La gestione dei conflitti docente: Dorella Cuomo
Il conflitto Nella nostra cultura la parola conflitto È spesso associata a immagini negative Lo scontro Il litigio Lo spreco di energie in inutili discussioni Al disagio che ne deriva Quasi mai è associata al suo aspetto positivo e quindi costruttivo Allo scambio di vedute e opinioni Quindi al confronto e alla crescita reciproca
In realtà il conflitto è un’esperienza comune Ci troviamo quotidianamente in conflitto con qualcosa o qualcuno Il conflitto non ha una natura maligna o benigna È un’occasione una possibilità Che può essere usata male o bene
Le possibilità di conflitto sono numerose Diverse aspettative Diverse opinioni Diversi interessi possono generare Incomprensioni Disaccordi Liti
Definizione del conflitto È una situazione sociale in cui Due o più persone si Oppongono In modo evidente Antagonismo tra due persone Resistenza nei confronti dell’altro Rapporto di forza fra due individui Per uscirne è necessario uno sforzo di adattamento
di intensità più o meno uguale ma di opposta direzione (Kurt lewin) Il conflitto è quella situazione che si determina tutte le volte che su un individuo agiscono Contemporaneamente due forze psichiche di intensità più o meno uguale ma di opposta direzione (Kurt lewin)
Tipologie di conflitto Intrapersonale:quando dobbiamo effettuare una scelta tra bisogni, desideri, doveri Interpersonale:quando due persone sono in disaccordo per obiettivi, opinoni altro Intergruppo:fra popoli, nazioni
Le dimensioni del conflitto La dimensione dei comportamenti:ossia gli atti osservabili compiuti dagli individui (gli atteggiamenti posturali, le frasi dette, la disputa verbale, gli atti fisici) La dimensione delle percezioni: ossia il punto di vista del soggetto, come vede se stesso, la controparte, il conflitto e la relazione nel suo complesso La dimensione della contraddizione: ossia il problema di fondo che sta alla base del conflitto
Queste tre dimensioni si influenzano reciprocamente le percezioni soggettive agiscono sulla scelta del comportamento (aggressivo piuttosto che accomodante) Le modalità di agire determinano l’andamento del conflitto La problematica di fondo incide sulle possibilità di risoluzione Le dimensioni definiscono il grado di intensità e di violenza del conflitto Il grado di intensità determina l’andamento costruttivo o distruttivo del conflitto
Si possono distinguere almeno tre diversi gradi di intensità: Basso livello d’intensità: in questa fase prevale la dimensione della contraddizione, ma vi è la convinzione che una risoluzione è possibile Medio livello d’intensità: in questa fase prevale la sfiducia di una possibile soluzione mediante il dialogo, aumenta la percezione negativa dell’altro, aumenta la contrapposizione, aumenta l’aggressività fino alla minaccia Alto livello d’intensità: in questa fase prevalgono gli atteggiamenti coercitivi e violenti, la possibilità di soluzione è quasi nulla
Perché il conflitto sia una possibilità di confronto è necessario risolverlo Se un conflitto viene assopito e non risolto Questo si ripresenterà
È possibile la risoluzione del conflitto? Bisogna trasformare il carattere distruttivo del conflitto in processo evolutivo e creativo Quindi bisogna negoziare e/o mediare utilizzando strategie adeguate
mediazione Viviamo in un contesto che è più portato allo scontro che al dialogo In famiglia, tra vicinato, cittadino e amministrazioni, sul lavoro tra popoli Questo rende necessaria una mediazione che aiuti le parti a raggiungere un accordo senza eliminare le differenze che sono il potenziale creativo del conflitto
Si possono distinguere tre filoni di approccio strategico Non intervento: la non azione, non sempre è negativa Prevenzione: prevenire il conflitto Risolvere: affrontare la situazione conflittuale
Comportamenti da evitare Assumere atteggiamenti irritanti Cadere nella spirale dell’aggressività Utilizzare troppi argomenti Essere prevenuti (tanto non arriverò a niente) Assumere atteggiamenti di passività (lui ha più potere di me) Utilizzare trucchi
Aree di strategia Cognitiva-emotiva Comunicativa Pragmatica Bisogna affrontare il conflitto attraverso situazioni concrete e costruttive Aree di strategia Cognitiva-emotiva Comunicativa Pragmatica Etica delle relazioni
Quindi bisogna: dissociare le persone dal problema Focalizzarsi sugli interessi e non sulle opposizioni Proporre opzioni di interesse comune Concentrarsi sulle soluzioni pratiche (riferirsi a chi di dovere, essere informati, approfondire le conoscenze) Insistere su criteri oggettivi Riconoscere i contrasti e le divergenze Esercitare un sano controllo per non cadere nell’inganno e vivere le divergenze senza ansia Sviluppare risorse (chiedendo anche l’aiuto di un mediatore dove è impossibile una soluzione da soli)
Affinare le capacità empatiche (ossia capire il punto di vista dell’altro Riconoscere l’latro come diverso, le differenze Utilizzare strategie basate sull’auto-efficienza personale