LA COGNIZIONE SOCIALE
Il problema della conoscenza della realtà sociale rappresenta una delle tematiche cruciali della psicologia sociale; non a caso, una delle correnti teoriche di questa disciplina si chiama “social cognition” o cognizione sociale.
Al centro di questo approccio sta l’interesse per le strutture e i processi cognitivi che permettono alle persone di accumulare conoscenza della loro realtà per trasformarla in funzione dei propri bisogni
La Cognizione Sociale si occupa dello studio scientifico dei processi attraverso cui le persone acquisiscono informazioni dall’ambiente, le interpretano, le immagazzinano in memoria e le recuperano da essa, al fine di comprendere sia il proprio mondo sociale, sia loro stesse, ed organizzare di conseguenza i propri comportamenti
La cognizione “La cognizione è l’attività del conoscere: l’acquisizione, l’organizzazione, l’uso della conoscenza” (Neisser, 1976) Il termine cognition si riferisce all’insieme delle attività attraverso le quali le persone elaborano le informazioni provenienti dai sensi e dalla memoria.
Rispetto ad altre aree d’indagine della psicologia sociale, maggiormente incentrate sulle dimensioni “esterne” alla persona, la cognizione sociale studia i fattori “interni” e i relativi processi mentali.
Le attribuzioni di causalità, la categorizzazione sociale, gli schemi cognitivi, le euristiche del pensiero sono i principali temi d’interesse della social cognition.
La social cognition, pur non essendo una “teoria” in senso stretto, appare come un orientamento concettuale fortemente definito: dal modello di essere umano dal modo con cui considera il sociale dai modi di analisi
1. MODELLO DI ESSERE UMANO: Modello di individuo come ricercatore di coerenza (Anni ’50 - ’60) Lo stato di incoerenza fra conoscenze, credenze e comportamenti costituisce una motivazione per ripristinare la coerenza tramite, ad esempio, un cambiamento nell’atteggiamento
Modello di individuo come scienziato ingenuo (anni ’70) Come uno scienziato, l’individuo, dotato di capacità logico - razionali, raccoglie tutti i dati necessari alla conoscenza di un certo oggetto e giunge a conclusioni logiche.
Modello di individuo come economizzatore di risorse (Taylor, 1981) Gli individui possono disporre di risorse limitate nell’elaborare le informazioni sociali e quindi tendono a utilizzare delle strategie capaci di semplificare i problemi che devono affrontare.
2. MODELLO DI “SOCIALE”: Il sociale è assai ridotto; è uno scenario dato, fisso, obiettivizzato, considerato solo nella sua natura di “stimolo” esterno. La psicologia sociale americana dopo Lewin ha trascurato le determinanti sociali della cognizione, ossia la connessione dei processi cognitivi ai sistemi di credenze e conoscenze culturali
3. MODI DI ANALISI: La social cognition ricorre a procedure sperimentali di laboratorio, centrate sull’analisi minuziosa dei processi cognitivi considerati attraverso le diverse fasi di ricezione e di trattamento dell’informazione, cioè come sequenze di fasi nell’ambito di una organizzazione gerarchica della mente.
Assunti dell’approccio cognitivo: ATTIVITÀ MENTALE: fenomeno altamente strutturato, organizzato, gerarchizzato; HUMAN PROCESSING: attenzione alla sequenza di fasi che caratterizza i processi cognitivi
Utilizzo di MODELLI per rappresentare la sequenza input-elaborazione-output COSTRUZIONE MENTALE: la percezione è intimamente legata ai processi di pensiero (memoria, categorizzazione, valutazione)
L’accumulazione della conoscenza sulla realtà sociale deriva da due fonti di informazione: la realtà oggettivamente data, che sta fuori di noi Il nostro modo di percepirla, ciò che la mente attivamente costruisce e organizza
L’ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI DI NATURA SOCIALE: Memoria, conoscenza organizzata Evento stimolo Percezione Codifica iniziale Categorizzazione Ulteriori inferenze, decisioni/giudizi Risposta comportamentale
Le persone utilizzano due tipi di processi di conoscenza, a seconda degli scopi che perseguono: Processi bottom-up (dal basso all’alto) Processi di conoscenza top-down (dall’alto al basso)
Processi bottom-up (o data-driven): si basano sui dati della situazione in atto raccolti tramite la percezione. Sono più accurati, ma dispendiosi sul piano temporale in quanto si centrano su ogni singolo elemento di informazione
Processi top-down (o schema-driven): si basano sull’esistenza di concetti, conoscenze e teorie presenti in memoria, che permettono di trattare stimoli nuovi facendo riferimento a informazioni già possedute. Accorciano il lavoro cognitivo, ma possono indurre in errori e distorsioni
Le conoscenze sociali in memoria sono organizzate in diversi tipi di strutture: Categorie Prototipi Schemi
Categoria Struttura elementare di conoscenze, classificazione di cose o persone basata: sul riconoscimento della somiglianza tra gli elementi che la compongono sulla diversità degli elementi esclusi
L’uso di categorie risponde almeno a due funzioni: “semplificare il mondo” “fornire informazioni”
Secondo la concezione aristotelica, le categorie sono definite da un numero ridotto di criteri necessari e sufficienti, soddisfatti i quali ogni membro ha piena appartenenza alla categoria in questione (comprensione ed estensione)
La realtà sociale risulta difficile da classificare in base a criteri rigidi come quelli della concezione aristotelica. Le categorie sociali hanno confini sfuocati e non è sempre facile decidere se un esemplare appartiene a pieno titolo a una di esse.
Pertanto, gli esemplari all’interno delle categorie possono avere diverse posizioni: alcuni occupano posizioni centrali in quanto possiedono gli attributi più tipici della categoria altri hanno posizioni più periferiche perché sono meno rappresentativi
Prototipo Un prototipo è una rappresentazione astratta che definisce le componenti di una categoria; esso è l’esempio più rappresentativo e il punto di riferimento per definire la categoria.
Le persone si formano un’immagine astratta (prototipo) di un membro della categoria che assommi in sé le caratteristiche peculiari di essa.
Schema Gli schemi sono conoscenze immagazzinate in memoria grazie all’esperienza; sono strutture cognitive inerenti a oggetti, persone, situazioni, inclusi i loro attributi e le relazioni che tra loro intercorrono.
Gli schemi -semplificano la comprensione della realtà; -guidano la costruzione di nuove conoscenze (influenzano l’elaborazione, la codifica in memoria e l’interpretazione delle informazioni )
Possiamo immaginarci uno schema come una struttura piramidale, gerarchicamente organizzata al vertice: informazioni nella loro forma più astratta a livelli più bassi: esempi o “casi” specifici dello schema
I concetti di categoria e schema presentano delle sovrapposizioni; tuttavia: -categoria: enfatizza il momento iniziale di organizzazione degli stimoli sociali; -schema: centrato sul modo in cui si utilizza la conoscenza accumulata e depositata in memoria nella comprensione delle nuove informazioni
Esistono diversi tipi di schemi sociali, a seconda del genere di informazioni contenuti in essi: Schemi di persone Schemi di sé Schemi di ruolo Schemi di eventi (script)
Gli schemi di persona Sono strutture di conoscenza che contengono le informazioni che ci aiutano a descrivere le persone in base ai loro tratti di personalità e i loro scopi.
Gli schemi di sé Il soggetto, pensando a se stesso, costruisce schemi grazie ai quali struttura la propria autocoscienza. Esiste una serie di tratti particolarmente centrale per la descrizione di sé
Gli schemi di ruoli I ruoli sociali definiscono i comportamenti previsti in relazione alle posizioni che le persone occupano in una data realtà sociale. Esistono ruoli acquisiti e ruoli ascritti
Gli schemi di eventi Conoscenze relative al modo con cui ci si comporta nelle diverse situazioni sociali, comprese le aspettative che abbiamo sul modo in cui si comporteranno gli altri (scripts o copione).
Esistono situazioni in cui le persone sono motivate a elaborare accuratamente le informazioni prima di emettere il giudizio sociale
Esistono anche situazioni in cui le persone devono elaborare giudizi complessi in situazioni che diminuiscono l’accuratezza dei processi cognitivi (stanchezza, mancanza di tempo, sovraccarico cognitivo)
In questi casi le persone utilizzano delle strategie cognitive che semplificano ed accorciano il tempo dei percorsi cognitivi che permettono loro di arrivare alla soluzione dei problemi
Biases, euristiche, scorciatoie, errori I biases sono delle modalità di giudizio distorte in maniera sistematica. Il concetto di euristica cognitiva deriva dal termine èureka, che esprime la gioia di aver trovato la soluzione a un problema; esso si riferisce a modalità di elaborazione dell’informazione parsimoniose e caratterizzate da assenza di sforzo mentale.
Euristica della rappresentatività Tale euristica viene utilizzata al fine di emettere dei giudizi circa la probabilità che un certo evento si verifichi: riguarda, nello specifico, quei giudizi in cui le persone devono decidere se un certo esemplare appartiene a una certa categoria.
Euristica della disponibilità È una strategia di pensiero che viene attivata quando le persone devono valutare la frequenza o probabilità di un evento: essa si basa sulla facilità e sulla velocità con cui vengono alla mente esempi associati alla categoria del giudizio in questione.
Euristica dell’ancoraggio e dell’aggiustamento Quando le persone si trovano a dover emettere giudizi sulla base di informazioni incerte o ambigue cercano dei punti di riferimento a cui ancorarsi