Arte e scienza tra riforme e barocco

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Transcript della presentazione:

Arte e scienza tra riforme e barocco Arti, letteratura e scienze tra fine Cinquecento e Seicento

La pittura del secondo Cinquecento Concilio di Trento: molta attenzione al problema delle rappresentazioni sacre (odiate dai protestanti)  decreto apposito. Anche san Carlo Borromeo pubblica precise istruzioni per pittori, scultori, architetti. Proposta: arte sacra capace di parlare a tutti. Dal Discorso intorno alle immagini sacre e profane del cardinale Paleotti: “L’arte sacra deve illuminare l’intelletto, eccitare la devozione e pungere il cuore attraverso l’ordine, la chiarezza, la semplicità, il controllo della forma, il rifiuto delle stravaganze”. Devozione verso figure di santi molto popolari, la cui vita ed eventuale martirio sono illustrati in modo spettacolare in sculture e dipinti.

Un’arte semplice e quotidiana Consiglio: inserire dettagli tratti dalla vita quotidiana, per ambientare l’azione sacra nella realtà più vicina allo spettatore e non in un indistinto passato. Questo accade soprattutto nell’arte lombarda:  intenso realismo, che culmina nei capolavori di Caravaggio nei primi anni del Seicento. La pittura lombarda è anche quella in cui si diffonde di più il genere profano della natura morta, intesa come simbolo dei 5 sensi, delle stagioni o della “vanitas”, cioè della caducità della vita e dello scorrere del tempo.

La fruttivendola Vincenzo Campi 1580 circa

Cristo nell’orto degli Ulivi, Simone Peterzano 1570-1580

Riposo durante la fuga in Egitto, Michelangelo Merisi detto Caravaggio 1595-96

Canestra di frutta Michealngelo Merisi detto Caravaggio 1599

La vocazione di san Matteo, Michelangelo Merisi detto Caravaggio 1599-1600

Le chiese dei Gesuiti Importante contribuito dei Gesuiti anche nella storia dell’architettura: chiesa del Gesù di Roma = modello innovativo per molte chiese in Italia e all’estero. Chiesa “di tipo gesuita”: navata unica per concentrare l’attenzione del fedele sull’altare e per migliorare l’acustica (era importante che tutti sentissero la parole del sacerdote). Sopra l’altare si trova una cupola, che inonda di luce il punto più importante della chiesa.

Interno della chiesa del Gesù 1568-71 Roma

La fede del popolo: i Sacri Monti Sacri Monti = complessi devozionali fatti da una serie di cappelle poste sul versante di una montagna, dentro cui sono rappresentati, con dipinti e sculture, episodi della vita di Cristo, della Madonna o di un santo. Nati nel ‘400 come alternativa più sicura ai pellegrinaggi in terra santa, nel ‘500 sono riproposti in Italia settentrionale per combattere l’influenza del protestantesimo (Sacro Monte di Varallo molto amato da san Carlo Borromeo). Esempio riuscitissimo di arte per il popolo: le ambientazioni sono ricche di dettagli quotidiani e le sculture, a grandezza naturale, hanno espressioni molto realistiche, vestiti di stoffa e spesso parrucche di capelli veri, donati dai fedeli. Così si favoriva l’identificazione dei pellegrini coi personaggi.

Il Sacro Monte di Varallo Cappella 31: “Cristo incoronato di spine”

Il Sacro Monte di Varallo Cappella 33: “Ecce Homo”

Riforma cattolica e musica Decreti del Concilio di Trento sulla musica sacra: le parole dei canti devono essere ben comprensibili. L’apporto fondamentale viene però “dal basso”, in particolare da san Filippo Neri: ruolo della musica nel suo oratorio  laudi in volgare, dotate di melodia semplice e a tre voci (stampati ben 9 libri di laudi composte appositamente per Filippo). Alcune sono dialogate, cioè prevedono due personaggi che si rispondono (es. Cristo e la Samaritana). Nel ‘600 dalla lauda dialogata avrà origine un genere musicale sacro ma non liturgico, chiamato appunto “oratorio”, con un coro e degli strumenti. L’uso di queste semplici melodie, soprattutto se con un testo in volgare, servivano per coinvolgere il popolo, in particolare i ragazzi di strada.

I protestanti e la musica Al contrario delle immagini sacre, la musica non fu bandita dalle celebrazioni protestanti e anzi fu l’unica arte che ebbe un ruolo di primo piano. Nei paesi protestanti si diffondono i corali, cioè inni cantati da tutti i fedeli, spesso con accompagnamento dell’organo. Melodie spesso tratte dalle canzoni popolari profane, già note al popolo. La forma del corale avrà poi un grande successo nel Seicento, soprattutto in Germania (es. Bach).

Il Seicento, secolo del Barocco Il termine “barocco” indica l’insieme della produzione culturale (arte, letteratura, musica, teatro) del ‘600, con alcune propaggini nel secolo successivo. Carattere essenziale: continua ricerca di effetti nuovi, sorprendenti, spettacolari. Scopo: suscitare meraviglia e un senso di reverenza in chi guardava. Alla regolarità classica che caratterizzava il Rinascimento, il Barocco contrappone la sperimentazione, il movimento. Il termine “barocco”, infatti, fu usato per la prima volta nel ‘700 in senso negativo: la cultura di quel secolo disapprovava l’arte barocca, considerandola bizzarra. Solo alla fine dell’ ‘800 il modo di considerare il Barocco iniziò a cambiare e, nel ‘900, lo si studiò senza pregiudizi.

Il “gran teatro del mondo” ‘600: secolo d’oro del teatro (grande sviluppo sia nei paesi cattolici che in quelli protestanti: Shakespeare in Inghilterra, Moliére in Francia, Calderon de la Barca in Spagna). Ma in quel periodo il teatro non è solo un genere artistico specifico, bensì un modo per guardare la realtà: tutto il mondo è visto come un grande palcoscenico a cielo aperto, dove si svolge lo spettacolo della vita. ‘600, secolo “spettacolare” per eccellenza: ogni cerimonia, dalle feste religiose agli avvenimenti profani (nascita di un principe, ingresso in città di un imperatore, funerali di un grande personaggio), celebrata con molto sfarzo e monumentalità.

L’architettura barocca Architettura = arte guida del Barocco. Grande uso dell’ornamento in marmo, stucco e bronzo, per creare effetti di preziosità e ricchezza. Alla linea regolare si sostituisce la linea curva, la spirale, il ricciolo. Gli architetti barocchi sembrano soffrire di una sorta di “horror vacui” (paura del vuoto), che li porta a riempire tutte le superfici con decorazioni. Stile barocco: prima di tutto chiese e i palazzi, poi diventa una vera propria concezione urbanistica. Edifici come quinte teatrali di uno spazio scenico, fatto di strade e soprattutto piazze. Le città si arricchiscono di fontane, scalinate e monumenti: una grande scenografia dove si svolgono i principali eventi della vita religiosa e civile. Architettura barocca diffusa soprattutto nei paesi a prevalenza cattolica (Italia, Spagna, Francia, Austria) e da lì nelle colonie dell’America meridionale.

Basilica di Santa Croce Lecce Palazzo Carignano Torino

Roma, culla del Barocco Roma, la città dei papi, culla dell’architettura barocca. Vi lavorano in particolare Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. Bernini, artista prediletto di ben tre pontefici, progetta chiese, palazzi, monumenti e fontane. Esempi: colonnato di piazza s. Pietro e baldacchino sopra l’altare della stessa basilica, fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona, fontana del Tritone. Borromini, nato nell’attuale Canton Ticino, principale avversario di Bernini. Progetta soprattutto palazzi e chiese, come san Carlino alle Quattro Fontane, sant’Agnese, sant’Ivo alla Sapienza.

Baldacchino della Basilica di s. Pietro Colonnato di s. Pietro Bernini Baldacchino della Basilica di s. Pietro Bernini

Fontana dei Fiumi Bernini Piazza Navona Fontana del Tritone Bernini

S. Carlino alle Quattro Fontane S.Agnese Borromini S. Carlino alle Quattro Fontane Borromini

Veduta dal basso della cupola di s. Ivo S. Ivo alla Sapienza Borromini Veduta dal basso della cupola di s. Ivo

La scultura barocca Scultura barocca: dinamismo e grande capacità mimetica (= capacità di imitare la realtà nei suoi dettagli) Non solo arte indipendente, ma anche legata all’architettura (con la decorazione di chiese e palazzi) e all’urbanistica (con monumenti e fontane). Non a caso, il più importante scultore barocco è proprio Bernini, già ricordato come architetto e urbanista: è autore di numerosi gruppi mitologici (come Apollo e Dafne), ritratti di papi, cardinali e sovrani (ad es. il Busto di Luigi XIV) e statue di santi (famosissima l’Estasi di santa Teresa).

Estasi di santa Teresa Bernini 1647-1652 Busto di Luigi XIV Bernini 1665 Apollo e Dafne Bernini 1622-1625

La pittura barocca 3 generi: grande decorazione ad affresco (sia sacra che profana), pale d’altare e il ritratto celebrativo. Le scene sacre cercano effetti drammatici e commoventi, mentre il ritratto è finalizzato alla celebrazione del potere. Negli affreschi, grande risalto all’effetto spettacolare: tipici del Barocco sono i soffitti “sfondati” in modo illusionistico, che fingono cioè un’apertura molto profonda su uno spazio oltre l’architettura. Grande pittore barocco: Pieter Paul Rubens, fiammingo. Stile molto ricco di colori ed effetti luminosi. Suo allievo: Antoon Van Dick, sempre fiammingo, specializzato in ritratti.

Trionfo della Divina Provvidenza Palazzo Barberini, Roma Pietro da Cortona 1632-1639 Gloria di sant’Ignazio Chiesa di s. Ignazio, Roma Andrea Pozzo 1685

Ritratto della contessa di Arundel Rubens 1620 Ritratto della marchesa Grimaldi Van Dyck 1623

Non solo Barocco Lo stile barocco non è l’unico orientamento della pittura del ‘600: ad esso si affianca, infatti, una tendenza più naturalistica, che si esprime soprattutto nelle scene profane, ma anche in alcuni quadri sacri. Esempio di realismo: pittori caravaggeschi, che si ispirano al grande Caravaggio dipingendo con forti contrasti di luce ed ombra. Influenzato da Caravaggio anche lo spagnolo Velasquez, che lavora come ritrattista di corte ma dipinge anche personaggi più umili e talvolta grotteschi. Spesso i quadri realistici rappresentano gli aspetti più tragici della vita umana, come la miseria o l’inesorabile scorrere del tempo: così, anch’essi partecipano in qualche modo alla cultura barocca, condividendone la ricerca di drammaticità.

Vecchia che frigge le uova Velasquez 1618 Ritratto di papa Innocenzo X Velasquez 1650

La pittura nei paesi protestanti Paesi a maggioranza protestante: declino dell’arte sacra (a causa dell’iconoclastia) e crescita dei generi profani, come paesaggio, natura morta, rappresentazioni di città, scene di quotidianità o di vita sociale. Oltre al fattore religioso, alla base di questa evoluzione artistica c’è anche un fattore sociale: in quest’epoca si sviluppa molto la borghesia, ceto di mercanti e banchieri che arricchendosi, iniziano a dedicarsi al collezionismo. Ricerca di quadri con cui ornare le abitazioni  aumenta la richiesta di generi profani. Questo fenomeno si verifica soprattutto nei Paesi Bassi durante il ‘600, secolo si può considerare l’epoca d’oro per le Provincie Unite non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista artistico.

Nuovi generi nella pittura del Seicento Scene quotidiane: La Lattaia Jan Vermeer

Nuovi generi nella pittura del Seicento Scene di vita sociale: La ronda di notte Rembrandt

Nuovi generi nella pittura del Seicento Natura morta: Vanitas Adriaen van Utrecht

Nuovi generi nella pittura del seicento Paesaggio: Il mulino a Wijk J. Van Ruisdael 1670

La letteratura ‘600: secolo molto importante per la letteratura europea, in particolare grazie al contributo della Spagna (con il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes) e della Francia (con le fiabe di La Fontaine e Perrault, autore di Cenerentola e Cappuccetto Rosso ). Varie opere teatrali: teatro sempre meno improvvisato e sempre più affidato a testi scritti da autori che diventano molto celebri. Letteratura italiana: contribuito più modesto, riguarda soprattutto la poesia, con le opere di Giambattista Marino (autore di poesie molto complesse e ricche di immagini). Nascita delle Accademie, società di studiosi patrocinate dallo stato, che si dedicano a ricerche in campo letterario ma anche scientifico e musicale. Esempi: l’Accademia romana dei Lincei, Accademia fiorentina della Crusca (già attiva da fine ‘500), la Royal Society di Londra e l’Accademia delle Scienze in Francia.

La musica Nuovi generi barocchi: concerto, un genere in cui suonavano più strumenti insieme, e melodramma, uno spettacolo con attori che alternano recitazione e canto (l’antenato dell’opera lirica). Primo melodramma creato dall’italiano Claudio Monteverdi, grandissimo musicista che segna il passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca. Melodramma considerato un genere tipicamente italiano, anche se diffuso in tutta Europa. Sviluppo della musica profana  affermazione del violino. (Antonio Vivaldi, veneziano, a cavallo tra ‘600 e ‘700). Tra ‘600 e ‘700 anche due dei più grandi musicisti di tutti i tempi: Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Haendel, nati lo stesso anno (1685) in Germania. Haendel scrive opere per teatro, oratori e concerti; Bach invece porta alla perfezione il genere sacro del corale, tipicamente protestante, e scrive composizioni per clavicembalo.

Due ascolti A. Vivaldi, La primavera (da Le quattro stagioni): http://www.youtube.com/watch?v=RnwuF-MCRuo G.F. Haendel, Hallelujah (dall’oratorio Messiah): http://www.youtube.com/watch?v=7YaGwI7GjlA Anonimo, Vivaldi (probabile) T.Hudson Haendel

Il metodo scientifico Grande sviluppo della scienza (indagine della natura e dei suoi fenomeni). Lo scienziato pisano Galileo Galilei (1564-1642) è ricordato come il primo scienziato moderno per aver elaborato il cosiddetto “metodo scientifico sperimentale”, fondato su 4 tappe: 1) osservazione diretta dei fenomeni della natura, considerando gli effetti che possono essere misurati (tempo, spazio, velocità) 2) formulazione di ipotesi per spiegare i fenomeni 3) sperimentazioni per riprodurre il fenomeno osservato e accertarsi che il risultato prodotto sia sempre lo stesso 4) se l’ipotesi è confermata dagli esperimenti, formulazione della legge che regola i fenomeni Galileo studia la fisica, scoprendo le leggi della caduta dei gravi (tutti i corpi, in mancanza di aria, cadono alla stessa velocità) e l’astronomia. Utilizzando il cannocchiale, inventato dagli Olandesi ma da lui perfezionato, scopre ad esempio quattro satelliti di Giove e le irregolarità sulla superficie della luna.

Il “libro della natura” “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”. G. Galilei, da Il Saggiatore (1623)

Un nuovo punto di vista Il metodo di Galileo chiarifica il nuovo sguardo sul mondo e sulla natura nato nel ‘600: non possiamo dire, infatti, che prima non ci fosse alcuna conoscenza scientifica, tuttavia gli uomini di quel periodo iniziarono a farsi una domanda diversa sulle cose. Mentre prima la domanda fondamentale era quella di significato, cioè il “perché” le cose stiano in un certo modo, dal ‘600 la domanda fondamentale divenne il “come” avviene un certo fenomeno. A questo punto, risulta chiaro il perché gli uomini del Medioevo e della prima Età Moderna avessero creduto a quanto affermato dagli antichi sulla centralità della terra nell’universo (teoria geocentrica): è sulla terra infatti che è nato l’uomo, punto più importante della creazione. L’uomo è l’essere capace di chiedersi il senso delle cose, quindi non può che essere al centro del cosmo.

Galileo e l’astronomia Disegno di Galileo sulle fasi lunari, osservate attraverso il cannocchiale. Egli fu il primo a scoprire che la superficie della luna, considerata fino a quel momento perfettamente liscia, presentava crateri e rilievi proprio come la terra.

La condanna di Galileo Galileo appoggia la teoria eliocentrica e scrive il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: tolemaico e copernicano. Ma attorno a questa vicenda si è creata, a partire dal ‘700, una “leggenda nera” finalizzata ad opporre la scienza alla Chiesa. La realtà storica, però, è molto più complessa. Galileo uomo molto religioso. Le sue ricerche inizialmente sono approvate dai papi, che però gli consigliano di presentare la teoria copernicana come pura ipotesi scientifica e non come certezza dimostrata. In effetti, la teoria copernicana viene provata scientificamente solo nell’ ‘800! Galileo, invece, divulga il suo pensiero come certezza. Incomprensione tra papa Urbano VIII e lo scienziato a proposito della pubblicazione del Dialogo: Galileo, dopo aver promesso di editarlo a Roma sotto la supervisione del papa, fa uscire il libro a Firenze. Urbano VIII lo scopre, si adira e convoca a Roma Galileo, che deve abiurare – cioè rinunciare- alle sue teorie e a recitare particolari preghiere una volta alla settimana per tre anni (1633), non condannato al rogo come molti credono!

Dialogo sopra i due massimi sistemi Intestazione del Dialogo, scritto da Galileo Galilei per porre a confronto i sistema tolemaico (geocentrico) e copernicano (eliocentrico). Come si legge dal titolo, Galileo era membro dell’Accademia dei Lincei, fondata a Firenze nel 1603: è la più antica accademia scientifica del mondo ed è tuttora in attività.

Il cardinale Bellarmino Il processo a Galileo è stato sicuramente un errore (sappiamo che anche la Chiesa è fatta di uomini!), ma non tutti gli ecclesiastici sono chiusi nei confronti di Galileo. Esempio: cardinale Roberto Bellarmino, grande studioso di astronomia e proclamato santo nel XX sec. Di lui si ricorda una celebre frase, che mostra la sua grande apertura mentale: “ […] Dico che quando ci fusse vera demonstratione che il sole stia nel centro del mondo e la terra nel terzo cielo, e che il sole non circonda la terra, ma la terra circonda il sole, allora bisogneria andar con molta consideratione in esplicare le Scritture , che paiono contrarie, e più tosto dire che non l’intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra” […].

Altri scienziati del Seicento Fisica e dell’astronomia: Giovanni Keplero (scopre che le orbite dei pianeti non sono circolari, ma ellittiche), Evangelista Torricelli (inventa il barometro) e Isaac Newton (formula la legge di gravitazione universale). Pascal inventa la prima calcolatrice meccanica. Importanti scoperte in campo medico: circolazione del sangue e globuli rossi. Tutti questi progressi, però, fanno sorgere l’ idea che l’uomo possa raggiungere la felicità sulla terra solo grazie alla scienza e al dominio tecnologico sulla natura: proprio questa è la visione espressa dall’inglese Francesco Bacone nella sua opera Nuova Atlantide.

Ritratto di Keplero Ritratto di Newton

La “caccia alle streghe” ‘600, secolo pieno di contraddizioni: progressi scientifici + cosiddetta “caccia alle streghe”, che porta alla condanna di migliaia di persone, soprattutto donne ed ebrei. Persone povere ed emarginate dalla società, accusate di provocare siccità, di causare malattie e addirittura morte, di uccidere bambini. Si diceva che partecipassero a riunioni notturne, chiamate sabba. Accusati di stregoneria spesso sottoposti a torture e condannati a morte. Le ragioni di questo fenomeno vanno cercate nelle condizioni economiche e sociali dell’epoca: in un periodo di crisi, con guerre ed epidemie, la gente cerca il “capro espiatorio”, cioè qualcuno a cui addossare tutte le colpe dei problemi. Esempio: peste attribuita agli untori, cioè a persone che sarebbero andate in giro spalmando unguenti letali sui muri delle case.

Oltre la leggenda Caccia alle streghe: non si verifica, come spesso si dice, “nell’oscuro Medioevo” (che di oscuro ebbe ben poco), ma appunto nell’Età Moderna. Primi casi nel ‘400, secolo in cui fu pubblicato il primo libro che trattava direttamente l’argomento, Il martello delle. Apice nel ‘600, arrivando in alcuni casi fino al secolo successivo. Stato con più condanne: Impero tedesco, dove la frammentazione politica causa molti abusi, perché manca un potere forte capace di far rispettare le regole. In Spagna e in Italia, invece, uso della tortura moderato, proprio grazie all’efficienza dei tribunali dell’Inquisizione, accusati spesso di vere e proprie persecuzioni contro le streghe. In realtà i tribunali laici, cioè quelli dei diversi stati, di solito condannavano a pene più gravi rispetto ai tribunali ecclesiastici.