunge con la messa a punto di macchine idrauliche per il sollevamento delle acque, dotata di motori elettrici e quindi, capaci di rendimenti molto superiori a quelli a vapore e a scoppio. Da quel momento, per vastissime zone della pianura bolognese, rese asciutte dall’opera di bonifica, si apre la possibilità di colture nuove più redditizie e nuovi insediamenti umani.
La storia del Consorzio della bonifica Nel 1909 si costituisce il Consorzio speciale di bonifica della bassa pianura bolognese a destra del Reno, che poco dopo assume la denominazione di Consorzio della Bonifica Renana. Il Consorzio nomina Pietro Pasini capo di un progetto generale di sistemazione idraulica della pianura del Reno. I lavori iniziano in piena guerra mondiale e si concludono nel 1925 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Si costruiscono nuovi canali suddivisi in “acque alte e acque basse”. Molto importanti furono la realizzazione delle idrovore di Saiarino e Vallesanta.
La bonifica integrale Negli anni ’30 proseguono i lavori di completamento del “ progetto generale “ dell’ingegnere Pasini. L’opera, ultimata nel ’38, consente di dare concrete prospettive di utilizzazione agricola al territorio della cassa di colmata d’ Idice e Quaderna. Dopo l’approvazione del Regio Decreto 215 del 1993 sulla bonifica integrale, la Renana comincia a realizzare opere di viabilità.
La bonifica integrale Nel primo trentennio del secolo trovano compimento altre grandi opere idrauliche. La seconda guerra mondiale causa gravi danni alle opere di bonifica, obbiettivi di grande interesse militare. Tra il 1945 e il ’55 si completa la sistemazione idraulica dei principali corsi d’acqua. Dopo il secondo dopoguerra la Renana compie un’azione chiamata “ acqua e strada ”. Si realizzano così 300km di strade. Importante è anche l’attività di elettrificazione con importanti realizzazioni dell’Idice e del Savena.
Esercizio e manutenzione del sistema idraulico e sviluppo del rete irrigua Con la nuova bonifica scompare la malaria e ci sono più aree coltivabili. Ci sono importanti mutamenti del regime idrico e quindi delle necessità di scolo e utilizzo delle acque. In pratica l’opera di bonifica non può mai essere completata. Oggi questo territorio è servito da 15 impianti idrovori. Questo numero è dovuto all’esigenza di adeguare sempre più il territorio. Col completamento del Canale Emiliano Romagnolo ci possono essere molti canali di scolo.
Difesa idrogeologica e tutela ambientale Le numerose opere di bonifica costituiscono un delicato sistema artificiale. Le opere montane e i canali sono chiamate ancor oggi a contrastare eventi naturali. Il consorzio della Bonifica Renana deve vigilare il loro funzionamento.
Il problema della difesa del suolo Tutto il territorio è di fatto soggetto a dissesti idrogeologici che mettono a repentaglio l’ambiente e le attività umane. Nell’attività di bonifica è molto importante l’impegno per la valorizzazione dell’ambiente.
50 Miliardi contro il rischio di alluvioni e per nuove opere irrigue Già dal 1987 furono fatti interventi per la tutela del territorio bolognese. Nel dicembre 1996 ci fu un’immensa alluvione che provocò ingenti danni in tutto il territorio. Fu solo dopo questa emergenza che Stato e Regione decisero di migliorare la sicurezza del territorio. Già prima delle alluvioni del 1996 il Consorzio della Renana aveva denunciato l’esistenza di gravi rischi idraulici; così furono finanziati alcuni progetti per la salvaguardia.
Un primo passo verso tre obiettivi che il Consorzio intende raggiungere: la sicurezza idraulica in presenza di piene centenarie; la distribuzione delle acque del C.E.R. nelle zone dell’alta pianura; la riduzione della franosità in montagna.
Museo della Bonifica Il Museo della Bonifica presenta: il sistema generale di bonifica i manufatti gli impianti e il loro funzionamento nel territorio. Il percorso museale si snoda per oltre 1.300 mq nel contesto del cantiere Idrovoro del Saiarino, dove macchine e centrali storiche si integrano con l’organizzazione umana e tecnica del Consorzio di Bonifica Renana e con gli impianti più avanzati dell’automazione, azionanti oggi le idrovore.