IL FEMMINISMO E IL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE
IL FEMMINISMO Per FEMMINISMO si può indicare: la posizione di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra gli uomini e le donne; la convinzione che nascere maschi o femmine non dovrebbe essere un fattore determinante che modifica i diritti sociali o politici o economici della persona; il movimento politico che tutt’ora rivendica uguali diritti sia per gli uomini che per le donne. Simbolo di uguaglianza tra i due sessi
Torna alla pagina precedente LE SUFFRAGETTE Il primo Stato che ha riconosciuto il suffragio universale femminile è stato la Nuova Zelanda nel 1893. In Europa il movimento femminile per il diritto di voto alle donne si è affermato agli inizi del secolo scorso, ovvero il 10 ottobre 1903 a Manchester è stata fondata da sei donne l’ associazione "Women's Social and Political Union - WSPU" (Unione sociale e politica delle donne). Nel 1919 il movimento delle suffragette si è esteso anche in Germania, in Francia nel 1945 e in Italia nel 1946, solo dopo la seconda guerra mondiale. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente GLI ANNI ‘60 Una decisiva critica alla condizione femminile viene fatta da Betty Friedan attraverso il suo libro Mistica della femminilità, nel quale denuncia il ruolo obbligatorio di moglie e madre della donna americana contemporanea e rivendica il diritto di uguaglianza tra uomini e donne in campo professionale. Betty Friedan Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina iniziale GLI ANNI ‘70 Dal 1970 al 1980 il moviment0 femminista in Europa occidentale e neli USA comincia a porsi obiettivi rivoluzionari. Nel 1970 il movimento delle donne ha portato in Italia l'introduzione del divorzio, nel 1975 la modifica del diritto di famiglia, la legge sulle pari opportunità e la liberalizzazione dei contraccettivi e nel 1978 l'approvazione della legge che consente l'aborto, la costituzione dei Centri antiviolenza e le Case delle donne. Torna alla pagina iniziale
Uno passo indietro… I MOVIMENTI SUFFRAGISTI E FEMMINISTI DELL’ ‘800 Nel 1971 la francese Olympe De Gouges rivendica, nella sua Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, il riconoscimento dei diritti naturali di uomini e donne, nonché l’uguaglianza politica e sociale tra i due sessi. Nel 1792 la londinese Mary Wollstonecraft , nella sua Vindication of the Rights of Woman (rivendicazione dei diritti della donna), sostiene non solo che le donne devono godere degli stessi diritti dell’uomo, ma anche che esse solo in questo modo possono diventare delle vere compagne di vita per l’uomo. Nel 1848 a Seneca Falls si riunisce la convenzione delle donne che ,per la prima volta negli Stati Uniti, avanza la rivendicazione del diritto di voto alle donne. Olympe De Gouges STATI UNITI EUROPA Mary Wollstonecraft
Torna alla pagina precedente STATI UNITI Nella prima metà del secolo scorso ha preso forza il movimento abolizionista che ha costituito uno dei principali terreni di lotta per molte donne, che volevano protestare contro le ingiustizie perpetrate da secoli nei loro confronti . A partire dagli anni ’40 le suffragiste americane hanno accentuato le analogie fra la subordinazione e l’incapacità giuridica delle donne da una parte e quelle degli schiavi dall’altra. La lotta contro la schiavitù venne così considerata uno strumento che poteva veicolare anche quella per il suffragio femminile. Si trattò però di una strategia perdente in quanto l’abolizionismo costituì un freno al fatto che i diritti delle donne divenissero un punto fondamentale dell’agenda politica del parti repubblicano. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente Nel 1869 negli Stati Uniti furono formati due movimenti di lotta per il voto alle donne: la National Association for Woman Suffrage e la American Woman Suffrage Association, queste due associazioni si fusero nel 1890 nella National American Woman Suffrage Association, avviando una forte campagna di mobilitazione a livello nazionale. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente EUROPA A differenza degli Stati Uniti il movimento suffragista in Europa si pose come realtà consolidata a livello nazionale durante la prima metà del’ ‘800; i movimenti e le associazioni che si battevano per la liberazione delle donne emersero in modo sporadico nei momenti di crisi politica ed economica, si ricordano i club femminili all’epoca della Rivoluzione Francese, le Sintsimoniane nel 1830 e le associazioni di donne nei moti del 1848. In Francia i gruppi di donne che si organizzarono nei club patriottici scomparvero con l’avvento del regime bonapartista, infatti il Codice Napoleonico del 1804 offrì un diritto giuridico al concetto della donna come proprietà dell’uomo, ma non mise fine completamente al processo di organizzazione delle donne. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente In Europa i gruppi femminili subirono una trasformazione: da club di tipo intellettuale si modificarono in movimenti politici di lotta. Sia in Inghilterra che in Francia fra il 1820 ed il 1840 le prime rivendicazioni si concentrarono soprattutto nell’ambito della famiglia e del matrimonio. Nel 1825 l’inglese Anne Wheeler pubblicò insieme a William Thompson An Appeal on Behalf of Women nel quale ci si augurava una trasformazione della struttura economica a beneficio delle donne. Inoltre in Europa i primi movimenti femministi si affermarono spesso in collegamento con i movimenti democratici e nazionali: In Francia prima con i club patriottici nel periodo rivoluzionario e poi in connessione con i movimenti democratici ed i circoli socialisti; In Germania con la rivoluzione del 1848; In Italia invece donne illustri erano al centro di salotti politici frequentati da patrioti ed esponenti del socialismo. Torna alla pagina precedente Anne Wheeler
Torna alla pagina precedente Infine la mobilitazione e la circolazione delle idee femministe in Europa fu favorita dallo sviluppo dei primi giornali femminili a livello nazionale e successivamente a livello internazionale. In Germania, in Inghilterra e in Francia i movimenti suffragisti e le associazioni delle donne proliferarono in stretta connessione con associazioni o partiti politici, ma anche in forma autonoma. L’unica eccezione alla politica di alleanza fra movimenti suffragisti e partiti e movimenti politici fu rappresentata dall’Italia. Molto complesso e contorto fu il rapporto fra femminismo e socialismo, nonostante avessero individuato obiettivi comuni. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente Anna Kuliscioff In Italia fu soprattutto Anna Kuliscioff a voler coniugare femminismo e socialismo, anche se dovette riconoscere in seguito che uno dei frutti della sua azione, la legge sul lavoro delle donne e dei bambini del 1902, finì per rappresentare più una vittoria del partito socialista che del femminismo. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente Tra il 1890 e il 1915 le femministe socialiste erano concordi coi dirigenti del loro partito a ritenere che la lotta dovesse avere come obiettivo non la rivendicazione di uguaglianza, ma il miglioramento delle condizioni sociali e lavorative della donna. Il Congresso operaio internazionale approvò una soluzione che sanciva il principio secondo cui bisognava arrivare all’approvazione di leggi di tutela speciali per le operaie e le lavoratrici. Una delle conseguenze del difficile rapporto tra femministe, partiti e movimenti politici fu la necessità da parte dei movimenti delle donne di ridefinire obiettivi e tattiche, ma non solo, all’interno del movimento suffragista e femminista ci fu un processo di differenziazione che riguardava non solo le strategie ma anche i contenuti dell’azione del movimento femminista. Torna alla pagina precedente
La mobilitazione delle donne aveva come obiettivo il voto, ma non solo quello. Le strategie femministe perseguivano fin dall’inizio l’obiettivo della rivendicazione dell’uguaglianza tra uomini e donne in tutti gli ambiti. Fra ‘800 e ‘900 aumentarono sempre di più i club e le associazioni e molte di esse erano formate da donne che si imposero sulla scena pubblica. Le associazioni di riforma femminili si fecero portavoce di una cultura delle donne che da un lato imponeva modalità nuove di azione politica, dall’altro legittimava le donne non solo come mogli e madri, ma anche come cittadine.
ORGANIZZAZIONI FEMMINISTE INTERNAZIONALI Nel 1868 vi fu il primo tentativo di formare un’ organizzazione internazionale con donne dei vari Paesi messo in atto da Marie Goegg-Poucholin. Nel 1875 Josephine Butler, con l’aiuto di membri dell’aristocrazia protestante, fondò la British Continental and General Federation of the Abolition of the State Regulation of Vice, tuttora conosciuta come International Abolitionist Federation. Negli anni della Prima Guerra Mondiale molte femministe e suffragiste sia americane che europee furono impegnate nel movimento pacifista che condusse alla creazione della Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà la cui attività si svolgeva in collaborazione con la Società delle Nazioni. International Abolitionist Federation Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente VERSO IL DIRITTO DI VOTO… Verso la fine della Prima Guerra Mondiale la lotta per il diritto di voto divenne l’obiettivo principale dei movimenti suffragisti e femministi. In Inghilterra ed anche negli Stati Uniti molti furono i sit-in e gli scioperi della fame messi in atto dalle suffragette, che dovettero anche subire la repressione delle forze dell’ordine. Anche se già prima della guerra il voto alle donne era stato introdotto in alcune nazioni, la fine del conflitto bellico costituì una prima importante tappa per la concessione dei diritti politici alle donne, da lì a poco infatti il voto alle donne fu introdotto nel Regno Unito, in Austria, nella Germania, nei Paesi Bassi, in Lussemburgo, in Canada, negli Stati Uniti, in Svezia ed in Spagna. L’allargamento del suffragio non significò però l’estensione alle donne di tutti i diritti politici. Solo negli anni ‘40 le Costituzioni statali furono modificate per permettere alle donne di accedere alla cariche pubbliche ed elettive. Torna alla pagina precedente
Torna alla pagina precedente DIRITTO D’ ISTRUZIONE ALLE DONNE All’inizio dell’ ‘800 l’accesso all’istituzione superiore fu un elemento importante della battaglia delle donne borghesi ed aristocratiche. Il dibattito che si sviluppò a partire dalla fine del ‘700 e poi nel corso del XIX secolo si incentrò sulla necessità di una migliore educazione delle bambine e delle donne. Negli Stati Uniti fino alla metà del secolo solo l’Oberlin College ammetteva le donne, ma anche in Europa la questione dell’istruzione era diventata una questione cruciale della battaglia politica delle donne. In Inghilterra nel 1849 fu fondato il primo college femminile. A partire dalla fine del secolo la questione dell’istruzione, affrontata dalla socialiste, venne usata come strumento di emancipazione delle donne contadine, operaie ed immigrate. Torna alla pagina precedente Oberlin College
Torna alla pagina precedente DONNE E LAVORO Il lavoro femminile fu, a partire dalla fine dell’ ‘800, uno dei temi dibattuti dai movimenti femministi. I gruppi e le associazioni di donne lottavano per il riconoscimento di una serie di misure a tutela del lavoro femminile, della maternità e della cura dei figli. In Francia nel 1868 la questione del lavoro costituì l’ argomento principale dei primi raduni pubblici di femministe. Sempre in Francia nel 1879 si richiese alle amministrazioni comunali di farsi carico delle madri povere per almeno 18 mesi. In Italia, invece, fu istituita la Cassa di Maternità: una proposta per l’assistenza alle madri operaie. Negli Stati Uniti furono approvate leggi sulle pensioni di maternità e misure d’aiuto alle madri ed infine nel 1912 fu istituito il primo organismo federale gestito e diretto da donne per la tutela del lavoro femminile: il Children’s Bureau. Torna alla pagina precedente
OGGI… A partire dalla fine degli anni ‘70 e soprattutto alla metà degli anni ‘80 la spinta del movimento femminista in Europa e negli USA ha perso vigore, probabilmente perché tanto è stato conquistato e nell’immaginario collettivo la donna ha raggiunto una posizione paritaria rispetto all’uomo, sebbene non in tutti gli ambiti sociali e non ovunque nel Mondo, ci sarebbe tanto altro da dire in proposito…ma questa è un’altra “battaglia” e sicuramente, se da tutto ciò che si è esposto si vuol trarre un insegnamento, combattere per qualcosa in cui si crede non è mai sbagliato!