La comunicazione
Il Messaggio: Il messaggio corrisponde al contenuto che sin scambiano gli interlocutoriv ed è formato da sistemi e dai segni.
LA SEMIOTICA La semiotica è la disciplina che studia i sistemi di segni in funzione comunicativa, cioè quei sistemi di segni attraverso i quali gli uomini comunicano tra di loro. La funzione del segno è di comunicare idee per mezzo di messaggi, il che implica un oggetto o una cosa di cui si parla (referente), un codice e un mezzo di trasmissione che collegano un emittente e un ricevente (canale).
Tre sono le branche della SEMIOTICA: SINTATTICA ,che studia il rapporto segno/segno. SEMANTICA: che analizza il rapporto segno/significato. PRAGMATICA: che considera l’uso
La suddivisione è ovviamente di……….”comodo” La sintattica (regole grammaticali e sintattiche per il linguaggio), organizza il codice e lo rende possibile, la semantica e la pragmatica, che considerano rispettivamente la comprensibilità e l’operatività del segno, sono collegate tra loro, perché non sarebbe possibile l’uso di segni senza comprenderne il significato.
Il segno è una medaglia a due facce, La prima, rivolta verso l’interno (significato), è l’immagine mentale della “cosa” La seconda, rivolta verso l’esterno (significante), è la sua realizzazione materiale, (verbale, grafica, gestuale). Il rapporto tra significato e significante, cioè la significazione, può nascondersi dietro ai suoni, alle immagini, agli odori, a tutte le apparenze sensibili.
IL CODICE Il codice è tutto ciò che il ricevente conosce a priori sul messaggio, si tratta di simboli scelti arbitrariamente, accompagnati da un insieme di regole di composizione ( ad esempio l’alfabeto). Affinché avvenga la comunicazione è necessario che i codici psichici e i sistemi di riferimento, dovute alle esperienze dei comunicanti, siano quanto più possibile simili. I codici sono caratterizzati da convenzionalità e sono un insieme di disposizioni per trasmettere l’informazione da un emittente al ricevente.
LA LINGUA RAPPRESENTA UN CODICE FONICO, LA SCRITTURA UN CODICE GRAFICO-VISIVO, L’ALFABETO BRAILLE UN CODICE TATTILE .
La codifica ha luogo nella mente del trasmittente, quando i concetti vengono strutturati; la decodifica precede l’interpretazione del messaggio nella mente del ricevente.
La codifica ,è quindi, il processo mediante il quale i simboli sono scelti per rappresentare oggetti e relazioni. La decodifica è il processo di interpretazione di tali simboli.
Le codifiche anomale
In un rapporto comunicativo, può succedere che al destinatario non siano noti i codici di base dell’emittente, in questo caso il destinatario non è in grado di capire e le eventuali sostituzioni operate risultano arbitrarie e distorte. Esiste anche la possibilità che al destinatario siano noti i codici di base dell’emittente, ma che gli sfuggono i sottocodici, ad esempio le allusioni, il lessico familiare. In questo caso l’interpretazione del messaggio sarà deviante rispetto alle intenzioni comunicative dell’emittente, come avviene ad esempio nell’interpretazione letterale di una battuta ironica.
L’ informazione
I termini Comunicazione e Informazione, spesso si confondono, in quanto ritenuti sinonimi e quindi interscambiabili. Tra i due esiste invece una notevole differenza, perché l’informazione appartiene al messaggio, e quindi a uno degli elementi che formano il sistema della comunicazione. La comunicazione è il complesso degli elementi che permette la relazione tra gli individui e comprende i comunicanti, i canali, i codici e il messaggio, e quindi anche l’informazione.
La teoria dell’ informazione non tiene conto di alcune situazioni nelle quali. Il messaggio muta o arricchisce i suoi significati a seconda delle circostanze e degli eventi paralinguistici Il contesto influenza le possibili interpretazioni di un messaggio complicando le possibilità di scelta. I messaggi sono volutamente ambigui, come nei messaggi estetici, nel linguaggio scherzoso e nell’ironia L’informazione ricevuta viene misurata attraverso la risposta del ricevente che interpreta non solo in termini di segnale, ma anche di senso.
Il concetto di comunicazione implica anche quello di repertorio, che definisce il messaggio come l’insieme delle conoscenze di ciascun comunicante e quindi come l’insieme di senso e di significato.
Il senso dato dagli eventi psicologici risvegliati dalla parola è quindi una formazione dinamica e complessa con molte aree di ineguale stabilità Il significato, invece, rimane costante anche quando si verificano mutamenti del senso in corrispondenza a un mutamento del contesto.
Nell’interpretazione di un messaggio intervengono processi psicologici simili a quelli che sorgono nella sua formazione, cioè dalle esperienze vissute, dagli stati psicologici del momento e dalla visione del mondo che possiede l’interprete del messaggio,
Nella comunicazione interpersonale l’alone semantico, dato dalle incertezze dovute non solo a effetti emotivi ma anche di comprensione, ha scarsa importanza, perché esiste la possibilità di una retrocomunicazione che rende possibile una ridefinizione del messaggio stesso. In ogni comunicazione interpersonale esistono procedure interpretative che entrano in vigore quando il linguaggio viene usato in modo intepersonale.
RECIPROCITA’ DELLE ASPETTATIVE, tra i due comunicanti, in quanto chi parla pensa che anche il suo interlocutore condivida il suo modo
PRESUNZIONE, che esista un mondo standardizzato con segnali, regole e conoscenze comuni.
PRINCIPIO DEGLI ET CETERA, secondo il quale l’individuo presume che l’altro comunicante colmi le lacune del non detto.
Nell’ informazione assumono notevole importanza i concetti di Originalità e Ridondanza.
I messaggi verbali sono carichi di ridondanza e colui che ascolta diviene più attento alla sua probabile conclusione, e in questo senso la ridondanza è inseparabile dal significato. I messaggi logici-matematici sono invece privi di ridondanza, come quasi tutti i messaggi numerici. La ridondanza è la misura dello spreco relativo di simboli che avviene, nella trasmissione del messaggio e tende a zero se il messaggio è completamente originale, a uno se l’efficacia del vocabolario è molto debole.
La ridondanza è per i riceventi importante quanto l’informazione, perché protegge dagli errori di trasmissione.
Le necessità dei due comunicanti, sono diverse, chi emette e forma il messaggio segue sempre il principio del minimo sforzo, al contrario il ricevente segue quello della massima chiarezza. Per il parlante il linguaggio raggiunge la massima semplicità quando deve pronunciare ripetutamente sempre la stessa parola. Dal punto di vista dell’ascoltatore, invece, il linguaggio, sarebbe più razionale e più conveniente, se ogni significato fosse espresso da una parola diversa.
Esistono, quindi, due tendenze opposte, rappresentate dal principio della massima economia per l’emittente e da quello della massima chiarezza e comprensione per il ricevente.
I due principi devono giungere ad un equilibrio tra la tendenza all’unificazione, e quella alla diversificazione
La comunicazione è quindi una specie di azione, se due soggetti intendono comunicare si presentano uno di fronte all’altro con la propria cultura, le proprie esperienze, per elaborare insieme un prodotto culturale nuovo e soddisfacente, quando entrambi sono, almeno parzialmente, d’accordo.
La circolarità della comunicazione Quando si parla di comunicazione faccia a faccia si intende il qui ed ora, cioè la compresenza temporale e spaziale dei comunicanti, la cui relazione concorre a determinare la reciproca identità “io sono importante per me se lo sono per gli altri”. Ogni tipo di comunicazione si modella sulla comunicazione interpersonale, che è caratterizzata da immediatezza e oralità, dove per oralità si intende non solo l’uso del linguaggio verbale, ma anche di cinesica, paralinguistica e prossemica.
I vantaggi e il carattere interpersonale della comunicazione faccia a faccia implicano: Facilità di adattamento reciproco; Facilità di retrocomunicazione che permette l’adattamento reciproco; Attivazione dei canali secondari ausiliari, come la mimica e la cinesica, sia in diretta che in retrocomunicazione, (sguardi, cenni, assensi), attraverso la quale i comunicanti possono fornire l’uno all’altro conferme sulla comprensione del messaggio senza interrompere la comunicazione. Prendere consapevolezza della situazione comunicativa attraverso la prossemica e la gestualità.
La comunicazione interpersonale porta all’impiego di una notevole quantità di stimolazioni: Come………pause, intonazioni, ridondanza………… La comunicazione interpersonale ha un aspetto primariamente microsociologico., comprende quindi, i gruppi primari, come la famiglia, il vicinato, gli amici, entro cui la comunicazione produce uno scambio continuo. Esiste però anche una comunicazione macrosociologica, che vede la comunicazione impiegata in gruppi sociali come la comunità, i gruppi etnici e religiosi, le classi sociali, le attività professionali,le classi di età. Pur non essendo stabile come i gruppi primari, la comunicazione anche negli aggregati sociali ha un elevato grado di ripetibilità e di scambio.