Il passaggio di Interreg da Iniziativa Comunitaria a Obiettivo dei fondi strutturali e il nuovo approccio della programmazione unitaria dott.ssa Marilena.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
presentazione a cura del Servizio Progetti di Ateneo
Advertisements

La filiera delle risorse culturali, naturali e turistiche
LItalia e il 7° Programma Quadro per la Ricerca Fiera del Levante Bari, 16 settembre 2006 Presidenza del Consiglio dei Ministri Riforme e Innovazioni nella.
Le collaborazioni avviate dallAgenzia dellInnovazione con CNR, CRUI, ISS, ENEA e Fondazione Silvio Tronchetti-Provera 21 luglio 2009.
Programma Transfrontaliero Italia-Francia Marittimo Programma Transfrontaliero Italia-Francia Marittimo Livorno 26/11/2007 Asse 1 Accessibilità e Reti.
Roma 14 maggio 2008 IL POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO PROPOSTA PER UN PROGETTO PILOTA DELLE PROVINCE DEL MEZZOGIORNO.
1 Riflessioni sul futuro della politica di coesione DG Politica regionale Commissione europea.
Azioni Strutturali Politica regionale Rafforzare la concentrazione Obiettivi7 3 Iniziative comunitarie13 4 % della popolazione.
Ministero della salute Direzione generale per i rapporti con lUnione europea e per i rapporti internazionali La salute nella strategia di Lisbona Roma,
Programmazione, attuazione e monitoraggio degli investimenti pubblici finanziati con le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate e i Fondi strutturali.
Unione Europea e Fondi Strutturali
I Fondi strutturali dellUnione europea e il Quadro Strategico Nazionale nella programmazione Laurea Magistrale in Statistica, economia e impresa.
LA COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA
Regional Policy EUROPEAN COMMISSION 1 Alejandro Checchi Lang Commissione europea - DG Politica Regionale Perugia – 27 ottobre 2006 Obiettivo Competitività
1 direzione centrale relazioni int.li, comunitarie e autonomie locali via Udine, 9 Programmazione comunitaria
Regional Policy EUROPEAN COMMISSION 1 Bruxelles, 15 maggio 2006 INCONTRO DEGLI STUDENTI DELLUNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE CON LE ISTITUZIONI EUROPEE.
REG. (CE) N. 1080/2006 Disposizioni FESR Articolo 1 – Oggetto 1. Il regolamento definisce i compiti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il.
Architettura della programmazione Programmazione Strategica: UE OSC – Orientamenti Strategici Comunitari STATOQSN Quadro Strategico Nazionale Programmazione.
Ministero dello Sviluppo Economico
La Governance delle Energie Rinnovabili Giuseppe Floris Anna Lallai
Le agevolazioni della Programmazione Le aggregazioni di imprese e le filiere produttive.
Direzione Lavoro Roma, 4 dicembre Pier Angelo Turri La transnazionalità nel P.O. FSE della Regione del Veneto.
1 Seminario Strumenti per la Cooperazione transnazionale del FSE Roma, 4 dicembre 2008 Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali Coordinamento.
incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese nel settore turistico favorire una migliore cooperazione tra gli Stati membri,
1 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e delle Politiche.
Il Programma transfrontaliero IPA Adriatico Dott.ssa Giovanna Andreola Regione Abruzzo – Servizio Attività Internazionali Venezia Mercoledì,
Tavolo di concertazione INTERREG IIIA Italia-Slovenia U.P. Cooperazione transfrontaliera Venezia, 29 novembre 2006.
Il Programma transfrontaliero IPA Adriatico Dott.ssa Giovanna Andreola Regione Abruzzo Servizio Attività Internazionali Pescara, 28 Settembre.
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Programma Operativo Nazionale Governance e Azioni di Sistema (FSE) Obiettivo 1 - Convergenza [IT051PO006]
UNA RETE PER LA COOPERAZIONE TERRITORIALEUROPEA Dolores Deidda Catanzaro 15 dicembre 2008.
GUIDA SINTETICA ALL’INTERREG III/A
REGOLAMENTO 1081 DEL RELATIVO AL FSE E RECANTE ABROGAZIONE
OBIETTIVO COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA ( ) Lodovico Gherardi.
LINTESA REGIONE-PROVINCE PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE 4 GIUGNO 2008.
regolamenti e documenti di programmazione
RETE REALSAN RETEdi AUTORITA e ATTORI LOCALI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE.
1 Politiche di Coesione Linee guida della strategia comunitaria Competitività e Occupazione REGIONE UMBRIA Servizio Programmazione strategica.
Regional Policy EUROPEAN COMMISSION 1 Michele Pasca-Raymondo Commissione europea DG Politica Regionale Bruxelles, 28 novembre 2006 Confcommercio International.
scienza di eccellenza: eccellenze della ricerca scientifica europea
Un Piano Strategico per lo Sviluppo dei Sistemi ITS in Italia ROMA 13 Dicembre 2007 Prof. Giovanni Tesoriere I SISTEMI ITS A SUPPORTO DELLE POLITICHE SULLA.
PIANO SUD: INCONTRO MINISTRO FITTO “Obiettivi, criteri e modalità per la programmazione delle risorse di cui alla delibera CIPE n. 79 del 30 luglio 2010,
P.F. POLITICHE COMUNITARIE LA RIFORMA DEI FONDI STRUTTURALI U.E Le priorità della riforma nelle Regioni dell’attuale Ob.2 (FESR)
Fondi Strutturali e rete delle CCIAA Calabresi Workshop, Catanzaro 25 maggio 2006.
1^ BANDO REGIONALE “RICERCA E SVILUPPO” NEGLI AMBITI TECNOLOGICI DELLA SMART SPECIALIZZATION POR FESR MARCHE Il POR FESR Marche si.
PROGRAMMAZIONE La Politica Unitaria Regionale
P.F. POLITICHE COMUNITARIE LA RIFORMA DEI FONDI STRUTTURALI U.E Le priorità della riforma nelle Regioni dell’attuale Ob.2 (FESR)
Membro Sistema Nazionale CTN Membro Sistema Nazionale CTN Cluster Tecnologico Nazionale dei mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina.
LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI IL POR SARDEGNA Sergio Diana – Membro del Team Europe della Commissione Europea.
FDL Dipartimento FRS FONDI STRUTTURALI Una risorsa finanziaria importante per lo sviluppo della Regione, del Paese e della Comunità Europea.
2005 la riforma della Politica di sviluppo rurale per il Regolamento (CE) 1290/05 Introduzione di due strumenti finanziari Fondo Europeo Agricolo.
I Fondi indiretti all’interno dell’Unione Europea
Geografia dell’Unione Europea LEADER Martedì 4 maggio 2010 Dott. Pierluigi Magistri.
Interreg Marittimo PROGRAMMA DI COOPERAZIONE ITALIA-FRANCIA MARITTIMO
Fondi strutturali e Strategia Europa 2020 EuroMigMob – 1° Evento
GIORNATE FORMATIVE FONDI EUROPEI : OPPORTUNITA’ PER GLI ENTI LOCALI 20 OTTOBRE 2015, PESCARA Sala conferenze Fondazione PescarAbruzzo Corso Umberto.
I fondi strutturali Nuova politica di coesione Economia fondata sulla conoscenza (competitiva e sostenibile) Concentrazione sulle regioni svantaggiate;
Linee strategiche per il futuro: programmazione Giovanna Indiretto – Unità Pari Opportunità.
Misura 16 Giuliano Polenzani. Misura Cooperazione un nuovo modo per rispondere alle sfide del millennio competitività dell’agricoltura gestione sostenibile.
01/06/2016 Siracusa - Castello Maniace 1 Presidenza della Regione Siciliana Dipartimento regionale della Programmazione Autorità di Gestione PO Italia-Malta.
Fondi Strutturali Obiettivo “Competitività regionale” PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE - FERS.
COOPERAZIONE TERRITORIALE Programma Multilaterale di Bacino Mediterraneo – ENPI Regione Toscana -Settore Attività Internazionali.
02/06/2016 Catania 1 Evento di Lancio del Programma e presentazione primo bando Auditorium Monastero dei Benedettini Catania 25 gennaio 2010 Presidenza.
COOPERAZIONE TERRITORIALE Programma transfrontaliero Italia/Francia ‘Marittimo’ Regione Toscana - Settore Attività Internazionali.
COOPERAZIONE TERRITORIALE La “Cooperazione territoriale europea” si pone l’obiettivo di rafforzare -la cooperazione transfrontaliera mediante.
Il POR FESR dell’Emilia-Romagna ASSE 5 Paola Castellini.
Murcia, ottobre 2009 Il Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo AUTORITA’ DI GESTIONE COMUNE PROGRAMMA ENPI CBC BACINO DEL MEDITERRANEO.
Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016 POR FESR Informativa sulle attività dell’Autorità Ambientale 13 Maggio 2016.
COOPERAZIONE TERRITORIALE Programma transfrontaliero Italia/Francia Marittimo Regione Toscana - Settore Attività Internazionali.
1 I Fondi strutturali dell’Unione europea e il Quadro Strategico Nazionale nella programmazione Laurea in Scienze Statistiche Corso di Politica.
Claudio Brédy Capo Servizio Politiche comunitarie Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali Gli scenari condivisi delle evoluzioni attese del contesto.
Transcript della presentazione:

Il passaggio di Interreg da Iniziativa Comunitaria a Obiettivo dei fondi strutturali e il nuovo approccio della programmazione unitaria dott.ssa Marilena Barbaro Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari Ministero dello Sviluppo Economico

2 Principali novità rispetto al Cambio di status: da iniziativa comunitaria (Interreg) a obiettivo dei Fondi Strutturali base giuridica rafforzata maggiore visibilità 2.Approccio strategico della programmazione: i programmi (PO) devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi dellUE (agenda di Lisbona) ed essere coerenti con gli Orientamenti Strategici Comunitari i Quadri Strategici Nazionali 3.Strategie orientate a raggiungere risultati concreti e valutabili i programmi si articolano in obiettivi e priorità strategiche, volti a raggiungere risultati espressi da indicatori quantificati e monitorabili 4.Un processo di valutazione accompagna tutta la vita dei programmi operativi, dal momento della concezione della strategia fino alla valutazione ex post dellimpatto generato 5.Viene effettuata la Valutazione Ambientale Strategica dei PO

3 La base giuridica 1.Regolamento generale: Reg (CE) n.1083/ luglio 2006 Stabilisce obiettivi, criteri, strumenti e procedure generali per la predisposizione e lattuazione dei documenti strategici e dei programmi operativi. 2.Regolamento FESR: Reg (CE) n.1080/ luglio 2006 Stabilisce le priorità tematiche per lintervento del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e puntualizza alcune disposizioni specifiche relative allobiettivo di cooperazione territoriale. 3.Regolamento GECT: Reg (CE) n.1082/ luglio 2006 Disciplina listituzione e il funzionamento dei Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale che possono essere creati per facilitare la cooperazione territoriale nellambito dellUnione Europea. 4.Regolamento di attuazione: Reg (CE) n.1828/ dicembre 2006 Detta norme puntuali per lattuazione del Regolamento generale e del Regolamento FESR

4 La base giuridica (segue) 1.Decisione della Commissione del 4 agosto C(2006) 3473 def. Fissa la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dellobiettivo di cooperazione territoriale europea per il periodo Ripartisce solo le risorse per la cooperazione transfrontaliera e transnazionale 2.Decisione della Commissione del 6 novembre 2006-C(2006) 5144 def Stabilisce lelenco delle regioni e delle zone ammissibili alla cooperazione transfrontaliera e transnazionale per il periodo Vengono elencate le NUTS III di ogni Stato membro eleggibili alla cooperazione transfrontaliera e le NUTS II che fanno parte dei diversi spazi transnazionali di cooperazione Tutto il territorio dellUE è eleggibile alla cooperazione interregionale

5 La base giuridica nazionale Delibera di adozione del Quadro Strategico Nazionale approvata il 22 dicembre 2006 Delibera n.036 del 15 giugno Definizione dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale degli interventi socio-strutturali comunitari per il periodo di programmazione ; Deliberazione CIPE di attuazione del Quadro Strategico Nazionale Obiettivo di Cooperazione territoriale europea approvata il 21 dicembre 2008

6 Le risorse finanziarie comunitarie (milioni di euro, prezzi correnti)

7 Le risorse finanziarie comunitarie allocate allItalia confronto / (milioni di euro, prezzi 2004) Risorse comunitarie allocate allItalia per la cooperazione transfrontaliera e transnazionale (prezzi 2004) : (Interreg): 434,93 milioni di euro (obiettivo cooperazione territoriale europea): 750 milioni di euro

8 Le tipologie di cooperazione territoriale focus Cooperazione transnazionale Aree ammissibili: macroregioni europee formate da insiemi di regioni NUTS II appartenenti ad almeno due paesi. Le aree e le regioni eleggibili per ciascuna area sono individuati dalla Commissione europea Priorità: vengono finanziate reti e azioni che favoriscano uno sviluppo territoriale integrato concentrato su a)Innovazione: reti scientifiche e tecnologiche, rafforzamento delle capacità regionali di ricerca e sviluppo tecnologico e innovazione che contribuiscano direttamente allo sviluppo economico equilibrato delle zone transnazionali b)Ambiente: gestione risorse idriche, efficienza energetica, prevenzione dei rischi e protezione ambientale che presentino una chiara dimensione transnazionale c)Accessibilità: miglioramento dellaccesso e della qualità dei servizi di trasporto e telecomunicazioni che presentino una chiara dimensione transnazionale d)Sviluppo urbano sostenibile: rafforzamento dello sviluppo policentrico a livello transnazionale, nazionale e regionale che presenti un chiaro impatto transnazionale.

9 I programmi Operativi ai quali partecipa lItalia ProgrammaRisorse FESR di parte italiana (euro, prezzi correnti) Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alpi (ALCOTRA) Italia-Francia (frontiera marittima) Italia-Svizzera Italia-Austria Italia-Grecia Italia-Malta Italia-Slovenia ENPI-CBC Italia-Tunisa ENPI-CBC Bacino Mediterraneo IPA-CBC Adriatico Transnazio- nale Spazio Alpino Europa Centrale Europa Sudorientale Mediterraneo Interregio- nale Cooperazione Interregionaleindefinito Sviluppo Urbanoindefinito Interactindefinito Esponindefinito TOTALE

10 La strategia italiana: la cooperazione territoriale nel DSPN (Documento Strategico preliminare Nazionale) Per molti territori, la cooperazione con territori transfrontalieri o con altri poli o regioni al di fuori del paese è essenziale per conseguire effettivi risultati di sviluppo. (Es. il pieno successo del rilancio, via ricerca e innovazione, cultura e natura, di alcune regioni del nord Italia dipende per molti profili dalla Cooperazione transfrontaliera e transnazionale nella zona alpina).

11 La cooperazione territoriale nel DSPN (segue) La Cooperazione territoriale assume il ruolo di fattore di propulsione della progettazione territoriale locale è elemento di valorizzazione delle esperienze maturate nella cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale costituisce uno strumento per affrontare, costruendo partenariati di qualità e di dimesnione opportuna, le sfide della globalizzazione e della competitività con lapertura dellItalia e del Mezzogiorno soprattutto rispetto alle aree di preadesione (i Balcani) e di vicinato (Mediterraneo)

12 La strategia italiana: la cooperazione territoriale nel QSN (Quadro Strategico Nazionale) Il QSN si riferisce a tutti e tre gli obiettivi dei Fondi Strutturali, includendo quindi lobiettivo cooperazione territoriale, al fine di valorizzare lapporto della cooperazione territoriale allo sviluppo regionale e alla coesione economica, sociale e territoriale. La cooperazione territoriale perciò deve concorrere alle priorità strategiche del QSN, valorizzando il potenziale competitivo regionale e locale frenato dallesistenza di confini amministrativi

13 La cooperazione territoriale nel QSN (segue) L Italia può apportare competenze e conoscenze che concorrono a raggiungere obiettivi comuni di sviluppo di regioni frontaliere e transnazionali europee, ad esempio fornendo: Ricerca di alta qualità internazionale, presente in diverse aree, ma non interfacciata in modo stabile con i centri di competenza esistenti al di là delle frontiere Competenze ed esperienze nel campo dello sviluppo sostenibile, applicabili alla crescita della capacità amministrativa, alla promozione del turismo sostenibile come brand distintivo dellEuropa e del Mediterraneo, alla promozione di azioni di mitigazione ambientale e prevenzione dei rischi Capacità di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, in cui lItalia porta un valore aggiunto di specifiche competenze, abilità e saperi, metodologie, strumenti ed esperienze riconosciuto a livello internazionale, ma poco sfruttato a servizio dello sviluppo regionale europeo Dotazioni infrastrutturali strategiche per lo sviluppo di piattaforme territoriali transnazionali attestate sui corridoi transeuropei e sulle Autostrade del mare, per rispondere ad esempio in modo adeguato allincremento dei traffici nel Mediterraneo

14 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN Macrobiettivo: Sviluppare i circuiti della conoscenza Priorità 2-Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dellinnovazione per la competitività Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale Creazione di reti scientifiche e tecnologiche e valorizzazione delle capacità di ricerca e sviluppo regionali. In particolare saranno promosse azioni volte a: rafforzare le capacità di ricerca cognitive, promuovendo lo sviluppo di collaborazioni tra produttori di conoscenza aumentare il grado di internazionalizzazione dei centri di competenza sviluppare nuove capacità nel settore della ricerca applicata valorizzare le capacità di eccellenza già esistenti per metterli a disposizione dei sistemi produttivi locali. Transnazionale:Nel quadro della creazione e sviluppo di reti scientifiche e tecnologiche e rafforzamento delle capacità regionali di R&ST che contribuiscano direttamente allo sviluppo economico equilibrato delle zone transnazionali.

15 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e linclusione sociale nei territori Priorità 3-uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale Promuovere azioni di mitigazione ambientale in contesti interessati dallo sviluppo di infrastrutture di rilievo europeo e globale Definire strategie integrate per il miglioramento della qualità dellaria e per la gestione dei rischi naturali e tecnologici Definire strategie di lungo periodo per la mitigazione e la gestione d egli effetti dei cambiamenti climatici, coordinando e rafforzando azioni congiunte di monitoraggio, sorveglianza, prevenzione nei contesti più esposti a rischio (contesti montani, ecc) Promuovere unefficace gestione delle risorse idriche, lutilizzo delle fonti di energia rinnovabile e alternativa e lincremento dellefficienza energetica negli usi finali, mediante la partecipazione allo sviluppo di meccanismi finanziari per il supporto del mercato delle tecnologie di settore ela realizzazione di progetti innovativi sullutilizzo di fonti rinnovabili e alternative di energia, con particolare attenzione alla promozione e al rafforzamento delle filiere produttive di nuove tecnologie energetico ambientali

16 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e linclusione sociale nei territori Priorità 3-uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo Tipologia di cooperazione territoriale Transnazionale Nel quadro delle attività di gestione delle risorse idriche, efficienza energetica, protezione dei rischi e protezione ambientale che presentino una chiara dimensione transnazionale.

17 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza Priorità 5- valorizzazione delle risorse naturali e culturali per lattrattività dello sviluppo Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale promozione dello sviluppo di competenze, abilità e saperi qualificati in materia di conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale ampliamento e integrazione nellutilizzo di metodologie, strumenti, esperienze di valorizzazione integrata del patrimonio culturale e del paesaggio utilizzo di sistemi avanzati di monitoraggio per il controllo e la gestione del rischio di degrado sviluppo di strumenti di gestione di poli di eccellenza e di sistemi e reti di risorse culturali, sia materiali che immateriali rafforzamento della capacità amministrativa e tecnica in materia di sviluppo sostenibile, in particolare nelle aree di cooperazione dei paesi di nuova adesione e paesi non membri dellUE rafforzamento e alla crescita di turismo sostenibile, per valorizzare ed estendere il turismo sostenibile come brand internazionale distintivo dellEuropa e del Mediterraneo

18 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza Priorità 5- valorizzazione delle risorse naturali e culturali per lattrattività dello sviluppo Tipologia della cooperazione territoriale europea Transnazionale Nel quadro della protezione e valorizzazione del patrimonio naturale a sostegno dello sviluppo socio-economico e del turismo sostenibile e della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo urbano sostenibile.

19 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza Priorità 6-Reti e collegamenti per la mobilità Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale Promuovere lo sviluppo di piattaforme territoriali e strategiche che valorizzino il potenziale competitivo locale, rafforzando i corridoi transeuropei e i nodi infrastrutturali, concorrendo a garantire reti e nodi funzionali allo sviluppo, a promuovere il ricollocamento strategico di porti e aeroporti e dei servizi connessi, a sviluppare nuovi segmenti di mercato per quei settori in cui il vantaggio competitivo italiano è condizionato da carenze logistiche, a migliorare sicurezza e intermodalità, integrazione e sinergia tra le reti, sviluppo dei servizi e piattaforme ICT per il sistema economico e sociale Tipologia della cooperazione territoriale europea Transnazionale Nel quadro del miglioramento allaccesso e alla qualità dei servizi di trasporto e telecomunicazioni che presentino una chiara dimensione transnazionale

20 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza Priorità 7-Competitività dei sistemi produttivi e occupazione Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale Concorrere a promuovere linterconnesione e lintegrazione dei sistemi locali nelle reti lunghe sulle quali ha luogo lo scambio di capitali, saperi e tecnologie, in particolare: favorendo lintegrazione delle risorse umane valorizzando le competenze scientifiche esistenti consolidando lo sviluppo di distretti e piattaforme tecnologiche internazionali rafforzando le reti di cooperazione tra il sistema di ricerca e le imprese Tipologia della cooperazione territoriale europea Transnazionale Nel quadro della realizzazione di reti tra istituti di istruzione terziaria, istituti di ricerca e PMI, di collegamenti che migliorino laccesso alle conoscenze scientifiche e ai trasferimenti di tecnologia tra strutture di R&ST e centri internazionali di eccellenza in materia di R&ST, di sviluppo di strumenti congiunti di ingegneria finanziaria destinati al sostegno della R&ST nelle PMI.

21 Cooperazione territoriale e obiettivi e priorità del QSN (segue) Macrobiettivo:Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza Priorità 8-Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani Obiettivo specifico per la cooperazione territoriale Favorire la crescita di attrattività, il rilancio e il riposizionamento delle città italiane su specifici mercati obiettivo Favorire la crescita economica equilibrata delle città situate nelle aree frontaliere, attraverso la messa in rete di strutture e servizi (per la conoscenza, linnovazione, la cultura, laccoglienza) che consentano di raggiungere rating più elevati a livello europeo e internazionale di contrastare esclusione e disagio (presidi ospedalieri,trasporto integrato, centri per servizi comuni, ecc). Tipologia della cooperazione territoriale europea Transnazionale Nel quadro della promozione dello sviluppo urbano sostenibile.

22 La Cooperazione Territoriale: principi, metodi e requisiti per unefficace attuazione Principi realizzare progetti di scala più elevata, diretti alla effettiva produzione di servizi per cittadini e imprese; coinvolgere i soggetti privati, più del passato; stabilire anche in questo campo obiettivi e forti percorsi di valutazione rafforzare lapporto di alti centri di competenza nazionale e internazionale rispondere a requisiti di qualità, misurati secondo gli standard di riferimento internazionali rispettare criteri di complementarità e di scala di intervento capaci di generare impatti significativi.

23 La Cooperazione Territoriale: principi, metodi e requisiti per unefficace attuazione (segue) Al fine di far diventare la Cooperazione Territoriale una opportunità del territorio si rende necessario puntare: sulla concentrazione delle risorse sullindividuazione dei punti di forza (da valorizzare) e sui punti di debolezza del territorio (da colmare) sulla collaborazione interistituzionale sullintegrazione delle politiche

24 La Cooperazione Territoriale nel QSN: la governance La cooperazione territoriale vede protagoniste le Regioni e gli attori locali Alle Amministrazioni centrali è affidato un ruolo di coordinamento strategico e di accompagnamento, allinterno di un modello di governance multilivello nel rispetto dei principi di sussidiarietà e partenariato che governano la politica comunitaria di coesione

25 La Cooperazione Territoriale nel QSN: la governance (segue) E prevista listituzione di un Gruppo di coordinamento strategico costituito da: Amministrazioni centrali Amministrazioni regionali partenariato istituzionale ed economico-sociale, Il Gruppo di coordinamento strategico ha il compito di assicurare una visione dinsieme delle attività avviate nellambito dellobiettivo di cooperazione territoriale, in modo da cogliere le interazioni tra cooperazione frontaliera, transnazionale e interregionale, sotto il profilo delle specificità tematiche e territoriali. Il Gruppo di Coordinamento Strategico nellambito del QSN avrà una funzione mirata a integrare la cooperazione territoriale nel disegno unitario di programmazione della politica regionale di coesione.

26 La Cooperazione Territoriale nel QSN: la governance (segue) Il Gruppo potrà stabilire modalità e organizzazioni operative su diversi aspetti e temi: (strategici; attuativi; valutativi, geografici; tematici, di comunicazione/disseminazione) Il Gruppo svolgerà compiti di indirizzo in fase di programmazione per definire i contenuti della strategia nazionale precisando gli ambiti specifici di intervento di interesse italiano, identificando temi, strumenti e criteri di integrazione e complementarietà con gli altri strumenti finanziari comunitari e nazionali e in particolare lintegrazione sia tra il FESR e gli altri fondi a finalità strutturale (FSE, FEASR, FEP) sia tra il FESR e lo Strumento Europeo di vicinato e partenariato (ENPI) e lo Strumento di assistenza pre-adesione (IPA), nonché lintegrazione tra FESR e Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS).

27 La Cooperazione Territoriale nel QSN: la governance (segue) Il Gruppo svolge compiti di indirizzo in fase di attuazione e gestione dei programmi: promuovendo e svolgendo un ruolo di indirizzo e coordinamento per lo sviluppo di progetti multiregionali e di filiere progettuali coerenti, al fine di conseguire massa critica e integrazione territoriale e settoriale delle iniziative di cooperazione territoriale ( integrazione e complementarietà tra i diversi programmi comunitari e nazionali ) valorizzando i partenariati già avviati favorendo la ricerca di partenariati adeguati e affidabili; attivando e promuovendo tutte le attività di sistema necessarie al successo degli interventi (ricerca di investitori, interazione e raccordo con gli organismi internazionali, iniziative per il miglioramento della trasparenza e la qualità dei processi di selezione delle operazioni e per il rafforzamento della capacità istituzionale della Pubblica Amministrazione)

28 La Cooperazione Territoriale nel QSN: la governance (segue) Il Gruppo svolge compiti di indirizzo in fase di valutazione e reporting strategico: Individuando metodologie e strumenti finalizzati al miglioramento della qualità dei processi di monitoraggio e valutazione dei programmi innescando processi di autovalutazione capaci di rafforzare la capacità amministrativa e progettuale degli attori coinvolti dai programmi di cooperazione territoriale anche attraverso la valorizzazione dei risultati e delle migliori pratiche.

29 La Cooperazione Territoriale: la governance (segue) In riferimento alla delibera CIPE…saranno istituiti i Comitati Nazionali per assicurare il coordinamento e la coerenza nellattuazione dei PO che coinvolgono un numero elevato di regioni italiane (es. Programmi di cooperazione transnazionale).

30 Compiti dei Comitati Nazionali concorrere a definire l'indirizzo, il coordinamento, la valutazione strategica per l'attuazione nazionale; definire la posizione nazionale da assumere in merito all'attuazione del singolo programma; la funzione del Comitato nazionale sarà quella di valutare la coerenza delle proposte progettuali con partenariato italiano rispetto alla strategia e alle priorità della programmazione unitaria;