Motivazione al lavoro Locuzione di motivazione al lavoro

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Motivazione al lavoro Locuzione di motivazione al lavoro Approcci tradizionali (Taylor, teoria dei bisogni, caratteristiche del lavoro) Approcci della scelta cognitiva Goal setting theory Teorie dell’equità e della giustizia organizzativa Contratto psicologico

Motivazione al lavoro Cosa spinge i lavoratori ad investire energie e impegno nel loro contesto di lavoro? interessano i determinanti del comportamento umano che possono spingere o attrarre in una certa direzione  Secondo un recente studio solo il 20% dei lavoratori sarebbe adeguatamente motivato Prospettiva teorica/grado di generalità Condotta come risposta a stimoli ambientali Condotta come azioni dirette ad uno scopo

Definizioni di base I concetti di direzione, intensità e persistenza Motivazioni e outcomes comportamentali Le domande motivazionali tipiche considerano: a) l’input (le risorse della persona) b) il contesto dell’azione (le prestazioni) c) l’output dello scambio lavorativo

Motivazione al lavoro Approcci tradizionali La posizione comportamentista di Taylor (interesse e incentivo economico) 2) Le teorie dei bisogni: il Modello della Gerarchia dei bisogni di Maslow (in funzione degli stati interni alcuni risultati/obiettivi appaiono più attraenti) 3) Il Job Characteristic Model di Hackman e Oldham: progettare un lavoro motivante

Approcci della scelta cognitiva 1) Il ruolo delle aspettative: il modello di Vroom Si presume che la persona compia decisioni consapevoli finalizzate a massimizzare i risultati attesi La motivazione è rappresentabile con un’espressione moltiplicativa: M= VxIxE 2) La variante del Modello di Porter e Lawler

Il modello motivazione/prestazione di Porter e Lawler (1968) Valore attribuito ai ricavi Percezione equità dei ricavi Abilità Ricavi intrinseci Impegno Sforzo Prestazione Soddisfazione Percezione di ruolo Ricavi estrinseci Aspettativa percezione della probabilità che il rapporto sforzo/ricavi sia positivo

Una tecnica motivazionale fortunata: la Goal Setting Theory - Partecipazione alla definizione obiettivi - Capacità percepita - Incentivi finanziari OBIETTIVI: grado di difficoltà grado di specificità grado di accettazione gradi coinvolgimento Direzione Intensità Persistenza Strategie Conoscenza dei risultati Prestazione

Teoria dell’equità Scambio sociale ed equità Effetti del confronto sociale La fairness organizzativa Conseguenze della non equità percepita (modifica degli input o dei risultati, modifica dei referenti del confronto sociale, modifica delle percezioni di reciprocità, cambiamenti reali o psicologici)

Teorie della giustizia organizzativa Le principali dimensioni Percezione della fairness organizzativa Rilevanza del contesto reale e percepito nel definire una relazione significativa tra persona e organizzazione Connessioni con sentimenti di appartenenza, coinvolgimento organizzativo e commitment

Il contratto psicologico: alcune parole chiave Scambio sociale e reciprocazione (Gouldner, 1960) La genesi della nozione di contratto psicologico (Argyris, 1960; Schein, 1965) “Parole chiave” usate da Schein: interscambio, definizione e realizzazione di aspettative reciproche, convinzioni di giustizia ed equità, effetti sul comportamento organizzativo (di ruolo ed extra-ruolo)

Formazione del contratto psicologico Rousseau (1998). Insieme di credenze circa gli obblighi reciproci, che si formano in base a: promesse esplicite; interpretazioni e inferenze; apprendimento per osservazione o imitazione; attenzione all’eccessiva soggettività di tali credenze se non si considerano gli accordi, gli effetti della negoziazione ecc. (Guest, 1998)

Natura e funzioni del contratto psicologico a) aumentare i legami tra individuo e organizzazione b) ridurre l’incertezza organizzativa (adeguate rappresentazione dei ruoli) c) aumentare la percezione di poter contare nell’organizzazione d) autoregolare gli investimenti personali nell’organizzazione (commitment e comportamenti extraruolo, come “nuove forme motivazionali”)

Contenuti e tipi contrattuali Contenuti oggetto di promessa: a) obblighi organizzativi (ricavi, informazioni sullo sviluppo, condizioni di lavoro favorevoli) b) obblighi del lavoratore (efficacia, efficienza, onestà, lealtà, rispetto, impegno ecc.) Tipologia contrattuale 1) Contratto transazionale 2) Contratto relazionale

Rottura del contratto psicologico 1) Inadempienze: significato, differenze e ricerca delle cause 2) Alcuni dei possibili effetti: dell’insoddisfazione del coinvolgimento e dell’impegno del sentimento di appartenenza e dei comportamenti di cittadinanza organizzativa probabile passaggio dal contratto relazionale a quello transazionale

Violazione del contratto psicologico Diffusione e ampiezza maggiore degli effetti soggettivi di tipo emozionale (disappunto, risentimento, rabbia, percezione di tradimento) Ruolo di differenti variabili di modulazione (il Modello di Morrison e Robinson, 1997) e caratteristiche del processo di sense-making attivato dal lavoratore per affrontare la situazione che si è determinata

Il modello Morrison-Robinson (1997) Attribuzioni causali Giudizi su giustizia Impossibilità Volontarietà Processo di interpretazione Rinnegamento Percezione di rottura Violazione incongruenza Vigilanza Schemi divergenti Complessità e ambiguità comunicazione Incertezza Natura della relazione Costi percepiti

In sintesi Rilevanza della nozione di contratto psicologico, anche in relazione ai cambiamenti delle relazioni di lavoro, dovuti alla flessibilità occupazionale Esigenza di un nuovo equilibrio tra relazioni collettive e relazioni individuali nei contesti di lavoro (effetti sui processi di sindacalizzazione e sulla rappresentanza dei lavoratori) Possibili conseguenze rischiose sulla protezione sociale e la gestione delle risorse umane