Prof. D’Amico Antonello http://www.damomo.it/lezioni.htm Haendel Prof. D’Amico Antonello http://www.damomo.it/lezioni.htm
Georg Friedrich Händel Georg Friedrich Händel (Halle, 23 febbraio 1685 – Londra, 14 aprile 1759) è stato un compositore tedesco naturalizzato inglese nel 1727, considerato uno dei più grandi musicisti del Barocco. Influenzato dai grandi compositori d'età barocca, in particolare da quelli della scuola italiana e dall'inglese Henry Purcell, i suoi lavori ebbero un influsso decisivo su tutti i contemporanei e fra i compositori delle generazioni successive, primi fra tutti i maestri del Classicismo viennese, Haydn, Mozart e Beethoven La tendenza prevalente in Italia oggi è quella di scrivere e pronunciare il suo nome alla tedesca (Georg Friedrich Händel), sebbene il compositore negli ultimi quaranta anni della sua vita si sia sempre firmato secondo l'uso della lingua inglese George Frideric Handel. Durante il suo soggiorno italiano veniva chiamato invece Hendel.
Georg Friedrich Händel George Frideric Handel non solo fu un genio della musica, ma fu anche un grande uomo. La sua fu una vita piena di successi e di fama, favoriti dallo straordinario talento, ma guadagnati anche grazie al suo impegno e all'incessante lavoro. Egli incassò anche delle sconfitte, ma sempre transitorie, sapendo reagire con energia e carattere alle avversità.
Georg Friedrich Händel A differenza di quella pubblica, molto documentata, non si hanno che scarse notizie sulla sua vita privata: Handel fu sempre una persona molto riservata. Sappiamo che era molto intelligente, educato e possedeva un'ottima cultura (conosceva almeno quattro lingue: inglese, francese, italiano, oltre ovviamente al tedesco). Aveva una forte personalità, anticonformista, sincera, schietta, indipendente, incapace di piegarsi al servilismo cortigiano. Anche se l'anedottica lo ritrae collerico - un giorno Handel rimproverò anche il re perché si era presentato in ritardo ad un suo concerto: Giorgio II incassò senza batter ciglio - e con un carattere un po' arcigno, tutte le persone che lo frequentarono fecero commenti sulla « sua naturale inclinazione all'intelligenza e al senso dell'humour » (Burney), al suo buon carattere e alla sua disponibilità, che si faceva apprezzare e benvolere in ogni ambiente, in qualsiasi classe sociale, a palazzo come a corte, in chiesa come in una semplice famiglia borghese... Fu anche molto sensibile alla condizione dei più sfortunati: si occupò del mantenimento di numerosi orfani e fu sensibile ai problemi dei carcerati, molti dei quali ottennero la libertà grazie al suo impegno
Georg Friedrich Händel Come compositore, egli riuscì ad essere un geniale, prolifico, affascinante creatore di tutte le forme musicali praticate alla sua epoca: complessivamente ci ha lasciato più di 600 lavori; oltre 40 opere per il teatro, 30 fra oratori, serenate ed odi, quasi 300 fra cantate da camera e musica sacra, oltre ad un grande numero di composizioni strumentali. Handel è stato uno dei più grandi compositori di musica per scena in assoluto, grazie all'eccezionale padronanza nello stile dell'opera seria italiana e all'originalità dei suoi oratori inglesi. Egli si distinse per l'innata capacità di assimilare tutti i linguaggi musicali praticati al suo tempo, come sostiene con efficacia Romain Rolland: « Tout ce qu'il touche, Handel le fait sien ». Ma la sua arte non mancò mai di originalità, arricchita come fu da un'invenzione melodica, un'esuberanza e una libertà creativa straordinarie. Handel raggiunse un tale grado di celebrità da essere onorato in vita, unico fra i compositori, con una statua eretta nel 1738 a Londra nei Vauxhall Gardens e la sua popolarità non declinò affatto dopo la morte.
Georg Friedrich Händel Oltre che con l'opera, che Handel praticò per quasi quarant'anni, egli si distinse negli anni della maturità, per un genere di sua invenzione: l'oratorio in lingua inglese. E' grazie a queste composizioni che Handel ha superato indenne il mutare delle mode, che avevano ben presto relegato le sue opere teatrali e quelle strumentali nel dimenticatoio: a differenza di tanti altri compositori dell'epoca barocca, egli non è mai stato dimenticato perché le sue composizioni oratoriali continuarono ad essere apprezzate in Inghilterra e nei paesi anglosassoni anche dopo la sua morte e nel corso dei secoli.
Georg Friedrich Händel In Italia, e nei paesi di area latina, la sua fama è stata per lungo tempo basata principalmente su una sola composizione: il Messiah. Questo magnifico oratorio ha rischiato di eclissare nei tempi moderni tutto il resto della sua produzione; ma questo lavoro non è che una punta dell’iceberg di una vasta produzione musicale avvolta ancora da certi pregiudizi ed ignoranze che pongono Handel un po’ in secondo piano rispetto al suo contemporaneo J. S. Bach. Ciò dipende essenzialmente dal fatto che le opere per il teatro rappresentano la parte principale della sua produzione, quella che Handel preferiva e nella quale ha dato il meglio di sé, e ben sappiamo quanto l’ascoltatore moderno, specie se musicista, sia abituato a sentire più "strumentalmente" che "vocalmente" e come si faccia più facilmente catturare dalle grandi architetture del suono strumentale bachiano che dall’opera vocale handeliana.
Georg Friedrich Händel nacque in Germania, a Halle, una cittadina dell'alta Sassonia, a circa 150 Km da Berlino, il 23 febbraio 1685, anno fecondo per la musica barocca, dato che vennero alla luce anche J.S. Bach (21 Marzo) e Domenico Scarlatti (26 Ottobre). A differenza di essi però, egli non nacque in una famiglia di musicisti, e malgrado i precoci segni del prodigioso talento dimostrato dal figlio, i genitori, la madre Dorothea Taust, e soprattutto l'anziano padre Georg, barbiere-chirurgo, avevano previsto per lui un futuro da uomo di legge. Ma in seguito ad una visita del padre presso la corte ducale di Sassonia-Weissenfels, il duca, ebbe l'occasione d'ascoltare ed apprezzare il piccolo Georg che suonava l'organo; e così sembra che riuscì a convincere il padre ad assecondare le sue inclinazioni musicali. Venne quindi affidato, intorno al 1692/4, a quello che fu il suo primo, e anche unico, maestro, l’abile organista e compositore di tendenze innovatrici, Friedrich Wilhelm Zachau (1663-1712). Questi, figura solitamente trascurata, fu invece importantissimo per la formazione di Handel: dobbiamo considerare che quando a diciotto anni lasciò la città natale per Amburgo, e ben prima di avventurarsi in Italia, era già un musicista sicuro e perfettamente preparato, un esecutore con più esperienza e competenza della maggior parte di dei virtuosi più anziani di lui.
Georg Friedrich Händel Egli ricevette da suo maestro una formazione completa, vasta e illuminata che ne condizionò il temperamento musicale per tutta la vita. Certo il suo compito fu favorito dall'eccezionale talento dell'allievo visto che in capo a tre anni aveva progredito così tanto nei suoi studi dell'oboe e del violino, ma particolarmente del clavicembalo e dell'organo, che il maestro dichiarò: “ il ragazzo non ha più nulla da apprendere da me ”. Handel fu un bambino prodigio: le sue prime composizioni le "Sei sonate o Trii per due oboi e continuo" furono composte a undici anni e la Trio sonata Op. 2 N° 2 risale al 1699. Purtroppo delle altre musiche che “ scrivevo come il diavolo in quei giorni, ma principalmente per l'oboe che era il mio strumento preferito ”, si sono perse le tracce, analogamente al quaderno in cui il giovane annotò i lavori di compositori come Kerll, Froberger ed Alberti; Handel lo custodì con se per tutta la vita, ma se ne sono perse le tracce nel diciannovesimo secolo.
Il periodo italiano Handel arrivò in Italia nell'autunno del 1706, fermandosi brevemente presso la corte a Firenze. Poi nel gennaio del 1707, piuttosto deluso della vita musicale fiorentina, si trasferì a Roma, regno delle corti cardinalizie e delle mille chiese, dove si creò ben presto fama di brillante organista e compositore. Le sue grandi doti di concertista gli avrebbero aperto tutte le porte. Per farsi conoscere gli bastò andare in una qualsiasi chiesa e suonare l'organo Il viaggio in Italia di Handel si protrasse fino al 1710 e toccò i più importanti centri musicali del tempo, in particolare Roma e Venezia, dove studiò la musica di compositori internazionalmente affermati come Scarlatti e Corelli, che saranno decisivi per la sua formazione musicale, sviluppando quello stile prettamente italiano a cui rimarrà fedele per tutta la vita. Da essi acquisì gli elementi musicali di base che arricchì di un'invenzione melodica, un esuberanza, una creatività, una originalità straordinarie. “ Handel, come tutti, deve molto ad Arcangelo Corelli: i suoi concerti sono la continuazione diretta dell'opera dell'italiano. Per tutta la vita Handel rimase fedele alla tradizione che culminava nelle sue composizioni, dotate di raffinatezza e di classico equilibrio ” (Lang).
Il periodo italiano Handel tocco diverse città Italiane tra cui Roma, Venezia Firenze, ed altre. Proprio a Firenze, dove nell'ottobre-novembre 1707 compose, senza suscitare clamori, la sua prima opera italiana Rodrigo, nella quale riutilizzò della musica proveniente da Almira. Poi a Venezia per il carnevale e a Napoli, dove il 14 Luglio 1708, per il matrimonio del Duca d'Alvito, compose la serenata pastorale Aci, Galatea e Polifemo. Sul finire del 1709, tornò a Venezia, che, coi suoi quindici teatri, era il maggior centro operistico italiano, dove, di fronte ad un pubblico abituato alle opere di consumati maestri come Legrenzi, Lotti e Vivaldi, Handel riscosse con Agrippina quel trionfo che gli diede la fama internazionale: ben 27 furono le repliche consecutive nel teatro di S. Giovanni Crisostomo, tra continue acclamazioni di "viva il caro Sassone
Haendel in Inghilterra Handel forte di un'affermata reputazione di virtuoso della tastiera ed eccellente compositore, in seguito al clamore internazionale che riscosse Agrippina, venne raccomandato da Steffani (un noto compositore italiano di fama internazionale dell’epoca) al Principe Ernst di Hannover, fratello minore dell'Elettore (più tardi Giorgio I d'Inghilterra) per ricoprire il ruolo di Kapellmeister (maestro di cappella): Handel accettò e nel febbraio del 1710 parti dall'Italia per ritornare in Germania.
Haendel in Inghilterra nel 1711 si trasferisce a Londra per rappresentarvi il Rinaldo, che riscuote un notevole successo. A Londra Händel decide così di stabilirsi e fondare un teatro reale dell'opera, che sarà conosciuto come Royal Academy of Music. Fra il 1720 e il 1728, scriverà per questo teatro quattordici opere. A Londra, sotto tre sovrani, Händel conoscerà la vera gloria (addirittura, un mecenate gli farà erigere -lui vivente!- un monumento nei Giardini di Vauxhall), divenendo di fatto il musicista della famiglia reale inglese; ma vivrà anche scandali e rivalità dovuti soprattutto a motivi politici: il Re Giorgio I, tedesco, non era ben visto dal partito conservatore inglese, che non potendolo attaccare direttamente, prese come bersaglio "il Caro Sassone" e la sua musica[senza fonte], a loro dire non "in linea" con la moda italiana allora in voga a Londra: ingaggiarono addirittura vari compositori italiani (tra cui Giovanni Bononcini e Nicola Porpora) per contrastare il tedesco, che seppe comunque mantenere alto il proprio prestigio grazie a composizioni memorabili. Una volta decaduta la moda italiana, Händel, col sostegno della famiglia reale, seppe "riciclarsi" percorrendo la "strada" degli oratori, ancor oggi considerati tra i vertici della sua arte (basti ricordarsi del Messiah e del suo celeberrimo "Hallelujah"). Senonché, i ritmi di lavoro autoimpostisi cominciarono a farsi pagar dazio: dapprima venne colto da un colpo apoplettico da cui si riprese subito, ma gli sforzi agli occhi (collegabili anche agli esercizi nel granaio in adolescenza) gli causarono gravi problemi alla vista. Un oculista itinerante ciarlatano, un certo John Taylor (detto Chevalier per distinguersi da altri omonimi, e già responsabile della cecità di Johann Sebastian Bach), si offrì di operare Händel, ma non fece altro che renderlo completamente cieco, a causa dell'uso di strumenti non sterilizzati.
Le opere di Haendel Händel compose almeno quaranta opere per il teatro - fra cui molte di genere serio - diventate famose (e molte delle quali tutt'oggi rappresentate in tutto il mondo). Fu autore anche di trentadue oratori altrettanto celebri tra cui il suo capolavoro Messiah, Il trionfo del tempo e del disinganno, Saul, Israele in Egitto e Belshazzar. Scrisse poi molte pagine di musica per orchestra. Tra esse comprendevano inni ed anthem, sorta di inni celebrativi, e sonate sacre, oltre a centodieci cantate, venti concerti e trentanove fra sonate, fughe, suite per cembalo. Tra i suoi lavori più noti ci sono i 6 Concerti Grossi op. 3, i 12 Concerti grossi dell'opera 6, le tre suite della Musica sull'acqua (1717) e la Musica per i Reali Fuochi d'artificio (1749).