TELEOLOGIA E TELEOLOGISMO QUARTA LEZIONE TELEOLOGIA E TELEOLOGISMO Cfr. paragrafo 2.4
In che senso l’etica di San Tommaso è teleologica Il carattere teleologico della sua etica consiste nella deliberata ordinazione degli atti umani a Dio, sommo bene e fine ultimo dell’uomo. Il termine teleologia si presta ad un’ambiguità che verrà chiarita in seguito, poiché anche il proporzionalismo si dichiara come etica teleologica.
Etica classica Si è occupata del bene supremo e della felicità dell’uomo, cioè della buona riuscita dell’esistenza umana nel suo insieme. Il punto di vista del giudizio è dall’interno del soggetto: è un’etica della prima persona. Si può raggiungere la verità su ciò che è bene per l’uomo: è un’etica delle virtù.
Etica moderna Centra la sua attenzione sul problema di determinare quale sia l’azione corretta e su come fondare le norme che la stabiliscono. È un’etica elaborata dal punto di vista della terza persona. È un’etica degli atti e delle norme, viste come lecite o illecite, obbligatorie o vietate. In questo senso l’etica classica è considerata teleologica, mentre l’etica moderna è considerata normativa. Ma anche il proporzionalismo ed il consequenzialismo sono considerate etiche teleologiche: questo però avviene in un senso diverso da quello dell’etica classica.
Contrapposizione tra deontologia e teleologia all’interno dell’etica moderna Deontologia: ricerca della giustizia di una norma indipendentemente dal fine ultimo dell’uomo; il giusto viene prima ed è indipendente dal bene Teleologia: il sommo bene (inteso come ottimizzazione dello stato complessivo della realtà) è il criterio per stabilire quali sono le norme giuste o sbagliate. Questo secondo tipo di teleologia è chiamata dall’autore teleologia normativa per distinguerla dalla precedente, chiamata invece teleologia pratica. La teleologia normativa è una nuova forma di etica impostata come scienza normativa per produrre un buono stato di cose.
Prima osservazione La morale cristiana non è un etica deontologica, poiché la determinazione di ciò che è giusto non è indipendente dal fine ultimo, come neppure la concezione del bene è indipendente da ciò che è giusto.
Seconda osservazione La teleologia pratica è inconciliabile con la teleologia normativa, poiché per la prima il fine ultimo è il centro della vita morale e determina in modo concreto quale sia la vita buona per l’uomo, mentre alla seconda questo non interessa affatto, preoccupandosi solo della giustizia delle singole azioni in vista della massimizzazione del bene globale. Per la teleologia pratica il fine non è un bene che possa essere massimizzato dalle azioni giuste e le virtù etiche sono i principi della ragione pratica e il fondamento delle norme etiche. Nella teleologia normativa, la virtù è solo una disposizione personale che facilita il compimento della norma.
Terza osservazione Per la teleologia normativa l’azione viene ridotta al suo concetto fisicista e la sua adeguazione alla norma è considerata da un punto di vista esterno al soggetto. Per la teleologia pratica invece l’azione è valutata nella sua intenzionalità intrinseca, per stabilirne il rapporto con la virtù e quindi con l’ordine della retta ragione.
Quarta osservazione Come si è visto, tra le due teleologie si ha un diverso rapporto tra azione e norma e questo influisce sulla comprensione del valore delle azioni intrinsecamente cattive e delle norme negative assolute.