VENEZIA E LA SALVAGUARDIA DELLLA LAGUNA
L’EQUILIBRIO INSTABILE DELLA LAGUNA FIUMI E MAREE NEL SISTEMA DELLA LAGUNA Nella laguna si mescolano acque dolci e acque salmastre che la sottopongono a due azioni contrastanti. Da un lato ci sono i fiumi che la interrano con i loro detriti. Dall’altro c’è il mare, con la forza delle maree che erodono i fondali.
UNA LAGUNA HA QUINDI TRE POSSIBILI DESTINI CONNATURATI ALLA SUA ORIGINE.
SE L’EROSIONE E L’INTERRAMENTO SI COMPENSANO, L’AMBIENTE DELLA LAGUNA SOPRAVVIVE, SIA PURE IN EQUILIBRIO PRECARIO E INSTABILE.
SE GLI APPORTI DEI FIUMI DIVENTANO MODESTI E PREVALGONO LE FORZE ESCAVATRICI DELLE MAREE, LA LAGUNA SI TRASFORMERÀ COL TEMPO IN UN NUOVO BRACCIO DI MARE.
SE, VICEVERSA, LE TORBIDE DEI FIUMI DIVENTANO PIÙ ABBONDANTI, LA LAGUNA TENDERÀ COL TEMPO A INTERRARSI E SI TRASFORMERÀ IN UN NUOVO LEMBO DI TERRA EMERSA.
NEL XVI SECOLO ERA DIVENTATO DIFFICILE ENTRARE NELLA LAGUNA PER I CONTINUI SPOSTAMENTI DEI BANCHI SABBIOSI. PER EVITARE CHE LE NAVI SI INCAGLIASSERO DI TRAVERSO IN UNA DELLA BOCCHE LAGUNARI, LA SERENISSIMA AVEVA ORGANIZZATO UN SERVIZIO DI PILOTI CHE AVEVANO IL COMPITO DI CONDURRE LE NAVI NELLE ACQUE INTERNE DI VENEZIA. I PILOTI DOVEVANO RECARSI NELLA CITTÀ DI PARENZO E ASPETTARE QUI IL PASSAGGIO DELLE NAVI CHE LI PRENDEVANO A BORDO. QUESTA NON SI RIVELÒ UNA SOLUZIONE ADEGUATA. L’INSABBIAMENTO DEI FONDALI AUMENTAVA.
I FIUMI DEL TREVIGIANO; I FANGHI ERANO DEPOSITATI DA: I FIUMI DEL PADOVANO; I FIUMI DEL TREVIGIANO; LE CORRENTI DELLE MAREE. QUESTE FORMAVANO NEL VARCO DELLE BOCCHE LAGUNARI DUNE SUBACQUEE (BARRE).
PER PRIMA COSA I VENEZIANI INTERVENNERO PER CONTRASTARE L’AZIONE DEI FIUMI.
IL PRIMO INTERVENTO RISALE AL 1330 FU DEVIATO CON UN ARGINE IL CORSO DEL BRENTA PER PORRE FINE ALL’IMPALUDAMENTO CHE PROVOCAVA LA MALARIA NEL SESTIERE PIÙ ESTERNO DELLA CITTÀ, CANNAREGIO.
SPOSTÒ I FANGHI VERSO LA BOCCA DI MALAMOCCO. L’ARGINATURA DEL BRENTA PROVOCÒ PIÙ DANNO CHE UTILE. SPOSTÒ I FANGHI VERSO LA BOCCA DI MALAMOCCO. PROVOCÒ ALLAGAMENTI NELL’ENTROTERRA PADOVANO.
XVI SECOLO IL PROBLEMA FU AFFRONTATO IN MANIERA ORGANICA DOPO CHE VENEZIA EBBE CONQUISTATO LA TERRAFERMA DAL FRIULI ALLA FOCE DEL PO.
IL MAGISTRATO ALLE ACQUE ANNO 1501 VENEZIA ISTITUISCE IL MAGISTRATO ALLE ACQUE PER IL CONTROLLO DELLA LAGUNA.
DIVERSIONE FLUVIALE ALL’ESTERNO DELLA LAGUNA. DALL’ESPERIENZA VENEZIANA NACQUE UNA SCIENZA IDRAULICA CHE ELABORÒ UNA VISIONE COMPLESSIVA DELLA LAGUNA E UN PROGETTO GENERALE PER LA SUA CONSERVAZIONE BASATO SULLA DIVERSIONE FLUVIALE ALL’ESTERNO DELLA LAGUNA.
1540 SPOSTAMENTO FINO AL MARE APERTO DELLA FOCE DEL BACCHIGLIONE.
TAGLIO DI PO A PORTO VIRO 1599 TAGLIO DI PO A PORTO VIRO IL TAGLIO DEVIÒ IL PO VERSO SUD DANDO ORIGINE ALL’ATTUALE DELTA.
1610 VIENE REALIZZATO IL TAGLIO NOVISSIMO DEL BRENTA. IL FIUME SBOCCA FUORI DELLA LAGUNA E UNIFICA LA SUA FOCE CON QUELLA DEL BACCHIGLIONE.
SUCCESSIVAMENTE VIENE DEVIATO ANCHE IL CORSO DEL PIAVE.
VIENE DEVIATO IL CORSO DEL SILE. 1683 VIENE DEVIATO IL CORSO DEL SILE. IL FIUME SFOCIA NEI PRESSI DI IESOLO.
BISOGNAVA MANTENERE UN BACINO LAGUNARE CAPACE DI ACCOGLIERE L’ACQUA PROVENIENTE DAL FLUSSO DELLE MAREE. ALTRIMENTI L’ACQUA DELLE MAREE NON TROVANDO SFOGO AVREBBE CREATO IN CITTÀ IL FENOMENO DELL’ACQUA ALTA.
I PROPRIETARI TERRIERI AVREBBERO PREFERITO L’INTERRAMENTO DELLE BARENE A FINI AGRICOLI. I MERCANTI E GLI ARMATORI SOSTENEVANO INVECE LA DIVERSIONE DEI FIUMI E LA NECESSITÀ DI RESTITUIRE ALLA LAGUNA LE AREE IMPALUDATE E INTERRATE.
IL GRAN CONSIGLIO FISSÒ IL PERIMETRO ENTRO IL QUALE ERA PROIBITO APPORTARE MODIFICAZIONI. ESSO FU CHIAMATO CONTERMINAZIONE LAGUNARE. SI SNODAVA PER 157 KM E FU MARCATO CON 99 CIPPI ANCORA ESISTENTI.
FURONO SOPPRESSE ALCUNE SALINE; LA CONTERMINAZIONE SEGNÒ UNA SEPARAZIONE NETTA TRA BACINO LAGUNARE E TERRITORIO CIRCOSTANTE. ALL’INTERNO DELLA LAGUNA FU VIETATO DI BONIFICARE LE BARENE A FINI AGRICOLI; FURONO SOPPRESSE ALCUNE SALINE; FURONO APERTI NUOVI CANALI; VENNE IMPEDITA QUALSIASI OPERA CHE POTESSE MODIFICARE L’EQUILIBRIO RAGGIUNTO.
LA CONTERMINAZIONE FU INIZIATA NEL 1610 E COMPLETATA NEL 1792 CON LA REALIZZAZIONE DEI MURAZZI. I MURAZZI SONO UNA PODEROSA OPERA DIFENSIVA, IN PIETRA D’ISTRIA, CHE BORDA IL UNGO FRONTE MARITTIMO DEL LIDO.
I MURAZZI FURONO COMPLETATI POCO ANNI PRIMA DELLA FINE DELLA REPUBBLICA. TUTTE LE OPERE DI CONSERVAZIONE AMBIENTALE FURONO REALIZZATE QUANDO ORMAI LA SERENISSIMA AVEVA INIZIATO IL SUO DECLINO.
VENEZIA È COME SE AVESSE VOLUTO TENER FEDE A UN SUO EDITTO DEL ‘500 CHE, DA UNA LAPIDE CONSERVATA AL MUSEO CORRER, ANCORA AMMONISCE: «LA CITTÀ DEI VENETI, FONDATA SULLE ACQUE PER VOLONTÀ DELLA DIVINA PROVVIDENZA, È CIRCONDATA DI UN AMBITO D’ACQUE E LE ACQUE LA DIFENDONO COME FOSSERO MURA. CHIUNQUE, PER QUALSIVOLGIA RAGIONE, AVRÀ OSATO RECAR DANNO ALLE PUBBLICHE ACQUE, SARÀ GIUDICATO COME NEMICO DELLA PATRIA; E NON RICEVERÀ PENA MINORE DI CHI AVRÀ VIOLATO LE SANTE MURA DELLA PATRIA. QUESTO EDITTO SIA VALIDO IN PERPETUO ».