ALLERTA DI PROTEZIONE CIVILE PREVISIONE DEI FENOMENI FRANOSI ALLERTA DI PROTEZIONE CIVILE Servizio Difesa del Suolo e Bonifica Servizi Tecnici di Bacino
EMERGENZE E CRISI REGIONALI DEGLI ULTIMI ANNI Eventi di ottobre e novembre 2000: hanno interessato circa 120 Comuni, di cui 90 dell’Appennino Centro-Occidentale, con più di 500 segnalazioni di dissesto idrogeologico e valori di precipitazioni comprese tra 100 e 200 mm nelle 24h. Eventi di ottobre e novembre 2002: hanno interessato circa 80 Comuni, di cui 60 dell’Appennino Centro-Occidentale, con diverse centinaia di segnalazioni di dissesto; nel territorio parmense, in quest’occasione, sono caduti più di 200 mm di pioggia in circa 10h. Eventi di aprile 2005: hanno interessato circa 50 Comuni, con più di 100 segnalazioni di dissesto e valori di precipitazioni comprese tra 100 e 200 mm nelle 48h. Eventi di marzo-aprile 2004: hanno interessato circa 40 Comuni, con diverse decine di segnalazioni di dissesto idrogeologico riconducibili sia ad intense precipitazioni sia al concomitante scioglimento delle nevi invernali e primaverili.
FRANA DEI BOSCHI DI VALORIA
FRANA BOSCHI DI VALORIA Ultima riattivazione: Ottobre 2005 Penultima riattivazione: Aprile 2005 Precedenti riattivazioni: Ottobre 2001 Precedenti riattivazioni: Maggio 2001 Documenti storici su riattivazioni del XII e XVII secolo
LA PREVISIONE DELLE FRANE IN EMILIA ROMAGNA Struttura regionale di Protezione Civile (2000) Obiettivo: realizzazione di un sistema di previsione preannuncio di fenomeni franosi scala regionale risoluzione giornaliera utilizzabile operativamente ai fini di protezione civile
SOGGETTI COINVOLTI NEL PROGETTO Servizio Protezione Civile (Agenzia) Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Scienze della Terra (Centro di Competenza) (D.G.R. n. 2685/00 e 762/01) ARPA - SMR (Centro Funzionale) (D.G.R. n. 2644/1999) Servizio Difesa del Suolo Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli Servizi Tecnici di Bacino STRUMENTI Specifiche Convenzioni Gruppo di lavoro tecnico (D.D. 17262/2003)
Individuazione di un’area pilota ATTIVITA’ SVOLTE Individuazione delle Unità Territoriali di Riferimento uniformi per condizioni meteo-idrogeologiche ed operative Individuazione di un’area pilota Individuazione delle stazioni pluviometriche di riferimento Messa a punto di un modello di analisi statistica delle precipitazioni cumulate, denominato SIGMA Ingegnerizzazione del modello SIGMA
UNITA’ TERRITORIALI DI RIFERIMENTO 20 19 18 17 16 15 14 11 12 13 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 N 50 km STAZIONI PLUVIOMETRICHE A TRASMISSIONE DATI IN TEMPO REALE
Valli del F. Reno e del T. Setta AREA PILOTA Valli del F. Reno e del T. Setta
Scelta delle stazioni pluviometriche di riferimento per ogni UTR MODELLO SIGMA ESTENSIONE A SCALA REGIONALE Scelta delle stazioni pluviometriche di riferimento per ogni UTR Caratteristiche: Trasmissione dati in tempo reale Rappresentatività del regime pluviometrico della UTR Serie storica consistente Problemi: Caratteristiche 1 e 3 non sempre verificate contemporaneamente Mancanza di dati digitalizzati e validati Necessità di rielaborare dati per ottenere serie storiche continue
STAZIONI PLUVIOMETRICHE IN TELEMISURA N. UTR BACINI INTERESSATI STAZIONE SERIE STORICA 1 F. Trebbia, T. Nure Bobbio Trebbia (PC) 1951 - 2000 2 T. Tidone, T. Luretta, F. Trebbia Perino (PC) 1971 - 1990 3 T. Nure, T. Riglio, T. Arda, T. Ongina Bettola (PC) 1961 - 1979 4 T. Ceno, F. Taro Bedonia (PR) 1956 - 1991 5 Bardi (PR) 6 T. Stirone, T. Parola, T. Ceno, F. Taro Salsomaggiore Terme (PR) 1961 - 1986 7 T. Baganza, T. Parma, T. Enza Bosco di Corniglio (PR) 1951 - 1998 8 T. Baganza, T. Parma, T. Termina Calestano (PR) 1951 - 1980 9 F. Secchia, T. Rossenna Villa Minozzo (RE) 1973 - 1990 10 T. Enza, T. Tresinaro, F. Secchia Carpineti (RE) 1961 - 1990 11 T. Scoltenna, T. Leo, F. Reno, T. Setta Pracchia (PT) 1951 - 1992 12 T. Scoltenna, T. Leo, F. Panaro Pavullo nel Frignano (MO) 1961 - 1992 13 F. Panaro, T. Samoggia, T. Lavino Monteombraro (MO) 1951 - 1989 14 F. Reno, T. Setta, T. Savena Porretta Terme (BO) 1950 - 1997 15 F. Reno, T. Setta, T. Savena, T. Sillaro Loiano (BO) 1951 – 1989* 16 T. Santerno, F. Senio, T. Lamone, F. Montone Marradi (FI) 1974 - 2002 17 T. Santerno, F. Senio, T. Lamone, F. Montone, T. Rabbi Castrocaro Terme (FC) 1951 - 1994 18 F. Ronco – Bidente, F. Savio Corniolo (FC) 1966 - 1990 19 Monte Jottone (FC) 1987 – 2000 20 F. Rubicone, F. Marecchia, T. Conca Ponte Verucchio (RN) 1951 – 2003**
Risoluzione temporale TIPOLOGIA DI MODELLO Analisi rapporti precipitazioni – frane APPROCCIO STATISTICO basato sulla correlazione diretta tra altezza delle precipitazioni in un determinato intervallo di tempo e innesco dei movimenti di versante precipitazione cumulata su finestre temporali di ampiezza variabile (1 – 365 giorni) Funzione soglia Risoluzione temporale giornaliera
MODELLO SIGMA COSTRUZIONE CURVE DI ALLERTA
Esempio per frane SUPERFICIALI MODELLO SIGMA TIPOLOGIE DI ALLARME Esempio per frane SUPERFICIALI Livello 1 10/01/1996
Esempio per frane SUPERFICIALI MODELLO SIGMA TIPOLOGIE DI ALLARME Esempio per frane SUPERFICIALI Livello 2 13/11/1982
MODELLO SIGMA SCHEMA DI ALLARME
PREVISIONE INNESCO FENOMENI SUPERFICIALI
Definizione della Criticità PREVISIONE INNESCO FENOMENI SUPERFICIALI Previsioni di pioggia Piogge osservate Output modello Soglie Output modello Sigma Segnalazioni/Informazioni sulle condizioni del territorio Definizione della Criticità Ordinaria Moderata Elevata
A: Bacini montani dei Fiumi Romagnoli C: Bacino montano del Reno ZONE DI ALLERTAMENTO F: Pianura di Modena e Reggio Emilia D: Pianura di Bologna e Ferrara H: Pianura di Parma e Piacenza B: Pianura di Ravenna, Forlì e Cesena G:Bacini montani di Parma, Taro e Trebbia E: Bacini montani di Panaro, Secchia ed Enza A: Bacini montani dei Fiumi Romagnoli C: Bacino montano del Reno
ALLERTA DI PROTEZIONE CIVILE FASE DI ALLERTA attenzione preallarme allarme ZONE DI ALLERTAMENTO TIPOLOGIA DI EVENTO PERIODO/TEMPO DI VALIDITA’ LIVELLO DELLA FASE DI ALLERTA
CONSIDERAZIONI il modello SIGMA costituisce il primo strumento operativo di allerta per il rischio da frana a scala regionale e giornaliero; nell’attuale configurazione il modello deve essere utilizzato in maniera integrata con altri strumenti e con le informazioni delle condizioni del territorio provenienti dai servizi tecnici preposti alla difesa del suolo; il problema dei “falsi allarmi” può essere significativamente ridotto (50%) se si decurtano i superamenti di soglia plurigiornalieri che sfociano al termine della sequenza in effettivi movimenti franosi; è necessario inoltre definire uno standard di controllo soprattutto in relazione alla verifica delle sequenze plurigiornaliere, e per la valutazione del contributo derivante dallo scioglimento delle nevi ad oggi non considerato dal modello.
POSSIBILI SVILUPPI Affrontare il problema della distribuzione spaziale delle precipitazioni anche attraverso la ridefinizione delle Unità Territoriali di Riferimento/incrementando il numero dei telepluviometri di riferimento; Calibrazione del modello sulla base dei recenti eventi di emergenza e di crisi regionale registrati negli ultimi anni; Migliorare la qualità delle registrazioni degli eventi che si verificano nel territorio regionale, anche avvalendosi di sistemi informativi integrati.
NUOVO PROGETTO Servizio Protezione Civile (Agenzia) Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Scienze della Terra (Centro di Competenza) ARPA - SMR (Centro Funzionale) Servizio Difesa del Suolo Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli Servizi Tecnici di Bacino STRUMENTI Specifiche Convenzioni Gruppo di lavoro tecnico